di Giorgio Gagliardi

martedì 11 giugno 2013

Auto e bambini: un binomio che talvolta è mortale. (Cars and Children. An often deadly Combination.) Bambini disabili e maestre di lager. (Disabled Children and Concentration-Camp-Style Teachers.)

1)  Dimenticato dal padre in auto, bimbo muore per il caldo
Cronaca di Susanna Picone - 5 giugno 201316: 53
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Bimbo morto a Piacenza. in auto c’erano 60 gradi. Aveva raggiunto i sessanta gradi la temperatura all’interno del veicolo dentro il quale ieri è morto il piccolo Luca, un bambino di due anni lasciato in macchina dal padre. È plausibile che la morte del piccolo per asfissia sia sopraggiunta intorno mezzogiorno.

Il piccolo Luca, il bambino di due anni trovato morto nel pomeriggio di ieri in auto a Piacenza, si è spento probabilmente intorno a mezzogiorno. Dopo circa 4 ore, dunque, rinchiuso nell’auto del padre che risulta ora indagato per omicidio colposo (e che è ancora sotto choc in ospedale). La temperatura all’interno dell’auto dove si trovava Luca aveva raggiunto i sessanta gradi: i primi accertamenti fatti dalla procura sulla scorta dei rilievi dei carabinieri e della testimonianza dei sanitari del 118 hanno anche permesso di stabilire che la temperatura del corpo del bambino era di circa 40 gradi quando il padre lo ha trovato.

Morto per asfissia in auto - Per gli esperti – che si sono espressi in attesa delle conferme dell’autopsia che sarà effettuata venerdì – è plausibile che Luca sia morto per asfissia dopo circa 4 ore nella macchina parcheggiata al sole. La ricostruzione di quanto accaduto ieri sembra piuttosto definita: il papà di Luca, come ogni mattina, avrebbe dovuto accompagnare il figlio, ma invece si sarebbe recato direttamente al lavoro dimenticandolo in macchina. Quando nel pomeriggio il nonno è andato a prendere il bambino, le maestre gli hanno detto che Luca non era mai arrivato. Poi le telefonate, la corsa verso l’auto dell’uomo e la drammatica scoperta della morte del piccolo.
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2)        Dimenticata bambina in autobus scolastico 05/06/02013

Una bambina di tre anni è sta dimenticata sulla scuolabus per oltre sei ore senza che nessuno si accorgesse o ricordasse di lei. Il fatto è accaduto qualche giorno fa in Val Seriana nel comune di Albino, in provincia di Bergamo, e la piccola protagonista dell'episodio frequenta la scuola materna della frazione di Fiobbo. La bimba come ogni mattina aveva preso lo scuolabus che la doveva portare insieme a tanti altri bambini a scuola, ma quando tutti gli altri bimbi sono scesi lei, è rimasta nel mezzo probabilmente perché si era addormentata.

L'accompagnatore non si è accorto che la piccola non era scesa insieme agli altri bambini, così la bambina è rimasta chiusa all'interno del mezzo per tutta la durata dell'orario scolastico fino a quando era il momento di ritornare a casa. Solo alle 15, quando i lavoratori della ditta, che da anni gestiscono il trasporto dei bimbi per conto del Comune, hanno ripreso il bus si sono accorti che all'interno c'era una bimba. Fortunatamente per la bambina nessun danno fisico, come hanno accertato anche i medici che l'hanno visitata subito dopo l'accaduto: infatti la piccola era in buone condizioni di salute.
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3) Martedì, 4 Giugno 2013: Blitz
ROMA – Elena e Jacopo, o Bryce in Gran Bretagna dimenticati e morti per il troppo caldo. Negli Stati Uniti sono 36 i bambini che ogni anno muoiono per ipertermia, dimenticati in auto. E il fenomeno sta crescendo anche in Italia.
Da intopic.it (tutti i diritti riservati all'autore e testata)

L'auto d'estate diventa una trappola mortale se il bambino sta troppe ore da solo in un forno che raggiunge i sessanta gradi, e allora subentra l'ipertermia, la disidratazione e quant'altro si può prevedere.

Il bambino non è in grado di reagire, se urla lo fa all'inizio, poi si avvia verso il triste destino.
Ma è sempre un adulto che dimentica il bambino, come dimentica un sacchetto o la giacca in macchina, proprio un oggetto che non fa parte della vita, ma è come un contorno che si può lasciare: tanto è lì, e quello che l'adulto sta facendo o va a fare è più importante del figlio che viene abbandonato ad arrostire in macchina.

Tragedie prevedibili? C’è da chiedersi: ma dove hanno la testa quei genitori che chiudono la macchina a dovere e non vedono il bambino, a cosa stanno pensando se controllano solo la macchina, ma non il passeggero che hanno trasportato fino a quel momento? E l'ennesima tragedia scatterà nella sua modalità più crudele. Poi ci sarà la disperazione (ammesso che ci sia) tardiva che non serve proprio a nulla.

Già dal 2011 si leggeva sui principali quotidiani che esiste un dispositivo che emette un allarme acustico-visivo che scatta quando si chiude la macchina e dentro c'è ancora un passeggero e i costruttori potrebbero inserire questo allarme quando c'è in macchina un seggiolino da bambino. Ma i politici hanno pensato a questo per una tutela dell'infanzia; per cosa hanno firmato la carta dei diritti dei bambini, se poi lasciano andare avanti le cose così? Negli USA 36 bambini all'anno muoiono cotti a puntino nelle macchine infuocate per loro (succede quasi sempre d'estate o nei paesi caldi). Sull'auto ora è previsto tutto (navigatore, internet e chi ha più fantasia più mette accessori), ma l'accessorio per il bambino lasciato in macchina non c'è: brava società umana sempre più umana.

Per la bimba lasciata nell'autobus scolastico è ben peggio: è in grado di contare l'autista o l'accompagnatore o si deve mettere anche un matematico per fare la conta di chi sale e chi scende? Non si può controllare prima di chiudere l'autobus se qualche bimba/o si è addormentato dentro? Troppo lavoro? E gli esempi degli anni precedenti non servono proprio a nulla; nessuna prevenzione insegnata a persone che potrebbero benissimo fare un altro mestiere in campagna?
Vengono strani dubbi e poi chi assume il personale non può controllare se assume una persona responsabile che fa il suo dovere o qualcuno che accompagna o guida senza responsabilità alcuna? Ma cosa ci sta a fare l'accompagnatore se non ad accompagnare e avere la responsabilità che ai bimbi non succeda nulla? Anche in Italia non è il primo caso di bambino lasciato in autobus portato in autorimessa, per non parlare dei genitori che lasciano il bimbo in macchina per andare a giocare alle slot machine o a ballare (vedi gli scorsi anni); ma il divertimento innanzi tutto e nessuna responsabilità per il bambino che hanno messo al mondo e che vale meno del gioco.

4) Botte ad alunno autistico,  sevizie in un video
Le immagini girate dai Carabinieri lasciano pochi dubbi sulla violenza delle due maestre
07 giugno, 21: 42 Cronaca di Susanna Picone - 7 giugno 201310: 50

Vicenza - Ragazzino disabile picchiato e umiliato dalle maestre (VIDEO)

Nelle immagini delle telecamere dei carabinieri appare Michele, un ragazzino autistico che per almeno 6 mesi ha subito gli insulti e le botte da parte delle sue docenti, ora agli arresti domiciliari. La storia di violenze arriva da una scuola del Vicentino.

L’ennesima storia di violenze compiuta in una scuola ai danni dei più piccoli e indifesi arriva dalla provincia di Vicenza e vede come vittima un ragazzino autistico. È una storia di botte, insulti e minacce da parte di alcune maestre nei confronti del disabile che, invece, avrebbero dovuto aiutare. Le immagini pubblicate dal Corriere del Veneto mostrano, infatti, chiaramente il “metodo” di insegnamento delle docenti. Il ragazzino che si vede nel video è Michele, ha 15 anni e soffre di autismo. Per almeno sei mesi Michele ha subito insulti, botte e umiliazioni dalle sue maestre a scuola. Lo scorso aprile il ragazzino si è liberato dal suo incubo quando i carabinieri hanno arrestato due docenti, M. P. P. di 59 anni e O. M. di 55. Le manette sono scattate dopo che i militari hanno ripreso, con una telecamera nascosta, quanto accadeva nella classe con Michele. Nelle immagini si vede il ragazzino seduto a una scrivania, scarabocchia su un quaderno, non parla, non reagisce alle urla dell’insegnante. Non reagisce nemmeno quando la docente lo strattona. Resta sempre in silenzio, è probabilmente terrorizzato. Continua su: http: //www. fanpage. it/vicenza-ragazzino-disabile-picchiato-e-umiliato-dalle-maestre-video/#ixzz2Vc2irMxb
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Ma perché quelle megere fanno le maestre invece che mano d'opera spaccapietre in qualche penitenziario ancora esistente in qualche Paese del terzo o quarto mondo? Non per offendere quei Paesi, ma per dare l'idea di dove dovrebbero essere messe quelle disgraziate aguzzine di esseri umani disabili per giunta?

Sono sempre le stesse le domande che ci facciamo, che poi restano senza risposta perché l'immobilismo statale le tollera, le fa lavorare con persone che avrebbero necessità di essere aiutare molto delicatamente e con una umanità da vero coraggio.

Conosco madri di disabili che hanno sacrificato la loro vita a prendere botte dai loro figli disabili o mariti violenti, tollerano tutto con un coraggio che ha dell'encomiabile anche se non avranno mai la ritrita medaglia che le città danno ai loro cittadini cosiddetti “benemeriti” ogni anno. Madri coraggio che finiscono la loro vita piangendo se i loro disabili resteranno in vita dopo di loro ed in mano di chissachì.

Storie comunissime, conosciute spesso da gente che si fa i comodi suoi e non bada alle sofferenze degli altri; anzi danno loro fastidio.

Tornando a quelle megere che hanno chiesto di essere riabilitate, proporrei di inviarle dopo nelle Guyane, ammesso che ci siano ancora i penitenziari di una volta. Si sa che con i disabili si deve avere molta pazienza, amore e dedizione, ma quei bambini, ragazzi, adulti devono vivere una vita almeno decente;  invece purtroppo, e si sa benissimo, molto spesso sono oggetto di trattamenti superficialmente affettivi, ma psicologicamente persecutori verso alcuni di loro che non sanno reagire a quelle metodiche. Molti di loro, non sapendo reagire, si autopuniscono dandosi loro stessi botte, dando testate nei muri, ecc. sotto lo sguardo assente di chi dovrebbe vigilare sulla loro salute.

 Molto spesso questi istituti “scaricano” i ragazzi che non fanno le mummie, che animano l'ambiente con le loro reazioni e che insomma “danno fastidio” alle sorveglianti tutte sollecite a non si sa che cosa. È ben vero che a lungo andare anche le sorveglianti subiscono il burn out o stress da sovrastimoli, e allora si dovrebbe prevedere una rotazione di questi educatori/insegnati da luoghi da stress a luoghi meno stressanti: ma siamo nel mondo delle utopie e la nostra realtà sommersa, che è ben peggio di quella che ogni tanto leggiamo, ci scoraggia.


Aiutiamo questi nostri fratelli in difficoltà e cerchiamo di non avere delle aguzzine (immortalate nel video fatto dai benemeriti CC) a curare ed aiutare questi sfortunati nostri simili umiliati, derisi, insultati picchiati!

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