Qualcosa si muove a favore
dei bambini e, se il garante ha negato l'uso dei video negli asili dove
avvengono maltrattamenti, almeno ha denunciato con una relazione alla Camera lo
stato di povertà di futuri italiani che ora sono bambini e che cresceranno con
tutti i disturbi connessi col vivere in povertà a ridosso dei simili che vivono
invece bene o abbastanza bene, se non addirittura figli dei cosiddetti VIP che
li portano su panfili, gite mega e quant'altro si può immaginare.
Poi i crimini aumentano. Per
forza: chi ha vissuto male vuole vivere bene ed allora ruba anche se ci scappa
il morto. Ma per questo nessuna prevenzione, nebbia assoluta se non fosse per quelle
associazioni di volontari che si danno da fare per dimostrare, molte volte
senza essere ascoltati, che siamo tutti uguali e anche la carta dei diritti dei
bambini è valida per tutti e non solo per alcuni e per altri ciccia.
Chiarissimo, Sig. Garante. Cerchi
di essere sempre dalla parte dei bambini, specie quelli poveri e non quelli che
sono portati magari presso il presidente della repubblica (vedi governo Monti)
ben vestiti per farli vedere che sono i privilegiati, come al solito del resto;
e quelle mamme che li portano non hanno molta pietà degli altri che manco sanno
come è un bel vestito. È ben vero che i poveri ci saranno sempre: ho visto una
foto di missionari over settanta che si sono dati da fare a far star meno male
molte popolazioni, ma non era su un quotidiano nazionale o televideo nazionale;
era su una rivista loro, meglio su un depliant. Non importa: avete seminato non
l'odio, ma l'amore, e questo vi rende grandi davanti ad un popolo che si trova a
contemplare ben altri esempi circa i sistemi utili per assicurarsi il benessere:
potere, soldi, corruzione...
Grazie, Sig. Garante per i
bambini; che Dio l'accompagni sempre nelle sue azioni. Anche Dio paga alla fine
e molto bene per chi fa del bene ai meno fortunati.
1) Il Garante per
l’infanzia: diritti negati, povero il 17% dei bambini
L’Italia continua a non
essere un Paese per bambini: nella Relazione al Parlamento 2013 del Garante per
l’infanzia e l’adolescenza si legge che le politiche finora adottate sono
fallite e resta una scarsa attenzione verso le necessità materiali e i diritti
dei minori.
In Italia c’è una “scarsa
attenzione verso le necessità materiali e i diritti” dei minori: è quanto
emerge, tra le altre cose, dalla Relazione al Parlamento 2013 del Garante per
l’infanzia e l’adolescenza che Vincenzo Spadafora ha presentato oggi alla
presenza del presidente del Senato Piero Grasso e del ministro della Giustizia
Anna Maria Cancellieri. Secondo il Garante nel nostro Paese le politiche finora
adottate in materia di infanzia e adolescenza sono fallite. Il tempo a
disposizione nel 2012 è stato sufficiente – è quanto sottolineato – a
permettere “una pianificazione delle priorità di azione per il 2013 e all’individuazione
delle criticità che determinano in Italia una scarsa attenzione verso le
necessità materiali e i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Fallimento delle politiche -
Spadafora ha citato dei dati Istat già noti: quelli che dicono che in Italia vivono
in
-situazione di povertà
relativa 1.822.000 minori (il 17.6% dei bambini e adolescenti),
-il 7% vive invece in
condizioni di povertà assoluta. Il Garante per l’infanzia ha sottolineato il
dato relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli
adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minori:
- 70 su 100 minorenni che
nascono in famiglie numerose nel Mezzogiorno rischiano così di essere poveri.
Rispetto allo scorso anno non sembra essere cambiato nulla, con la classe dirigente
che – il dito è puntato contro di loro – continua a non comprendere il valore
di tali investimenti che secondo il Garante possono essere un antidoto per
uscire dalla crisi e per non compromettere la crescita futura. Per il
presidente del Senato Pietro Grasso, la povertà infantile è una vera e propria
“questione sociale” da porre al centro dell'azione pubblica.
: tutti i diritti riservati
all'autore ed alla testata .
http://www.fanpage.it/il-garante-per-l-infanzia-diritti-negati-povero-il-17-dei-bambini/#ixzz2VtPinTjy
http://www.fanpage.it
2) Negata la comunione a
un bambino disabile.
Cronaca, Italia di Daniela
Caruso - 12 aprile 2013 (tutti i diritti riservarti all'autore ed alla testata
)
Ad un bambino portatore di
un ritardo mentale, sarebbe stata negata la Prima Comunione dal parroco di
Porto Garibaldi, Piergiorgio Zaghi. Il prete avrebbe deciso di non concedere la
prima comunione al bambino, poiché, secondo il suo punto di vista è “incapace
di intere e volere“. La vicenda si sarebbe, dunque, svolta a Ferrara, giovedì
scorso, durante la messa del triduo pasquale. Il piccolo frequenta la quarta
elementare ed è un bambino disabile.
Scoppiano le polemiche,
infuriati genitori e amici di scuola: il parroco ha difeso la sua posizione,
mediante una serie di ragioni esposte durante l'omelia svolta il giorno dopo
l'accaduto. Don Piergiorgio ha spiegato che avrebbe voluto che il bambino
avesse capito l'importanza del sacramento che si apprestava a ricevere o
quantomeno ne avesse intuito la portata. Le sue condizioni mentali, però, gli
impediscono di entrare nel merito della questione e, pertanto, nonostante la
dottrina non preveda l'esclusione dall'eucarestia alle persone incapaci di
intendere e di volere, il prete ha preferito negarla.
I compagni di scuola hanno
scritto lettere al sacerdote: il quotidiano online, “La nuova Ferrara” ha
ripreso la vicenda del bambino disabile e ha fatto notare che i suoi amici di
classe hanno scritto diverse lettere rivolte al parroco. Da una di esse si
legge quanto segue: “Carissimo don Piergiorgio sono un bambino di quarta
elementare. Quest'anno ci siamo preparati per ricevere la prima comunione e ho
saputo che un nostro compagno non può farla. Mi sono chiesto cosa ha fatto di
male, perché non può farla? E' cattivo? Si comporta male? Per me non è cattivo,
è bravo e tranquillo“. Il ragazzino che ha scritto queste parole, forse aiutato
anche da un adulto, ha chiesto a Don Piergiorgio di concedere il sacramento
della comunione al bambino disabile, facendo riferimento a quanto operato da
Cristo: “Pensiamo che Gesù l'avrebbe guarito come ha fatto con Lazzaro o con i
lebbrosi“.
continua su: http://www. fanpage.it
/negata-la-Comunione-a-un-bambino-disabile/#ixzz2VpPoHCLb
Questo paragrafo può
essere saltato a pie’ pari per chi non crede in Dio.
Una notizia belle e un
solito maltrattamento ai meno fortunati da parte di un rappresentante di Dio in
terra; questa volta tocca al solito bambino disabile, punito ingiustamente di
fronte a tutta la comunità cattolica (che non è uscita tutta compatta dalla
chiesa per solidarietà), ma anche lui figlio di Dio secondo la religione
cattolica; figlio di Dio cui un consacrato ha reputato opportuno negare la
Comunione! Cosa aveva in testa quel sacerdote? È questo un atto di amore verso
quel bambino chiamato “disabile” perché la natura l'ha fatto così? Quanti
disabili ricevono la Comunione senza essere dei teologi che capiscono quello
che stanno ricevendo. Crede che sia facile per un essere “normale” capire che
sotto le forme di un Ostia (pane azzimo) c'è il corpo di Gesù Cristo (per i
cattolici e non per gli atei o anticlericali)? E quanti ne sono convinti
intimamente e non a parole?
Cosa pretende da un
disabile? Lei crede che Gesù Cristo sia rimasto contento nel vedere piangere o
restar male un Suo fratello che ha avuto la sfortuna di non avere tutti i
neuroni al loro posto? I compagni del bimbo hanno chiesto di darla anche a Lui
perché capiscono più di lei e dei suoi superiori improvvisati suoi difensori
disquisitori. Presumo che se il caso era portato dal Papa odierno avrebbe agito
differentemente! Molto saggi quei bambini che hanno visto soffrire il loro
compagno e che ne hanno preso le difese e presumo che anche Qualcun altro si
sia mostrato “Offeso “ del trattamento al Suo Fratellino Disabile! Non sono un
teologo e so la dottrina cattolica dei miei tempi, ma per me c'è stato una
prevaricazione e soprattutto un maltrattamento spirituale di cui le verrà
chiesta ragione a suo tempo. Ci pensi!
Cronaca di redazione 9
giugno 201314:40
3) Firenze, bambino di
dieci anni legato e picchiato dai bulli.
A riportare la vicenda è il
quotidiano La Nazione: il bambino è finito all'ospedale e i genitori hanno
sporto denuncia contro la scuola. Annunci Google
Il Parere a Torino rapide
consulenze legali alla portata di tutti www. il parere.com
A soli dieci anni è finito all'ospedale,
vittima delle ripetute violenze dei bulli della sua scuola. A raccontare il
preoccupante episodio è il quotidiano fiorentino La Nazione, che raccoglie lo
sfogo dei genitori del ragazzo che per mesi sarebbe stato preso di mira da un
gruppo di ragazzi della sua classe. I bulli avrebbero colpito frequentemente il
ragazzo con calci e pugni, legandolo a terra e costringendolo a subire
umiliazioni di ogni sorta. Pochi giorni fa il bambino è finito all'ospedale
dove gli sono state refertate le violenze subite e dove i medici hanno potuto
constatare le sue condizioni generali.
I genitori hanno sporto
denuncia contro la scuola, allegando anche le foto delle violenze subite da
loro figlio. Violenze che sarebbero avvenute anche nel parco dell'istituto scolastico,
come riportato nella lettera di denuncia inviata dall'avvocato della famiglia
ai dirigenti scolastici. Infatti, stando a quanto riporta il quotidiano, anche
la preside della scuola avrebbe confermato l’episodio convocando gli insegnanti
della classe dei ragazzi implicati nella vicenda. Si attendono ovviamente
sviluppi nei prossimi giorni.:
http://www.fanpage.it/firenze-bambino-di-dieci-anni-legato-e-picchiato-dai-bulli/#ixzz2VtdNUwvA
http://www.fanpage.it ( tutti i diritti
riservati all'autore ed alla testata ).
Si ripete il solito
maltrattamento e,diciamolo, la violenza fisica su un soggetto debole e indifeso,
ma picchiato e duramente dai suoi stessi compagni, perché appunto è un debole
degno di essere aiutato; carnefici spietati e aguzzini degni di una comunità
per rieducarli (è oggi il termine con cui si designa una persona che dovrebbe
essere recuperata e reimmessa in una società e non in una cava di pietre da
spaccare; nota bene anche il caso recente del bambino disabile picchiato
brutalmente dalle maestre, una delle stesse avrebbe chiesto di essere
recuperata ?????? ). Questo è indice del lassismo contemporaneo in cui versa la
scuola, i programmi e (perché no?) anche certi superiori, cui non interessa come
crescono i bambini. Di bene in meglio, sempre casi che ci fanno vergognare
verso i bambini stessi, tra i quali emergono quelli deboli che devono essere
aiutati e protetti; ma siamo nell'utopia più macabra, perché non chiamiamo l'Italia
“utopia”? Forse è più consono a quanto succede in tutti i campi.
Molti diranno che è un caso
unico, ma so che non è così: in un centro estivo parrocchiale di un nota città
piemontese (si fa per dire un sito) anni fa i bambini piccoli non erano curati
dagli educatori e i più grandi li minacciavano di morte se non davano loro dei
soldi: che differenza c'è tra questi e quelli, per non citare altre decine e
decine di episodi di quel genere (le mamme non denunciavano la cosa perché
avevano necessità che i loro figli fossero in mano di qualcuno per poter loro
lavorare)?
La modalità ormai troppo
diffusa di non educare a dovere gli educatori porta a questo ed altro; ma aspettiamo
il solito Capodanno o altra festa, facciamo un po' di fuochi artificiali (pochi
per la solita crisi) che non servono a nulla … e avanti, voltiamo pagina, per
scriverci altri fatti del genere.
Un augurio e un
ringraziamento sempre a coloro che si danno davvero da fare per aiutare ed educare
i nostri bambini all’amore e all’umiltà nello spirito di, come ad esempio il
nostro compianto Don Bosco, aveva davvero a cuore ciascuno di questi fanciulli.
Che i nostri bambini possano crescere
puri di cuore, e portare nuove speranze ai bambini di domani.
Nessun commento:
Posta un commento