1) “Ti svito la
testa, devi piangere”: bimbi maltrattati all’asilo a Isernia, sospese 2 maestre
Il lettore
ricorderà l’articolo del 18 gennaio scorso a firma di Antonio Palma, che
trattava dei motivi della sospensione di due maestre di 49 e 58 anni, insegnanti
in una scuola dell'infanzia della città molisana di Venafro. Le parole di
minaccia di un’insegnante a un piccolo allievo «Devi piangere, ti svito la
testa» ci avevano colpito, unitamente alle scene di bimbi trascinati via con la
forza, strattonati e colpiti con libri in testa (Fonte: https://www.fanpage.it/attualita/ti-svito-la-testa-devi-piangere-bimbi-maltrattati-allasilo-a-isernia-sospese-2-maestre/).
Nessun nuovo
commento se non quello che le leggi che interessano il popolo e non i
parlamentari subiscono rallentamenti a non finire. Bambini, donne, bisognosi
subiscono e tacciono anche se sono fatte delle processioni infinite per questo
o per quello, ma coloro che hanno subito si portano nel loro subconscio la
rabbia e la delusione dei loro diritti non rispettati, anzi schiacciati. E così
si va avanti. Ogni tanto si legge di maestri e maestre non alla loro altezza e
professionalità, ma alla gente sembra non interessare molto. Ci sono mamme e
papà che piangono e digrignano i denti lasciando annegare anche nel proprio
subconscio ciò che i loro figli hanno subito. Anche le loro delusioni esploderanno
in seguito, perché le mine scoppiano quasi sempre se sono calpestate da provvedimenti
che non arrivano se non sulla carta, ma non in pratica.
2) Bimbo di 4 mesi vomita, maestra di asilo nido lo
picchia fino a renderlo cieco. (Kansas Usa)
L’unica
colpa del piccolo pare fosse quella di aver vomitato, tanto è bastato infatti
per far scattare la furia nella maestra che lo ha colpito in testa
provocandogli danni al cervello che lo hanno reso cieco. La donna gestiva un
asilo abusivo ma i genitori pensavano fosse regolare.
21 GENNAIO
2019
Doveva
prendersi cura di quel piccolo di appena quattro mesi durante l'assenza dei
genitori invece lo ha picchiato in maniera brutale accanendosi su di lui fino a
provocargli lesioni permanenti che lo hanno reso cieco. Per questo una maestra
di asilo nido statunitense, Paige Hatfield, è stata arrestata dalla polizia di
Olathe e ora è sotto processo per lesioni gravissime nello stato del Kansas.
L'unica colpa del piccolo pare fosse quella di aver vomitato, tanto è bastato infatti
per far scattare la furia nella donna che lo ha colpito in testa provocandogli danni
al cervello. Come ricostruito dalla polizia locale, la donna gestiva un asilo
nido che non aveva alcuna autorizzazione e quindi completamente illegale anche
se le mamme dei piccoli non lo sapevano e lo credevano un luogo sicuro. Così
era anche per Ashleigh Garcia, la mamma del piccolo Kingston Gilbert.
"Abbiamo trascorso 18 giorni in terapia intensiva pregando che passasse
tutto ma ci è stato detto dai dottori che Kingston non sarà mai più lo stesso
bimbo" ha dichiarato la madre, aggiungendo: "Abbiamo dovuto
sopportare e accettare che il bambino che stavamo portando a casa non era il
bambino che ho lasciato all'asilo quel giorno". I medici hanno detto che
Kingston, che andava all'asilo da appena dieci giorni, ha subito un
"trauma cranico causato da violenti colpi fisici non accidentali".
Hanno affermato che le ferite di Kingston derivavano da una "violenza
estrema".
(Continua su:
https://www.fanpage.it/bimbo-di-4-mesi-vomita-maestra-di-asilo-nido-lo-picchia-fino-a-renderlo-cieco/
- http://www.fanpage.it/).
Il bambino è
diventato cieco perché la maestra lo picchiava in testa e, oltre ad averne
fatto un disabile grave, l’insegnante (che è meglio chiamare disgraziata) se ne
andrà magari in pensione, ma non senza indennità di pensione, mentre il bambino
non vedrà più la luce ed il mondo perché a quattro mesi le visioni sono
indistinte. Si tenga anche conto che questa persona ha picchiato un bambino che,
avendo pochi mesi, non è ancora stabilizzato, ma bloccato così in tutto.
Di bene in
meglio. Ora non si è più sicuri di affidare un bambino a un’insegnante, in
quanto potrebbe rivelarsi di una disturbata mentale che fa cerimonie in
presenza dei genitori e poi a tu per tu con chi deve proteggere scatena la sua
violenza e provoca disabili a rotta di collo.
Congratulazioni
agli stati che attuano leggi a tutela dei bambini. Ma funzionano queste leggi di
cui si riempiono la bocca molti politici per tenere ben incollata la poltrona
al proprio sedere?
3) Maltrattano bimbi asilo, prese maestre -
Smascherate da intercettazioni polizia in una mansarda di Torino
29/01/2019
(ANSA) - TORINO, 29 GEN - La polizia ha arrestato due maestre
d'asilo, a Torino, accusate di maltrattamenti su bambini dai 3 mesi ai tre
anni. Le indagini hanno appurato che le due donne, entrambe italiane, avevano
allestito in una mansarda, senza riscaldamento, un asilo nido privato. Le
maestre accoglievano un numero di bambini superiore a quello stabilito,
lasciandoli piangere intere ore per la fame o per il sonno, strattonandoli e
portandoli con sé a fare commissioni. In alcuni casi, per punizione, li
chiudevano in una stanza da soli.
In carcere sono finite T.S. e M.F., maestre di un nido in famiglia
privato. Maltrattamenti continuati in concorso, aggravati dalla minore età
delle vittime è l'accusa nei loro confronti contestata dalla Procura di Torino
Gruppo Fasce Deboli, che ha coordinato le indagini della polizia.
Dallo scorso novembre, la Squadra Mobile della Questura di Torino
ha accertato - anche con il supporto di intercettazioni telefoniche -
gravissime irregolarità nella gestione dell'asilo nido.
(Fonte: http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2019/01/29/maltrattano-bimbi-asilo-prese-maestre_efb268da-5025-4001-8cb0-bc6691749bf0.html
- RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA).
4) Quanti sono 117 morti?
Un naufragio che questa volta è una strage: 117 morti. Ma quanti
sono 117 morti? Perché il numero, grande, rischia di non rappresentare a pieno
le storie delle persone, e di restare un dato più che un’emozione. E allora io
provo a capirlo, questo numero, facendo anche a me stesso degli esempi. 117
persone equivalgono a un supermercato pieno, a sei uffici postali, a un palazzo
di trentanove piani con una famiglia per ogni piano. Tutti morti.
POLITICA ITALIANA 20 GENNAIO 2019 - 09:27 di Saverio Tommasi
117 morti, se stessero accanto e con le braccia aperte, formerebbero
una catena di 292 metri, che a farli di corsa ci vorrebbero trenta secondi
anche a Usain Bolt. Se invece sei una persona normale ti ci vuole un minuto e
mezzo, di corsa, per sorpassare 117 morti stesi e con le braccia aperte.
117 morti sono un palazzo di 39 piani, per tre persone a piano.
117 morti equivalgono a una decina di giri completi alle macchinine
a scontro, al Luna Park. Come se per dieci giri tu sapessi che tutti quelli che
ci salgono, poi, non scenderanno più. E noi siamo lì, a bordo pista, a tenere
il conto dei giri che passano.
117 morti sono 234 occhi che guardano. E chissà le urla, poi, moltiplicate
per 117; una grande confusione di voci anche mentre affogavano.
117 morti sono una fila mai vista neanche alla Posta, che è famosa
per le file lunghe. Io alla Posta prendo il numerino e trovo dieci o venti
persone prima di me, e con quei numeri l'Ufficio è già pieno. Immaginatevi ora
una fila di 117 persone, equivalgono a sei uffici postali pieni.
117 persone somigliano a un supermercato medio pieno, proviamo a
immaginarlo. C'è chi compra il pesce, la verdura, i biscotti, la birra, il riso,
i pannolini per i bambini, e così via. 117 azioni come questa, cose normali
come "scusi, è suo il carrello?" che non faranno più. Frasi normali
come: "Dai, babbo, mi compri la cioccolata?" che non verranno più
dette.
Fra quelle 117 persone, disperse nel Mar Mediterraneo – il più
grande cimitero al mondo – sappiamo oggi che c'erano anche dieci donne. Una di
loro era incinta. E poi c'erano due bambini, fra quelle 117 persone, fra quei
234 occhi. Uno di quei bambini aveva due mesi. L'età in cui i bambini portano
il pannolino che ora la mamma che era con lui non gli comprerà più, in quel
supermercato pieno di gente in fondo al mare.
Saverio Tommasi
(Continua su: https://www.fanpage.it/quanti-sono-117-morti/ - http://www.fanpage.it/)
ERRATA CORRIGE: I morti annegati al 20 gennaio 2019 sarebbero circa
170.
5) Nuove stragi nel Mediterraneo, oltre 170 migranti morti e
dispersi
Mattarella: "Profondo dolore" per gli oltre 100 migranti
annegati ieri sera a nord della Libia. Nei giorni scorsi, 53 inghiottiti dal
Mare di Alborán. Papa Francesco: "Cercavano un futuro per la loro vita,
prego per loro e per chi ha responsabilità di quello che è successo"
20 gennaio 2019 Oltre 170 migranti annegati in due distinti
naufragi in pochi giorni nel Mediterraneo: 117, secondo i superstiti, annegati
nelle scorse ore in un naufragio a nord della Libia, 53 scomparsi nel mare
Alborán nei giorni scorsi e di cui solo oggi giunge notizia. E' questo il
tragico bollettino che nel giro di 24 ore ha riacceso allarme e sgomento sul
dramma dei migranti. Gommone affonda a nord della Libia Di ieri sera la notizia
di un gommone semi affondato davanti a Tripoli, partito giovedì sera con 120
persone a bordo. Solo 3 di loro si sono salvati, grazie all'intervento della
Marina militare italiana. Portati a Lampedusa, hanno raccontato agli operatori
dell'Oim il drammatico epilogo di un viaggio disperato: dopo circa undici ore
di navigazione, il gommone si è sgonfiato e le persone sono via via cadute in mare.
A parte i 3 - due sudanesi e un gambiano - sarebbero tutti annegati. Tra loro
dieci donne, una delle quali incinta, e due bimbi, uno di appena due mesi.
Provenivano soprattutto da Nigeria, Camerun, Gambia, Costa d'Avorio e Sudan.
Traumatizzati e sotto choc, hanno infine raccontato di essere rimasti tre ore
in acqua, prima di essere recuperati, assistendo alla tragedia. A confermare l'assenza di superstiti, la nave
mercantile inviata ieri dalle autorità libiche nella zona in cui era stato
avvistato il gommone. La Guardia Costiera italiana ha spiegato che
"l'operazione, sotto il coordinamento libico, si è conclusa nella notte di
ieri dopo l'intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha
tratto in salvo tre naufraghi; una nave mercantile dirottata dai libici, giunta
in zona, ha effettuato un'attività di ricerca, non trovando alcuna traccia del
gommone".
6) I bambini degli altri
Bimbi e guerre, i numeri choc dell’Unicef: 34 milioni soffrono ogni
tipo di abuso
Decine di Paesi in guerra, dove a pagare il prezzo più alto sono
proprio i più piccoli. Sono oltre 34 milioni i bambini che vivono in situazioni
di conflitto armato e disastri naturali, denuncia Unicef. Repubblica
Democratica del Congo, Siria e Yemen, le nazioni dove minori sono più a rischio
di subire abusi di ogni tipo.
31 GENNAIO 2019 - 15:45 di Mirko Bellis
Decine di Paesi in guerra, dove a pagare il prezzo più alto sono
proprio i più piccoli.
Sono oltre 34 milioni i bambini che vivono in situazioni di
conflitto armato e disastri naturali, senza accesso a servizi di protezione
dell'infanzia. E’ l’ultima denuncia contenuta nel Rapporto sull'intervento
umanitario diffuso da Unicef. Repubblica Democratica del Congo, Siria e Yemen, le
nazioni dove minori sono più a rischio. “Guerre e disastri umanitari –
sottolinea il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia – mettono a repentaglio
la loro sicurezza, il loro benessere e il loro futuro”. I bambini nelle nazioni
in conflitto soffrono ogni tipo di abuso. Dai danni immediati provocati dai
combattimenti fino alla violenza sessuale, al rapimento e reclutamento forzoso.
“La violenza contro i bambini assume forme sinistre”, avverte Unicef. E le
conseguenze sono terribili: morte, gravi ferite e traumi psicologici.
L’infanzia spezzata nella Repubblica Democratica del Congo
Nella Repubblica Democratica del Congo, Joseph, un ragazzo di 16
anni, porterà per sempre il ricordo del conflitto che da anni insanguina il suo
Paese. Nell'ottobre del 2017 mentre tornava a casa, è stato fermato dai
miliziani di Kamuina Nsapu, un gruppo ribelle della provincia del Kasai
Centrale. “Mi hanno detto che dovevo unirmi a loro, ma io non volevo”, racconta
Joseph. “Uno dei miliziani allora ha preso un coltello e, dopo aver messo la
lama sul fuoco, ha iniziato a incidermi sul collo il mio nome. I dolori erano
così forti che ho accettato di far parte della milizia”. Anche Albert è un
altro adolescente reclutato con la forza dai ribelli congolesi. Un giorno, in
un villaggio, è stato ferito alle gambe dai militari regolari. “Non potevo
camminare per raggiungere un ospedale – ricorda – così mi sono rifugiato nella
foresta dove mi sono curato da solo”. Joseph e Albert adesso sono al sicuro al
Centre pour Transit et Orientation, un centro di reintegrazione per ex bambini
soldato a Kananga, nel Kasai Centrale.
Per i bambini, agli orrori della guerra, si aggiunge la mancanza
delle cure mediche, del cibo o dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari, dell’istruzione
e di altri diritti basilari. “Se i bambini non hanno luoghi sicuri per giocare,
se non possono essere riuniti con le loro famiglie, se non ricevono supporto
psicosociale, non possono guarire dalle cicatrici invisibili causate dalla
guerra”, ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell'Unicef.
Sud Sudan: oltre 2 milioni di bambini senza scuola
A Wau Shilluk, una città nel Sud Sudan, non è rimasto più niente. A
causa della guerra civile sono andate distrutte case, scuole e strutture
sanitarie. Anche il sistema idrico è stato danneggiato e non è più funzionante.
Per poter far arrivare gli aiuti umanitari, Unicef è costretta a viaggiare
lungo il fiume perché le strade sono ancora disseminate di mine antiuomo.
Nonostante la firma di un accordo di pace, la situazione umanitaria rimane
disastrosa, con continue violenze, grave insicurezza alimentare e nutrizionale,
sconvolgimento economico e focolai di malattie. Più di 4, 5 milioni di persone
sono state sradicate dalle loro case, 6 milioni di persone hanno bisogno di
acqua e impianti igienici e 2, 2 milioni di bambini non frequentano la scuola.
Yemen: un bimbo su tre soffre di malnutrizione acuta
Particolarmente drammatica è la situazione dei bambini yemeniti: a
causa dell'impatto del conflitto in corso, oltre 11 milioni di minori
richiedono assistenza umanitaria. Affrontano carenze alimentari, malattie e una
grave mancanza di accesso ai servizi sociali di base. In Yemen, un bambino su
tre è a rischio di malnutrizione acuta, come ha rilevato nella sua recente
visita al Paese mediorientale, Geert Cappelaere, il direttore regionale di
Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Anche i bambini che sono riusciti a scappare dalle aree sconvolte
dalla guerra sono a rischio. Basti pensare alle difficili condizioni di
migliaia di minori siriani nei campi profughi sparsi in patria o in Libano.
Oppure in Etiopia, dove un milione e mezzo di bambini è sfollato e ha bisogno
di assistenza umanitaria.
“Oggi milioni di bambini subiscono terribili livelli di violenza, stress
e trauma a causa di conflitti armati e disastri umanitari”, ha affermato Fore.
“Tuttavia – fa notare Unicef – i finanziamenti limitati, il crescente
disinteresse delle parti in guerra per il diritto internazionale e il diniego
dell'accesso umanitario, rappresentano una significativa limitazione alla capacità
delle agenzie per gli aiuti di proteggere i bambini”. Per far fronte ai propri
impegni verso i più piccoli, Unicef ha lanciato un appello rivolto alla
comunità internazionale in cui chiede fondi per 3, 9 miliardi di dollari.
“Fornire a questi bambini il supporto di cui hanno bisogno è fondamentale, ma
senza azioni internazionali consistenti e condivise, molti continueranno ad
essere lasciati indietro”, ha sottolineato Manuel Fontaine, direttore dei
programmi d'emergenza dell'Unicef. Le risorse finanziarie serviranno a
garantire accesso ad acqua sicura, nutrizione, istruzione, salute e protezione
a 41 milioni di bambini in 59 paesi nel mondo.
Mirko Bellis
(Continua su: https://www.fanpage.it/bimbi-e-guerre-i-numeri-choc-dellunicef-34-milioni-soffrono-ogni-tipo-di-abuso/ - http://www.fanpage.it/)
7) Prato,
bacchettate e calci per spaventare i bimbi del doposcuola: arrestate due
maestre
Due maestre sono state arrestate dalla polizia a Prato con le
accuse di maltrattamenti e percosse nei confronti di bambini tra i tre e i sei
anni che frequentano un doposcuola cinese in città. L’inchiesta ha utilizzato
telecamere nascoste: le due donne avrebbero anche dato bacchettate sulle mani
dei bambini.
CRONACA ITALIANA 31 GENNAIO 2019 15:16 di Susanna Picone
L’ultimo caso di maltrattamenti su minori arriva da Prato. Due
donne cinesi sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti
e percosse nei confronti di bambini di età compresa tra i tre e i sei anni che
frequentano un doposcuola in cui le indagate lavorano come insegnanti. Le due
maestre hanno ventisei e trentotto anni e attualmente sono agli arresti
domiciliari disposti dal gip. Una terza insegnante che lavora nello stesso
doposcuola cinese ha ricevuto un avviso di garanzia ma per lei non è scattata
alcuna misura cautelare. Le indagini che hanno portato ai provvedimenti si sono
avvalse dell'uso di telecamere nascoste nel doposcuola, una struttura con una
decina di aule che si trova in un capannone al Macrolotto Uno, periferia
industriale a sud della città. A frequentare questo doposcuola sono bambini
cinesi che vengono quotidianamente portati nella struttura dai genitori sin dal
mattino.
Maestre hanno utilizzato bacchette per percuotere le mani dei
bambini e calci per intimorirli – A coordinare le indagini la procura di Prato:
tutto è nato da una segnalazione arrivata nel dicembre dello scorso anno. Una
maestra che lavorava nel doposcuola avrebbe confidato a un genitore di
maltrattamenti da parte delle insegnanti. A quanto emerso e come si vede dalle
immagini, le due giovani insegnanti arrestate hanno utilizzato bacchette per
percuotere le mani dei bambini e per intimorirli li hanno colpiti a
calci. Nelle immagini si vedono chiaramente i metodi violenti delle
maestre. Si vede ad esempio una donna che gira tra i banchi con la bacchetta e
picchia sulle mani e sulla schiena di un bambino e anche bambini sollevati e
trascinati dalle due insegnanti.
Susanna Picone (Cronaca italiana)
(Continua su: https://www.fanpage.it/prato-bacchettate-e-calci-per-spaventare-i-bimbi-del-doposcuola-arrestate-due-maestre/
- http://www.fanpage.it/).
8) Siena, arrestata educatrice d’asilo: “Chiudeva
il naso ai bambini per costringerli a mangiare”
Un’educatrice
di un nido domiciliare è stata arrestata a Siena: tra i maltrattamenti
accertati dai carabinieri strattonamenti, percosse e alimentazione forzata dei
bambini.
18
FEBBRAIO 2019 08: 56 di Davide Falcioni
I
carabinieri della stazione di Siena hanno arrestato un'educatrice di 52 anni
per maltrattamenti sui bambini; la donna gestiva un nido domiciliare, una sorta
di asilo in casa la cui regolarità è in corso di verifica.
L'operazione
dei militari è stata effettuata in seguito a una serie di segnalazioni da parte
delle mamme dei bambini, tutti tra i sei mesi e i tre anni e alcuni con
disturbi del sonno o comportamenti anomali. Determinante è stata poi la
testimonianza di una ex collaboratrice dell'educatrice che riferito
di comportamenti non sempre professionali con i piccoli. I carabinieri hanno
quindi deciso di piazzare telecamere nascoste che hanno consentito di
registrare "comportamenti violenti – si legge in una nota dei militari –
come strattonamenti, percosse, talvolta in piccole lesioni procurate
ai bimbi, alimentazione coattiva, attraverso pressioni sullo sterno o
occlusione del naso per imporre l’apertura della bocca, urla continue e
insulti".
Le
manette nei confronti dell'educatrice sono scattate due giorni fa, quando i
carabinieri sono intervenuti dopo che la donna aveva messo – per punizione –
una bambina sul passeggino chiudendola in terrazzo. Durante un'ispezione i
militari hanno anche trovato una fascia elastica artigianale che la
cinquantaduenne utilizzava per immobilizzare i piccoli. L'educatrice è
stata arrestata e portata nel carcere fiorentino di Sollicciano. L'arresto è
stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari Alessandro
Buccino Grimaldi. La donna è ora agli arresti domiciliari.
La
52enne inviava foto e video ‘fake' ai genitori dei piccoli: immagini che
ritraevano i bambini sereni impegnati in attività ludiche, inviati tramite
Whatsapp, rassicurandoli sulla loro permanenza nell'asilo. Agli stessi
genitori, secondo quanto si apprende da fonti investigative, peraltro veniva
vietato di entrare nell'asilo domiciliare "per motivi igienici" e
quando andavano a riprendere i piccoli dovevano sempre comunicare l'arrivo
tramite un messaggio Whatsapp all'educatrice. In questo modo aveva tutto il
tempo per tranquillizzare eventualmente i bambini che piangevano o nascondere eventuali
segni di maltrattamento. Alla 52enne ogni giorno venivano affidati da cinque a
dieci bambini piccolissimi, da 6 mesi a 3 anni, e i genitori dovevano pagare
una retta mensile di 600 euro o una tariffa oraria di 7 euro.
(Continua
su: https://www.fanpage.it/siena-arrestata-educatrice-dasilo-chiudeva-il-naso-ai-bambini-per-costringerli-a-mangiare/
- http://www.fanpage.it/).
Non
ci sono conclusioni. Aspettiamo solo di leggere altre notizie di persone
criminali che infieriscono sui bambini ed andiamo avanti così con una schiera di
futura disabili psicologici che affronteranno il mondo con rabbia e paura. Bravissimi
tutti: avanti e voltiamo pagine penose.
9) Giustizia è fatta dopo 7
anni
Ruba tre merendine da un distributore: denunciato e
arrestato, deve scontare 2 mesi in carcere.
Un ragazzo albanese residente in Provincia di Pesaro
è stato arrestato per un furto di tre merendine commesso nel 2012, quando rubò
i dolciumi da un distributore della scuola.
CRONACA ITALIANA 2 MARZO 2019 17: 10 di Davide
Falcioni
Finire in carcere per aver rubato delle merendine?
E' possibile e ne sa qualcosa Alban C., un ragazzo ancora minorenne che nel
2012 insieme a degli amici rubò tre merendine, per un valore di circa cinque
euro, da un distributore automatico della scuola di Vallefoglia, in provincia
di Pesaro, che frequentava.
Ebbene, a circa sette anni di distanza Alban è stato
chiamato dai carabinieri per una notifica: il ragazzo, che oggi ha 22 anni, in
un primo momento ha pensato che riguardasse qualcosa del suo permesso di
soggiorno. Con grande sorpresa ha invece appreso che si trattava di qualcosa di
ben più serio. I militari gli hanno spiegato infatti: "Lei è qui per
quella merendina rubata nel 2012: lei ha avuto un processo e una condanna
passata in giudicato. La procura generale ha emesso il decreto di esecuzione
della pena. Deve scontare 2 mesi e 20 giorni di reclusione in carcere e pagare
80 euro di multa. Venga, l’accompagniamo in carcere".
Il giovane Alban è naturalmente rimasto a bocca
spalancata e il suo avvocato Marco Vitali, intervistato dal Resto del Carlino,
ha commentato: "Sono avvilito perché è incredibile quello che è successo. Siamo
di fronte ad un caso di malagiustizia che spedisce in carcere un ragazzo per
una merendina del valore di 5 euro mentre gli altri amici di quella sera, per
la stessa ragione, hanno avuto il perdono giudiziale. Alban, dopo esser stato
riconosciuto da un carabiniere che ha pensato di identificarlo in un giovane
col cappuccio in testa che stava arraffando la merendina, è sparito dalla casa
famiglia di Vallefoglia tornando in Albania". La vicenda giudiziaria che
ha visto protagonista il giovane appare paradossale, eppure a emettere la
sentenza definitiva è stata niente meno che la Corte di Cassazione.
Davide Falcioni
(Continua su: https://www.fanpage.it/ruba-tre-merendine-da-un-distributore-denunciato-e-arrestato-deve-scontare-2-mesi-in-carcere/
- http://www.fanpage.it/).
Anche qua il nostro paese emerge per sentenze che
hanno fatto ridere molte persone per le paradossali conclusioni cui arriva
questo caso definito più sopra di “malagiustizia”; attenti però a criticare chi
sbaglia e se è un magistrato le vie della giustizia sembrano molto intricate: di
storie simili ne leggiamo spesso, ma da brave pecore andiamo avanti a seguire
questi… pastori…
10) Vercelli, due maestre d’asilo sospese per aver picchiato e
spaccato il labbro a una bambina
Due
educatrici di un asilo privato di Vercelli sono state interdette dalla
professione per un anno: avrebbero malmenato una bimba spaccandole il labbro.
CRONACA
ITALIANA 11 APRILE 2019 16:43 di Davide Falcioni
Due educatrici di un asilo privato di Crescentino,
in provincia di Vercelli, sono state interdette per un anno dalla professione
in seguito a un'inchiesta su presunti maltrattamenti sui minori. A eseguire il
provvedimento sono stati i carabinieri. Le indagini avevano avuto inizio alla
fine dello scorso anno dopo la denuncia di una madre che si era recata ai carabinieri
di Crescentino riferendo che la figlia, di poco meno di tre anni, era rientrata
dall'asilo con un labbro rotto e dei lividi sul viso, e che la spiegazione
delle insegnanti – che avevano parlato di una caduta accidentale – non era
apparsa convincente. Durante gli accertamenti, che sono stati coordinati dal
pubblico ministero Davide Pretti della procura di Vercelli, all'interno scuola
per l'infanzia sono stati posizionati microfoni e telecamere. Le destinatarie
delle misure interdittive sono solo due delle quattro maestre.
Le due maestre avevano ripetutamente spiegato alla
mamma della bimba che quei lividi erano dovuti alla spiccata vivacità della
piccola: in un primo momento i genitori hanno creduto a questa versione, ma poi
si sono insospettite ed hanno denunciato ai carabinieri. Alle destinatarie
delle misure interdittive, due sole delle quattro educatrici dell’asilo nido
privato interessato, di 45 anni e 31 anni, entrambe residenti nel Vercellese, è
stato imposto il divieto temporaneo di esercitare la professione in qualsiasi
altro istituto sia pubblico che privato per la durata di un anno. Proprio
nel tentativo di non provocare un disagio alle famiglie, che hanno necessità
della struttura per la custodia dei figli, il provvedimento è stato eseguito
alla nelle ore pomeridiane, quando la scuola era ormai chiusa, in modo da
prevedere la sostituzione delle insegnanti già per la mattina di oggi.
Davide
Falcioni
(Continua
su: https://www.fanpage.it/attualita/vercelli-due-maestre-dasilo-sospese-per-aver-picchiato-e-spaccato-il-labbro-a-una-bambina/
- http://www.fanpage.it/).
11)
Cernobbio (COMO), neonati ribaltati a faccia in giù in culla e bimbi
maltrattati: maestra d’asilo si scusa
Si
è scusata, ammettendo di aver sbagliato, la maestra d’asilo di 58 anni
arrestata la scorsa settimana a Cernobbio, in provincia di Como. Le immagini
delle telecamere nascoste installate dai carabinieri avevano documentato
numerosi episodi di maltrattamenti nei confronti di bimbi dagli 8 ai 14 mesi: in
un caso la donna aveva rivoltato bruscamente un neonato in culla come se fosse
un bambolotto. Davanti al giudice la maestra si è giustificata: “Avevo gravi
problemi personali”.
COMO
4 APRILE 2019 - 11: 52 di Francesco Loiacono
Un
neonato rivoltato in maniera brusca a faccia in giù nella culla come se fosse
un bambolotto. E numerosi altri episodi di maltrattamenti nei confronti di
bambini di età compresa tra gli otto e i 14 mesi, piccoli ospiti dell'asilo
nido comunale di Cernobbio, in provincia di Como. Sono queste le accuse di cui
deve rispondere la maestra d'asilo di 58 anni arrestata lo scorso 28 marzo dai
carabinieri, dopo accurate indagini durate sei settimane. La donna ieri mattina,
secondo quanto riferito dal quotidiano "Il Giorno", davanti al
giudice per le indagini preliminari di Como Laura De Gregorio si è scusata per
i propri comportamenti, ammettendo di aver sbagliato e di non essersi resa
conto di quello che stava facendo. La 58enne, con circa 40 anni di lavoro da
educatrice alle spalle e nessun problema del genere alle spalle, si sarebbe
giustificata dicendo che nel periodo a cui si riferiscono le indagini stava
vivendo una situazione personale di forte disagio, con problemi a cui però
nessuna delle sue colleghe si sarebbe interessata. E l'educatrice, pur
ammettendo le proprie responsabilità – anche perché inchiodata dalle immagini
delle telecamere nascoste installate dai militari dell'Arma -, avrebbe anche
espresso amarezza per quello che reputa un mancato aiuto da parte delle
colleghe: nessuna infatti le avrebbe detto che i suoi comportamenti con i bimbi
stavano travalicando i compiti di un educatore.
Le
terribili immagini hanno scosso tutto il paese
Certo,
guardando le immagini che hanno incastrato la maestra si fa fatica a capire
come si possa sfogare una pur comprensibile difficile situazione famigliare su
bambini inermi, distesi su una culla e rivoltati come se fossero bambolotti di
stoffa. Oppure strattonando altri bambini di appena un anno di età. Immagini
terribili che hanno scosso Cernobbio, rinomata località turistica sul lago di
Como, e hanno spinto la stessa maestra d'asilo arrestata a chiedere scusa per
il suo comportamento. La donna si trova agli arresti domiciliari dallo scorso
giovedì: tuttavia il giudice le ha concesso il permesso di incontrare anche
altri famigliari che non vivono con lei, attenuando i divieti precedentemente
imposti.
Francesco
Loiacono
(Continua
su: https://milano.fanpage.it/cernobbio-neonati-ribaltati-a-faccia-in-giu-in-culla-e-bimbi-maltrattati-maestra-dasilo-si-scusa/
- http://milano.fanpage.it/).
La lista di asili dove le botte sembrano all’ordine
del giorno ha spinto la Camera ha riesumare la legge delle videocamere negli
asili e negli istituti per anziani. La domanda è semplice: queste maestre non
sono mai state visitate od ascoltate per accertare le loro condizioni psicofisiche?
Non basta (e si è già detto moltissime volte) fare dei controlli che non sono
eseguiti neanche a campione ed escludere dalle mansioni proprie delle maestre
d’asilo quei soggette che hanno problemi di burnout o altro.
Altra domanda: i dirigenti scolastici cosa ci stanno
a fare? Il loro compito non include sorvegliare affinché non ci siano violenze
sui bambini?
Il silenzio è oltremisura: si denunciano i fatti, ma
i provvedimenti sono sempre a venire. Esisteva già la legge che prevedeva le
videocamere di sorveglianza e il comune di Milano l’avrebbe già applicata da
qualche anno. Si è dovuta rielaborare una successiva legge perché la prima non
bastava: sembra di trovarsi a un punto di non ritorno.
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