Non è mai
stato strano e si presume anche
intenzionale che le crisi umanitarie che si susseguono nel mondo abbiano un
posto non privilegiato nei vari telegiornali pubblici che dedicano qualche
minuto e poi via alla politica: è ormai un rito che asfissia gli italiani, specie
una certa politica, ma imperterriti si sciorinano notizie di convegni, congressi
monopartito che non interessano, dichiarazioni che lasciano poi il tempo che
trovano e poi
si ribaltano
subito, politici che danno pareri loro che poi sono contestati dallo stesso
partito e compagni. Si assiste ad un gioco che ormai è diventato così meschino,
il tutto a scapito della popolazione purtroppo non solo italiana, ma di molti Paesi
che Medici Senza Frontiere hanno monitorato dal 2006 in avanti fino a giungere
nel 2012 a quote che dovrebbero veramente scuotere i capifila politici, ma che
sono impegnati in altre e personali guerriglie.
Un magro 4% è lo spazio dato dai
notiziari alle crisi umanitarie.
Cosa dimostra ciò?
- la scarsa
sensibilità di chi dirige o è costretto a dimensionare tali programmi.
- Il tasso di
audience che si è riscontrato e che va sempre spinto verso il top.
- Un
menefreghismo verso coloro che soffrono, muoiono, fanno viaggi su barconi da
paura stivati per giorni interi gli uni contro gli altri, che ricordano i
vagoni diretti ai campi di sterminio nazisti.
- Un’innata
voglia di non deludere, di non far vedere scene che succedono altrove, ma
potrebbero succedere anche qua.
- Bisogno di
dare notizie che non deludano particolari sostenitori e finanziatori.
- Notizie
lampo di crisi umanitarie che dovrebbero invece essere più particolareggiate e continuative
nel tempo.
1) Crisi dimenticate dai media - Medici Senza Frontiere
“I dati sono
particolarmente importanti, se combinati con quelli di un'altra ricerca
commissionata da MSF all’Eurisko: si rileva, infatti, che il 63% della
popolazione italiana desidera ricevere dai media più informazioni sulle
emergenze umanitarie. Secondo un sondaggio d’opinione effettuato nel maggio
2013, il 78% del campione considera eccessiva la quantità di notizie sul gossip
e il 64% considera sia presente troppa politica, mentre il 60% chiede maggiori
informazioni sul lavoro delle organizzazioni umanitarie e sul modo in cui poter
dare il proprio contributo.”
Perciò la popolazione comune e media che ha
maggiore sensibilità (e che è anche la fornitrice principale del volontariato
mondiale) mostra un interesse maggiore per quello che succede nel mondo piuttosto
che per le manovre mai eccessivamente chiare della politica se non dopo che è
uscita una legge che favorisce fasce di popolazione invece che tutti, specie se
non per il bene del Paese, ma per il bene di singoli.
2) 9°
RAPPORTO - LE CRISI UMANITARIE DIMENTICATE DAI MEDIA 2012
Fonti: http://www.medicisenzafrontiere.it/immagini/file/crisi%20dimenticate/Rapporto_2012.pdf (diritti riservati agli autori e al
sito sopra indicato)
“La nona indagine
dell’Osservatorio di Pavia per Medici Senza Frontiere (MSF) sulle “Crisi dimenticate”
conferma alcune tendenze già emerse negli anni precedenti e,
contemporaneamente,
mette in luce nuovi elementi.
Quest’anno il rapporto
si estende, oltre che ai risultati relativi all’informazione italiana, anche ai
dati forniti dall’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza relativi ai principali
telegiornali pubblici europei di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna1.
L’analisi delle crisi
dimenticate, attraverso osservazioni quantitative e qualitative, consente di valutare quanto, con quali modalità narrative
e con quali protagonisti, l’informazione di prima serata – e dunque di massimo
ascolto – abbia acceso i riflettori sui diversi fatti e angoli di mondo nel
corso del 2012.”
http://www.internazionale.it/news/italia/2013/06/26/le-crisi-dimenticate-dai-telegiornali/(diritti riservati agli autori e
testate).
26/giu/2013 -
Italia · Le crisi umanitarie stanno scomparendo dai telegiornali italiani. La
denuncia arriva dall’organizzazione Medici senza frontiere, che oggi ha
presentato il suo rapporto intitolato Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2012.
3)
Migranti non stagionali, ma ormai fissi
Il governo
italiano fornisce i numeri degli sbarchi nel cosiddetto “Rapporto di
Ferragosto”. Secondo i dati diffusi dal Ministero degli Interni per quest’anno,
dal primo agosto 2012 al 10 agosto 2013 sono sbarcate in Italia 24.277 persone.
Un terzo, esattamente 8.932, è arrivato in quaranta giorni, dal 1luglio al 10
agosto 2013.
Ultimo arrivo,
battezzato “Il barcone dei ragazzini” (Fonte: http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/08/29/Soccorso-largo-Siracusa-barcone-ragazzini-_9214840.html)
A bordo
dell'imbarcazione 70 migranti, quasi tutti adolescenti
29 agosto, 16:01
“Sono in larghissima
parte minori, tutti adolescenti, i settanta migranti sbarcati questa mattina
nel porto di Siracusa dopo essere stati soccorsi dalla Guardia costiera a circa
80 miglia a sud est di Capo Passero. I giovanissimi extracomunitari, tutti
imbarcati su quello che sulla banchina del molo è stato ribattezzato come ''il
barcone dei ragazzini'', hanno detto di essere siriani.”
4) Siria:
Caos programmato?
30.08.2013 John Kerry a una conferenza : “Assad ha ucciso 1429 persone, tra
cui 426 bimbi”. ''Sappiamo che il
governo siriano ha ucciso almeno 1429 persone civili, con armi chimiche''. John
Kerry. , Segretario di Stato USA.
In questi
giorni, si stanno facendo apparire, e anche scomparire (nonostante i video
amatoriali ivi girati), le atrocità commesse su bambini e altri civili tramite
gas neurotossici con nalpam e/o altri tipi di sostanze in data 21/08/2013.
Non si sa
ancora quali siano stati usati veramente e forse non lo sapremo (se il vecchio
sarin e/o in combinazione coi più nuovi e già usati in azioni repressive come
il VX, (attualmente il termine guerra Nucleare Batteriologica Chimica (NBC) ha
sostituito il termine Atomico Batteriologico Chimico (ABC).
Si ricordi il
teatro Dubrovka di Mosca, dove il 23 ottobre 2002 i terroristi, preso d'assalto
l'edifico, in cui era in corso il popolare musical 'Nord-Ost', faceva 916
ostaggi, tra spettatori e artisti, tra cui 100 bambini. Chiedevano il ritiro, senza
condizioni, delle truppe russe impegnate nella seconda guerra cecena. L'assedio
andò avanti per tre giorni, fino all'intervento delle forze speciali con un gas
che ancor oggi non si conosce (fentanyl secondo fonti ufficiali). La
maggior parte degli ostaggi fu liberata, ma il costo in vite umane fu altissimo:
130 morti, secondo i dati ufficiali, 174 secondo associazioni indipendenti.
Nell'assalto
rimasero uccisi anche 39 terroristi, di cui alcune donne (asianews. it 27/10/2012, diritti riservati).
Poi:
- da Agi. it (diritti
riservati) si parla di un video dove è stata bombardata una scuola con altro
gas (nalpam o miscela) che descrive poi “bambini, ragazzi che vagano con
lesioni simili a quelle provocate dal napalm. E lo stesso terrore negli occhi, che
riporta alla mente la fuga disperata e in lacrime di Kim Phuc, la bambina
colpita dal napalm che nel giugno del 1972 fu immortalata da una foto poi
diventata simbolo della guerra del Vietnam).”
Quello che
più impressiona sono le fonti tra loro contraddittorie per ogni evento del
genere (a partire dal Vietnam con il nalpam) che danno per certo un ordine
partito da vari governi o gruppi o stati:
- I fatti
evidenti sono i 1429 morti di cui si vedono in continuazione le riprese
fotografiche che ormai non documentano più, ma sembrano destinate a suscitare
orrore (giusto) e i sentimenti i più vari, invece di pensare come si possono
aiutare per soccorrere chi si può soccorrere.
- Le notizie
si accavallano e danno per scontata la propria versione che è in contraddizione
con altre.
- Assad (cioè
il capo della Siria attuale) è il primo accusato, tramite ufficiali siriani che
(intercettati digitalmente) danno ordine di bombardare coi gas quella fatidica
zona di Damasco.
- Altri
affermano che i guerrieri salafiti avrebbero compiuto il misfatto.
- Satelliti
russi avrebbero individuato missili in partenza da aree di resistenza siriana
verso la zona di damasco gassata.
- Spunta poi
l'affermazione che qualche stato vicino abbia compiuto ciò in base a disegni
oscuri di allargamento di territorio e/o di influenza.
Non si sa più a chi credere.
- Fatto sta che
sono morti 1500 esseri umani (in un primo tempo si parlava di 350 e via via sono
arrivate altre cifre, fino a quella definitiva di 1500) e anche qui i dati si
contraddicono gli uni con gli altri, come se si trattasse di patatine o altro: un
conto preciso, che includa anche morti collaterali e dipendenti dall'evento, non
c'è.
- Medici Senza
Frontiere trasmette giustamente le cifre fornite da quelle persone che hanno
assistito o hanno constatato la morte o le lesioni da neurotossici ed altro.
- Noti
rappresentati di governo indignati dicono che bisogna dare una lezione e poi si
tirano indietro, forse spaventati all’idea che erano in diversi gli stati a
volere una spedizione cosiddetta punitiva.
- Poi sono
arrivate notizie di minacce, questa volta da possibili emittenti di istituzioni
siriane di stato, di gassare l'Europa e, anche qui, altri ripensamenti.
- Vendita di
maschere antigas in Israele, ma presto arriveranno a macchia d'olio anche in
altri Paesi vicini e lontani.
- Iniziano
manifestazioni (Roma) contro un eventuale intervento in Siria (31/08/2013).
- Logicamente
l'armata siriana non ha alcun interesse a questo utilizzo mediatico: la regione
dove sono caduti i due missili è controllata sia dallo stato che dalle
resistenze; il tipo artigianale di missili utilizzati farebbe pensare a gruppi
armati come AlQaida e ad altri (da investigAction 29/08 - Tutti i diritti
riservati alla testata e all'autore).
- Intervento
militare in Siria: La strategia del caos - Marc Vandepitte (da investigAction
29/08/2013 - tutti i diritti riservati all'autore).
Mai giochi
macabri (se tali sono e non sono) sono stati più in alto e ora sono in molti a
tirare indietro la mano e dire che staranno a guardare. Allora dove è la
coerenza mondiale? Possibile che un ente
come l'ONU debba attendere così tanto per radunare i vari membri ad esprimersi
sul caso che dura ormai da anni?
Giochi di
parole, meno i morti che ci sono stati o i lesionati fisicamente e
psicologicamente, come i bambini che avranno nel loro subconscio quanto hanno
visto o sofferto.
Vergognamoci
di essere partiti così in ritardo e di non aver fermato “diplomaticamente”
molto prima quanto stava già succedendo, e cioè morti a mazzi, e che si vede
non davano noia o altro a nessuno, e vergognamoci di non aver fatto alcuna
manifestazione per fermare la mattanza siriana.
Ora tutti si
sdegnano! Potevano sdegnarsi un bel po' prima e mandare ad esempio i politici
che viaggiano gratis, perché no?, proprio in Siria, là dove si muore e dove
sparano i cecchini, per rendersi conto di quello che succedeva.
Ma forse ne
avevano un tornaconto tutti a lasciare le bocce ferme, meno i soliti volontari
che non sapevano più chi assistere per primo o per secondo a seconda delle
ferite/lesioni, a causa della carenza di mezzi e del fatto che non li volevano
in Siria, futuri testimoni oculari.
Profughi
senza fine, specie bambini coi genitori o senza di essi, perché morti, che
fuggono senza capirne il perché, che ne risentiranno per sempre della guerra
vissuta sulla loro pelle e delle conseguenze successive.
Barconi
carretta per scappare, esodi verso Paesi che non li vogliono o non sanno più
come assisterli, campi di cosiddetta raccolta insufficienti e inaccoglienti per
il soprannumero, stati europei (l'A.) che li respingono.
Notare poi
che aumenta la media dei bambini migranti, il che è tutto dire, nel senso che
per i genitori si vuole salvare il salvabile, il più possibile cioè il futuro
dell'umanità.
Termino qui il
resoconto di quanto è successo fino ad oggi nella martoriata Siria; quello che
succederà o non succederà domani è ancora nella nebbia, ma si spera che possa
provocare meno morti, meno danni e più responsabilità, anche in termini di
uomini con odio innato, di cultura estremista, per cercare di vivere tutti alla
meno peggio su un pianeta e su un sistema che potrebbe riservarci delle
sorprese poco gradevoli, questa volta per tutti insieme, senza censo, carica
politica, raccomandazioni, corruzione o altro.