Evviva, iniziano i riconoscimenti a chi aiuta i migranti e ai minori che non si fanno esplodere per umanità!
1) Nigeria,
nuova strage Boko Haram. Bimba non si fa esplodere: “C’è mio padre lì in mezzo” (http://www.intopic.it/notizia/9613794/?r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alphatata
- http://www.fanpage.it/ - Tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
La bambina, pronta con il suo giubbetto esplosivo
nascosto sotto la tradizionale veste lunga, poco prima di spingere il bottone e
farsi saltare in aria avrebbe riconosciuto il padre in mezzo alla folla del
campo profughi di Diwa. Terrorizzata, ha deciso di fermarsi ed è scappata via
lontano. 13 FEBBRAIO 2016
Due giorni fa una nuova strage di Boko Haram ha macchiato
di sangue la Nigeria: due kamikaze si sono fatti esplodere all'interno del
campo profughi di Diwa, provocando almeno sessanta morti. Oggi su quel massacro
emerge un nuovo particolare, una circostanza che avrebbe potuto rendere il
bilancio delle vittime ancora più drammatico. Ci sarebbe stata una terza
persona pronta a farsi esplodere, che però avrebbe rinunciato all'ultimo. Si
tratterebbe di una ragazzina, una delle centinaia utilizzate da Boko Haram nei
suoi "suicidi di massa". La bambina, pronta con il suo giubbetto
esplosivo nascosto sotto la tradizionale veste lunga, poco prima di spingere il
bottone e farsi saltare in aria avrebbe riconosciuto il padre in mezzo alla
folla che avrebbe ucciso.
Terrorizzata, ha deciso di fermarsi ed è scappata via
lontano. A trovarla sono stati in seguito dei vigilantes. Tra le lacrime, la
ragazzina è stata interrogata dalle forze dell'ordine e ha raccontato tutto, portando
la polizia nel luogo in cui aveva lasciato la veste esplosiva, e ha fornito
informazioni su altri potenziali attacchi futuri di cui era a conoscenza. Il
gesto della piccola ha evitato che la strage di due giorni fa fosse ancora più
sanguinosa: nel campo profughi di Diwa vivono oggi circa 52 mila persone –
erano 7 mila solo lo scorso settembre. La bambina ha rinunciato a farsi esplodere
alla vista del padre, altri due kamikaze, invece, hanno premuto il bottone e
sono saltati in aria provocando sessanta morti. Anche in questo caso, si
trattava di due ragazzine. (Continua su:
http://www.fanpage.it/nigeria-nuova-strage-boko-haram-bimba-non-si-fa-esplodere-c-e-mio-padre-li-in-mezzo/).
Fonti
:
(…)
la 'nonna' dei bimbi migranti è candidata al Nobel della Pace (...) - (http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2016/02/08/ASm7G9UB-emilia_migranti_candidata.shtml)
Rifugiati,
nonna e pescatore 'eroi'' Egeo tra candidati al Nobel Pace (…) un architetto
cretese primo firmatario - vorrebbero dare quest'anno il Nobel per la pace, così
come ai cittadini di Lampedusa nel 2014
(http://www.ansa.it/lifestyle/notizie/societa/best_practice/2016/02/07/uninternazionale-dei-rettori-firma-candidatura-isole-greche-per-il-nobel-per-la-pace_f8d7b241-637e-4280-b105-ef32cf39d587.html).
Nonna
e pescatore greco tra candidati a Nobel per la Pace - 08 Febbraio 2016
ROMA.
Mentre l'Europa si divide sulle quote d'ingresso e mette in pericolo gli
accordi di Schengen, mentre Paesi come l'Ungheria alzano muri e Svizzera e
Danimarca confiscano i beni ai richiedenti asilo, c'è chi in questi mesi di
esodo biblico ha aperto le proprie case per accogliere e salvare i rifugiati:
bambini, donne, uomini in fuga dalle guerre e dal terrore.
Pescatori,
pensionati, insegnanti, casalinghe, 'ordinary people', residenti nelle isole
greche o volontari andati lì per aiutare chi scappa per restare vivo. A questi
eroi, certamente loro malgrado, attualmente circa 650 mila persone - Alkmini
Papadaki, un architetto cretese primo firmatario - vorrebbero dare quest'anno
il Nobel per la pace, così come ai cittadini di Lampedusa nel 2014.
"Cosa
ho fatto? Non ho fatto niente", ha detto 'nonna' Emilia Kamvisi, 85 anni, quando
ha saputo che potrebbe essere candidata al Nobel. Insieme a due amici, di 89 e
85 anni, è stata fotografata in autunno che dava il biberon a un piccolo
siriano. Quattro mesi dopo, secondo indiscrezioni riportate da media
internazionali come il Guardian, è tra i nomi indicati per il Nobel, simbolicamente
rappresentando coraggio e umanità dei greci nell'immane crisi dei rifugiati.
Più che le isole nel loro complesso infatti a essere ufficialmente candidate
sono associazioni locali e singoli cittadini: la candidatura è stata intitolata
"Premio Nobel per la Pace per gli isolani greci".
Con
lei Stratis Valiamos, 40 anni, pescatore di Lesbo. "Non vanno in Germania
o in Svezia per vacanza. Nessuno vuole abbandonare la propria dimora e buttarsi
nelle braccia del mare", ha detto l'uomo che ha salvato un'infinità di
migranti che stavano annegando in mare aperto. "Non dimenticherò mai un
bambino, poteva avere 3 o 4 anni, galleggiare in acqua. Era annegato. Volevo
prenderlo, non volevo che restasse in acqua. Ma il mare era turbolento. E il
corpo una volta era lì a portata di mano e con l'onda successiva spariva. E non
ce l'ho fatta".
Come
lui, Emilia Kamvisi ha aiutato molti profughi a trovare riparo. Figlia di
rifugiati, guardare ogni giorno la stessa scena sulle coste di Lesbo le ha
ricordato la sua infanzia sotto l'occupazione nazista. Il ministro greco per le
migrazioni, Yiannis Mouzalas, ha dichiarato che l'iniziativa ha il pieno
supporto del governo di Atene. A ottobre sarà annunciato il vincitore del
premio. Intanto sulla piattaforma di petizioni online Avaaz.org l'obiettivo da
raggiungere a breve sono le 700 mila firme per fare pressione e candidare quelle
persone coraggiose, molte anche anziane, che ogni giorno aiutano i profughi che
approdano sulle loro coste.
Rettori
dei più noti atenei del mondo, Harvard, Princeton, Oxford, Copenaghen, una vera
e propria internazionale di docenti (i nomi dei firmatari saranno resi noti a
breve) come l'ha definita il Guardian qualche giorno fa, hanno scritto e
inviato il primo febbraio la lettera di candidatura all'organizzazione
norvegese del Nobel per nominare quest'anno gli abitanti di Lesbo, Kos, Chios, Samos,
Rodi e Leros. Un premio simbolo a chi non ha davvero mai esitato ad aiutare e
salvare migliaia di profughi e a tutto quel network di solidarietà che da mesi
sta organizzando il soccorso e la prima accoglienza in condizioni di mare
spesso proibitive. Un potente messaggio oltre le nazioni e la politica:
compassione e coraggio, empatia e sacrificio, ma soprattutto umanità. Nonne che
hanno tenuto tra le braccia bambini impauriti per aiutarli a dormire, mentre
insegnanti, studenti, pensionati hanno trascorso mesi offrendo cibo, coperte, comfort
ai naufraghi rifugiati su quelle coste, si legge nella petizione. (Fonte: http://gds.it/2016/02/08/nonna-e-pescatore-greco-tra-candidati-a-nobel-per-la-pace_472211/
- Tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
Questa
notizia è certamente più consolante di molti spettacoli superreclamizzati, ma
che non dicono proprio nulla.
Questa
proposta invece, e non dimentichiamo anche Lampedusa e le altre terre
dell’Oceania, ci consola; ci consola che i migranti di qualsiasi latitudine siano
assistiti, come si può, da volontari improvvisati che non hanno fatto corsi
pagati da qualsiasi ente statale, né hanno diplomi per aver frequentato
particolari programmi di sopravvivenza istituiti da qualche società. Hanno
semplicemente seguito il loro istinto più profondo di umanità non individuale, ma
collettiva e dato quello che potevano col lavoro ed altro. Si resta mortificati
di quello che fanno coi mezzi che hanno, ma orgogliosi che c’è ancora parte
dell’umanità che accoglie chi ha bisogno e non volta le spalle ai bisognosi.
Bravissimi
quei greci, mazzolati dal loro stato ed impoveriti, che però rivolgono lo
sguardo a chi ha più bisogno di loro e non fanno tanto propaganda mediatizzata,
ma restano quello che sono, fanno più spazio anche se la marea umana che arriva
è tanta, ma decimata dal mare: infatti penso che vedere e seppellire un bambino
morto (ne muoiono più di uno al giorno) è una ferita profonda inferta
all’umanità da uomini crudeli e criminali che guadagnano, come sempre, sulle
disgrazie altrui.
Gridiamo
perché riconoscano anche socialmente questi sacrifici gratuiti anche certamente
pesano sui vari bilanci familiari. Bravissimi anche a nome nostro che non siamo
lì e ci forniscono solo notizie che vogliono i capoccia. Stridente è la notizia
di chi compera isole greche intere, qualche giornalista aveva azzardato che era
per ricevere i migranti, invece non è così.
E,
come al solito, i minori superano per umanità gli adulti ormai abituati ad ogni
violenza con o senza le droghe eccitanti come il captadon.
2) Le vittime erano
bambini. La maggior parte dei migranti, 272, sono morti nell'Egeo.
Non so se stiamo partecipando ad un miserabile gioco di
poteri che si sovrastano schiacciando tutta la massa circostante che cresce e
da solo fastidio ai VIP: certo che molta gente sta passando con l’emigrazione
vita d’inferno, loro adulti e soprattutto i bambini che non si rendono conto se
non dei disturbi fisici che hanno passando da un paese all’altro con le
temperature odierne, con i bisogni fisici in parte insoddisfatti (immaginate a
bordo di un bragozzo carico di centinaia di persone dove fanno i loro bisogni
fisici). Dopo anni di vite spezzate fisicamente o psicologicamente ora le
proposte partorite dagli stati fioccano ancora, molte volte nel nulla e si continua
ad annegare (menomale che ora alcuni media pubblicano le foto dei bambini spiaggiati,
di cui non si vede quasi mai la faccia perché i pesci o lo sfregamento sulla
sabbia e sugli scoglie non è un centro di benessere. A migliaia arrivano ancora:
naufragi a gogò tra Turchia e Grecia. Immancabili statistiche, scarsissime foto
dei naufraghi che annaspavano per arrivare ad una riva che era sempre più
lontana.
Volontari, militari, civili che si danno da fare come
possono e poi quelli che mettono piede sulla terra non sanno quello che hanno
trovato i precedenti e troveranno loro. Non è affatto vero che va tutto bene:
anche tra gli emigranti scoppiano liti per un nonnulla, esasperati come sono
dallo stress e dal non avere più nulla e (chiamiamolo scientificamente come
vogliamo) il fatto è che saranno segnati a vita ad essere dei violentati.
Qualche nazione si dà da fare per integrarli, grazie, ma
lo spettro del rimpatrio ghermisce i più, rimpatrio che non fornisce certo
allegria: se pensiamo a Boko Haram che viaggia per i villaggi africani a
uccidere e seviziare i cristiani, soprattutto bruciando vivi donne e bambini di
qualsiasi età, i più temono il ritorno in quell’inferno, gli stati bombardano e
promettono di distruggere l’Isis, ma questa si infiltra da tutte le parti ed il
suo gioco non sappiamo ancora come finirà: sappiamo solo che questi criminali
uccidono bruciano vivi, pieni di captadon che li eccita ancor più, tutti gli
esseri che assomigliano a loro o i loro figli.
Da
Leggo 5/02/2016 (Tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata) si legge
“Intanto il Senato americano, con un voto
bipartisan, ha dato l'ok definitivo alla necessità di addestrare e armare i
ribelli siriani filo-occidentali. A questo punto si attende solo il via libera
per colpire i santuari dello stato islamico in Siria, come annunciato dalla
Casa Bianca. «Giustizia sarà fatta, l'Isis sarà distrutto», ha ripetuto il presidente
Barack Obama parlando di nuovo agli americani in diretta tv, in prima serata, ed
esprimendo grande soddisfazione per il messaggio di unità mandato dal Congresso»”,
ma il tempo passa e l’Isis avanza. Perciò tutto
questo arieggia già aerei che bombardano e probabilmente truppe di terra che si
scontrano fregandosene dei civili che ci sono di mezzo; lo stesso con Boko
Haram in Centro Africa, per non parlare di migranti di altri continenti. Allora
si teme che si è al punto di prima, se non interviene qualche arma che crea
vuoti ben più grandi e resta per anni ad inquinare la malcapitata terra.
Intanto i naufragi si
succedono uno o due al giorno con morti adulti e bambini e le terre dove
sbarcano non sono così predisposte come erano ai primi tempi. Le frontiere sono
improvvisamente comparse tra nazione e nazione con muri di ogni tipo, la
polizia ferma, controlla e respinge questi disperati. Ma allora a che punto
siamo? Diciamo pure umanità sempre più allo sbando, per non aggiungere epiteti
ben più pesanti.
3) Premio Onu ai
pescatori di Aceh soccorritori dei migranti che non sono stati respinti come ha
fatto la Tailandia coi bambini dei Rohingya.
Da
inTopic 13/01/2016 e 2016-02-13
Radio Vaticana (http://www.intopic.it/notizia/9614939/?r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha
- Tutti i diritti riservati all’autore
ed alla testata)
Un
premio delle Nazioni Unite ai pescatori della provincia di Aceh, per aver
tratto in salvo a più riprese barconi alla deriva nelle acque territoriali
indonesiane, carichi di profughi provenienti da Myanmar e Bangladesh. A
lanciare la candidatura per l’edizione 2016 del Nansen Refugee Award, assegnato
ogni anno dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani (Unchr) - riferisce
l'agenzia AsiaNews - il gruppo attivista pro diritti umani con base ad Aceh
Geutanyoe Foundation. Nei mari del sud-est asiatico soccorsi migliaia di migranti
Lilianne Fan, direttore internazionale della Geutanyoe Foundation, ha proposto con forza la candidatura dei pescatori di Aceh, che durante il picco dell’emergenza profughi nei mari del Sud-est asiatico (peraltro ancora attuale) hanno soccorso centinaia di persone, salvando loro la vita. “Se non fossero stati salvati dai pescatori di Aceh - ha affermato l’attivista all’agenzia Antara - le vite di bambini, dei Rohingya dal Myanmar e dei lavoratori migranti dal Bangladesh non si sarebbero potute salvare”.
Centinaia di migranti costretti a navigare senza meta per i
respingimenti della Thailandia .
Nel maggio scorso in piena emergenza migranti, i Rohingya - minoranza musulmana che il governo del Myanmar considera irregolare e priva del diritto di cittadinanza - hanno avuto il via libera per entrare ad Aceh e trovare un alloggio temporaneo. Ad acuire la crisi della primavera scorsa la decisione della Thailandia - un vero e proprio crocevia della tratta - di imporre restrizioni sui commercio di vite umane, dopo la scoperta di una fossa comune nei pressi del confine con la Malaysia. La politica dei respingimenti adottata da Bangkok - seguita per qualche tempo anche da Kuala Lumpur e Jakarta - ha portato centinaia di imbarcazioni cariche di migranti a navigare senza una meta definita per i mari delle Andamane. Secondo molti analisti ed esperti la radice del problema migranti nel Sud-est asiatico sta nelle persecuzioni e negli abusi di cui sono vittime i Rohingya in Myanmar. Sino a che non verrà risolta la questione riguardante la minoranza musulmana, che Naypyidaw considera migranti irregolari, il dramma dei moderni boat-people è destinato a continuare.(Continua su: http://it.radiovaticana.va/news/2016/02/13/premio_onu_ai_pescatori_di_aceh_soccorritori_dei_migranti/1208233).
Anche
in questo riconoscimento va tutto l’onore che questi cittadini del mondo hanno
riservato ai loro fratelli che si sono adoperati a salvare vite umane allo
stremo.
Ringrazia
questi fratelli che, senza compensi come certi volontari non volontari, hanno
dedicato a spingere in avanti l’umanità salvando le varie componenti senza
chiedere e senza pretendere: davano quello che potevano dare, non il sovrappiù,
ma molte volte il loro necessario.
4) Migranti:
affonda barca nell'Egeo, nove morti
Nell'Egeo, vicino a isola greca Samos. Due persone
tratte in salvo
Redazione ANSA ANKARA (Tutti i diritti riservati all’autore, testata)
02 febbraio 201612:32NEWS
Ennesima tragedia di migranti nel mar
Egeo sulle coste turche: almeno 9 persone sono affogate, due di loro erano bambini, dopo che il
barcone sul quale viaggiavano è affondato vicino a Seferihisar, città costiera
turca del Mar Egeo nei pressi dell'isola greca di Samos. Lo riporta l'agenzia
di stampa turca Dogan.
L'Organizzazione internazionale per le migrazioni
(Oim) ha intanto reso noto che nel mese di gennaio 368 persone sono morte
mentre attraversavano il Mediterraneo dirette verso le coste europee e che 60
delle vittime erano bambini. La maggior parte dei migranti, 272, sono morti
nell'Egeo. (Continua su: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/02/02/migranti-affonda-barca-in-egeo-9-morti_e96739cb-5aa2-4bf4-a6f9-91d7542678e2.html
- Tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
I naufragi continuano e non c’è nazione che si dia da
fare per fermare la formazione dei trasbordi umani con carrette di mare, senza
fermare almeno il numero di occupanti, la solidità delle barche e
l’addestramento degli scafisti criminali anche loro o migranti che non pagano, ma
si danno da fare coi loro trasportati a spillar loro soldi, riempirli di botte
per mantenere un ordine che non prevede quegli assembramenti molte volte
funesti.
6) Europol:
“10mila bambini migranti spariti in Europa; la metà in Italia”
Il timore dell'agenzia di polizia europea è che molti di
loro possano essere finiti nelle reti della criminalità organizzata: ridotti in
schiavitù o sfruttati sessualmente. NOTIZIE
31 GENNAIO 2016 - 13:26 di Davide Falcioni
(http://www.fanpage.it/)
Diecimila migranti minorenni non accompagnati risultano
scomparsi dopo essere arrivati in Europa: è quanto reso noto dall'Europol al
quotidiano britannico Guardian, spiegando che la metà di loro – circa 5mila, dunque
– sono scomparsi in Italia mentre altri mille non sono al momento
rintracciabili in Svezia. L'alto dirigente dell'Europol Brian Donald,
ha quindi denunciato l'esistenza di una sofisticata "infrastruttura
criminale" europea che prende di mira i migranti. "Non è assurdo dire
che stiamo cercando 10.000 e più bambini. Non tutti sono sfruttati dai
criminali; alcuni potrebbero essersi riuniti a familiari. Solo non sappiamo
dove siano, cosa stiano facendo e con chi siano", ha dichiarato il
funzionario di polizia. Secondo l'Europol, quasi il 27% delle persone
arrivate lo scorso anno in Europa, cioè più di un milione, sono minorenni.
"Se siano registrati o meno, stiamo parlando di circa 270.000 bambini. Non
tutti sono soli, ma sappiamo che tanti di loro potrebbero esserlo", ha
aggiunto Donald.
Europol:
di 10mila minori spariti non abbiamo nessuna informazione
Quella dei diecimila bambini scomparsi in territorio
europeo – ha precisato Donald – è solo una stima e per di più realizzata per
difetto: ciò significa che in realtà il numero potrebbe essere
significativamente più alto. Tre mesi fa i funzionari di Trelleborg, Svezia
meridionale, hanno rivelato che almeno mille minori non accompagnati arrivati
in città erano letteralmente "spariti": un dato preoccupante che ha
convinto le autorità ad ammettere, martedì scorso, che su molti di questi
bambini si hanno pochissime informazioni. Su ciò che sia accaduto dopo la loro
scomparsa non si sa assolutamente nulla.
6.1)
Europol: migranti sfruttati sessualmente e ridotti in schiavitù
A questo punto, e con numeri del genere, è stato lo
stesso Brian Donald ad ammettere che la vulnerabilità dei minori non
accompagnati potrebbe averne fatti finire molti nella rete delle organizzazioni
criminali. Il funzionario della Polizia Europea ha ammesso che in Germania ed
Ungheria molti bambini immigrati vengono sfruttati sessualmente. Europol, tuttavia,
ha avuto modo di documentare come negli ultimi 18 mesi si siano costituite
bande criminali che contrabbandano profughi nel territorio europeo: molti di
loro vengono ridotti in schiavitù, altri "venduti" ai boss della
prostituzione. Dove sono finiti i 5mila minori migranti scomparsi solo in
territorio italiano? Davide Falcioni (http://www.fanpage.it
- continua su: http://www.fanpage.it/europol-10mila-bambini-migranti-spariti-in-europa-la-meta-in-italia/
- Tutti i diritti riservati all’autore e alla testata).
E dietro l’occhiolino dei soccorsi compare
immancabilmente la criminale attività della pedofilia finora accennata o dei
bambini soldato addestrati per uccidere, macellare dopo aver ingerito il solito
captadon che gli adulti danno loro a loro insaputa per renderli più dipendenti
e schiavi dei progetti di assassinare la gente inerme. In queste condizioni
compare alla grande la pedopornografia con tutto il bagaglio tristemente
eccitante e distruttivo, travestita da soccorritori lupi che sanno chi far
sparire, dove portarli e rimpinguare le tasche dei pedocriminali che per la
maggior parte viaggia attualmente con frasi secretate su internet, Facebook ed
altro. Ci risiamo: guardiamo bene attorno e troveremo le tracce seminascoste
negli annunci pubblicitari o più smaccatamente su riviste apposite magari di
vegeto terapia. Molti stati non si interessano minimamente ai bambini che
spariscono, della cui provenienza talvolta non si sa nulla: niente anagrafe, esistono
e basta. Si ricordi quanto è successo in Africa, ad Haiti ed ora nelle vie per
l’Europa: bambini non accompagnati sono caricati dai loro genitori che li
vogliono salvi, ma non sanno a cosa vanno incontro: la prospettiva può essere
bambini soldato, schiavi umani di VIP, che entrano ne giro della
pedopornografia o della droga.
Purtroppo non ci sono assistenti sociali alla partenza
che si interessano di questi bambini, né la nazione da cui partono ha interesse
a preoccuparsi di loro. Ci sono i soliti volontari all’arrivo, ma non alla
partenza perché c’è sempre il cambio della zona. Con un termine troppo noto: sono
abbandonati a loro stessi qualunque sia la loro età infantile di cui può
prendersi responsabilità qualche migrante umano che viaggia con loro, ma poi
basta: alla mercé degli sparvieri, falsi addetti, che sanno già come prenderli
ed avviarli ai loro perversi destini: un massacro, un genocidio programmato che
produce nel tempo i soliti assassinati da malattie, incuranza, violenza di
qualsiasi tipo.
Invece di litigare su decreti da mesi in discussione, i
nostri politici dovrebbero anche interessarsi delle moltitudine di minori che
scompare dopo essere arrivati senza nessun documento o traccia di anagrafe per
sapere chi è il soggetto e da dove arriva. E poi come finiscono questi minori sconosciuti
arrivati, si presume, per sfuggire a violenze fisiche psicologiche e che non
sanno neanche dove andare se non per sentito dire dai compagni o da questi
indirizzati verso mete possibili. Sapere quale è la loro fine vera è
spessissimo impossibile, nonostante il loro collocamento in comunità istituite
per loro, ma che hanno situazioni tutt’altro che favorevoli per comprenderli
nelle loro vere necessità e da dove spesso fuggono e spariscono.
7)
Pisa: bimbi di un asilo nido picchiati e insultati, arrestata educatrice
Una educatrice scolastica di 58 anni è accusata di
maltrattamenti ai danni di nove bambini di età compresa tra uno e tre anni. La
donna su disposizione del gip è stata posta agli arresti domiciliari. 4 febbraio
2016 - 09:54 di Susanna Picone
I carabinieri del nucleo investigativo di Pisa hanno
arrestato un'educatrice scolastica di 58 anni accusata di maltrattamenti ai
danni di nove bambini di età compresa tra 1 e 3 anni. L'ordine di cattura è
stato emesso dal gip del Tribunale di Pisa, Giuseppe Laghezza. La 58enne, ritenuta
responsabile di maltrattamenti aggravati, su disposizione del gip è stata
posta agli arresti domiciliari. Determinanti per giungere all’arresto si
sono rivelate le intercettazioni video-ambientali, disposte dall'autorità
giudiziaria, i cui esiti hanno restituito le drammatiche sequenze delle
vessazioni fisiche e morali inferte ai bambini. In alcune circostanze
l’educatrice ha forzato i piccoli malcapitati a mangiare fino a provocarne il
pianto. Innumerevoli gli episodi in occasione dei quali i minori sono stati
colpiti alla testa, in un caso addirittura con un piatto. Volgari e ingiuriose
anche le frasi proferite dall’educatrice all'indirizzo dei bambini come ad
esempio “rincoglionito, oggi ti faccio del male, sciocco stai zitto, ti metto
fuori al freddo, sei duro come il muro, a te oggi niente frutto, levati di
torno te boia!, vai a piangere in bagno con te non ci parlo”.“Uso sistematico
della violenza” – Le rapidi indagini, avviate a novembre dello scorso anno, prendevano
spunto da alcune segnalazioni pervenute circa presunti abusi commessi in un
nido d'infanzia del capoluogo. Ciò che è emerso è che l’educatrice, attraverso
l'uso sistematico della violenza, procurava ai piccoli dell’asilo “una
condizione di soggezione psicologica e di sofferenza, costituenti fonte di
disagio continuo”. Nel provvedimento del gip si parla di “una condotta abituale
chiaramente indicativa dell'esistenza di un programma criminoso animato da una
volontà unitaria di vessare i soggetti passivi e, in particolare, di sottoporre
consapevolmente questi ultimi, piccoli in tenerissima età, a una duratura
condizione di soggezione psicologica e di sofferenza”. (Continua su: http://www.fanpage.it/pisa-bimbi-di-un-asilo-nido-picchiati-e-insultati-arrestata-educatrice/
- Tutti i diritti riservati all’autore e alla testata).
8) Calci, schiaffi
e insulti a minori disabili: arrestati 10 operatori (Video)
Dieci persone sono finite in carcere o ai domiciliari per
aver maltrattato i giovani pazienti disabili, la maggior parte minorenni
affetti da patologie neuropsichiatriche, che avevano in cura presso una clinica
dei Castelli Romani. Calci, schiaffi in sul viso, botte con il bastone della
scopa e pazienti segregati.
Notizie 8 FEBBRAIO 2016 Valerio
Renzi(http://roma.fanpage.it Tutti i diritti riservati all’autore ed alla
testata).
Questa mattina all'alba i carabinieri dei Nas di Roma, coadiuvati
dai militari della stazione di Frascati, hanno notificato dieci ordinanze di
custodia cautelare, nove ai domiciliari e una in carcere, per altrettante
persone accusate di maltrattamenti e sequestro di persona ai danni di giovani
disabili. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori gli indagati avrebbero
perpetrato le violenze ai danni delle persone in cura presso il centro di riabilitazione
neuropsichiatrico Eugenio Litta di Grottaferrata.Qui, invece delle cure che
avrebbero dovuto ricevere da operatori professioni, i pazienti, affetti da
patologie neuropsichiatriche e quindi particolarmente vulnerabili, sarebbero
stati invece maltrattati. L'indagine ha preso il via dopo diverse denunce
presentante all'inizio del 2015, e che metteva sotto accusa il reparto dove
erano ricoverati 16 ragazzi, sia maschi che femmine, di un'età compresa tra gli
8 e i 20 anni, di cui cinque di un'età inferiore ai 14 anni. Gli ospiti della
struttura erano ricoverati tutti in modo stabile, soffrendo di gravi ritardi
mentali o di sindromi genetiche. Le indagini, condotte anche con
intercettazioni audio e video, hanno fatto riscontrare abusi e violenze da parte
del personale: insulti, percosse, spinte e strattoni, per mantenere l'ordine
nel reparto. Calci, schiaffi sul viso, botte date con il bastone della scopa:
queste sono solo alcune delle percosse documentate da un video diffuso dai
carabinieri. A finire sotto accusa in particolare un educatore professionale e
un assistente socio sanitario. Uno di essi in particolare è stato tradotto in
carcere in quanto ritenuto responsabile del reato di sequestro di persona per
aver rinchiuso tre pazienti nelle loro stanze impedendogli di uscire. Violenze
e insulti erano comunque la norma nella struttura, tanto da disegnare secondo
gli inquirenti una condotta reiterata, un vero e proprio metodo repressivo per
gestire il reparto. (Continua su: http://roma.fanpage.it/violenze-su-giovani-pazienti-disabili-che-avevano-in-cura-10-arresti6).
Questi due casi sopradescritti fanno emergere ancora la
tragicità di molte scuole primarie ed asili nido affidati a persone per nulla
adatte ad educare, ma anzi patologiche per quanto emerso, nonostante da anni si
segnali che si deve pensare e fare decreti o leggi anche per quei bambini che
subiscono violenze, e restano traumatizzati per sempre. In certi casi anche le
colleghe di queste aguzzine non hanno il coraggio di denunciarle, in altri casi
lo fanno perché non sono chiarite per bene le circostanze dei crimini cui
assistono, ma lasciano correre, spesso non si vogliono avere “rogne” e si
lascia correre su questi stress infantili nella speranza che non emergano poi.
Ma a questo punto siamo oltre a quelle criminali per
patologia o carattere; chi tace e lascia correre è complice di questi crimini.
Non deve essere segnalato perché non fa il suo dovere?
Sembra di no: i bambini peggioreranno nel loro comportamenti, subiranno le
angherie delle insegnanti che faranno quadrato contro quei bambini e si andrà avanti
così, beffandosi delle leggi, ma soprattutto dell’umanità con cui vanno
trattati quei bimbi senza alcuna esperienza e si comportano da bimbi che vanno
educati con umanità. Ma forse i dirigenti hanno altro cui pensare: come è
successo diverse volte, non si dà il pasto o parte di esso a chi ha i genitori
che non possono pagare. Bravi italiani e poi non meravigliamoci se siamo in
fondo a tante classifiche del comportamento.
9) Cagliari,
violenze e umiliazioni sui malati psichici ospiti di un centro
I video girati da una telecamera nascosta dei carabinieri
hanno rivelato particolari inquietanti. 15 FEBBRAIO 2016 - 10:03 di Davide
Falcioni (www.fanpage.it - Tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
Maltrattamenti, insulti e umiliazioni in modo
"continuo e sistematico" agli ospiti di una struttura psichiatrica
convenzionata. Per questo 14 operatori del centro Aias di Decimomannu, in
Sardegna, sono finiti sotto inchiesta: i carabinieri del Comando Provinciale di
Cagliari e del Nas inn queste ore stanno notificando oro le misure
cautelari della sospensione dell'esercizio del pubblico servizio, come deciso
dal Gip (per alcuni di loro il pubblico ministero aveva invece chiesto
l'arresto). Le accuse sono di omissione di atti d’ufficio, maltrattamenti, percosse,
lesioni personali e omissione di referto.Le indagini sono iniziate nel 2014 in
seguito a una segnalazione da parte di un testimone: i militari hanno piazzato
delle telecamere nascoste nella struttura e girato dei filmati. Proprio da
quelle immagini – alcune delle quali scioccanti – sono arrivate le conferme
delle violenze perpetrate dagli operatori. Le vittime degli
abusi sono tutte persone adulte "con certificate, gravi e croniche
forme di disabilità psicofisica, stabilmente alloggiate nella struttura".
A coordinare l'inchiesta è il pubblico ministero Liliana Ledda: i video, secondo
l'accusa, sarebbero estremamente compromettenti e oltre ai maltrattamenti
fisici ci sarebbero quelli psichici: i militari hanno accertato che nel centro
Aias uomini e donne venivano spogliati completamente e lavati assieme, dentro
lo stesso bagno, nella promiscuità più totale. A far scattare l'indagine è
stata una denuncia da parte di una dipendente dell'Aias all'Ispettorato del
Lavoro: la donna aveva presentato un esposto lamentando mesi di mancato
pagamento degli stipendi dei dipendenti, ma gli accertamenti avevano fatto
emergere particolari ben più gravi portando all'avvio di un'inchiesta di
rilevanza penale per maltrattamenti agli ospiti della struttura. (Continua su: http://www.fanpage.it/cagliari-violenze-e-umiliazioni-sui-malati-psichici-ospiti-di-un-centro/
http://www.fanpage.it/).
10)
Turchia: due migranti morte mentre attraversavano a nuoto un fiume ghiacciato e
due naufragi verso Lesbo.
Le due migranti, di 14 e 30 anni, sono morte assiderate
mentre tentavano di raggiungere la Bulgaria attraversando a nuoto un fiume.
Altre due persone sono ricoverate in coma per ipotermia. Intanto oltre 30
profughi sono morti in un nuovo naufragio nel Mar Egeo.
8 FEBBRAIO 2016 13:51 di Davide Falcioni (www. Fanpage.it
- Tutti i diritti riservati all’autore
ed alla testata).
Due donne di 30 e 14 anni di nazionalità irachena sono
morte e altre due persone sono in gravissime condizioni per ipotermia dopo, insieme
a un consistente gruppo di profughi, hanno cercato di attraversare a nuoto un
fiume che separa la Turchia con la Bulgaria, in una zona dove le temperature
raramente superano gli zero gradi. Lo hanno fatto sapere fonti del ministero
dell'Interno di Sofia.Il gruppo, composto da 19 rifugiati, dieci dei quali
minori, è entrato in Bulgaria ieri mattina: nessuno di loro possedeva documenti
di identità, ma tutti hanno affermato di essere di nazionalità irachena. Alcuni
di questi profughi sono stati trasportati in ospedale dove sono ricoverati per
trattare lo stato di ipotermia, in un paio di casi molto grave. Secondo le
autorità di frontiera bulgare il gruppo di profughi che ha tentato la
traversata a nuoto del fiume ghiacciato sono i membri di quattro famiglie, abbandonate
dai trafficanti di persone nel loro viaggio verso l'Europa.
Intanto continuano le stragi nel Mar Egeo: questa mattina
all'alba sono morte almeno 11 persone nel naufragio di un barcone di
migranti al largo della costa turca di Dikili, nella provincia di Smirne. Sono
ancora in corso le operazioni di soccorso: quattro persone sono state
recuperate ancora vive mentre altre sarebbero disperse in mare. Ma quasi
contemporaneamente si è verificata un'altra tragedia con un secondo
naufragio al largo della provincia turca di Balikesi, non lontano da
Smirne. I morti accertati sono 22 ma i mezzi di informazione turchi sostengono
che il loro numero potrebbe essere destinato ad aumentare. Entrambe le
imbarcazioni erano dirette all'isola greca di Lesbo
Intanto è attesa per oggi in Turchia la visita della
Cancelliera tedesca Angela Merkel che discuterà con Erdogan della complessa
gestione dei flussi migratori, Proprio mentre i due leader parleranno 30mila
profughi sono ammassati nella città di Kilis, non distante dal confine con la
Siria: si tratta di persone fuggite ai bombardamenti occidentali, a quelli
della Russia, alla repressione di Assad e allo Stato Islamico. (Continua su:
http://www.fanpage.it/turchia-due-migranti-morte-mentre-attraversavano-a-nuoto-un-fiume-ghiacciato/).
I risultati dell’inefficienza degli stati a prendere
decisioni serie sui migranti porta a questi tentativi di fuga finiti male per
non dover subire le violenze ed il pedaggio dei trafficanti delinquenti di
uomini che hanno anche una rete di informatori, pagata, per dare informazioni
su spostamenti di persone che vogliono arrivare in paesi che presumono più
sicuri per loro. È eclatante questa continua catena di morti per incidenti meteorologici
che non sono né i primi, né purtroppo gli ultimi: la paura falsa spesso e
volentieri la critica dell’uomo che con emozioni violente vuole rimediare anche
senza soldi a quanto sta subendo o potrebbe subire per le guerre che si
susseguono e riversano la loro violenza anche sui civili, ospedali come nel caso
del recente bombardamento di diversi ospedali e della morte degli ammalati
presenti nell’ ospedale Medici Senza Frontiere da bombe presumibilmente russe. Lo riferisce la TV al Jazeera. Msf conferma la
distruzione totale dell'ospedale di Maarrat Numan, a Idlib, senza fornire un
bilancio delle vittime. "Sembra essere stato un attacco deliberato
contro una struttura sanitaria, e lo condanniamo nel modo più fermo
possibile", ha detto Massimiliano Rebaudengo, capo delle operazioni di Msf
per la Siria fonti Ansa.it (Tutti i diritti riservati all’autore ed alla
testata).Non si capisce se si vuole
annientare un popolo e liberare uno spazio per fini sconosciuti o cosa, di
fatto i morti aumentano alla svelta.
11)
IlFattoQuotidiano.it / BLOG /di Flavio Bacchetta
Brasile, il ritorno degli squadroni della morte
di Flavio Bacchetta | 9 settembre 2015
Flavio Bacchetta (tutti i diritti riservati all’autore ed
alla testata) Fotografo e story-writer indipendente
Nel post precedente “Brasile, tutto come prima se non
peggio” ho esposto la piaga degli scandali brasiliani, la cui punta
dell’iceberg, costituita dal colosso Petrobras e la diga di Belo Monte, coinvolge,
oltre al Pt (Partito dei lavoratori) al governo, i maggiori partiti dell’arco
parlamentare. Inoltre, la perdita di denaro pubblico aggrava la recessione
economica. Marina Silva, candidata perdente alle ultime presidenziali, ha
snocciolato alcuni dati: 8, 5 milioni di disoccupati dal 2014, 3, 5 trilioni di
real di debito lordo, e l’inflazione che oltrepassa il 9, 5 per cento. Il
record di 56mila omicidi raggiunto nel 2012, sembra in diminuzione negli ultimi
due anni. Negli stati di Rio de Janeiro e Sao Paulo, il 15 per cento degli
omicidi sarebbe attribuibile alla Policìa Militar e agli squadroni della morte.
Cabula,
Osasco: due tappe del terrore in divisa
La sentenza-lampo (appena 5 mesi, un record assoluto in
Brasile) con cui la procura Generale ha assolto nove poliziotti, accusati di
aver giustiziato a Cabula 12 ragazzi disarmati alla vigilia del carnevale di
Salvador, non è stata una sorpresa. Ignorando l’inchiesta della procura di
Bahia, che, dopo test balistici, aveva sancito la possibilità di un’esecuzione
sommaria, il giudice Marivalda Almeida Moutinho ha dichiarato il non luogo a
procedere. Il nuovo corso non si ferma alle Squadre speciali. La notte tra il
13 e il 14 agosto, circa 20 persone sono state uccise a bruciapelo, in tre bar
differenti di Osasco, e altre due comunità nello Stato di Sao Paulo. Secondo i
testimoni presenti, le vittime sono state interrogate da un gruppo di
giustizieri incappucciati. Dopo averle identificate come pregiudicati, costoro
li hanno separati dal resto degli avventori, uccidendoli a freddo sul posto.
Anistia International, costola brasiliana di Amnesty, sostiene
che l’aumento del 96 per cento, dal 2010 a oggi, degli omicidi comuni coincide
con l’80 per cento di quelli extra-giudiziari, eseguiti da Policia Militar e
vigilantes mascherati. Gli Stati di Sao Paulo, Rio e Bahia sono al vertice
degli omicidi polizieschi. Circa 2mila, solo in quello di Rio, a fine 2014. Ce
n’è per tutti: cinque giornalisti sono stati uccisi quest’anno. Si stavano
occupando di inchieste riguardanti prostitute minorenni e abusi giudiziari. Dal
2013 il Brasile è terzo in questa triste classifica, subito dopo Colombia e
Messico. Sono blogger, e conduttori radiofonici, come il caso di Gleydson
Carvalho, assassinato a Camocim durante la sua trasmissione. Gli unici rimasti
a indagare su scandali che invece la stampa di regime ignora o minimizza.
Onu:
"50 civili, tra cui bambini, uccisi in attacchi a 5 strutture mediche e
due scuole" in Siria (RaiNews24)
Il nord della Siria devastato da
bombardamenti su ospedali e scuole. L'allarme delle Ong e dell'Onu: 50 le
vittime di una violazione dei diritti umani e di crimini di guerra…2016
http://www.intopic.it/notizia/9625181/?r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha
(Tutti i diritti riservati all’autore e
alle testate).
Questo blog aveva lo scopo di far
conoscere ad ogni persona del mondo i retroscena di criminalità che si
manifestano più o meno nascosti dietro le notizie dei media. È ben vero che
ogni tanto emergono altri dati buoni di umanità caritatevole che aiuta dei
disperati che hanno perso tutto o si trovano in situazioni allo stremo, beninteso
che qui sono citati anche tutti quei volontari che accorrono in associazioni o
individualmente per aiutare quei popoli.
Le liste si allungano sempre più, emergono
dati altamente negativi: vedi bimbi bruciati vivi dai criminale Boho Haram in Centro
Africa e che orami nessuno internazionale tenta di fermare, di anche
distruggere una volta per sempre quel genere di crimine contro l’umanità anche
se compiuto da tossici sotto l’effetto di eccitanti, ma i nostri politici, oltre
ad andare a ringraziare i volontari delle isole greche dovrebbero interporsi
tra i criminali che bruciano vivi adulti e bambini e fermare questa ennesima
shoah o genocidio programmato, invece se per la Siria si prospetta, dopo anni, una
tregua, laggiù in centro africa si sequestrano anche bambine riempite di droga
e bombe per farsi esplodere in mezzo alla gente, portando ulteriore distruzione,
ma ormai si va avanti così, si lascia fare o si fa poco e la gente fugge dalla
morte violenta che l’aspetta fuori casa e intraprende il viaggio altrettanto
criminale di tratta degli umani dove altrettanti delinquenti organizzano viaggi
da paura verso un mare che riserva sorprese di morte e di vita verso un paese
che non si sa più come accoglieranno questi che sopravvivono, non vivono più ma
portano i loro familiari verso l’incognita del domani per la vita non verso la ricchezza
o l’agiatezza, ma la semplice vita da vivere. Che Dio ci aiuti una volta per
sempre, poiché noi, a parte i volenterosi che sacrificano anche la loro vita, c’è
solo una terra di nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento