1) Cina: in 40 anni oltre 330
milioni di interruzioni di gravidanze obbligate e/o volontarie
23:41 16 MAR 2013
(AGI) - Londra, 16 mar. - La politica del figlio unico,
introdotta dal 1971 in Cina, ha portato in 40 anni i medici cinesi ad eseguire
oltre 330 milioni di aborti. Questi i
dati diffusi dal ministero della Salute di Pechino. Le autorità cinesi hanno
sempre difeso la misura sostenendo che, senza di essa, oggi ci sarebbe rispetto
agli attuale 1,3 miliardi di cittadini, un ulteriore 30% di cinesi.
Tutti i Diritti riservati all'autore ed alla testata)
Leggete giusto, è la Cina stessa che informa che in 40 anni
hanno strappato dal grembo materno 330 milioni di esseri umani a vario
periodo di formazione. Ognuno è libero di accettare come meglio crede questa
funebre notizia che è già scomparsa dai giornali; mai cimitero così grande era
stato pubblicato. No, cimitero no, perché nel migliore dei casi li bruciano: altro
che esercito di innocenti … un continente intero di esseri umani uccisi dallo
Stato. Volenti o nolenti, le mamme subiscono, e poco importano le lacrime delle
medesime nel vedersi mettere vicino al letto il bambino ucciso; così hanno
deciso e così è stato. Il mondo non si è fermato ad onorare la morte di quei
bambini: i programmi video TV, le partite di calcio sono continuate come prima,
i quiz a soldi pure, cosa mai volete?
Solo 330 milioni di futuri uomini ed il conto è sempre meno
della realtà. Con questo si vuole dire che, oltre la Cina, ci sono tutti gli
altri stati che praticano l'interruzione volontaria di gravidanza ed allora a
quale spaventosa cifra arriveremo noi umani che ci reputiamo l'elite del
pianeta? Ma i metodi usati qui e in molti altri campi fanno impallidire tutte
leshoah, anzi precedono di gran lunga le cifre di quelle shoah (la shoah ebraica
e non solo ebraica della grande guerra); almeno di quella shoah, anch'essa
dettato da un paranoico dittatore, ha delle testimonianze vive nei vari campi
di sterminio che testimoniano, ma di quei milioni di bambini resta una scarna
notizia da mandare presto nell'archivio storico del giornale, sepolta tra tante
altre e rintracciabile malamente.
“Panem et circenses” chiedevano e ricevevano i romani; ora
il pane è all'arsenico e i giochi ti rincretiniscono la gente, distogliendoli
da altre modalità di affrontare la vita, pensando un po' anche agli altri, come
quei bambini in formazione. Un piccolo microscopico granello di sabbia marcia
che si sta autodistruggendo e non si sa bene in quale maniera ciò accadrà. Un
poeta ha detto che la terra è “un atomo opaco del male”. Anche gli articoli che seguono non sono più
allegri: la bestia umana che è impazzita e non è più paragonabile ai mostri
preistorici, li ha superati in ferocia e malvagità.
2) L’ennesima strage di bambini in Siria in un
video choc de’ The Guardian
Una terribile sequenza che emerge da un filmato degli
attivisti pubblicato dal quotidiano inglese. I corpi senza vita dei bimbi
mostrano i segni inequivocabili di colpi di arma da fuoco alla fronte, alla
gola, oppure di coltellate. Il massacro è stato compiuto due giorni fa ad Homs
(13/04/2013).
Un nuovo, straziante documento video su quanto sta accadendo
in Siria arriva da The Guardian. Mostra dei bambini barbaramente giustiziati,
come si evince dalle ferite mortali – colpi di arma da fuoco alla fronte, alla
gola, oppure di coltellate – mostrate nella drammatica sequenza. Degli undici
cadaveri che si vedono nel filmato, almeno 6 sono quelli dei bimbi, tra i
quali forse anche uno di pochi mesi, avvolto in un sacco che ne cela il
corpicino. All'inizio del video, un uomo accusa gli shabbiha alawiti (i
miliziani filo-regime) dei villaggi vicini: “Erano nostri vicini ma sono venuti
qui con i coltelli e hanno trucidato queste famiglie, donne e bambini”. La
strage sarebbe stata compiuta a Khirbat Altin (Homs) 2 giorni fa. L’uomo,
circondato da altri adulti, grida “noi avremo la nostra vendetta prima o poi”,
con gli altri che intonano “Allah u akbar” come forma di approvazione. E
intanto le violenze in Siria non si fermano. 57 persone sono state uccise nel
sud del Paese, nelle città di Sanamin e
Ghabagheb, da una serie di violenti attacchi portati dal regime di Assad. A
rivelarlo è stato l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, che ha
specificato che tra i morti ci sono anche sei bambini, sette donne e 12
soldati dell'esercito regolare.
Tutti i diritti riservati all'autore ed alle testate (continua
su:
http://www.fanpage.it/l-ennesima-strage-di-bambini-in-siria-in-un-video-choc-del-guardian/#ixzz2QLrjtvsP
http://www.fanpage.it)
3)
Gb, dà fuoco alla casa: padre uccide sei
dei figli
Da Informazione.it tutti i diritti riservati all'autore ed
alla testata) 02/04/2013
Pensava di salvarli, uscendo da eroe, e vincere
l'affidamento.
Come la trama di un film con il peggiore degli epiloghi: sei
bambini, tra i 13 e i cinque anni di età, sono morti, rimasti intrappolati
nella loro casa avvolta dalle fiamme, a Darby, centro dell'Inghilterra. Peccato
che l'incendio era stato appiccato dal padre. Sperava di riuscire a salvare i
ragazzi venendone fuori come un eroe. Gli serviva per la causa sull'affidamento
dei figli avuti con l'ex amante e il relativo assegno di sussidio familiare.
Attesa per la pena. Invece i ragazzi sono tutti morti:
cinque asfissiati mentre dormivano, il sesto in ospedale tre giorni dopo. La
verità è emersa dopo un lungo e drammatico processo, conclusosi il 2 aprile i
con il verdetto di colpevolezza per M P, la moglie M e l'amico e complice P M.
Per il 3 aprile è attesa la pena decisa dai giudici per il reato di omicidio
colposo.
4) Guinea, due
'streghe' torturate e decapitate
Una folla aggressiva presente all'esecuzione ha impedito
alla polizia di intervenire 09 aprile, 08:32 (Tutti i diritti riservati
all'autore ed alla testata.In TOPIC.it) la'Caccia alle streghe', anche in India
mobilitazione contro le credenze nella stregoneria.
Continuano a fare vittime le credenze nella stregoneria,
diffuse in parti della Papua Nuova Guinea, nel Pacifico. Due donne anziane sono
state torturate per tre giorni e poi decapitate nell'isola orientale di
Bougainville, riferisce il quotidiano nazionale Courier Post. La polizia,
chiamata per tentare di liberare le donne, era presente all'uccisione, ma una
folla numerosa e aggressiva ha impedito agli agenti di intervenire.
"Non abbiamo potuto fare assolutamente nulla", ha
detto al quotidiano il capo della polizia locale, Herman Birengka, aggiungendo
che degli uomini avevano tentato di liberare le due vittime, ma invano. Le
donne erano state catturate e fatte prigioniere martedì scorso da familiari di
una persona morta da poco. Vi sono credenze diffuse nella stregoneria
nell'arcipelago, specie nelle regioni più remote, dove molti non accettano
cause naturali per sfortuna, malattie, incidenti o morte. Solo poche settimane
fa, secondo notizie di stampa, sei donne accusate di praticare la stregoneria
sono state torturate con ferri roventi durante un sacrificio di Pasqua nella
provincia degli altipiani meridionali. E in febbraio una giovane di 20 anni,
anch'essa accusata di stregoneria e della morte di un ragazzo, era stata
denudata, cosparsa di benzina e bruciata viva negli altipiani occidentali.
Questo mese Amnesty International ha fatto appello al governo di Port Moresby
perché combatta con più vigore le credenze di stregoneria e le violenze che
esse alimentano contro le donne.
5)
Un branco di 29 persone che abusano di
una tredicenne - 11/04/2013
Uno stupro choc sta scuotendo la Turchia, che già nelle
scorse settimane aveva dovuto fare i conti con un caso simile. La storia,
avvenuta a Golcuk, nella parte occidentale del paese, è venuta alla luce grazie
all'intervento di un insegnante che ha convinto la bambina a parlare: secondo
le prime ricostruzioni, 29 persone, tra cui un poliziotto, avrebbero abusato
sessualmente della minorenne (da Globalist.it tutti i diritti riservati
all'autore ed alla testata).
In Turchia i reati di natura sessuale sono in costante
aumento da ormai 10 anni: nel 2011 sono stati denunciati 33mila casi, contro
gli 8mila del 2002, per un aumento nell'ultima decade pari al 400%. A riprova
di quanto affermato dalle statistiche, lo stupro di gruppo della tredicenne
segue di poche settimane un altro episodio simile, questa volta avvenuto
nell'Anatolia sud-orientale: qui una bambina di 12 anni è stata stuprata da
un branco di 26 persone. A fare ancora più scalpore era stata però la
decisione, dopo l'arresto degli uomini, di rimettere in libertà 23 dei 26
imputati alla prima udienza del processo. Dopo una lettera della bambina al
ministro della Giustizia turco, in primo grado una corte di Mardin ha
condannato 23 imputati a pene che vanno da uno a sei anni, accogliendo però la
tesi della difesa secondo cui la bambina sarebbe stata
"consenziente": la Corte Suprema ha però annullato la sentenza e
ordinato la ripetizione del processo.
Per ora la lunga serie è sospesa in attesa delle altre che
arriveranno e stupiranno sempre meno: il bello è che tutto il mondo parla di
crisi e per crisi si intende la mancanza cronica di cibo e soldi.
Nessuno dà il nome di crisi a questi scempi compiuti per
religioni differenti, per politiche differenti, per odio interrazziale o di
vicinato. Ci atterrisce un leone, non essendoci più il tirannosauro a quattro
zampe, che sbrana la preda uccisa per fame in un ecosistema che prevede questo,
ma queste uccisioni brutali tra uomini ci sfiorano appena, magari qualche
parolaccia alla faccia di chi ha commesso il fatto e tutto lì.
La crisi morale non esiste, tanto meno pensarci fratelli che
vivono gomito a gomito: si è già detto che un certo istinto che sta
scollegandosi dai centri superiori critici sta assumendo le redini del comando:
cioè ridurre ai minimi la razza umana, qualunque sia il sistema usato. Ma
ridurre al minimo sembra una chimera: ci stiamo sterminando, siamo sull'orlo
del baratro, il mondo non ci regge più. Che la terra diventi un pianeta
desolato e ricco solo di resti irriconoscibili della creazione umana
schiacciata da se stessa, unici monumenti di una vita intelligente e
diventata una fogna delle peggiori?
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