1) Silenzio: si uccide… o si lascia morire, e
qualche bambino è vergogna per noi adulti.
Indonesia,
profughi Rohingya – AFP 17/05/2015 Tutti i diritti riservati all’autore ed alle
testate, da inTOPIC.it (youmedia.fanpage.it/video Radio Vaticana, ecc)
Una
catastrofe umanitaria si consuma nel silenzio internazionale: quella del popolo
Rohingya. A migliaia sono alla deriva nel mare delle Andamane, a bordo di navi
di fortuna, dopo la fuga dalla Birmania, dopo essere stati abbandonati dai
trafficanti e dopo essere stati respinti da Malaysia, Thailandia e Indonesia.
Il premier malese si è rivolto al governo birmano, invitandolo a farsi carico
di una questione che lo riguarda direttamente. È in Birmania che vivono 1,3
milioni di Rohingya, gruppo etnico poverissimo di fede musulmana, non
riconosciuto come minoranza, sistematicamente discriminato, al quale non è mai
stata concessa la cittadinanza. È da lì che queste persone fuggono; sono circa
seimila abbandonati in mare in cerca di un approdo. Francesca Sabatinelli ha
intervistato Francesco Montessoro, docente di Storia dell’Asia all’Università
di Milano:
R. -
Nessuno vuole i membri di una comunità emarginata e poco influente
semplicemente perché, in tutti i Paesi dell’area, è inaccettabile l’afflusso di
decine di migliaia, di centinaia di migliaia di persone completamente sradicate,
che, di fatto, non hanno né in Birmania-Myanmar, una speranza di insediamento
in termini continuativi, né possono tornare in Paesi da cui, in altre epoche, sono
emigrati. Tutti i Paesi dell’area hanno politiche sull’emigrazione decisamente
restrittive e hanno situazioni interne decisamente difficili, sotto il profilo
socio-economico. Dovrebbero tornare in Bangladesh, ma si tratta di un afflusso
migratorio che è avvenuto molto tempo fa e dunque, da questo punto di vista, non
tornano in un Paese lasciato dai loro antenati. E d’altra parte sono un
problema per la stabilità di alcune regioni del Myanmar.
D. –
Sembra davvero impossibile immaginare che un nuovo corso birmano possa
finalmente riconoscere come minoranza quella dei Rohingya…
R. – La
situazione delle minoranze etniche in Myanmar è una situazione del tutto
particolare. Bisogna considerare che i birmani veri e propri sono i due terzi
della popolazione del Paese. Vi è un terzo, più del 30 per cento della
popolazione, che non appartiene all’etnia Bamar, quella principale, quella
birmana vera e proprio. Questo terzo della popolazione appartiene a 135 gruppi
etnici diversi, con caratteristiche culturali, linguistiche, molto diverse le
une dalle altre. Per cui non c’è la possibilità di costituire uno Stato. Alcuni
gruppi, più numerosi, i Kachin, Shan, Karen, hanno l’ambizione di avere un
proprio Stato, e dal 1948, in vari modi, animano anche forme di resistenza
armata. Per cui il Myanmar, la Birmania di ieri, non è affatto un Paese
unitario, al governo centrale sfugge una parte consistente della popolazione e del
territorio. Questa situazione fa da sfondo a qualsiasi processo di
trasformazione. La possibilità di pacificare il Paese, trovando un accordo con
le minoranze etniche, è assai problematica. Se, per ipotesi, vi fosse fra
qualche mese, dopo le elezioni che si terranno alla fine dell’anno, un governo
capeggiato da Aung San Suu Kyi, non ci sarebbe comunque, di per sé, la speranza
di giungere in tempi brevi ad una soluzione di un problema che è di tipo etnico
e che ha una valenza nazionale. Il caso dei Rohingya è ancora più particolare:
si tratta di una minoranza che non ha legami ancestrali con la terra, che non è
riconosciuta come membro di una comunità, pur multi-etnica, e dunque non ha
alcun diritto. Per di più, sono legati a una componente religiosa specifica, quella
musulmana, che non ha, nell’universo buddista-birmano, alcun legame, alcuna
simpatia.
D. –
Human Rights Watch ha accusato la Malaysia, la Tailandia e l’Indonesia di
giocare un ping-pong umano. Mi sembra a questo punto che la fine di questa partita
sia già segnata, tragicamente segnata…
R. – I
governi dei Paesi che lei ha citato sono ostili ad accogliere profughi che
costituirebbero un problema e che costituirebbero anche un precedente, per la
verità abbastanza grave. Si tratta di problemi difficilmente risolvibili. In
Asia sud-orientale non vi è alcun governo che sia disposto a concedere alcunché,
per ragioni interne, perché questi Paesi sono meno dotati di infrastrutture, o
comunque di una ricchezza economica per accogliere qualcuno che è semplicemente
una zavorra, un peso. Per cui, adotteranno senz’altro politiche sgradevoli e
disumane. E la denuncia che fanno gli organismi umanitari internazionali è una
denuncia sacrosanta. Bambini di un altro mondo ed i soliti crimini più
raffinati contro l’umanità stessa.
2) Ma non c’è religione che tenga.
Infatti
già dal 2012 in Birmania la strage dei musulmani era già in atto: "È un
genocidio" pubblicato il 27 novembre 2012 alle ore 10:58. Gli occhi tristi
di Saulama sono gli stessi di migliaia di bambini denutriti e senza casa, vittime
della violenza etnica che insanguina il Myanmar, la ex Birmania. Lo stato di
Rakhine, al confine con il Bangladesh, è teatro di violenze nei confronti della
minoranza dei musulmani Rohingya: oltre 100mila persone vivono nei campi
profughi, costretti a scappare dalla persecuzione della maggioranza buddista, che
ha causato centinaia di morti. Mohammed Syed parla di pulizia etnica: "È
tutto organizzato, lo fanno in modo sistematico, hanno studiato un piano:
vogliono perpetrare un genocidio". Chi è rimasto nei villaggi vive nel
terrore, chiuso in una specie di ghetto con cibo e medicine razionati: i
musulmani non sono considerati cittadini, anche se sono un milione. I politici
locali mostrano le foto dei buddisti feriti negli scontri."Non hanno
diritto alla cittadinanza, arrivano dal Bangladesh e vivono lì, vogliono questa
terra, noi non vogliamo usare la violenza, vogliamo la pace". Parole che
sembrano smentite dai campi profughi poco lontano, dove arrivano centinaia di
persone che hanno perso tutto e denunciano omicidi e violenze sessuali: un
sottile strato di paglia separa i bambini dagli escrementi umani e animali, il
rischio di epidemie è altissimo. I medici sono costretti a lavorare senza
autorizzazione. "È appena morta una bambina di cinque anni: facciamo il
possibile, sappiamo che stiamo salvando delle vite ma sono così tanti ad aver
bisogno di aiuto". L'allarme lanciato dal presidente Obama durante la
visita nel Paese per ora ha prodotto solo delle promesse del governo mai
diventate realtà. (Birmania, La strage dei musulamani: "E' un
genocidio" - youmedia.fanpage.it/video/ULSOyuSw0NfmvAU7, pubblicato il 27
novembre 2012 alle ore 10:58 - tutti i diritti riservati agli autori ed alle
testate).
Non si
sa più cosa dire, su chi fare affidamento e chi, come gran parte di noi, può
solo leggere o vedere queste oscenità, si affida all’aiuto finanziario che può offrire
o, se più giovane, entra nel volontariato, quello vero e non per guadagnare o
cercare l’avventura (come succede). Sono parecchi, e si sono visti: anche
semplici privati che arrivano dove molti disperati sono accampati sugli scogli
o a cielo aperto (come fuori dalla Stazione Centrale di Milano, giugno 2015) a
portare quello che possono e che serve per sopravvivere. C’è ancora una umanità
che emerge in queste circostanze e che è egualmente silenziosa e rispettosa del
fratello, anche se invade spazi che altri lamentano perché lo Stato si mostra
nascosto dalle carte, dalle circolari che non sembrano esistere o che inviano
in paesi di 20 abitanti (Treviso, Veneto) il doppio o triplo di questi
disperati, oltre al resto lontano dai centri o in periferia dei medesimi. È
recente l’articolo Immigrazione, la
missione Ue è già un flop: parole, pochi mezzi e zero aiuti. E senza l'Onu, gli
scafisti ridono (http://www.liberoquotidiano.it/news/home/11803206/Immigrazione--la-missione-Ue-e.html,
http://www.intopic.it/notizia/8457455/
- tutti i diritti riservati agli autori e alle testate).
Speriamo
che oltre a nominare con sigle come al solito molto chiare e precise per
l’informazione del popolo (che non è bue, anche se lo credono tale) si avveri
qualcosa che diminuisca l’esodo degli immigrati, così come è avvenuto fino ad
ora con l’assenza di direttive precise da parte dei cosiddetti organi statali
adibiti ad hoc.
3) Il gesto umano di un bambino nero a
Baltimora.
Un
bambino che dà ad un poliziotto una bottiglietta di acqua durante una
manifestazione con la polizia schierata in assetto di guerra ed altri racconti
simili che ci sono, ma non sono nominati se non con qualche trafiletto perso in
un mare di notizie frivole che danno l’idea dell’umanità che si lamenta, ma poi
di fronte a partite di calcio o a dissapori tra i big di qualsiasi associazione,
ne studiano i minimi particolari come se facessero parte della cultura
dell’umanità e del suo incedere nel futuro. Ma non è così: il gesto del bambino
ci fa vergognare e al tempo stesso emerge nel nostro profondo un senso di voler
imitare con qualcosa di simile quel bambino di cui non si conosce il nome e che
è già scomparso dalle notizie mediatiche; resterà scritto da qualche parte dove
si raccolgono notizie su questi gesti per spronarci a volerci più bene tra noi,
se possibile, e a spingere lo sguardo oltre le nostre miopi visioni di un mondo
che è intorno a noi, mentre tralasciamo (perché ne siamo stufi) l’esodo dei
cittadini più sfortunati, che fuggono dai loro paesi e che impiegano anni a
raggiungere lo stato sogno in cui intravvedono la possibilità di vivere meglio,
salvo poi vivere una disillusione peggiore e rimpiangere i sacrifici e gli anni
passati per percorrere via terra e mare migliaia di chilometri in anni di vita,
esposti ad ogni imprevedibilità come eventi meteorologici, traumi da sforzo, barriere
che gli stati stanno costruendo per bloccare quell’afflusso spinto dal voler
vivere loro ed il loro bambini una vita più decente.
Ringrazio
sempre di tutto cuore quei volontari di tutti le nazioni che si danno da fare
per aiutare questi pellegrini disperati che, coi loro piedi, percorrono ogni
strada possibile, di cui molti muoiono senza nemmeno essere seppelliti, come
meriterebbe un essere umano, non perché puzza, ma perché è un essere umano.
Grazie
a tutti quei volontari che salvano vite come bambini piccolissimi, come la bambina
Lata (in Yousef, 2015), che vivono e vengono salvati in condizioni disperate,
come in riva a fiumi gelidi accanto al cadavere del proprio nonno che ha
cercato di proteggerla finché ha potuto e poi una mano pietosa è corsa in suo
aiuto a salvarla (sempre mano pietosa senza medaglia, ma che Qualcuno non si
dimenticherà di sicuro).
Oppure
mani pietose che mettono bottiglie di acqua sui percorsi dei migranti del
deserto o di zone pericolose come tra il Messico e gli Stati Uniti d’America e
mettono pure una croce dove c’è il cadavere di uno che non ce l’ha fatta.
C’è un
brulichio di volontari operosi che agiscono e non danno segno di sé se non
raramente, ma è il frumento che cresce nonostante sia strozzato dalla gramigna
di tutti gli altri cittadini che se ne fregano altamente, di chi è lontano
venti centimetri dal suo di dietro. Ed oltre a questi disperati, altri
disperati che si affidano a traghetti sgangherati ed annegano a centinaia
(traghetto in Cina giugno 2015) o salgono su mezzi inidonei e muoiono strada
facendo.
Come
pure esultiamo se in Nigeria lo stato stesso ha proibito l’infibulazione
femminile, avviando così una riqualificazione della donna che viene accettata
nella sua completezza. Brava, Nigeria! Speriamo che altri stati ti seguano,
anche se la cultura dell’infibulazione da pubblica diventerà privata, occulta e
peggio più rischiosa (da InTOPIC.IT - tutti i diritti riservati all’autore ed
alle testate).
4) Baltimora, l’altra faccia delle proteste contro
l’uccisione da parte della polizia di un ragazzo nero. (Da Il fatto
quotidiano 29/04/2015 - tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
Le
immagini delle proteste in corso a Baltimora scoppiate dopo il funerale di
Freddie Gray – il detenuto afroamericano di 25 anni morto il 19 aprile a
seguito di una lesione spinale mentre si trovava sotto la custodia della
polizia -, stanno facendo il giro del mondo tramite il web. Su Twitter nelle
ultime ore circolano però anche altre foto, che mostrano “l’altra faccia di
Baltimora”, quella che una parte dei suoi cittadini intende raccontare e per la
quale è stato creato l’hashtag “PeaceInBaltimore“. La foto simbolo ritrae un bambino nero che porge una bottiglia
d’acqua a un poliziotto, accompagnata dal commento: “Questo ragazzino
rappresenta la Baltimora che conosco. Questo
ha bisogno di più attenzione da parte dei mezzi di comunicazione”.
Questo
paragrafo è uno schiaffo in faccia a tutti quei responsabili che intervengono
sempre dopo il crimine umano e non con una vera prevenzione, perché c’è da
difendere anche i trafficanti di armi che fanno parte dell’industria della
nazione; poverini… bisogna ricordarsi anche di loro, se no come farebbero
qualcosa di utile? Già, perché le armi non fanno più il loro dovere di
diminuire la popolazione mondiale?
E le
varie storie di giornalisti maschi e femmine uccisi perché erano sulle tracce
di un traffico organizzato, coperto poi con la barzelletta di una rapina, non
dobbiamo ricordarcele? Non come ce le ha proposte l’informazione… magari sono
in qualche fascicolo secretato per gli eletti e non per il popolo comune che
ormai però non beve più i beveroni somministrati dal vari media.
Certuni
diranno che quel bambino che ha offerto l’acqua a un poliziotto è una messa in
scena: personalmente credo sia successo veramente, così come non credo alle
bugie che ci somministrano quasi giornalmente i nostri politici.
5) Giornata dei bimbi scomparsi: sono oltre
15mila in Italia (http://www.fanpage.it - tutti i diritti
all’autore ed alla testata).
Otto
milioni nel mondo i minori di cui non si sa più nulla. In 6 anni in Italia 610
casi di minori scomparsi. Ogni anno sono 100 i casi di minori scomparsi in
Italia: a lanciare l'allarme è uno studio del Telefono Azzurro. (ITALIA ULTIME
NOTIZIE 24 MAGGIO 2015).
Dal
2009 ad oggi sono 610 i nuovi casi di minori dei quali si sono perse le tracce
perché sottratti al coniuge, rapiti o fuggiti da casa e ogni anno in Italia si
registrano circa 100 casi, con un trend in aumento nell’ultimo triennio. È questo
il dato più rilevante che emerge dallo studio realizzato da Telefono Azzurro in
occasione della Giornata internazionale dei bambini scomparsi, sui dati
ricavati dalle segnalazioni al numero unico europeo per i minori scomparsi, affidato
in Italia a Telefono Azzurro. L’Adnkronos anticipa così i dati che saranno
diffusi domani a Roma nel corso del convegno “Bambini non accompagnati, scomparsi,
sfruttati: il dramma silenzioso”.
La
stima su base mondiale parla di circa 8 milioni di bambini che scompaiono ogni
anno, 250mila dei quali in Europa. Dati inquietanti che, per i responsabili di
Telefono Azzurro, devono spingere ad una riflessione di senso: “Il silenzio che
condanna le vittime all'abbandono e all'oblio può e deve essere rotto
innanzitutto prendendo coscienza di un fenomeno sommerso, socialmente rilevante,
ma difficile da monitorare”. Del resto, continuano, "i dati indicano che
occorre riflettere sulla tempestività delle ricerche e ripensare le procedure
da attivare nelle primissime ore successive alla scomparsa di un bambino",
soprattutto per quel che concerne la capacità di coordinamento e di gestione
dei primi interventi.
Come
detto, le segnalazioni in Italia (ricordiamo che il numero per le segnalazioni
è il 116000, servizio gratuito e raggiungibile da telefonia fissa e mobile di
tutta Italia) sono state circa 1200, con 610 casi di scomparsa di minore. La
maggior parte dei casi afferiscono alla cosiddetta “sottrazione parentale” e a bambini
di età inferiore ai 10 anni, mentre gran parte delle rilevazioni arriva da
Lazio e Lombardia (circa il 45% del totale). (continua su:
http://www.fanpage.it/in-6-anni-in-italia-610-casi-di-minori-scomparsi/#ixzz3bDfMJDw8
http://www.fanpage.it).
Le
notizie più degradanti per l’umanità sono tante e vengono sbattute sui media
crudamente come mangiare il pranzo (chi può) o la cena. Tanti bambini
scompaiono non solo in Italia, ma in tutto il mondo, qualcuno è cercato,
qualche altro che nemmeno esiste anagraficamente è incanalato in quella via dei
mercanti di morte e di traffico umano sconosciuto ed anche le varie polizie non
riescono a trovare se non in casi molto eclatanti. Come il Telefono Azzurro
dice, è difficile trovare questi scomparsi, eppure lo sono e la lista degli
introvabili non diminuisce, ma aumenta sempre ed un bell’ “archiviato” non si
nega proprio a nessuno specie se proviene dai paesi in guerra o dove prevale la
guerra e dove i bambini non sono registrati anagraficamente (compito che stanno
svolgendo associazioni di volontariato attuali).
6) La Nigeria mette al bando la mutilazione
genitale femminile.
Nel
Paese la pratica diventa ufficialmente un crimine, ma è ancora largamente
diffusa tra la popolazione (MONDO ULTIME
NOTIZIE 28 MAGGIO 2015 12:19 di Antonio Palma - Mutilazione genitale femminile -
tutti i diritti all’autore ed alla testata, http://www.fanpage.it).
Dopo
anni di proteste e battaglie delle organizzazioni umanitarie, la Nigeria ha
messo finalmente al bando l'infibulazione, la pratica della mutilazione
genitale femminile della quale si calcola siano state vittime almeno venti
milioni di donne nel Paese. Proprio questa settimana infatti il presidente
uscente Goodluck Jonathan ha firmato la legge che condanna la pratica ed è già stata
approvata ad inizio mese dal parlamento locale. Il via libera definitivo è
arrivato a pochi giorni dal passaggio di consegne tra Goodluck Jonathan e il
neopresidente eletto Muhammadu Buhari. Secondo gli analisti è stata proprio
questa circostanza ad accelerare i tempi e a portare ad una svolta nel caso,
visto che ormai il presidente cristiano no ha più bisogno di consensi e quello
eletto potrà contare sul fatto compiuto. Del resto la pratica della mutilazione
genitale femminile è ancora enormemente diffusa nel Paese con larghi strati
della società favorevoli, tra cui in alcuni casi le stesse donne che la
subiscono. Nel Continente la pratica della mutilazione genitale femminile è
ampiamente diffusa nonostante gli sforzi in termini di educazione e sostegno
sanitario da parte delle organizzazioni che operano in Africa. Anche per questo
molti sperano che la scelta della Nigeria possa influire positivamente anche su
altri Paesi dell'area almeno in chiave legislativa. Anche se è stata proibita
formalmente, infatti, la pratica, che non ha benefici per la salute ed è
considerata una violazione dei diritti umani delle bambine e delle donne da
parte di organismi internazionali come l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per
essere sradicata ha bisogno dell'impegno delle autorità locali. Anche se le
garanzie legali sono un passo in avanti importante verso l'eliminazione della
mutilazione genitale femminile, non bisogna dimenticare infatti che in alcuni
Paesi come l'Egitto, dove è fuori legge dal 2008, ancora oltre il 90 per cento
delle donne è sottoposta alla pratica. (continua su: http://www.fanpage.it/la-nigeria-mette-al-bando-la-mutilazione-genitale-femminile/#ixzz3bWmnh7hf
http://www.fanpage.it).
Questa
bella notizia ci fa sperare ancora nell’umanità che si evolva in meglio e tronchi di netto col passato carico di superstizioni e rituali disumani. Sarà una
battaglia dura perché ci sono molte credenze legate a religioni malinterpretate
per il vantaggio del genere maschile, ma diamo tempo al tempo: l’avanzata delle
donne sta dilagando ed affermandosi in ogni campo. Brave! Avanti così! Fatevi
valere come stanno facendo molte di voi anche a costo della propria vita.
Esulto quando leggo delle associazioni femminili per le donne ed i loro diritti:
grazie ed auguri di ogni bene.
7) Malesia, scoperte 139 fosse comuni di
migranti.
Trovate
al confine con la Thailandia. Ci sarebbero i resti di Rohingya e bengalesi
tenuti prigionieri. 25 Maggio 2015 Il ritrovamento riguarda 28 siti che si
sospetta essere stati campi di prigionia dei migranti in transito.(©
Fanpage.it).
Orrore
al confine tra Malesia e Thailandia: le autorità malesiane hanno annunciato di
aver scoperto 139 fosse comuni - contenenti resti umani - in 28 campi
abbandonati da trafficanti di immigrati, dove passano migliaia di persone in
fuga, soprattutto musulmani Rohingya provenienti dal Myanmar (o Birmania).
Il capo
della polizia Khalid Abu Bakar ha comunicato che le fosse potrebbero contenere
più di un cadavere e la mattina del 25 maggio sul posto sono arrivati i primi
medici legali. Il ritrovamento riguarda 28 siti che si sospetta essere stati
campi di prigionia dei migranti in transito, circa 500 metri dalla frontiera
con la Thailandia, nella stessa area dove a inizio maggio le autorità
thailandesi avevano scoperto altre fosse comuni con almeno 30 corpi. È proprio
il giro di vite delle autorità thailandesi contro una pratica prima tollerata
ad aver innescato l'emergenza umanitaria delle ultime settimane, con migliaia
di Rohingya e bengalesi abbandonati in mare dagli scafisti per paura di essere
arrestati. (continua su: http://www.fanpage.it/orrore-in-malesia-scoperte-139-fosse-comuni-di-migranti/#ixzz3bKGNPRah
http://www.fanpage.it).
L’esodo
dei migranti è mondiale: non c’è stato o continente che non ha zone di
passaggio di questi disperati fratelli che tentano di uscire dalle loro
situazioni disgraziate; purtroppo molti di loro non ce la fanno e restano sul
terreno che stanno percorrendo o nel mare, tomba troppo comune. Vi seguiamo
come possiamo, ma non vi dimentichiamo, soprattutto per i vostri bambini che
tentate di far vivere in un mondo migliore, molto volte una pia illusione, ma
vi seguiremo sempre nelle vostre peripezie aiutandovi come possiamo e coi mezzi
che pensiamo possano essere i più adatti senza incorrere negli stessi avvoltoi
che vi seguono nel vostro sforzo e si approfittano di ogni vostra possibilità.
8) Sanremo, due maestre indagate per
maltrattamenti: una è una suora.
L’indagine
è partita dalle denunce di alcuni genitori che avevano registrato comportamenti
anomali nei figli: in alcuni casi erano tornati a casa con i resti dei loro
bisogni fisiologici nello zainetto. Parrebbe anche che le insegnanti
minacciassero i piccoli dicendo che se non si comportavano bene Gesù avrebbe
fatto morire i loro genitori. NOTIZIE 12 MAGGIO 2015 di Susanna Picone http://www.fanpage.it (tutti i diritti
riservati all’autore ed alla testata).
Due
maestre dell'istituto scolastico privato Almerini di Sanremo sono state
indagate dalla Procura di Imperia per presunti maltrattamenti nei confronti di
otto bambini che frequentavano la scuola materna tra il 2012 e il 2013. Una
delle due maestre è una insegnate laica, l’altra è una suora brasiliana
dell'Ordine Nostra Signora delle Neve, trasferita nel 2013 in un'altra città.
Come scrivono i quotidiani locali, l’indagine nei confronti delle due
insegnanti è partita dalle denunce di alcuni genitori che avevano registrato
comportamenti anomali nei loro figli al momento di andare a scuola e anche
episodi strani al momento di tornare a casa. Da quanto ricostruito, ad esempio,
in alcuni casi i bambini erano rientrati con i resti dei loro bisogni
fisiologici nello zainetto. Pare anche che le maestre minacciassero i piccoli
alunni dicendo che se non si comportavano bene Gesù avrebbe fatto morire i loro
genitori. I bambini – è un altro degli elementi che dovranno essere accertati –
sarebbero anche stati costretti dalle insegnanti a mangiare il loro vomito.
Anche a distanza di anni, i bambini sarebbero rimasti traumatizzati da tali
episodi avvenuti a scuola.
Le presunte vittime di maltrattamenti
ascoltate alla presenza di una psicoterapeuta.
L'indagine
nei confronti delle due insegnanti è coordinata dal sostituto procuratore Paola
Marrali della Procura di Imperia. Ieri i bambini vittime di presunti
maltrattamenti sono stati ascoltati per quattro ore in un incidente probatorio
dal gip Massimiliano Botti alla presenza di una psicoterapeuta. Presenti
all’incidente probatorio, ma in un'altra stanza, anche l'avvocato Luigi Patrone
che difende le due maestre indagate, il pm Paola Marrali, una insegnante e la
psicoterapeuta, nominata dal legale difensore, Laura Arpenti, che hanno sentito
senza essere visti i racconti dei bambini. L'istituto Almerini di Sanremo, che
è gestito da religiose, oltre alla scuola materna ha il nido e la scuola
elementare. (continua su:
http://www.fanpage.it/sanremo-due-maestre-indagate-per-maltrattamenti-una-e-una-suora/#ixzz3bKChG6nW http://www.fanpage.it)
Questa
relazione è subito scomparsa dai media, ma va tenuta presente come tutti i precedenti
processi impostati contro asili o asili nido per maltrattamenti o (peggio)
pedocriminalità vera o presunta (il processo di Massa Finalese è durato 16 anni
con l’assoluzione di persone che erano già morte, www.sulpanaro.net/.../li-indicarono-come-pedofili-assoluzione-piena-per...04
dic 2014).
9) Milano, disabile aggredita al parco:
"La chiamavano 'ebola' e lanciavano pietre"
pubblicato
il 26 maggio 2015 alle ore 09:38 Milano, disabile aggredita al parco: "La
chiamavano 'ebola' e lanciavano pietre" http://www.fanpage.it
(tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata).
Sono
tutti allibiti i frequentatori del parco di Via Gonin al Giambellino dove ieri
sera una ragazza di 13 anni con un ritardo psichico sarebbe stata aggredita a
sassate da un gruppo di ragazzi suoi coetanei, ma anche più grandi, senza una
reale motivazione. "Io sono stata qui fino alle 18 – racconta una signora
– e ho visto la ragazzina che correva nel parco, mentre altri ragazzi, anche di
15 anni, la insultavano chiamandola 'ebola' perché aveva delle ferite alle
braccia". "Non ho visto la scena, – racconta un'altra mamma – ma
spesso questi ragazzi vengono al parco a tirare pietre contro le bambine".
Sul posto ieri sera è venuta l'ambulanza, mentre le Polizia sta cercando di
identificare i responsabili.
10) India: bambino violentato da 8 uomini.
India:
bambino di dieci anni violentato da otto uomini. Il bambino attirato in
trappola e poi minacciato per non rivelare l'accaduto. Cronaca mondo ultime notizie 3 giugno 2014 09:21 di Antonio Palma:
stupro bambino india http://www.fanpage.it
(tutti i diritti riservati
all’autore ed alla testata).
Un
nuovo e agghiacciante episodio di violenza sessuale di gruppo sconvolge l'India
già alle prese con una serie di violenze che sembra non avere mai fine.
L'ultima vittima in ordine di tempo è un bambino di appena dieci anni, stuprato
da otto uomini a Geeta Colony, un quartiere a est della capitale indiana New
Delhi. Secondo quanto raccontano le cronache locali, il bambino avrebbe taciuto
la violenza subita per diversi giorni, intimorito dalle minacce degli uomini
che avevano promesso gravi conseguenze per lui e la sua famiglia se avesse
rivelato quanto accaduto. Il bambino però non ha retto e sarebbe crollato
rivelando tutto ai genitori e ai parenti. I familiari con il piccolo hanno
deciso così di rivolgersi alle autorità di polizia locali, ma a quanto si
apprende durante il tragitto verso il commissariato di polizia per denunciare
l'aggressione uno dei partecipanti alla violenza ha anche attaccato il gruppo.
Piccolo attratto in trappola e violentato
Secondo
l'agenzia di stampa Pti, la denuncia raccolta dalla polizia spiega che "il
piccolo è stato bloccato dalla banda il 27 maggio scorso mentre si recava in un
negozio". Secondo la denuncia uno dei violentatori avrebbe attratto il
piccolo in casa sua proponendogli di vedere la gabbia con i piccioni di sua
proprietà, ma una volta arrivato il bambino si è trovato di fronte ad otto
persone pronte a violentarlo. A quanto si apprende la violenza sessuale di
gruppo sarebbe stata anche filmata da uno dei partecipanti all'aggressione. Per
il momento solo uno dei presunti responsabili è stato arrestato, mentre gli
altri sono ricercati dalla polizia indiana (continua su:
http://www.fanpage.it/india-bambino-di-dieci-anni-violentato-da-otto-uomini/#ixzz3bhc8MHct).
11) Ennesima violenza a Delhi, minacciato di
non parlare (Quotidiani del 30/05/2015).
Pochi
giorni prima, l'India ed il mondo intero erano rimasti scioccati dallo stupro e
dalla brutale uccisione in Uttar Pradesh di due cuginette impiccate poi ad un
albero di mango. E ieri dalla vicenda di una ragazza di 22 anni che in questo
stesso Stato è stata costretta a bere acido e violentata da un branco che poi
l'ha strangolata a morte, sfigurandone il viso.
Questi
tre articoli grondano del sangue dei bambini e di maltrattamento di bambini o
persone deboli, ma gli esseri umani non educati da scuole e da genitori, ma
segnati da violenze radicate in fasce di popolazioni ancora incivili e
retrogade, che si esibiscono ancora in meschinità e oscenità indegne delle
bestie, sono esseri vigliacchi e schifosi che approfittano ancora dell’impreparazione
anche di chi è addetto alla sorveglianza della civiltà ed invece fa tutt’altro.
Criminali che non si fermano se non dopo il crimine, convinti di farla sempre
franca. Uniamoci nel gridare che siamo stufi di queste violenze a chiunque
siano applicate ed esigiamo anche l’applicazione di leggi giuste contro questi
reati che sono un pugno in faccia alla dignità della persona.
12 Vergogna! Migranti traditi anche da molti
governanti indagati.
Mafia
Capitale, ecco un altro business …: occhiali da vista per immigrati (roma.fanpage.it/cronaca/roma-mafia-capitale/)
Blitz Ros in Sicilia, Lazio e Abruzzo. Anche 21
indagati. Questa ennesima vergogna italiana e che soprattutto che coinvolge
gente del cosiddetto potere non ci dice nulla di nuovo purtroppo: ormai siamo
abituati a leggere di arresti a gogò di persone che facevano man bassa di
riserve della popolazione, deprimendo sempre più gente che fatica a vivere, a
campare, a mangiare giornalmente: tra di loro anche bambini che magari non
frequentano le scuole materne od altro perché non hanno i soldi per mangiare, ma
quelle squallide persone non ci pensano nemmeno a chi a bisogno e chiama
“poveri”; sono esseri umani che vanno trattati con dignità e non con una
etichettatura già convenzionata e già definita socialmente.
“Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era una miniera d’oro: i
fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto ricco e il sodalizio criminale
ipotizzato dagli inquirenti fa in modo che parte di questi
finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema
Odevaine“: “La gestione dell’emergenza immigrati è stato
ulteriore terreno, istituzionale ed economico, nel quale il gruppo
riconducibile a Buzzi si è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si
legge nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip Flavia Costantini – alterando per un verso i
processi decisionali dei decisori pubblici, per altro verso i meccanismi
fisiologici dell’allocazione delle risorse economiche gestite dalla P.A.” (Mafia
Capitale, Buzzi: "Con immigrati si fanno molti più soldi...www.ilfattoquotidiano.it
› Giustizia & Impunità 02 dic 2014 - Per la "cupola" di Roma
l'emergenza immigrati era una miniera d'oro: i fondi per i centri d'accoglienza
sono un piatto ricco e il sodalizio..”(tutti i diritti riservati all’autore ed
alle testate).
13) 22/06/2015
Regno Unito, CAMERON:
“Accoglieremo più migranti dalla Siria”
Durante il Global Security Forum, a Bratislava, il
premier ha anche spronato le comunità islamiche a combattere la
radicalizzazione. MONDO
Angela Rossi giu 20, 2015 (http://www.interris.it/2015/06/20/63491/cronache/mondo/regno-unito-cameron-accoglieremo-piu-migranti-dalla-siria.html)
Il premier britannico David Cameron intervenendo al
Global Security Forum, in corso ha Bratislava, ha annunciato che la Gran
Bretagna è disposta ad aprire le sue porte per accogliere centinaia di
rifugiati siriani in più rispetto a quelli abituali. Inoltre il premier ha
toccato anche il tema del terrorismo di matrice islamica, invitando le comunità
musulmane del Regno Unito a fare di più e a prendere maggiori responsabilità
nella lotta contro la radicalizzazione che spinge molti giovani a partire per
la Siria o l’Iraq e ad arruolarsi nelle file dello Stato Islamico.“Dobbiamo conoscere la sostanza della minaccia
rappresentata dallo Stato Islamico. I giovani abbandonano le loro prospettive
impeccabili e fuggono a migliaia di chilometri per rischiare le loro vite nei
combattimenti”, ha commentato Cameron ricordando il caso del 17enne britannico
morto suicida questa settimana in Iraq. Secondo il premier al fenomeno della
radicalizzazione dei giovani del Regno Unito e degli altri Paesi europei contribuisce
l’atteggiamento di quanti che, pur non giustificando la violenza, credono nei
pregiudizi secondo i quali le regole religiose sono più importanti delle leggi
e della democrazia. Inoltre ha aggiunto che i Paesi europei dovrebbe impegnarsi
per risolvere il problema dei migranti alla radice, ossia rimuovere le cause
che li costringono ad affrontare i viaggi della speranza, molto spesso a
discapito della loro vita, invece di aspettare che arrivino alle loro
frontiere.(tutti i diritti riservati all’autrice ed alle testate)
Fino a qualche giorno fa Cameron aveva mostrato
intransigenza verso i migranti; ora ha ridimensionato il carico indistribuito
in Europa.Va un grazie anche se è selettivo solo per i siriani e non per gli
altri migranti anch’essi bisognosi di aiuto: è già un passo in avanti che si
può migliorare.
Chiudiamo
la relazione su fatti e misfatti con un amaro diffuso in tutti i sensi, perché
si pensa e ci si emoziona nel leggere tutte queste notizie che riguardano
soprattutto, e non solo, i bambini. Rattristati anche dalla lentezza con cui la
burocrazia europea tratta il caso di questi disperati in cerca di speranza che
non trova quasi mai nello stato, ma nei volontari che silenziosamente si
sacrificano per loro, aiutandoli come possono. Le ringraziamo sempre queste
persone ed anche chi non si mette in passerella o davanti alle solite
telecamere promettendo quello che non riescono a mantenere. Smettiamola di
voler apparire a tutti i costi per quei stramaledetti motivi personali e
politici. Si spera che leggano le notizie di bambini torturati, bruciati, decapitati,
sperando che siano capaci di fare un paragone con i loro figli, che certo non
incontrano quei destini crudeli: le ultime notizie sull’Isis parlano del
rapimento di circa 1200 bambini per indottrinarli e ammansirli con droghe, tipo
il solito captagon e forse il non nuovo Flakka (alfa pirrolidinnopentiofenone) e
che creeranno ulteriori soggetti automi, violenti e dipendenti.
Anche
se qualche volta i numeri non corrispondono alla perfezione, i giornalisti
locali, a costo della loro vita, ci mandano notizie da inorridire per un mondo
umano che con tutto ciò sta andando verso una fine.
I
migranti trovano ora barriere costruite dall’uomo stesso per impedire loro di
andare avanti, di rifugiarsi nella nazioni che hanno eretto questi muri della
vergogna e della vigliaccheria. Immaginiamo i bambini piccoli come saranno
passati dai loro genitori su questi muri: un ennesimo affronto all’uomo, a chi
ha bisogno e si trova un ennesimo ostacolo a vivere decentemente.
Il deserto
del Sahara, in particolare, che separa l’Africa Nera dal miraggio europeo, rappresenta
un confine naturale sterminato, per molti invalicabile. Altre volte, dove la
natura non ha posto barriere, ci ha pensato l’uomo a costruire un muro. L’ultimo annunciato è quello che l’Ungheria vorrebbe costruire al confine con la Serbia, ma
sono in tutto il mondo le barriere artificiali fatte per respingere i migranti.
Lo sottolinea il dossier “Mari e muri: infinite
barriere mortali per i migranti” che Caritas italiana rende noto in occasione
della Giornata mondiale del rifugiato. Un focus sul fenomeno
migratorio con uno sguardo particolare sui confini da varcare. Da Ceuta e Melilla a Tijuana: confini artificiali “per difendere i paesi
ricchi da scomode intrusioni”. È conosciuto come “il muro della vergogna”, quello che separa il Marocco e la parte
dell’ex-Sahara occidentale, occupata nel 1975 dalle zone sotto
controllo della popolazione Saharawi: lungo
2.720 chilometri, protetto da 160 mila soldati armati, 240 batterie di
artiglieria pesante, più di 20 mila km di filo spinato, veicoli blindati e mine
antipersona proibite dalla convenzione internazionale. Ci sono poi i muri di Ceuta e Melilla, le ultime due enclaves sotto la
sovranità spagnola in territorio africano, costituiti da una tripla barriera
lungo i confini delle due città con il Marocco, con recinzioni alte 6 metri, sormontate
da reticolati di filo spinato e controllate costantemente da agenti della
Guardia Civil spagnola. Il muro Tijuana, invece,
si estende per oltre 1.000 chilometri sul confine tra il Messico e gli Stati
Uniti. E poi c’è il muro israelo-palestinese,
il muro tra India e Bangladesh, quello tra Iran e Pakistan: oltre 50 barriere
artificiali in tutto il mondo.
“Migliaia di
chilometri, circa 8.000, che hanno lo scopo di separare gli esseri umani gli
uni dagli altri – scrive la Caritas – e di difendere i Paesi più ricchi, o democrazie murate da scomode
intrusioni”. Ai muri naturali e artificiali si aggiungono poi “i muri
metaforici che abitano le società dove i migranti giungono: l’indifferenza
verso chi soffre, il pregiudizio verso lo straniero, il sentimento di chiusura
e avversione contro profughi e rifugiati – continua la Caritas – Nuove barriere
che spesso le persone migranti trovano alla fine del loro viaggio, quando il
peggio sembrava ormai alle spalle e la speranza di una nuova vita provava a
germogliare; atteggiamenti che fanno sorgere una domanda: Perché? Che cosa è
successo alla nostra umanità?” (da Articolo 21 I muri della vergogna – tutti i
diritti riservati all’autore ed alla testata).
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