Si continua a leggere notizie di uccisioni di civili in Siria
con bombe in barili sganciate sui soliti civili, tra cui i bambini. Nulla di
nuovo sul fronte internazionale; si sprecano le critiche ufficiali, si mandano
aiuti tanto per non perdere la faccia, ma
la situazione non cambia di molto. Fuggono i siriani e vengono bombardati nella
fuga verso paesi dove arrivano con quasi nulla, e oltre alla morte d'arma da fuoco si aggiunge la
fame e il freddo e il cibo insufficiente.
A ciò si aggiungono ancora le stragi familiari, come il padre
che sgozza due figli di otto e due, diconsi due, anni. Preceduto da altre
tragedie familiari con esiti sempre di morte violenta per i bambini, poi
minorenni invitate sul web a suicidarsi e lei - quattordici anni - si suicida
gettandosi da un albergo in disuso.
E molti si domandano perché succedono questi fatti, senza
rendersi conto che il male che è dentro di noi prende spesso il sopravvento
come un papà che uccide un figlioletto di due anni: possibile che non vedesse i
suoi occhi che lo guardavano? Che chiedevano non morte, ma amore? Troppo comodo
poi il tentativo di suicidio più o meno riuscito, perché ha perso il controllo;
anche se i figli erano di due donne differenti, nessuno ha mai pensato a farlo
curare decentemente, a toglierglieli, magari, i figli?
Ogni volta si resta allibiti vedendo le scolaresche dei bimbi
più piccoli, cioè ancora innocenti, sfilare per le strade mano nella mano, e ci
si domanda se tra di loro ci sono anche questi innocenti, magari, in spirito
che continuano a ricordarci che c'erano anche loro nel crescere alla vita,
anche se il male li ha fermati inesorabilmente in questa vita, ma non
nell'altra dove sono già felici e che ci guardano, magari anche proteggendo i
loro carnefici o aiutandoli a cambiare.
Onore e rispetto a quella giornalista che sul numero dei
primi di febbraio di Panorama ha ricordato Cocò, ucciso e bruciato qualche
settimana fa. Grazie di tutto cuore per averlo ricordato e non perso nel
dimenticatoio. Grazie per aver espresso dei sentimenti verso quest'altra
piccola vittima che appartiene alle 18.000 che muoiono di fame ogni giorno, grazie
perché con questo ricordo si dà un nome al piccolo e all'episodio crudele che
lo ha fermato; non mi aspettavo un ricordo così non strappalacrime, ma serio e
che ci deve seguire nel nostro camino e spingerci ad aiutare magari chi non
pensiamo debba essere aiutato in qualche modo: solo così meriteremo di essere
chiamati esseri umani e non belve, anche
se non facciamo nulla per migliorare noi e gli altri, perché anche l'ignorare
gli altri è crudele per chi stende la mano e nota l'indifferenza dell'altro.
Onu da In Topic (tutti i diritti riservati all'autore e alla
testata): almeno 10.000 bambini uccisi, stuprati, torturati, arruolati o
usati come scudi umani.
Pubblicato il 5 febbraio 2014 alle ore 16:37
Bambini stuprati, torturati, arruolati nei combattimenti e
usati come scudi umani. Questi gli orrori "indicibili" documentati
dall'ONU nel suo primo rapporto sull'impatto sui minori di quasi tre anni di
guerra in Siria, in cui si stima siano almeno 10.000 quelli rimasti uccisi.
Le Nazioni Unite denunciano "gravi violazioni contro i
bambini" commesse "da tutte le parti coinvolte nel conflitto".
"Indicibile" è l'elenco dei maltrattamenti e delle torture a cui sono
stati sottoposti: "Percosse con cavi metallici, fruste e bastoni di legno
o di metallo; ricorso a elettroshock, anche ai genitali; unghie di piedi e mani
strappate; violenza sessuale, tra cui stupro o minacce di stupro; finte
esecuzioni; bruciature di sigarette; privazione del sonno; isolamento e
costrizione ad assistere alle torture inflitte a parenti" (Decenni fa
nazioni europee cosiddette civili facevano questo ad esempio in Algeria). Duro
il commento del segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon: "Le sofferenze
patite dai bambini in Siria dall'inizio del conflitto, documentate in questo
rapporto, sono indicibili e inaccettabili".
Purtroppo l'ONU ci ricorda scene che continuano da anni, ma se
ne sono accorti solo ora e cosa fanno per far finire tutto questo, e non solo,
per inviare soccorsi alle vittime vive e disturbate fisicamente e
psicologicamente che fuggono verso l'ignoto che non sanno cosa serba loro?
E finalmente una luce di speranza futura e di vergogna e
lezione, ci viene da un altro bambino ancora. Ricordiamoci che questi sono i
casi che leggiamo sui media, ma presumo che ce ne siano altri che non conosceremo
magari mai, ma che vedono ancora i bambini protagonisti di atti encomiabili, di
valore, di aiuto reciproco, come anche tra i bambini soldato e altri bambini
sottoposti a violenze gratuite dagli adulti.
Eroe a 9 anni: salva la sua famiglia dalla fuga di gas,
grazie alla lezione a scuola (7 febbraio 2014, 16:06)
Alessio Sanda si è ricordato di un corso che spiegava cosa
fare in caso di emergenza radon. Ha riconosciuto il pericolo, mettendo in salvo
papà, mamma e sorelle. È successo a Monfalcone.
Quando Alessio Sanda, 9 anni, è uscito dal bagno e ha visto i genitori e
la sorellina a terra svenuti, privi sensi, deve aver avuto paura. Ma solo per
qualche istante: dopo aver capito che nella sua casa di Monfalcone c’era una
fuga di gas, non ci ha pensato su due volte a mettere in atto la lezione
imparata a scuola. Il ragazzino ha riconosciuto il pericolo e ha salvato il
papà, la mamma e le due sorelline, chiamando i soccorsi. La storia a lieto fine
è raccontata dal Corriere della Sera. È il padre di Alessio, Cristian, 36 anni,
a spiegare come il bambino ha scongiurato una tragedia. È un lunedì come tanti;
c’è però una fuga di gas di cui nessuno si accorge. A sentirsi male per prima è
la piccola Noemi, di soli tre anni. La bimba comincia a schiumare sangue. Il
papà chiama subito il 118 non rendendosi conto di quanto stesse succedendo.
Poco dopo, infatti, è lui stesso a stare male, insieme alla moglie. In pochi
attimi sono tutti a terra.
L’unico che riesce a prendere in mano la situazione è Alessio
che, al Corriere della Sera, racconta la sua esperienza. “Venivo da una stanza
pulita. Mi sono tappato il naso, ho aperto le finestre, ho portato fuori dalla
cucina l’altra mia sorellina, Sabina, di tre mesi”. Il bambino chiama subito
l’ambulanza, poi esce fuori ad aspettare. “Mi sono solo ricordato di quello che
ci aveva detto la preside in classe, a quella lezione”. In realtà in
quell’occasione aveva sentito parlare di radon, gas tossico e radioattivo.
“Allora mi sono tappato il naso, ho aperto la finestra e ho portato fuori dalla
cucina l’altra mia sorellina, Sabina, che ha tre mesi ed era ancora nel
passeggino”, racconta. Noemi è stata
portata via dal soccorritore quando era già in shock cardio-respiratorio,
spiega la mamma, Elisabetta, di 31 anni. Susanna Tessaro, laureata in Fisica e
preside dell’Istituto, si dice orgogliosa del suo alunno: “A dire il vero la
lezione era sul radon, un gas tossico e radioattivo che scaturisce da certi
tipi di roccia ed è molto comune sulle nostre montagne. Alessio però è stato
così bravo da fare il collegamento e ha capito che il malessere dei suoi
familiari veniva dall’aria“.
Biagio Chiariello, 7 febbraio 2014, 16:06
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Questi ricordi che si recensiscono: devono servire a
ricordarci che non siamo soli e che è nostro dovere aiutare l'altro che soffre,
anche se è solo un lavavetri che ci infastidisce perché è il secondo o il terzo
che fa quel mestiere alla nostra vettura. Spesso, dietro quei bambini che oso
chiamare disperati, c'è un magnaccia, un adulto che li sfrutta e li picchia se
non guadagnano abbastanza. Osserviamoli quando passiamo loro vicino: non hanno
mai un sorriso vero sul volto, non sono protetti da nessuno, spesso qualche
automobilista mette in moto i tergicristalli per allontanarli e loro se ne
vanno, certamente senza reagire, perché non ne hanno più la forza, merce da
macello e da sfruttamento. Osserviamoli e chiediamoci cosa hanno fatto per
essere umiliati fino a quel punto, mentre noi siamo immersi nei nostri pensieri
belli o brutti magari su come tirare
avanti, su come mantenere la famiglia, e lasciamo che loro si arrangino così
come hanno fatto fino ad ora: tanto, non saranno né i primi né gli ultimi a
subire.
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