1)
Volete l’immigrazione africana? Benissimo. Ci sono 800mila Boeri da salvare
14 nov 2018 - Succede anche altro, succede che, se un nero
guidando male magari provoca un incidente stradale con un bianco e
quest’ultimo, per un sussulto di moralità, osa lamentarsi, verrà quasi
certamente accoltellato nell’indifferenza generale, come successo a
Potchefstroom, la vecchia capitale del Transvaal.
Succede che nel Paese delle opportunità se un bianco sta
pesando la frutta al supermercato delle opportunità e, distratto dal prezzo,
magari si dimentica di rimanere guardingo, può venire opportunamente accoltellato
alla schiena solo in quanto bianco.
Oppure accade che nelle buone scuole del nuovo Sud Africa i
bambini bianchi vengano picchiati dai compagni neri, molto più numerosi, senza
che il personale alzi un dito. Succede. Succede alla faccia dell’Apartheid, il
vecchio regime razzista dei bianchi, sotto il quale queste cose non accadevano.
Non accadeva ai discriminati di vivere barricati peggio che in galera.
Nel nuovo Sud Africa delle parità le agenzie di
collocamento, gestite unicamente da persone di colore, i bianchi non trovano
lavoro semplicemente perché non-neri. Altro esempio: la Sud Africa Airways è un
fallimento completo che non è stato in grado di mantenere la testa fuori
dall’acqua per oltre un decennio. Altro che volare. Anche se esistono ingegneri
sudafricani con un’esperienza molto ricercata, la SA si rifiuta di assumerli:
perché sono bianchi.
È possibile osservare il crollo dell’intero Paese dei
diamanti scrutando attraverso il riflesso di una delle sue capitali: Joburg la
città dell’oro. Il fallimento Johannesburg significa Sud Africa in fallimento.
E il castone di questa pietra è il “The Carlton Hotel”, l’hotel a cinque stelle
– a forma di Y rovesciata che si affacciava sul Carlton Centre, l’edificio più
alto dell’Africa, una volta fiore all’occhiello nel mondo dell’edilizia, un
ricco status symbol per Johannesburg, oltre che uno stabilimento di fama
internazionale. L’hotel da 600 camere, costruito in sette anni, venne aperto
nel 1972 e chiuso nel 1997 (oggi è abbandonato) perché era diventato troppo
pericoloso per i clienti rimanere lì, nel caso avessero osato avventurarsi
nelle strade circostanti.
Cosa è successo alla città più prospera e avanzata
dell’Africa?
La città non consiste più in una rete integrata di strade e
quartieri, ma piuttosto in una serie di vie, diciamo arteriose, che danno
accesso a una proliferazione di “cluster” racchiusi da alte mura e recinzioni
di sicurezza. Fuori immondizie e degrado.
Non solo. Nelle zone agrarie accade di peggio.
Dall’avvento al potere di Nelson Mandela a oggi pare siano
stati massacrati quasi 70.000 bianchi, per odio razziale. Non è la povertà il
fattore scatenante, ma l’odio: prendiamo in considerazione che la gente bianca
costituisce solo il 9% (4.500.000) della popolazione del Sud Africa e il tasso
di omicidi di nero-su-bianco è del 95% del totale.
Gli episodi sono moltissimi e regolarmente riportati dai
canali d’informazione locale. Il caso più famoso riguarda quanto successo
qualche tempo fa alla famiglia Potgieter: Attie, il papà, torturato pugnalato
151 volte, la moglie torturata a morte e il piccolo Willemien, soli 2 anni,
immerso nel sangue dei genitori e poi ucciso con un colpo di pistola alla
testa. Poteva andar peggio, il bambino poteva finire bollito come è successo a
un altro ragazzo. Molto più recente, l’omicidio della bella Hannah Cornelius,
stuprata, strangolata e scaricata in un campo. Si è salvata invece la signora
di Ermelo cui hanno amputato le dita dei piedi per gioco. Il Sud Africa ha il
più alto tasso di stupri il mondo e il secondo più alto tasso di omicidi, la
qual cosa rende il Paese più pericoloso rispetto alla maggior parte dell’Iraq.
“Quando è stata l’ultima volta che hai letto dei bianchi
che irrompevano nelle case dei neri, aggredendo brutalmente e uccidendo i neri
anziani nei loro letti?” chiede con un commento internet un cittadino che non
si sa se definire più ingenuo che sbigottito. Qualcuno prova a difendersi.
Molti si rinchiudono in villaggi blindati come la bella realtà di “Orania”, di
cui varrebbe la pena parlare. Tuttavia, fare domanda per una pistola in Sud
Africa è un incubo burocratico che finisce quasi sempre nel fallimento, anche
se ormai possedere almeno un’arma, più che necessario, è vitale in ogni azienda
agricola. Tutto ciò, sia chiaro, nella stessa repubblica in cui la polizia
perde 1.000 pistole l’anno, che finiscono opportunamente in mani criminali.
Potremmo continuare cosi per quasi settantamila volte.
Tutti zitti i giornali radical-chic italiani. Gli stessi che fecero risolini
derubricando a folklore l’assassinio dell’attivista bianco Terrè-Blanche o che
forse, in preda ad auto-razzismo, pensano che stia bene così.
Le ultime elezioni, tenutesi nel febbraio scorso a seguito
della caduta del presidente Jacob Zouma, dimessosi e agli arresti per
corruzione, hanno visto la vittoria del candidato di colore Matamela Cyril
Ramaphosa (Soweto 1952) avvocato, politico, sindacalista e Gran Consigliere
dell’Ordine del Baobab, ex vice primo ministro. Se la levatura politica del
corrotto Zouma è grosso modo riassumibile nella vignetta che lo ritrae con una
cuffia da doccia in testa, in riferimento a quella volta che si giustificò, nel
corso di un precedente processo (fra l’altro vinto) per lo stupro di una
giovane donna sieropositiva, affermando di essersi protetto dall’hiv facendosi
una doccia, il primo provvedimento preso dal nuovo governo è la legge
sull’esproprio delle terre ai bianchi per regalarle ai neri.
D’altra parte Julius Malema, il leader di un altro partito
del black power, quello dei “Combattenti per la libertà economica” (altro nome
per i soliti comunisti), descritto dall’ex presidente Zouma come futuro padre
del Sud Africa ha rassicurato: “I bianchi dovrebbero essere felici, non abbiamo
chiesto il genocidio”, per ora. Testualmente: “Whites must be happy we are not
calling for genocide”.
La verità è che la “zimbabwizzazione” nazionale è
ineluttabile, mentre i bianchi non hanno un futuro in Sud Africa. Chi ne ha la
possibilità sta scappando in Australia o in Nuova Zelanda, gli altri aspettano
il loro turno. Salviamoli.
Volete l’immigrazione africana? Benissimo: il governo
organizzi subito un ponte aereo per salvare la vita a 800.000 di potenziali
profughi Boeri – la cifra è per difetto, perché nei campi abusivi, allestiti
nei parchi in cui i loro nonni li portavano per i pic-nic dei giorni di festa,
ci sono già circa 450.000 persone in condizioni igieniche precarie. Sono bravi
medici, ottimi contadini, artigiani e professori. Ma, soprattutto, non
stuprano, né fanno a pezzi ragazze italiane per mangiarle o metterle nei
trolley.
2)
Caltanissetta, maestra arrestata per maltrattamenti: percosse e minacce ai
bimbi dell’asilo
Con l’accusa di maltrattamenti nei confronti degli alunni
della sua classe, i carabinieri hanno arrestato un’insegnante di 60 anni, in
servizio presso una scuola dell’infanzia a Milena, nella provincia di
Caltanissetta. L’indagine è iniziata dalle segnalazioni dei genitori dei
bambini, di età compresa fra i tre e i cinque anni.
CRONACA ITALIANA 20 FEBBRAIO 2019 09:21 di Susanna Picone
Schiaffi e minacce ai bimbi dell'asilo, arrestata maestra a
Caltanissetta
Una insegnante di sessanta anni, in servizio in una scuola
dell'infanzia a Milena, nella provincia di Caltanissetta, è stata arrestata dai
carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Mussomeli
insieme ai colleghi della stazione di Milena perché accusata di maltrattare dei
piccoli alunni della sua classe. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del
tribunale di Caltanissetta su richiesta del Pubblico Ministero, al termine di
un'indagine scattata poco più di un mese fa dalle segnalazioni dei genitori dei
bambini che frequentano la scuola “Gianni Rodari”. Le giovani vittime
dell’insegnante hanno un’età compresa fra i tre e i cinque anni. A quanto
emerso, i carabinieri avevano installato una telecamera nascosta nella scuola
in cui lavorava la sessantenne. Una telecamera che ben presto ha documentato i
maltrattamenti dell'insegnante. “Il quadro che emergeva sin dal primo giorno di
riprese – hanno spiegato gli investigatori dell'Arma – ha confermato l’ipotesi
accusatoria”. Ogni giorno l'insegnante avrebbe messo in atto comportamenti
violenti nei confronti dei bambini: urla e atteggiamenti minacciosi, percosse,
strattonamenti e arbitrarie punizioni di vario genere, tanto da creare un clima
di terrore all’interno della classe. L’insegnante è attualmente agli arresti
domiciliari.
L'arresto di una educatrice a Siena – La notizia
dell’arresto dell’insegnante effettuato in Sicilia arriva poche ore dopo un
altro caso di maltrattamenti ai danni di minori registrato a Siena, dove i
carabinieri hanno arrestato un'educatrice di cinquantadue anni che gestiva un
nido domiciliare. Anche in quel caso i carabinieri hanno piazzato telecamere
nascoste che hanno consentito di registrare comportamenti violenti come
strattonamenti, percosse, e altre violenze ai danni dei bambini. All’educatrice
finita in manette ogni giorno venivano affidati da cinque a dieci bambini piccolissimi,
da 6 mesi a 3 anni.
Susanna Picone
(Continua su: https://www.fanpage.it/caltanissetta-maestra-arrestata-per-maltrattamenti-percosse-e-minacce-ai-bimbi-dellasilo/
- http://www.fanpage.it/).
Forse è inutile continuare a pubblicare notizie circa le
violenze sui bambini negli asili e nelle scuole, perché è probabile che comincerà
a diventare sempre più manifesto quanto alcune insegnanti commettono ai danni
dei bambini; è troppa infatti l’evidenza raccolta dai genitori che controllano,
già purtroppo dallo stato in cui il bimbo torna a casa e dal cambiamento che avviene
in lui. Senz’altro c’è un cambiamento anche in questo sordido comportamento, ma
a livello di Stato non arriva alcuna legge mirata a controllare lo stato
psicofisico degli insegnanti, lasciati a loro stessi. Non si sa ancora nulla
sulle famose videoriprese nelle aule degli asili e simili: nessuna
interpellanza, nessuna segnalazione; è sempre valido il detto “Tutto va ben, madama
la marchesa”…
3)
Sono figli di un Dio minore. “300 cristiani uccisi in Nigeria da febbraio” (Il
Foglio)
Continua l’uccisione di Cristiani in Nigeria ad opera di
pastori fulani.il vescovo denuncia queste uccisioni (300)che non sono le
uniche,ma che si sommano alle precedenti e lancia un appello alla comunità
mondiale che però ,in gran parte,se ne frega .Ogni tanto si legge che qualche
vescovo segnala la mattanza nella sua diocesi che però non solleva nessuna
rimostranza,se non in qualche rivista cattolica,però il numero dei martiri
aumenta sempre di più. Ora si è a quota……
4)
Maltrattamenti ai bimbi di nidi e scuole materne. Tre casi in un giorno tra
Roma e Lombardia: maestri arrestati e sospesi
IL FATTO QUOTIDIANO – Cronaca, 28 MARZO 2019
Spinte, schiaffi e strattonamenti oltre a umiliazioni e
violenza psicologica. Sono gli aspetti comuni di tre diverse operazioni svolte
dalle forze dell’ordine in asili nido e scuole materne. Blitz che hanno portato
ad arresti di insegnanti e provvedimenti disciplinari a Roma e in due città
della Lombardia: Varzi (provincia di Pavia) e Cernobbio (Como).
Il primo caso, avvenuto nel Municipio XI, a sud-ovest della
Capitale, riguarda un maestro 42enne di scuola materna che è stato raggiunto
dal divieto di avvicinamento ai bambini e sospeso dal pubblico servizio. Gli
agenti della polizia locale hanno accertato come 19 bambini siano stati
costretti a subire, durante le lezioni, violenze fisiche e psicologiche. La
denuncia è stata fatta dai familiari per presunte percosse e vessazioni cui
venivano sottoposti i figli da parte di un insegnante durante le lezioni. I
genitori erano stati allarmati dai bambini che lamentavano vari soprusi e
manifestavano atteggiamenti anomali in famiglia, oltre alla volontà di non
frequentare più la scuola. A seguito della denuncia, sono state installate
diverse telecamere all’interno della scuola che hanno permesso di accertare
maltrattamenti sia di natura fisica che psicologica: schiaffi, urla, spinte e
costrizioni varie, oltre a forme di punizioni umilianti.
Un’altra maestra (e titolare) di un asilo nido a Varzi,
paese in provincia di Pavia, è stata arrestata per maltrattamenti sui minori
tra uno e tre anni ospiti della struttura. Anche due collaboratrici della donna
sono state denunciate a piede libero per abuso dei mezzi di correzione verso i
minori. Le indagini della guardia di finanza sono iniziate qualche mese fa
quando nel piccolo comune di Varzi sono iniziate a circolare voci sempre più
insistenti su presunte condotte anomale da parte della titolare dell’asilo.
Installate le telecamere, i filmati sono stati determinanti e hanno documentano
le ripetute violenze, di natura fisica e psicologica.
A Cernobbio infine, paese di 7000 abitanti in provincia di
Como, famoso per il Forum Ambrosetti, i carabinieri hanno dato esecuzione a
un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di
Como. L’insegnante, 58enne, è ritenuta responsabile di maltrattamenti commessi
in qualità di educatrice in un asilo nido dove avrebbe commesso violenze verso
bambini di età compresa tra i 3 e i 18 mesi.
5)
Roma, botte e umiliazione ai bambini: maestro sospeso, non potrà avvicinarsi a
minori
Picchiava i bambini e li umiliava psicologicamente con
punizioni e abusi: un maestro di 42 anni che insegnava in una scuola materna di
Roma è stato raggiunto da una misura cautelare di divieto di avvicinamento
all’istituto e ai bambini. È stato inoltre sospeso dal pubblico servizio. Le violenze
sono state riprese dalle telecamere di sicurezza.
CRONACA ROMAROMAULTIME NOTIZIE 28 MARZO 2019 10:02 di Natascia
Grbic
Picchiava i bambini di cui doveva prendersi cura all'asilo,
vessandoli con abusi psicologici, schiaffi, urla, spintoni e punizioni
umilianti. Per questo un maestro di una scuola materna nell'XI Municipio di
Roma, è stato sottoposto a misura cautelare di divieto di avvicinamento
all'istituto e ai piccoli vittime di violenze. È stato inoltre sollevato dal
suo incarico e sospeso dal pubblico servizio. Vittima dell'uomo, una classe di
19 bambini: avevano iniziato a manifestare strani comportamenti a casa e
dicevano di non volere più andare a scuola. Poi hanno iniziato a raccontare gli
abusi perpetrati dal maestro nei loro confronti. I genitori si sono quindi
rivolti alle forze dell'ordine e a dicembre 2018 sono partite le indagini sul
42enne. Nella scuola materna sono state installate telecamere nascoste per
riprendere i suoi comportamenti e le scoperte degli inquirenti sono state
terrificanti.
Le violenze e gli abusi ripresi dalle telecamere di
sicurezza
Il maestro sottoponeva i 19 bambini a violenze di ogni
tipo. Urla, spinte, punizioni umilianti, schiaffi e abusi psicologici. Una vera
e propria classe degli orrori, tanto che i piccoli erano terrorizzati alla sola
idea di andare a scuola. Le telecamere di sicurezza installate dagli agenti
hanno permesso di accertare la condotta vessatoria dell'uomo: e a quel punto,
gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, XI Gruppo Marconi e Gruppo
Sicurezza Sociale Urbana, al termine di indagini coordinate dalla Locale
Procura della Repubblica, gruppo specializzato dei reati contro i minori, hanno
eseguito la misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari G.
Sturzo. L'uomo non potrà avvicinarsi né alla scuola né ai bambini e non potrà
più insegnare dato che è stato sospeso dal pubblico servizio. A novembre
scorso, un altro insegnante – Jonathan Trupia – è stato condannato a otto anni
di carcere per violenza sessuale continuata e aggravata su 26 bambine, di età
compresa tra i 2 e i 5 anni. L'uomo insegnava alla scuola Montessori di Roma.
Ma si è recentemente scoperto che le sue vittime potrebbero essere molte di
più.
Natascia Grbic
(Continua su: https://roma.fanpage.it/roma-botte-e-umiliazione-ai-bambini-maestro-sospeso-non-potra-avvicinarsi-a-minori/ - http://roma.fanpage.it/).
6)
Lamezia Terme, maestra e bidella arrestate per maltrattamenti: “Clima di
terrore all’asilo”
Una maestra e una collaboratrice scolastica sono state
arrestate e poste ai domiciliari perché ritenute responsabili di maltrattamenti
aggravati nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia di Lamezia
Terme. Dalle indagini è emerso “il clima di vero e proprio terrore” che regnava
nell’asilo.
CRONACA ITALIANA 30 MARZO 2019 13:27 di Susanna Picone
Nuovo caso di maltrattamenti su minori in una scuola. Due
persone sono state arrestate dalla polizia in Calabria. Ai domiciliari
finiscono una maestra e una bidella di una scuola dell'infanzia di Lamezia
Terme: entrambe sono accusate di maltrattamenti aggravati ai danni di alcuni
bambini. Gli arresti sono stati fatti dal personale del commissariato di
Lamezia Terme in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal
Gip Emma Sonni su richiesta della Procura della Repubblica. Secondo quanto
riferiscono gli investigatori, dalle indagini è emerso “il clima di vero e
proprio terrore” che regnava nell'asilo. Le due donne arrestate hanno
rispettivamente 59 e 63 anni e sono entrambe di Lamezia Terme.
Violenze fisiche e psicologiche all'asilo – Le indagini
erano scattate a seguito delle denunce sporte separatamente da due mamme che
avevano esternato ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, che
frequentavano quella scuola dell’infanzia, fossero vittime di maltrattamenti a
opera di un’insegnante. Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine
del Commissariato oltre a riscontrare ampiamente quanto denunciato dai genitori
hanno fatto acquisire ulteriori e significativi elementi circa i maltrattamenti
perpetrati ai danni dei bambini non solo a opera della docente ma anche da
parte della collaboratrice scolastica. Nei filmati sono emerse le urla
spropositate e immotivate dell’insegnante, punizioni esemplari, percosse e
frasi offensive nei confronti dei bambini. Bambini che venivano costretti a
mangiare, a rimanere immobili, seduti su una panca, con la maestra che gli
urlava contro, o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra per
spaventarli. Sistematicamente le indagate usavano violenza, sia psicologica che
fisica, nei confronti degli allievi a loro affidati, bambini di età compresa
fra i 3 e i 5 anni.
(Continua su: https://www.fanpage.it/lamezia-terme-maestra-e-bidella-arrestate-per-maltrattamenti-clima-di-terrore-allasilo/
- http://www.fanpage.it/).
Si è già segnalato quanto succede, ma i provvedimenti hanno
ancora da venire nel senso che, se c’è qualche interpellanza alle varie camere,
non hanno un seguito quali provvedimenti ufficiali, soprattutto in termini di
controlli annuali sugli insegnanti, come si era proposto. La scusa, forse, è che
non ci sono soldi, perciò lasciamo pure trasformare parte dei figli in futuri
soggetti psichiatrici: verranno curati in seguito e così via.
7)
Profugo ammette: Siamo qui per farci mantenere. Video (Il Corriere Nazionale)
0 APRILE 2019
Loro sono onesti. Sono i sinistardi che inventano
improbabili fughe da guerre che non esistono.
Non vengono qui per fuggire dalla guerra, anche perché non
ce ne sono in Nigeria o Pakistan, vengono qui, come tutte le truppe di
invasione, per le donne o per farsi mantenere. Non differiscono in nulla dalle
truppe coloniali francesi che ‘liberarono’ l’Italia.
Come questo profugo che, intervistato tempo fa a Cagliari,
dove viveva da anni e, dove aveva vissuto a spese dei contribuenti in un hotel
per cosiddetti profughi, spiega candidamente che è in Italia per farsi
mantenere. E riprodursi: a spese nostre.
John, 29 anni, arriva dalla Nigeria in fuga “dal lavoro che
non c’è e dalla corruzione. Qui qualche persona mi aiuta, ma la vita è molto
difficile, non ho un’occupazione”, raccontva il ventinovenne, che spesso si
rivolge al Centro di ascolto parrocchiale della chiesa di piazza Giovanni
XXIII.“La mia compagna è incinta, voglio sposarmi perché così il Governo può
darmi un lavoro e anche un’assistenza familiare. Cagliari è ok, ma il grosso
problema è che non c’è lavoro”, osserva John. Ma voglio “vivere qui per
sempre”. Con i nostri soldi.
Ma quanto siamo scemi. Ci correggiamo: quelli che votano
certi partiti.
(Fonte: http://www.corrierenazionale.net/2019/04/10/profugo-ammette-siamo-qui-per-farci-mantenere-video/).
È una panzana, la solita bufala o parlava sul serio quel
profugo? Allora che ne pensiamo???
8a)
Cardito: le insegnanti di Giuseppe e della sorellina: “Faccio la faccia di c….”
Nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Valentina
Casa, la madre di Giuseppe Dorice, massacrato dal patrigno insieme alla
sorellina e morto, viene rilevato il comportamento delle insegnanti che hanno
avuto a che fare con i due bambini. Sapevano delle violenze, scrive il giudice,
ma non avevano mai voluto denunciare nulla e, dopo la tragedia, avevano
concordato una linea comune di difesa.
NAPOLICRONACA NERA NAPOLIULTIME NOTIZIE 11 APRILE 2019 22:23 di Nico Falco
“Io faccio la faccia di cazzo”. Come a dire, faccio finta
di cadere dalle nuvole e rispondo a muso duro. Nella sala d’aspetto del
commissariato di Afragola, convocate dalla polizia, le maestre della scuola
frequentata dai figli di Valentina Casa parlottano tra loro in attesa di essere
sentite dagli investigatori. Non sanno di essere intercettate. Ridono, si
confrontano su quello che andranno a dire di lì a poco. Si era appena saputo
della morte del piccolo Giuseppe Dorice e delle condizioni gravissime della
sorellina, massacrati dal compagno della madre, ed erano partiti quelli che il
giudice definisce “frenetici ed ignobili tentativi di reciproca copertura”.
Tutto finito nelle intercettazioni, che cristallizzano, più che un senso di
colpa, la paura di rimanere coinvolti in una indagine. Il timore che qualcuno
potesse chiedersi perché la scuola non aveva fatto nulla, che qualcuno potesse
puntare il dito. Perché i bambini, in classe, ci erano arrivata anche con la
faccia spaccata. Segni inequivocabili delle violenze che si consumavano in casa
e che, nel mondo degli adulti, passavano inosservate. Le insegnanti
che avevano visto la bambina, rileva il giudice, un moto di coscienza l’avevano
avuto, seppur quando era già troppo tardi. Diversamente, quelle che avevano a
che fare col fratellino: “mesi di silenzio e, dopo la sua morte, solo
l’insistita ricerca di impunità”.
Nico Falco
8b)
La piccola a scuola con l'orecchio strappato
Nell’ordinanza c’è un episodio risalente al gennaio 2019.
La bambina era arrivata a scuola con una medicazione sull’orecchio, fatta in
casa. Gliel’avevano quasi strappato. E, in classe, si era spostata i capelli.
Come per farsi vedere, per chiedere aiuto. Quando le avevano chiesto cosa fosse
successo, aveva risposto che era la punizione del patrigno perché era stata
“monella”. La vicenda era stata segnalata alla dirigente con una nota interna
del 18 gennaio 2019. Qualche mese prima, a novembre, la bimba era arrivata con
le labbra gonfie. Era caduta dalla bicicletta, aveva detto, salvo poi
correggersi dicendo di essere caduta dal letto. Ma c’è anche dell’altro, che
avrebbe potuto far intuire alle insegnanti che qualcosa, tra quelle quattro
mura, non andasse nel verso giusto. La bambina non veniva curata né lavata, i
vestiti puzzavano di muffa, spesso aveva lividi: tutte osservazioni non
risalenti all’ultimo periodo ma anche a diversi mesi prima. Come un altro
episodio del novembre 2018, quando la bimba arrivò con una ecchimosi sotto
l’occhio e, dopo diverse domande, affermò che gliel’aveva fatto Tony e scoppiò
a piangere. Anche la maestra scoppiò a piangere e ne parlò con le altre. Ma non
ci fu nessuna denuncia.
La linea negazionista per evitare le conseguenze
Di diverso tenore il comportamento delle maestre che
avevano visto le condizioni di Giuseppe. E torniamo alla sala d’aspetto del
commissariato di Afragola. Il giudice, sulla base delle intercettazioni, rileva
che le insegnanti si sono prima comportate con indifferenza e poi, ridendo,
hanno deciso di rispondere con strafottenza, senza cedimenti, fingendo di non
sapere nulla e ribattendo punto per punto. È il pomeriggio del 27 gennaio, si è
appena saputo della morte di un bambino di Cardito ma ancora non si sa chi è.
In quelle ore le insegnanti si telefonano a vicenda. Hanno capito, perlomeno
hanno intuito. Ci sono arrivate per deduzione: conoscono l’età, la zona, e
sanno che proprio lì c’è un bambino di 7 anni che loro conoscono bene e che
arriva in classe spesso con il volto gonfio perché il convivente della madre lo
“ammazzava di palate”. Si sono limitate a segnarlo alla preside, dicono
parlando tra loro, ma non si sono mai rivolte alle forze dell’ordine. Si
rammaricano, parlano di una morte annunciata, delle volte che hanno visto il
bambino malconcio. E concordano una linea di difesa comune: i bambini avevano
detto di essere caduti e loro ci avevano creduto.
Nico Falco
9)
Schiaffi, botte e capelli strappati ai bimbi all’asilo, sospese due maestre di
Sant’Antimo
Due maestre di 62 e 63 anni, residenti rispettivamente a Sant’Antimo
e a Giugliano, sono state sospese dall’insegnamento per 12 mesi su disposizione
del Tribunale: sono accusate di maltrattamenti verso i piccoli alunni della
scuola dove lavorano, avrebbero insultato, picchiato e strattonato i bambini in
classe.
GIUGLIANOSANT’ANTIMO 19 APRILE 2019 12:56 di Nico Falco
Per 12 mesi non potranno mettere più piede in classe. Due
maestre di 62 e 63 anni, residenti rispettivamente a Sant'Antimo e a Giugliano
in Campania, in provincia di Napoli, sono state sospese dall'insegnamento. Sono
accusate di avere maltrattato, e in diverse occasioni, i bambini che erano
stati a loro affidati nell'asilo dove entrambe lavoravano. Le indagini sono
partite dopo che alcuni genitori si erano rivolti alle forze dell'ordine,
segnalando un cambiamento di umore nei loro bambini. I piccoli, che
frequentavano una scuola dell'infanzia di Sant'Antimo, erano diventati
inspiegabilmente nervosi, sembravano sempre a disagio, quasi impauriti quando
dovevano andare in classe. Il loro cambio di umore sembrava l'espressione di un
problema che non sapevano come esternare, probabilmente per paura. Così,
temendo che fosse successo qualcosa in classe e che i bimbi non riuscissero a
dirlo, i genitori hanno chiesto aiuto ai carabinieri. Le indagini, delicatissime
come è obbligatorio per ipotesi di reato di questo tipo, sono state svolte con
telecamere nascoste, intercettazioni ambientali, il supporto di specialisti e
l'audizione di persone informate sui fatti, oltre che con l'acquisizione di
disegni fatti dai bambini.
I militari sono riusciti a cristallizzare diversi episodi,
ricostruendo quello che avveniva tra i banchi: in varie occasioni le due
maestre avrebbero insultato i bambini, li avrebbero strattonati e presi a
schiaffi e gli avrebbero tirato i capelli. Gli elementi raccolti dai
carabinieri hanno convinto il gip del Tribunale di Napoli Nord, che ha firmato
l'ordinanza di sospensione con l'accusa di maltrattamenti ai danni di alunni
minori, che poi è stata eseguita dai carabinieri della Compagnia di Giugliano.
(Continua su: https://napoli.fanpage.it/schiaffi-insulti-e-strattoni-ai-bambini-sospese-due-maestre-di-santantimo/
- http://napoli.fanpage.it/).
10)
Torino, maestra arrestata per maltrattamenti: “Bimbi costretti a pulire la pipì
a terra”
A Torino una maestra di quarantacinque anni che prestava
servizio alla “Leone Sinigaglia” di corso Sebastopoli è finita agli arresti domiciliari
per maltrattamenti sui bambini. A quanto emerso, l’insegnante intimava ai
piccoli alunni di non riferire nulla a casa prospettando loro “gravi
conseguenze”.
CRONACA ITALIANA 3 MAGGIO 2019 10:50 di Susanna
Picone(http://www.fanpage.it/)
L’ennesimo caso di maltrattamenti su bambini arriva da
Torino, dove è stata arrestata una maestra di una scuola elementare. La donna,
di quarantacinque anni, prestava servizio alla “Leone Sinigaglia” di corso
Sebastopoli. Attualmente è agli arresti domiciliari per maltrattamenti sui
bambini. A eseguire il provvedimento è stata la polizia municipale. Secondo
quanto accertato nel corso delle indagini, la maestra intimava ai piccoli
alunni di non riferire nulla a casa prospettando loro “gravi conseguenze”.
L'indagine che ha portato all’arresto dell’insegnante ha preso le mosse lo
scorso autunno. I genitori dei bambini che frequentavano quella scuola hanno
raccontato i maltrattamenti patiti dai figli e le conseguenze sul loro stato
d'animo. I bambini avevano incubi, pativano episodi di incontinenza notturna e
si rifiutavano, piangendo, di andare a scuola nelle giornate in cui sapevano
che avrebbero incontrato quella maestra. Secondo le testimonianze raccolte
dalla polizia municipale è anche capitato che la maestra impediva ai bambini di
andare in bagno e per questo i piccoli restavano bagnati in classe. In
un'occasione i bimbi sarebbero stati costretti, tra le lacrime, a pulire
sommariamente il pavimento con la carta igienica.
Il padre di una bimba: "Ci avevano promesso che
l'avrebbero allontanata" – “Per rimproverare i bambini la maestra era
solita scagliare i portapenne o strapparli. A mia figlia è capitato di essere
stata costretta ad andare in un bagno molto sporco, uno dei pochi agibili,
perché non voleva utilizzare il bagno turco. I nostri figli erano spaventati.
In due hanno dovuto cambiare scuola”, la testimonianza del padre di una delle
bambine che frequenta la scuola di Torino dove insegnava la maestra finita ai
domiciliari per maltrattamenti. Il genitore ha raccontato di avere segnalato i
comportamenti “piuttosto originali” dell'insegnante, insieme ad altri quattro
genitori, già lo scorso ottobre. “Una vice dirigente – ha detto – ci promise
che la maestra non avrebbe più messo piede nella classe dei nostri bambini. Ma
poi, a marzo, con la scusa della carenza di organico, è tornata”.
Susanna Picone
(Continua su: https://www.fanpage.it/torino-maestra-arrestata-per-maltrattamenti-bimbi-costretti-a-pulire-la-pipi-a-terra/
- http://www.fanpage.it/).
Ormai le segnalazioni di maltrattamenti si perdono nei
fascicoli delle varie Procure perché il seguito è l’eventuale punizione, non
certo, come ad esempio in USA, le pene molto più severe, ma gli articoli di
legge. Di legge, forse, sono in fila ad altri che devono essere aggiornati, perché
qualche deputato/a solerte c’è ed interpella, la fila è lunga e, se cambia
governo, sparisce nell’”archiviato”. E l’Italia in certe classifiche continua a
conquistare gli ultimi posti.
11)
Milano, bimbo di due anni ucciso dal padre: “Piangeva per i piedi ustionati con
un accendino”
Il piccolo Mehmed piangeva perché aveva i piedi ustionati
con un accendino. Un nuovo dettaglio emerge dalle indagini sulla morte del
bambino di due anni, avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì in via
Ricciarelli 22 a Milano. Per l’omicidio è stato arrestato il padre, Aljica
Hrustic, 25enne di origini croate, che ha confessato: “Si lamentava e non
riuscivo a dormire, l’ho picchiato ma non credevo che l’avrei ucciso”.
CRONACA LOMBARDIAMILANO 24 MAGGIO 2019 10:39 di Simone Gorla
"Il bambino si lamentava e non riuscivo a dormire.
L'ho picchiato, poi l'ho visto morto, ma non credevo che l'avrei ucciso".
Le parole di Aljica Hrustic, 25 anni, di origini croate, reo confesso
dell'omicidio di suo figlio di due anni, Mehmed, ammazzato di botte nella notte
tra martedì e mercoledì, ripercorrono con freddezza i fatti, come se fossero
accaduti a qualcun altro. Nel carcere di San Vittore, rispondendo al pubblico
ministero Giovanna Cavalleri, e prima ancora davanti agli investigatori della
Squadra mobile che lo hanno arrestato dopo una fuga durata poche ore, ha
ammesso le sue responsabilità. Ha raccontato di avere assunto droghe, di aver
perso il controllo perché il bambino piangeva e lui non riusciva a dormire.
Dalla ricostruzione emerge poi un dettaglio ancora più inquietante: il piccolo
quella notte si lamentava per il dolore perché aveva i piedi ustionati,
probabilmente con un accendino. Quando all'alba i soccorritori, chiamati dallo
stesso Hrustic, sono arrivati nell'appartamento di via Ricciarelli 22, a Milano,
hanno trovato il corpo senza vita con i piedi bendati. Una circostanza che
aveva fatto pensare, erroneamente, che il bimbo fosse stato legato. Le bende,
invece, gli sarebbero state messe, forse dalla madre, per medicare le ferite.
Milano, fermato il padre del bimbo morto in casa. Un
parente: "Si merita l'ergastolo"
Pubblicato da Simone Giancristofaro 00:23 / 03:04
L'autopsia chiarirà le cause del decesso
Resta da chiarire cosa abbia provocato la morte del
bambino, che all'arrivo dei paramedici del 118 era già deceduto e aveva lividi
sul corpo e una ferita in testa. Sarà l'autopsia, attesa nelle prossime ore, a
dare le risposte mancanti e a stabilire se Mehmed fosse stato picchiato anche
nei giorni precedenti. La madre, Silvjia Z., 23 anni, croata, ha raccontato di
aver provato a fermare il marito e di essere stata a sua volta colpita. Al
momento la donna è considerata persona informata sui fatti.
La fuga per poche ore nelle case popolari del Giambellino
Dopo aver chiamato il 112 per dare l'allarme, spiegando che
il figlio aveva problemi a respirare, Hrustic ha fatto perdere le sue tracce
per alcune ore. Ha trovato rifugio in una casa di via Manzano 4, in zona
Giambellino, portando con sé le due figlie femmine (la coppia ha un altro
figlio più grande che vive in Croazia). Ai poliziotti della Questura di Milano
sono bastate poche ore per rintracciarlo e bloccarlo.
Milano, bimbo di due anni ucciso, capo della Squadra
Mobile: "Il padre non ha opposto resistenza"
Pubblicato da Fanpage.it Milano
Questa sera una fiaccolata per Mehmed in via Ricciarelli
Gli abitanti del quartiere San Siro hanno organizzato per
venerdì 24 maggio, alle ore 20, una fiaccolata in ricordo di Mehmed e per la
tutela dei minori. Il corteo partirà dal caseggiato dove il piccolo è stato
ucciso, in una delle zone più degradate del difficile quartiere alla periferia
sud ovest di Milano.
(Continua su: https://milano.fanpage.it/milano-bimbo-di-due-anni-ucciso-dal-padre-piangeva-per-i-piedi-ustionati-con-un-accendino/
- http://milano.fanpage.it/).
Non dimentichiamo troppo presto questi terribili episodi. Non
basta la fiaccolata o altre manifestazioni, giuste, ma insufficienti. Se
nessuno si muove a livello governativo potrà darsi che l’episodio diventi
l’inizio di spaventose fotocopie per padri spaesati, borderline, criminali,
tossicomani o violenti e tossicomani non curati.
12)
Sblocca cantieri, arrivano le telecamere in asili nido e case di cura
Arrivano le telecamere in tutti
gli asili nido (pubblici e paritari) e nelle case di cura per anziani. Un
emendamento al decreto Sblocca cantieri, approvato in commissione al Senato,
prevede l’installazione di sistemi di videosorveglianza in tutte queste
strutture, con un finanziamento per i comuni che si dovranno adeguare alla
nuova norma.
Un emendamento al decreto Sblocca cantieri, approvato in
commissione al Senato, prevede l’obbligo di videosorveglianza in tutte queste
strutture, con un finanziamento per i comuni che si dovranno adeguare alla
nuova norma.
28 MAGGIO 2019 17:30
di Stefano Rizzuti
Arriva l’obbligo di installare le telecamere in tutte le
aule degli asili, così come nelle strutture di assistenza e cura di anziani e
disabili. La novità viene introdotta con un emendamento al decreto Sblocca
cantieri approvato in commissioni Lavori pubblici e Ambiente al Senato. La
proposta di modifica è stata firmata dai senatori di Lega, Movimento 5 Stelle,
Partito Democratico e Forza Italia. L’installazione dei sistemi di
videosorveglianza a circuito chiuso riguarderà tutte le scuole dell’infanzia,
sia statali che paritarie. L’emendamento prevede la creazione di un fondo per
finanziare l’installazione delle telecamere con l’obiettivo di assicurare a
tutti gli ospiti delle strutture coinvolte una “più ampia tutela”.
La dotazione sarà di 5 milioni di euro per il 2019 e di 15
milioni per gli anni successivi, dal 2020 al 2024. Con questi fondi spetterà ai
comuni installare i sistemi di videosorveglianza. Altrettanti ne vengono
stanziati per tutte le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per
anziani e persone con disabilità. Con i fondi dovranno essere acquistate anche
le apparecchiature per conservare le immagini per un “periodo temporale
adeguato”.
Il decreto Sblocca cantieri
Il decreto Sblocca cantieri ha ricevuto il via libera dalle
commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato: il provvedimento approderà
in Aula domani alle 15, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei
capigruppo. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 17 giugno e
dovrà tornare – dopo il voto di Palazzo Madama – alla Camera. Durante l’esame
dell’Aula dovrebbe essere affrontata anche la discussione sulla Tav, con un
emendamento della Lega.
Nel provvedimento c’è anche un’altra novità, inserita con
un emendamento approvato durante la discussione di oggi in commissione e che
riguarda le procedure d’installazione per le strutture abitative temporanee in
alcune zone colpite dal terremoto. In particolare, sono coinvolti i comuni di
Catania e Campobasso e lo scopo di questa modifica è quello di evitare
l’abbandono del territorio.
Esultano Salvini e Forza Italia
L’approvazione dell’emendamento sull’installazione delle
telecamere degli asili viene rivendicata come un successo dal ministro
dell’Interno, Matteo Salvini: “Telecamere per difendere bimbi, anziani e
disabili, altra promessa mantenuta”, è il commento del leader leghista. Esulta
anche Forza Italia, con la deputata Annagrazia Calabria: “Il via libera ai
fondi per l'installazione di telecamere nelle scuole per l'infanzia e nelle
strutture socio assistenziali per anziani e disabili dà ragione alla battaglia
che Forza Italia porta avanti da tempo a tutela dei più deboli. Il fatto che
questo obiettivo, oggi, sia condiviso in maniera trasversale è motivo di grande
soddisfazione. Ci auguriamo che ora si acceleri sull'arrivo in Aula al Senato
del provvedimento, che alla Camera è stato approvato su testo a mia prima
firma, per offrire una normativa ampia e coerente che punti anche sulla
formazione del personale come forma imprescindibile di prevenzione di abusi e
maltrattamenti”.
(Continua su: https://www.fanpage.it/sblocca-cantieri-arriva-lobbligo-di-installare-le-telecamere-in-asili-nido-e-case-di-cura/
- http://www.fanpage.it/).
13)
Orrore in Nigeria, Boko Haram ha usato
tre bimbi kamikaze
Per l'attentato di Konduga, i terroristi hanno utilizzato
tre bambini: nella strage sono morte trenta persone
Giuseppe Aloisi - Mar, 18/06/2019 - 11:20
L'Unicef ha fatto presente come, durante l'ultimo attentato
operato in Nigeria da Boko Haram, siano stati utilizzati tre minori.
Il bollettino è ancora in fase di verifica, ma già da
adesso è possibile parlare di trenta persone morte e di più di quaranta persone
ferite a causa di tre distinte offensive terroristiche. Ma non è questa la
prima volta che dei bambini finiscono loro malgrado per essere usati
all'interno di operazioni di questo tipo.
Sempre l'Unicef, come riportato pure dall'Agi, ha fatto
notare come, dall'inizio del 2019 a oggi, ben cinque bambini siano stati
sfruttati alla stessa maniera. Si tratta di una prassi diffusa nel mondo
dell'estremismo jihadista, ma della quale magari non si parla con la dovuta
costanza. In questo specifico caso, viene rilevato come a essere coinvolti
siano stati due minori di sesso femminile e un minore di sesso maschile. Le
persone che sono state trucidate a Konduga - questo è il nome della località in
cui hanno avuto luogo gli attentati suicidi - erano intente a guardare una
diretta sportiva mediante la televisione.
(Continua su: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/nigeria-boko-haram-utlimo-attacco-ha-usato-tre-bambini-1712771.html).
Se l’Italia piange, altre nazioni non ridono. Bambini usati
nella guerra e con in fronte l’immaginabile cartello “vento divino”. Avviene
l’evento tragico e poi cala il silenzio fino al prossimo caso. Andiamo avanti
con il solito ritornello “Panem et circenses” e se succede l’imprevisto
facciamo una bella manifestazione/camminata che rende proprio tanto.
14)
Rovigo, maltrattamenti e umiliazioni “lesive della dignità umana” in una casa
di riposo per anziani
Nove operatori di una casa di riposo sono stati arrestati
per i reiterati maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura,
tutti anziani non autosufficienti.
ATTUALITÀ 14 AGOSTO 2019
12:19 di Davide Falcioni
Insulti, umiliazioni, "atti denigratori e lesivi della
dignità umana". Ma anche botte, calci e pugni. La Polizia di Stato di
Rovigo ha eseguito nove misure cautelari nei confronti di nove operatori socio
sanitari e inservienti di una struttura assistenziale, ritenuti responsabili in
concorso di reiterati maltrattamenti nei confronti degli ospiti della
struttura, soggetti non autosufficienti. Il giudice per le indagini preliminari
ha applicato a tutti gli indagati la misura interdittiva del divieto di
svolgere attività professionali di dipendenti in strutture sanitarie, socio
sanitarie e socio assistenziali, ritenendo "concreto" ed
"attuale" il pericolo di reiterazione della condotta criminosa.
L'operazione ha preso le mosse da alcune dichiarazioni del
personale della casa di riposo che, in presenza di comportamenti violenti, non
ha esitato a contattare le forze dell'ordine. Le dichiarazioni raccolte sono
state ritenute verosimili e credibili, per essere poi confermate dalle
intercettazioni ambientali effettuate successivamente. Il monitoraggio dei
luoghi segnalati ha confermato i maltrattamenti nei confronti dei pazienti,
costretti giornalmente a subire vessazioni e sevizie. Secondo le contestazioni, i nove oss
dell'istituto polesano, destinatari delle misure cautelari, avrebbero tenuto
comportamenti violenti e umilianti a carico degli ospiti, non autosufficienti.
Episodi definiti dal gip "atti denigratori e lesivi della dignità
umana".
Davide Falcioni
(Continua su: https://www.fanpage.it/attualita/rovigo-maltrattamenti-e-umiliazioni-lesive-della-dignita-umana-in-una-casa-di-riposo-per-anziani/
- http://www.fanpage.it/).
15)
Migranti, raggiunto accordo a Malta. Lamorgese: “Sì a rotazione porti Ue e
ricollocamenti rapidi”
I
ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia hanno
trovato l’accordo sulle nuove regole riguardanti l’arrivo dei migranti
nell’Unione europea. Il ministro Luciana Lamorgese spiega che nell’intesa viene
prevista sia la rotazione volontaria dei porti di sbarco che una ricollocazione
più rapida – entro quattro settimane – dei richiedenti asilo.
POLITICA
ITALIANA 23 SETTEMBRE 2019 17:01di
Stefano Rizzuti
L’accordo
c’è. Il vertice dei ministri dell’interno di Malta, Italia, Francia, Germania e
Finlandia (che ha partecipato in quanto ha la presidenza di turno Ue) con il
commissario per gli Affari interni, ha portato all’elaborazione di un documento
sulla questione migranti. Il dossier verrà presentato agli altri 24 ministri
dell’Interno dell’Ue martedì 8 ottobre. E a spiegare i contenuti di questo
documento ci pensa il ministro dell’Interno italiano, Luciana Lamorgese,
parlando di “un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune
europea”. “Ho trovato un clima davvero positivo perché la politica migratoria
va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a
Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune
sentite europeo”, afferma.
Oggi
sono stati sciolti i nodi politici, secondo Lamorgese: “Da oggi Italia e Malta
non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due paesi rappresentano la porta
d'Europa. Il testo predisposto va nella giusta direzione”. L’accordo,
sottolinea il ministro dell’Interno, prevede il ricollocamento dei richiedenti
asilo “in tempi molto rapidi”, nello specifico “entro quattro settimane”. La
redistribuzione riguarderà tutti i richiedenti asilo e non solo chi ha ottenuto
lo status di rifugiato.
Migranti,
cosa prevede l'accordo di Malta
Tra le
novità c’è anche la rotazione volontaria dei porti di sbarco. Non solo, quindi,
quando quelli di Italia e Malta sono saturi. Una decisione “non scontata” per
Lamorgese. Per quanto riguarda la redistribuzione avverrà “su base
obbligatoria” con un sistema di quote che verrà stabilito tra i paesi che
decideranno di aderire. Ora il commissario europeo Dimitris Avramopoulos si
augura che gli “altri Stati membri si uniscano”, aderendo al documento l’8
ottobre. Lamorgese precisa, inoltre, che gli accordi riguardano solo gli
sbarchi che avvengono attraverso Ong o navi della Marina e della Guardia
costiera, ma sono impossibili da applicare per gli sbarchi fantasma.
La
linea di Conte: saremo rigorosi
Sul
tema dei migranti interviene da New York anche il presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte: “Siamo molto cauti, ma potrebbe anche esserci una rotazione dei
porti. Lavoriamo a un più efficace meccanismo di rimpatri. Chi non ha diritto
deve essere riportato nella terra di origine”. “La nostra politica – prosegue
Conte – sarà molto rigorosa, non arretreremo di un millimetro”. Poi assicura
ancora: “Macron mi ha dato grandi aperture e c’è una grande disponibilità da
parte di partner europei. Ma anche in passato, in casi emergenziali, Francia e
Germania ci hanno risolto i problemi partecipando alla redistribuzione”.
(Continua
su: https://www.fanpage.it/politica/migranti-raggiunto-accordo-a-malta-lamorgese-si-a-rotazione-porti-ue-e-ricollocamenti-rapidi/ - http://www.fanpage.it/).
Sembra
il canto delle sirene che fecero perdere la trebisonda ad Ulisse. Il nuovo
governo (per ora) canta vittoria sul problema migranti e tutto sembra risolto
perché a Malta si è parlato e deciso di redistribuzione delle persone che
arrivano in Italia e si parla anche di “rotazione dei porti”, senza specificare
quali sarebbero questo porti, sebbene il commissario greco abbia specificato
che si augura che “gli altri stati si uniscano”. Quest’ultima osservazione suggerisce
che altri stati Europei non sono andati alla riunione di Malta e quindi
potrebbero fregarsene, come ha già detto qualche stato dell’esteuropa. Ma Conte,
premier italiano, afferma “che non arretreremo di un millimetro”. La Francia
che ci ha molto criticato ed anche la Germania ora sono a braccetto con noi: “Ci
hanno dato grandi aperture” afferma il premier italiano senza avanzare un
dubbio, più che giustificato.
Non si capisce
perché i media proclamavano che i migranti “ufficiali” sono in diminuzione: dicono
che abbiamo raggiunto un primato, arrivano meno migranti. Poi qualche pierino
ha iniziato a dire che a Lampedusa, in Sardegna, nel Mare Adriatico arrivano
giornalmente barchini carichi di migranti e, guarda caso, tutti arrivavano in
porto o sula terra ferma, sparendo all’interno senza avere inconvenienti che
invece avevano i barconi salvati dalle ONG che ancora nel Mar Libico avevano
problemi di navigazione. Come si spiega questo arcano? Possibile che le ONG non
trovino questi barchini non ufficiali cha arrivano in ogni parte di Italia e
corrono subito in aiuto di chi arriva chiamando e dichiarando che a bordo ci
sono problemi, persone ammalate ed altro, mentre sui barchini si fila diritti
diritti senza problemi. Si sa benissimo che i barchini possono partire direttamente
dalla Libia o essere trainati dalla nave madre che poi li abbandona in
prossimità della costa. C’è un medico che è salito sulle navi ufficiali con i
migranti ufficiali, li ha visitati e li ha trovati sani e validi, mentre invece
tutti i parlamentari saliti a bordo hanno rilasciato dichiarazioni su stress, malattie
e quant’altro, parlando anche di persone “scheletrini”.
Si ha
il sospetto che qualcosa non quadri: salvare va bene, ma nessuno di questi
esagera il proprio stato per fare pressioni che un contestatissimo Salvini ha
cercato a modo suo di contenere. Il governo attuale esulta tutto: stiamo a
vedere cosa succede nel prossimo futuro.
Nessun commento:
Posta un commento