1) L'ONU fa sapere che 4 milioni di migranti
siriani sono pronti a partire e arrivare in Europa se non verrà
fornito sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria - Giordania,
Libano e Turchia - dove ora vivono. Intanto la Commissione UE suddivide le quote
per la ricollocazione: 70mila tra Germania, Francia e Spagna, 15mila in Italia.
http://www.fanpage.it/.
CRONACAULTIME NOTIZIE 7 SETTEMBRE 2015 08:18 di Antonio Palma – Ondata di
migranti in Ungheria, segnalati scontri – Esasperati nell'attesa di
un autobus, alcuni profughi hanno sfondato le linee della polizia
ungherese e si sono messi in marcia a piedi sulla principale autostrada verso
Budapest. Alcuni sono stati subiti fermati dagli agenti, mentre altri
sono riusciti a far perdere le proprie tracce tra i cavalcavia
dell'autostrada. Chi è stato bloccato, è stato poi condotto presso un
campo delimitato da filo spinato e reti dove ha rifiutato di entrare.
19.40 – Onu: "Senza aiuti 4 milioni di profughi
da Siria verso UE" – Almeno 4 milioni di profughi sono pronti a mettersi
in viaggio verso l'Europa se la comunità internazionale non fornirà
sostegno e aiuti ai tre Paesi confinanti con la Siria – e cioè Giordania,
Libano e Turchia – dove ora vivono. Lo ha detto il capo dell'ufficio di Ginevra
delle Nazioni Unite Michael Moeller.
14.00 – Hollande: "Da domani voli di ricognizione
francesi in Siria" – "In Siria vogliamo sapere cosa si prepara contro
di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana. Per questo ho deciso di
organizzare questi voli di ricognizione, in collegamento con la coalizione».
«Secondo le informazioni che raccoglieremo potremo condurre dei raid" ha
annunciato oggi il presidente francese François Hollande, aggiungendo:
"Assad deve andarsene, è lui il responsabile della situazione in Siria, è
lui che bombarda il suo popolo che bombarda i civili, che ha utilizzato le armi
chimiche"
12.30 Piano UE: metà profughi a Germania e Francia. L'UE
potrebbe chiedere a Germania e Francia di accogliere più di 55mila rifugiati.
Sarebbe questo uno dei punti del piano quote rifugiati ideato dalla Commissione
Europea e ora in discussione. La notizia trapela da Bruxelles ed è stata
confermata da Parigi. In pratica, secondo il piano, Francia e Germania quindi
dovrebbero accogliere quasi la metà dei 120mila rifugiati da ricollocare dopo
il loro approdo in Italia e Grecia. Nel dettaglio Berlino ne dovrebbe
accogliere 31mila e Parigi altri 24mila, mentre la Spagna altri 15mila. Intanto
la Francia ha annunciato che proporrà di organizzare e ospitare una conferenza
internazionale sui profughi. Contro le quote invece si sono schierati sia la
Gran Bretagna che l'Ungheria, oltre agli altri Paesi del'Est. (Continua su: http://www.fanpage.it/migranti-convoglio-di-auto-tornato-in-austria-nuova-tragedia-a-lampedusa/).
2) Emergenza
migranti, convocata riunione UE il 14 settembre. In Libia ancora un naufragio
Il 14 settembre è stata convocata la riunione
ministeriale d'emergenza dell'Unione europea sull'immigrazione. L'appuntamento
è stato fissato con lo scopo di “rafforzare la risposta” dell'UE alla critica
situazione dei migranti in fuga dalle guerre che premano ai confini
dell'Europa. MONDO ULTIME NOTIZIE 31 AGOSTO 2015 - 08:01 di Susanna Picone (tutti i diritti riservati
all’autore ed alla testata).
Per affrontare l’emergenza migranti i ministri
dell'Unione europea si riuniranno il prossimo 14 settembre a Bruxelles. Lo ha
reso noto la presidenza UE lussemburghese in un comunicato. “La situazione in
tema di immigrazione riguardo le frontiere dell'UE ha recentemente preso delle
proporzioni quasi inedite”, è quanto si legge nella nota. “Allo scopo di
valutare la situazione sul terreno, le azioni politiche in corso, e di
discutere di nuove iniziative mirate a rinforzare la risposta europea il
ministro dell'Immigrazione Jean Asselborn ha deciso di organizzare un consiglio
Jai (Giustizia e Interni) straordinario”, si legge ancora. La convocazione del
vertice UE sui migranti segue di qualche ora l'appello dei ministri
dell'Interno di Francia, Germania e Gran Bretagna di organizzare un summit
sull'immigrazione straordinario per affrontare l'emergenza. La strada rimane
comunque tutta in salita, vista la riluttanza di molti governi, specie del
nord Europa, sui migranti. Migranti, la proposta della Gran Bretagna – Intanto
il ministro britannico dell'Interno, Theresa May, ha definito l’attuale livello
dell’immigrazione “non sostenibile” e ha chiesto una riforma della libera
circolazione nell'UE, in modo da autorizzare la permanenza in Inghilterra
soltanto a chi possiede un lavoro, chiudendo invece le porte ai disoccupati
stranieri dell'Unione, in deciso aumento. Secondo il ministro,
l'immigrazione dai paesi UE è più che raddoppiata rispetto al 2010, ed “è per
questo che la volontà del governo di rinegoziare la relazione della Gran
Bretagna con l'UE è così importante”.
3) L’ultimo
naufragio in Libia: almeno 37 morti – Intanto, dopo la strage
di migranti di giovedì scorso – dove circa 200 cadaveri sono stati individuati
dalla guardia costiera libica davanti alle coste di Zuwara – domenica al largo
della Libia vi è stato un altro naufragio. Il bilancio momentaneo è di almeno 37
vittime. In un primo momento era stato segnalato il ritrovamento di 7 cadaveri
nella zona di Khoms, città che si trova ad un centinaio di chilometri ad est di
Tripoli ma secondo quanto riferito da Mohamad al-Misrati, portavoce della
Mezzaluna Rossa a Tripoli, alcuni pescatori hanno poi trovato nelle vicinanze
altri 30 corpi. (Continua su: http://www.fanpage.it/emergenza-migranti-convocata-riunione-ue-il-14-settembre/http://www.fanpage.it/).
Ancora annegati che si aggiungono ai precedenti, gli
stati si riuniranno dopo anni di aspettative con incremento dei numeri dei
morti ufficiali e non ufficiali. Molti politici il 14/09 hanno deciso di usare
la forza contro gli scafisti senza specificare cosa vuol dire usare la forza
contro criminali, magari cooptati a farlo; di fatto però sembra che l’unica
soluzione per fermare i migranti sia alzare muri di cemento, filo spinato, poliziotti
che percorrono confini chilometrici. Questa è la soluzione? A cosa ci avvia
questa soluzione drastica e senza uno scopo preciso? Ad esempio si potrebbe
dire ai migranti di non sporcare il suolo pubblico, ma di radunare in siti
stabiliti tutto quanto viene scartato o non usato e lasciato alle intemperie
del momento: sarebbe già un mostrare ai migranti un comportamento civile anche
in circostanze critiche come le loro.
4) MOSUL,
L’ISIS RAPISCE 127 BAMBINI PER FARNE MILIZIANI
I piccoli avrebbero tutti un'età compresa tra gli 11 e 15
anni.
OLTRE IL MEDITERRANEO Manuela Petrini - set 8, 2015 0
da www.Interris.it (tutti i diritti
riservati al l’autore ed alla testata).
Almeno 127 bambini rapiti dall’Isis negli ultimi giorni. È
l’ultima sconcertante denuncia che arriva da Mosul, da giugno dello scorso anno
diventata roccaforte dell’autoproclamato Califfato nell’Iraq settentrionale. Lo
scopo ultimo è quello di inviarli nei campi di addestramento per trasformarli
in jihadisti da utilizzare durante le battaglie o in operazioni terroristiche.
A riferirlo da Erbil sono i media vicini al Pdk, il Partito democratico del
Kurdistan di Massud Barzani, il presidente della regione autonoma curda.
I bambini scelti per questo addestramento forzato
avrebbero tutti un’età compresa tra gli 11 e 15 anni. Due di loro, secondo
quanto riferito dal sito on-line “Sumerian News” avrebbero provato ad apporsi
al reclutamento forzato e per questo sarebbero stati barbaramente uccisi. Secondo
le stime del consigliere della guida suprema per gli affari militari, il
generale Yahya Rahim Safavi, sarebbero almeno 100.000 gli uomini alle
“dipendenze” dell’organizzazione terroristica di Abu Bakr al-Baghdadi. Almeno
5.000 sarebbero ceceni, pagati con un salario mensile di 200 dollari.
Inoltre nell’ultimo periodo i miliziani dell’Isis si
sarebbero impadroniti di parte del campo petrolifero di al-Jazal, nella
provincia centrale di Homs. I jihadisti avrebbero anche conquistato l’omonima
cittadina e rivendicato la sua “piena liberazione” dalla presenza dei
governativi.
Se dei bambini sono stati da sempre rapiti per farne dei
soldati ossequienti e pilotati vuol dire che si è fatto molto poco per impedire
questo rastrellamento che torna a vantaggio dei criminali che li rapiscono.
L’Onu che proposte ha fatto? Ha mandato le cosiddette “forze di pace” o caschi
blu a difendere le principali città e i principali paesi da questo crimine che
poi viene ampliato come se fosse una forza incontrastabile e quindi pazienza…
amen!
5) Mortalità
infantile dimezzata dal 1990? Ma l'Africa rallenta
16 settembre 2014 - I nuovi dati diffusi oggi da UNICEF,
OMS, Banca Mondiale e ONU indicano che i tassi di mortalità infantile (decessi
tra 0 e 5 anni) sono scesi del 49% tra il 1990 e il 2013, passando da 12,7 a
6,3 milioni di decessi a livello globale annuo. In termini assoluti, questo
calo si traduce nella sopravvivenza di ben 100 milioni di bambini nel periodo
preso in esame. Il ritmo della riduzione annua della mortalità infantile ha
accelerato negli ultimi anni (in alcuni paesi è addirittura tre volte più
rapido rispetto al passato), ma nel complesso i progressi sono ancora lontani
dal raggiungere l'obiettivo globale di riduzione di due terzi della mortalità
sotto i cinque anni entro il 2015. Le stime, contenute nel nuovo rapporto
congiunto “Levels and Trends in Child Mortality 2014” mostrano che nel 2013,
6,3 milioni di bambini sotto i cinque anni sono morti per cause in gran parte
prevenibili: circa 300.000 in meno rispetto al 2012. Ma ancora quasi 17.000 bambini muoiono ogni
giorno. Sempre nel 2013, 2,8 milioni di bambini - ossia il 44% del totale -
sono morti entro il primo mese di vita. Circa due terzi di questi decessi
neonatali si sono verificati in soli 10 Stati. Sia la mortalità neonatale (0-1
anno) che quella infantile (0-5 anni) sono in flessione continua, ma la prima
registra tassi di diminuzione più lenti rispetto alla seconda. Sulle strategie
di lotta alla mortalità neonatale si concentra un secondo rapporto,
"Committing to Child Survival - A Promise Renewed 2014", reso
pubblico sempre oggi dall'UNICEF. Mortalità infantile, in India e Nigeria un
terzo dei decessi.
Dei
60 Stati identificati come "paesi ad elevata mortalità" - con almeno
40 decessi sotto i cinque anni ogni 1.000 nati vivi - 8 hanno già raggiunto o
superato l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio 4 (riduzione di due terzi della
mortalità infantile rispetto al 1990). Questi paesi sono: Malawi (-72%),
Bangladesh e Liberia (-71%), Tanzania ed Etiopia (-69%), Timor-Leste e Niger
(-68%), Eritrea (-67%).
Asia Orientale, America Latina-Caraibi e Nord Africa
hanno già ridotto il tasso di mortalità infantile di oltre due terzi rispetto
al 1990. India (21%) e Nigeria (13%),
insieme, registrano più di un terzo delle morti tra i bambini sotto i 5 anni di
età. Nonostante abbia ridotto i tassi di
mortalità infantile del 48% rispetto al 1990, l'Africa Subsahariana mantiene
ancora i tassi di mortalità infantile più elevati al mondo - 92 decessi ogni
1.000 nati vivi -, quasi 15 volte più della media nei Paesi ad alto reddito.
Un bambino che nasce in Angola, lo Stato che registra il
tasso di mortalità infantile più alto al mondo (167 decessi ogni 1.000 nati vivi),
ha 84 volte più probabilità di morire prima di compiere il quinto compleanno,
rispetto a un bambino che nasce in Lussemburgo, paese che vanta il tasso di
mortalità infantile più basso al mondo (2 decessi ogni 1000 nati vivi).Le
probabilità di morire in tenera età aumentano ancora se il bambino nasce in una
zona rurale, se appartiene a una famiglia povera o se la madre è priva di
istruzione.
Le principali cause di mortalità infantile sono:
- complicanze per nascite premature (17%)
- polmonite (15%)
- complicanze durante il travaglio e il parto (11%)
- diarrea (9%)
- malaria (7%).
La malnutrizione è concausa in quasi metà di tutti i
decessi al di sotto dei cinque anni.
Il rapporto rileva che i principali miglioramenti nella
sopravvivenza infantile sono dovuti a interventi accessibili e sperimentati
contro le principali malattie infettive, come la vaccinazione, l'utilizzo di
zanzariere trattate con insetticida, la terapia di reidratazione orale contro
la diarrea, il ricorso a alimenti terapeutici e alla nutrizione supplementare. Le
principali cause di mortalità neonatale, ossia le complicanze per nascite
premature (35%) e i problemi durante il travaglio e il parto (24%), richiedono
interventi sanitari strettamente legati alla tutela della salute materna.
«C’è stato un significativo e veloce progresso nella
riduzione della mortalità tra i bambini, e i dati dimostrano che un successo è
possibile, anche per i paesi con poche risorse» commenta i dati Mickey Chopra,
responsabile per i programmi sanitari dell'UNICEF. Il rapporto
“Levels and Trends in Child Mortality 2014” è stato realizzato
annualmente dal Gruppo inter-agenzie delle Nazioni Unite per le stime sulla
mortalità (United Nations Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation -
UN-IGME).
Il gruppo è guidato dall’UNICEF e include anche
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS9, Banca Mondiale e la Divisione
Popolazione delle Nazioni Unite del Dipartimento degli affari Economici e
sociali dell'ONU.
Questi dati non sono ancora stati contestati da altre
fonti,certo che così presentati sono molto allettanti,manca la solita
componente non ufficiale e forse una sottostima,ma si spera in notizie attendibili
che risollevano quelle precedenti abbastanza stomachevoli.
6) Medio
Oriente, le menzogne dei media sulla carneficina siriana (Fanpage.it
- tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata)
I giornali occidentali ci inondano di informazioni e
immagini sul massacro siriano. Ma è proprio quella la realtà dei fatti? A mio
parere no. I nostri media ne sanno poco e, soprattutto, giocano sporco sul
massacro (verissimo) di civili inermi. Lo scontro, tuttavia, è soprattutto tra
occidente vs Russia e Iran (con lo zampino onnipresente della Cina).
17 LUGLIO 2012 di Francesco Cirillo (tutti i diritti
riservati all’autore ed alla testata). Non ci sono prove. Non ci sono
testimonianze dirette. Non ci sono immagini contestualizzabili. C'è poco da
fare: ciò che sta avvenendo in Siria è lontano dall'essere capito o dall'essere
spiegato con ragionevole obiettività, dovizia di informazioni e di particolari.
L'unica cosa chiara, purtroppo, è che ancora una volta una popolazione, in
questo caso quella siriana, paga il prezzo altissimo per ritrovarsi al centro
di un gioco violento in cui può partecipare solo come vittima sacrificale. Purtroppo,
però, questa banale osservazione sembra essere del tutto assente dal mainstream
informativo che unidirezionato ha già
assegnato personaggi e interpreti in un copione triste che si ripete da tempo e
che ha visto nei conflitti in Afghanistan, Iraq e Libia i più recenti
precedenti. Le domande più banali, benché inevase, sono: cosa sta succedendo in
Siria e perché?In entrambi i casi è possibile compiere solo delle ipotesi
inferenziali.
Cosa sta succedendo, dunque, in Siria? Di chi sono le mani
insanguinate che, settimana dopo settimana, stanno compiendo abominevoli reati
contro la popolazione?Per l'informazione occidentale non c'è alcun dubbio: sono
le forze dell'esercito regolare guidate dal presidente Bashar Al-Assad che,
attraverso bombardamenti massicci e vere e proprie rappresaglie, avrebbero
sterminato intere città e ucciso decine di centinaia di persone. Ora, fermo
restando che i massacri – purtroppo – ci sono stati, al momento non ci sono
prove evidenti che dimostrino chi si sia macchiato di tali reati. Nessuna. Solo
ipotesi, rumors e comunicati stampa di chi sta combattendo contro la fazione di
Al-Assad. Dal massacro di Hula a quello più recente di Tremseh non c'è una,
dicasi una, prova evidente e chiara di chi abbia materialmente agito sul campo.
Persino gli esponenti più aggressivi della diplomazia internazionale, Usa e
britannica in testa e che premono da mesi per l'intervento armato, parlano solo
di “ipotetico” o “supposto” coinvolgimento delle truppe alawite.
Un po' pochino, credo, per chiedere l'ennesimo intervento
militare d'urgenza e compiuto sempre dai soliti buoni volenterosi che dal 2001
stanno portando pace, lavoro e democrazia in tutto il Medio Oriente (sarebbe
ora troppo retorico ricordare cosa è successo in Afghanistan, Iraq e Libia). È
paradossale come, anche oggi, le principali testate occidentali spendano
aperture e titoli “sparatissimi” sull'ultima carneficina, e poi non diano
alcuna dignità di notizia, come si dice in gergo giornalistico, al rapporto
dell'Onu secondo cui non è possibile, al momento, identificare chi ha commesso
tali orrori (salvo poi utilizzare le stesse Nazioni Unite al momento opportuno…).
E se i media indipendenti provano a dare informazioni alternative, le testate
“importanti” preferiscono portare avanti una più comoda e tranquillizzante
politica di basso profilo, in cui vengono passati i comunicati stampa,
provenienti dai palazzi del potere, senza troppa cura nel verificare ciò che vi
è scritto. Fanno eccezione, come sempre, i media inglesi. Basti pensare
all'opera infaticabile del sito MediaLens o persino alla più ingessata BBC (di
particolare interesse sono le poche righe aggiunte dal corrispondente Frank
Gardner in cui spiega in poche righe perché l'intervista fatta in esclusiva
alla stessa BBC dall'ex diplomatico siriano Nawaf al-Fares e ora rifugiato
nel Golfo è da prendere con le molle).
Se, infatti, un paio di settimane fa
l'emittente di stato britannica è stata sottoposta ad un fuoco di fila perché
ha pubblicato, proprio in relazione alla strage di Hula, una foto che si è
scoperta poi essere stata scattata in Iraq in precedenza, o perché ha
rimaneggiato un pezzo sullo stesso episodio, allo stesso tempo Jon Williams,
senior World News Editor, parla apertamente tramite il suo blog ufficiale delle
difficoltà oggettive di poter riportare con accuratezza e obiettività i fatti
siriani. Stesso discorso si può fare per i tanto blasonati The Independent e
The Guardian.
Nessuno, dunque, al momento sa niente su cosa stia
accadendo in Siria. L'unica cosa certa è che i paesi occidentali stanno
aumentando la pressione sul regime di Al-Assad affinché questo se ne vada e
lasci campo libero, con tutta probabilità, a un esecutivo più “western
friendly”. La Siria, è necessario ricordare, seppur brevemente, detiene ancora
oggi due pessime caratteristiche per il mondo dominante: è vicina, vicinissima
(anche per motivi religiosi) al nemico pubblico numero uno, l'Iran, e nel
contempo, è uno dei partner militari e commerciali più affidabili della Russia.
Un'accoppiata esplosiva, è proprio il caso di dire, che fa di Damasco lo
strumento su cui fare leva al fine di giocare la partita, sempre più in campo
aperto, tra Usa & Co. e le potenze regionali del “RussIranistan”. Giusto a
titolo informativo, e per far capire perché, ad esempio, è estremamente
improbabile che lo Zar Putin getti dalla torre la Siria, è importante ricordare
che Damasco ospita l'unica base mediterranea della Flotta del Mar Nero (a
Tartus con esattezza), considerato punto strategico per la movimentazione
navale della marina militare ex sovietica. A questo si devono aggiungere i
continui ordini di materiale militare, elicotteri, aerei e soprattutto sistemi
antimissili di ultima generazione (di cui i russi sono leader), che nel corso
degli anni hanno ulteriormente rafforzato la partnership strategico-militare
tra i due paesi.
Per quanto riguarda l'Iran, invece, i legami sono sia,
come si diceva, di natura religiosa (entrambe a maggioranza sciita, in Siria
domina la fazione alawita, a differenza del sunnismo più radicato nella
penisola arabica, distinzione primaria nel momento in cui si voglia parlare di
Medio Oriente) che di natura politica. La Siria, insieme al Libano, alla
striscia di Gaza e all'Iraq settentrionale, rappresenta una delle principali
diramazioni del potere degli Ayatollah che, anche attraverso la discutibile e
dispotica gestione del potere da parte di Al-Assad ha costruito il suo rango di
potenza regionale indiscussa (forza derivante dall'utilizzo massivo dei fondi a
conio verde e nero, ovvero i petrodollari). Senza voler, almeno per ora,
entrare nel merito specifico del conflitto e, soprattutto, della sua analisi
geopolitica, risulta evidente persino ad un osservatore superficiale che la
battaglia che si sta combattendo in Siria riguarda lo scontro di potere tra
Stati Uniti e alleati, contro Iran e Russia, cui si deve aggiungere la Cina,
sempre pronta a contribuire al logoramento americano (basti pensare
all'imminente esercitazione militare congiunta Russia, Iran e appunto Cina
proprio in Siria) e colpisce il tweet attributo al generale israeliano in cui
si afferma che la possibile caduta di Al-Assad sarebbe un pericolo per lo stesso
paese con la Stella di Davide; d'altronde poi da mesi gli stessi vertici del
Mossad stanno facendo di tutto per evitare ogni possibile confronto armato
diretto con l'Iran e i suoi alleati). La posta in gioco, per quanto esecrabile,
è il possibile o parziale ribilanciamento delle forze in campo a livello
internazionale, nel momento di maggiore debolezza economica, finanziaria e
sociale della vecchia Europa e, soprattutto, dell'ex golden boy americano. E
se, fino ad oggi, non solo l'Iran non è stato ancora attaccato militarmente (si
ricorda che le elezioni negli USA sono imminenti e che in molti, soprattutto da
destra, hanno già parlato apertamente di soluzioni militari praticabili per
detronizzare il potere di Teheran), anche per la Siria i giochi non sembrano
fatti – come invece lo furono in Libia, che non aveva le stesse protezioni ed
interessi comuni –, è forse possibile ipotizzare che la battaglia, prima
politica e poi militare, non sia stata ancora vinta né dall'una né dall'altra
fazione, determinando lo stallo politico e il perpetrarsi dei crimini cui
assistiamo quotidianamente.
A rimetterci ancora una volta sono i popoli che,
fagocitati da presunte ragion di stato superiori, pagano il prezzo più caro per
la necessità di dominio di altri. Questo, forse, dovrebbe essere rappresentato
con maggiore attenzione dai nostri mezzi d'informazione che, tuttavia, sembrano
perdersi a loro volta tra veline, pressioni politiche e superficialità
rendendoci, contestualmente, compartecipi di tali abomini. (Continua su: http://autori.fanpage.it/medioriente-le-menzogne-dei-media-sulla-carneficina-siriana-2/http://autori.fanpage.it/ - tutti i diritti riservati all’autore ed alla
testata).
7) (AGI)
- Parigi 12 set. - Il governo francese, tra non pochi imbarazzi, è stato
costretto a sospendere il proprio console onorario che vendeva barconi ai
migranti
Il governo francese, tra non pochi imbarazzi, è stato
costretto a sospendere il proprio console onorario nella città portuale turca
di Bodrum dopo che un servizio della Tv France 2 l'ha sorpresa a vendere
barconi ai migranti diretti alle isole greche. Nelle immagini, riferisce la
Bbc, si vede la signora Francoise Olcay vendere in un negozio di sua proprietà
imbarcazioni e giubbotti salvagenti. Olcay si è difesa sostenendo che se non lo
avesse fatto lei, altri avrebbero venduto l'occorrente per il viaggio ai
disperati, ed ha anche chiamato in correo le autorità locali turche, che
secondo lei, sono coinvolte nel traffico. Proprio su una spiaggia accanto a
Bodrum venne ritrovato la scorsa settimana il corpicino senza vita del bimbo
curdo di tre anni Alan Kurdi.
L'immagine del corpo riverso sulla battigia, un
pugno nello stomaco all'Europa ma non solo, ha dato il via alle nuove
iniziative di accoglienza Ue. Ad imbarazzare ulteriormente il governo di
Parigi, nel video di France 2 si vede che sull'ingresso del negozio di
materiale nautico della Olcay e' esposta la targa ufficiale "Agence
Consulaire de France" con tanto di tricolore e il motto "Liberté-Egalité-Fraternité". stemmi
ufficiali. Il tutto accanto gommoni identici a quelli usati dai migranti e
ritrovati sulla spiaggia di Bodrum. Il ministero degli Esteri francese -
sottolinea France 2 - ricorda che l'incarico di console onorario e' volontario,
non retribuito e compatibile con lo svolgimento di altre attovita' incluse
quelle commerciali. Il reporter di France 2, Franck Genauzeau, con una
telecamera nascosta pone alcune domande alla ormai ex console onorario, dopo
aver fatto con lei un giro nel suo negozio. Quando le chiede: "Lei è
consapevole che questa gente che va a morire con questi oggetti che lei vende?".
La replica è: "Assolutamente". E quando il reporter le fa notare,
"Lei è console onorario di Francia e sta alimentando il traffico (di
esseri umani)", la signora alza le spalle e risponde "sì" salvo
poi aggiungere che "il sindaco alimenta il traffico, la capitaneria di
porto alimenta il traffico, il viceprefetto alimenta il traffico".
"In che senso?", chiede Genauzeau. "Che lasciano fare, lasciano
passare" i migranti, conclude la 'signora' Alcoy. (AGI).
(www.ilnotiziaio.it/.../7183-migranti-console-francese-a-bodrum-in-turchia-vendeva-barconi-sospesa
– tutti i diritti all’autore ed alla testata).
Fa capolino la solita corruzione ed anche criminalità di
un rappresentante di una nazione che fa mercato nero sui migranti e lo
giustifica dicendo che anche altre autorità lo fanno. A questo punto ci si
chiede di chi ci si deve fidare e se i migranti che sono in mano a criminali
sono più protetti che non da personalità ufficiali. La verità è purtroppo molto
selezionata e viene a galla proprio in circostanze particolari; per il resto
resta sott’acqua e non si vede, ma c’è ed è molto diffusa e coperta da altri
criminali col colletto bianco.
8) ATENE.
Un barcone pieno di migranti si è rovesciato in mare al largo dell'isola greca di
Fermakonissi, nell'Egeo meridionale, e 34 dei passeggeri sono morti; si teme che ci siano dei
dispersi - Dalla Grecia.
È
salito dunque il bilancio delle vittime (in un primo momento si era
parlato di 28 morti), fra le quali vi
sono 11 bambini oltre a 4 neonati. Il numero dei morti è comunque ancora
provvisorio e potrebbe aumentare ancora, almeno 28 migranti morti in Grecia: è strage
di bambini: altri 14 Aylan non sulla spiaggia, ma la tomba di alcuni di loro è senza fiori in
fondo al mare; tra le vittime bambini e neonati. Almeno la metà di 34 (dicono)
che sono giù in fondo al mare, trascinati dalle correnti che li spinge verso
altri mari, verso altri fondali, dove non avranno sepoltura se non come catena
alimentare.
Ma vi ricorderemo, bambini,
sempre: come Aylan, tre anni, annegato e spiaggiato, che ha risvegliato quello
che voi facevate già, senza nessuna foto, senza nessuna notizia mediatica, ma
solo sotto forma di cifre associate a una disgrazia.
In noi voi siete vivi
e, quando ci addormentiamo, vi pensiamo ancora e ci colleghiamo con la vostra Nuova
Vita che senz’altro c’è e vi farà sorridere e ridere come non mai, in braccio
all’amore dei vostri e soprattutto nell’amore di Colui che ci ha messo su
questi sentieri, proteggendoci alla
meglio, ma non dandoci in mano solo ad angeli, ma anche a delinquenti e
criminali con la coscienza da mostro.
– Stando a quanto riferiscono
fonti di agenzia, tra le 28 vittime vi sarebbero almeno 4 neonati e altri 8
bambini. Sei vittime sono state trovate nella stiva del barcone, che si sarebbe
capovolto probabilmente a causa del peso eccessivo. Al largo dell'isola di
Farmakonisi, intanto, i soccorritori sono ancora al lavoro: all'appello mancano
circa 15 persone, stando ad una prima stima fatta grazie alle segnalazioni dei
migranti scampati al naufragio. Mentre non accenna a rallentare il flusso di
profughi attraverso la frontiera ungherese, le acque della Grecia sono teatro
dell’ennesima tragedia del mare. A quanto trapela in questi minuti il barcone
viaggiava con circa 100 persone a bordo e si sarebbe inclinato proprio a causa
del peso eccessivo: circa una cinquantina di persone sono state scaraventate in
acqua e tra queste avrebbero perso la vita anche 14 bambini.
Resta
altissima, intanto, la tensione lungo la rotta balcanica:
solo oggi in 4mila hanno attraversato la frontiera ungherese, mentre nei campi
profughi in Serbia si rischia il collasso e l'emergenza umanitaria. Di pari
passo, il premier ungherese Orban continua nella linea dura e sembra
intenzionato ad andare fino in fondo nella costruzione del muro e nella volontà
di "arrestare" chiunque oltrepassi irregolarmente il confine. Nel
frattempo, la polizia austriaca ha comunicato di aver trovato ben
42 migranti nascosti in un camion frigo. I due autisti del mezzo,
iracheni, sono stati arrestati. I migranti sono in buone condizioni ed ora
saranno trasferiti in un centro di accoglienza (Continua su: http://www.fanpage.it/ennesima-tragedia-del-mare-almeno-28-migranti-morti-in-grecia/
http://www.fanpage.it/).
Non si voleva arrivare a questa conclusione spietata, che
però è sempre presente in tutti i naufragi: i bambini sono i primi a morire,
perché più sprovveduti degli adulti da cui si aspettano aiuto e perché nessuno
ha fatto loro imparare a nuotare.
Ancora un naufragio tra Turchia e Grecia.
MONDOULTIME NOTIZIE 15 SETTEBRE 2015 - Ancora bambini annegati ed in fondo al mare
- 08:10 di Susanna Picone (tutti idiritti riservati all’autore ed alla
testata).
Ore 10.55 – In Ungheria 9.380 migranti bloccati, 16
arresti – La polizia ungherese ha bloccato nella giornata di lunedì 9.380
migranti entrati dalla Serbia. Dopo la mezzanotte sono state arrestate 16
persone, per aver violato la nuova legge che prevede fino a tre anni di carcere
per chi entra illegalmente nel Paese. Lo riferisce un portavoce. Ore 10.45 – Si
aggrava il bilancio del naufragio
avvenuto all'alba nelle acque tra Grecia e Turchia: secondo il sito di
Hurriyet, i corpi recuperati dalla guardia costiera turca sono almeno 22, tra
cui quelli di 4 bambini, mentre 211 persone sono state tratte in salvo.
Ore 9.50 – Nuova tragedia di migranti nelle acque tra
Turchia e Grecia: secondo i media ellenici e turchi, almeno 13 persone, tra cui
quattro bambini, sono morte nel naufragio della loro imbarcazione al largo
delle coste sudoccidentali della Turchia davanti a Datca. Secondo queste fonti,
sono state tratte in salvo 205 persone. (Continua su: http://www.fanpage.it/migranti-da-ue-accordo-a-meta-in-ungheria-completato-il-muro/
- http://www.fanpage.it/).
Altri bambini che aumentano l’esercito degli innocenti assassinati e che gridano vendetta alla terra, al cielo, all’umanità, a Dio. Perché morire così, quando i politici non sanno decidersi o ritornano a fare i caporali sulla pelle degli altri, specie dei bambini? Basta con l’assassinio consenziente politico del rimandare le decisioni e non avere il coraggio di imporre la salvezza degli altri esseri umani!
È veramente triste osservare le faccine di tutti i
bambini migranti da ogni terra e portati dai loro padri e madri e pensare quale
tra questi non sarà più presente per vivere al prossimo imbarco o esodo a piedi
e scomparirà nell’esercito degli innocenti che non ha nome, ma è simbolo degli
adulti vigliacchi che pensano solo ai soldi e basta. Tanti sorrisi infantili si
vedono anche se sgambettano vicino ai loro adulti, corrono sulle linee
ferroviarie, offrono biscotti ai poliziotti, ma poi piangono se la polizia da
manganellate ai loro genitori o c’è ressa soffocante che li costringe a respirare
male.
Ma seguono lo stesso i loro genitori, non li abbandonano,
portati sulle spalle, sulle braccia, si addormentano pure stanchi delle
camminate in ogni clima, se non sopraggiunge disidratazione, fame, mare che non
conoscono e quant’altro.
Ma appena possono si rimettono a giocare, a correre, a
saltare, a giocare con il più strapazzato giocattolo che tengono come sacro
nelle loro tasche e si formano i gruppettini che si rincorrono. Poi quando
disegnano le barche o carrette che affondano, i corpi degli altri bambini che
sono stati uccisi, disegnano anche teste senza corpo e madri che piangono, cimiteri…
e allora i fantasmi che avevano sepolto nel loro subconscio riaffiorano nella
loro violenza: allora piangono, si disperano. Se poi sono rimasti soli sono
come fiori cui è stato tagliato il gambo: i loro occhi non ridono più, sono
persi altrove, e le paure che subentrano li spingono o a rinchiudersi in se
stessi senza compiangersi, specie se ci
sono fratelli ed avviene che iniziano a farsi forza, pensare al cibo, al buco
dove ripararsi, inconsapevoli ancora degli sparvieri che li possono notare e
straziare nelle loro prede da vendere o da sfruttare comunque.
Ringraziamo sempre di cuore quei volontari che aiutano
questi disperati e cercano di impostare loro una vita possibile vivibile, volontari
che spesso non hanno le divise cariche di contrassegni, hanno abbandonato il
loro lavoro e la loro casa e sono giù, silenziosi ad aiutare chi ha necessità
di superare qualche ostacolo. Grazie! Siete il frumento che sta crescendo e che
renderà molto per questa umanità tanto disastrata ed egoista, rendendola forse
un po’ migliore, anche se i bambini morti assassinati aumentano di giorno in
giorno!
Altro che miglioramento dei bambini sotto i cinque anni:
orrende bufale. La realtà cerchiamola in fondo ad ogni mare e lungo le vie di
esodo.
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