La storia continua e le notizie appaiono e scompaiono dai
media, poiché non sono scoop di politici che esternano le proprie scontate
promesse e contestazioni, visto che coloro che le dicono la sanno lunga ed è
ciò a cui è stata ridotta l'Italia in questi decenni: sparivano i soldi, ma
c'erano sceneggiate continue che ci davano più volte il voltastomaco e
dimenticavamo quanto spariva dalle casse dello stato o quanti monumenti del
deserto si costruivano e che da tempo i media ci mostrano, i sindaci dove sono
stati costruiti tacciono o dicono astruserie che reggono come le strutture
costruite.
Ma le violenze sui bambini si sommano le une alle altre, non
scompaiono, certo che non fanno notizia politica, e allora si leggono, qualcuno
scrive in difesa di queste violenze o ri-violenze, qualche timido convegno è
impostato con scarse risorse e le leggi rimangono sempre quelle: si ricordi per
l'ennesima volta il proposto reato di violenza non grave o la proposta recente
di abolire il garante dei bambini.
Che piangono, se ce la fanno, e se urlano sono proprio i
bambini fin che possono coi loro polmoni non eccessivamente forti, per farsi
sentire da chi fa le proposte di legge, e si legge anche di giudici inquisiti per
le metodiche applicate per portar via i bambini dalla casa dei genitori con sistemi
medioevali, ma tutt'ora in vigore. E le comunità? Ogni tanto emerge qualche
scandaloso comportamento, violenza, ma spesso si va avanti sperando quel meglio
che avvocati o magistrati spesso sorvolano, lasciando qualche genitore
amareggiato, furiosamente amareggiato. Certi procedimenti sono archiviati
nonostante l'evidenza che non ha prove sufficienti perché esposte dal bambino
che le ha subite, da molti, troppi, ritenute inventate o fantasticate. In una
percentuale mai statisticamente controllata, molte mamme non possono difendere
i loro piccoli perché a stipendio da fame e senza nemmeno un consulente di
parte, e il piccolo è lasciato giudicare non certo con l'applicazione di una
giustizia che deve fare il bene del bambino e non di un genitore.
Scorrendo i giornali si trova di tutto: Cento frustate
future (a 18 anni) a minorenni violentate per anni dal padre. Le frustate non
sono inflitte al padre, ma alla figlia che l'ha subito per anni e che si è
vista ammazzare anche suo figlio dal medesimo. Quello che non si capisce è il
sistema giuridico vigente internazionale (se esiste) che vaglia queste
situazioni bestiali senza censurare, lasciando spazio solo alle voci
inascoltate di associazioni in difesa dei minori.
La bestia umana migliorerà? Ascoltiamo qualche volta La canzone del bambino nel vento (link
riportato di seguito all’animazione YouTube © lupocheululaallaluna, diritti riservati) e della
figlia che scrive alla mamma di andare a cercarla nei campi di Birkenau ed Auschwitz,
nelle ceneri depositate anni fa nei campi: lei è lì, ma non chiedete a nessuno perché
lei è lì assieme a tanti altri. Riflettiamo finché siamo in tempo. Le shoah
sono tante e si alterano con cifre che vanno sommandosi di giorno in giorno, anche
se non ci sono forni che bruciano esseri umani,ma guerre interne e fratricide.
1)
Cento colpi di frusta prima di andare a
dormire.
28/02/2013 - Storia di una ragazzina violentata e condannata
alla tortura
Cento colpi di frusta prima di andare a dormire di
Alessandra Cristofarida, giornalettismo.it (tutti i diritti riservati all'autore
ed alla testata)
Una ragazzina di quindici anni delle Maldive è stata
condannata a cento frustate per “aver fatto sesso prima del matrimonio”. La BBC
racconta il caso della minorenne violentata dal patrigno.
IL CASO - La Corte ha fatto sapere che la condanna a cento
frustate non riguarda il caso di violenza sessuale e anzi su quello non ha
niente da dire. Questa è la storia di una ragazzina di quindici anni che vive
nella Repubblica delle Maldive, un paradiso per i turisti ma per chi vive lì!
La BBC analizza il caso.
LE ACCUSE - Amnesty International ha definito la pena come
“crudele e disumana” perché il tribunale del posto ha condannato una ragazzina
a cento frustate per aver fatto sesso fuori dalla vita matrimoniale e avere
rapporti sessuali prima dell’unione è considerato reato. Tutto è iniziato lo
scorso anno, scrive la BBC, quando la polizia ha indagato sull’inferno
domestico della bambina abusata sessualmente dal patrigno, accusato anche di
aver ucciso il loro bambino.
IL TRIBUNALE - Zaima Nasheed, portavoce del tribunale per i
minori, ha spiegato che la ragazza deve anche rimanere agli arresti domiciliari
per otto mesi perché, secondo l’accusa, ha “volontariamente commesso un atto contro
la legge”. Il tribunale le concede di ‘ricevere’ la pena al compimento dei
diciotto anni a meno che non voglia scontarla prima. Il suo patrigno è stato
accusato di averla violentata e di aver poi ucciso il bambino che è stato
ritrovato sepolto sull’isola di Feydhoo, nell’atollo di Shaviyani. La madre è
stata condannata a una multa per non aver segnalato il caso alle autorità.
Ahmed Faiz di Amnesty International fa parte di un comitato che esige
l’abolizione della fustigazione e dice: “Siamo molto sorpresi che il governo
non stia facendo nulla per fermare questa punizione. Questo non è un caso
isolato, accade sempre più spesso. Solo il mese scorso, un’altra ragazza è
stata abusata sessualmente e condannata alle frustate”. Il sistema giuridico
delle Maldive agisce seguendo elementi della legge islamica e inglese.
2) Il neonato morto nel cassonetto
01/03/2013 - Accade a Roma
di Redazione giornalettismo.it (tutti i diritti riservati
all'autore ed alla testata)
La scorsa notte una donna romana di 25 anni ha gettato il
figlio in un cassonetto dopo aver partorito. Sono in corso accertamenti della
Polizia sulle sue dichiarazioni frammentarie e contrastanti.
Il Neonato morto nel cassonetto - Il neonato, poi trovato
morto, sarebbe stato abbandonato in un cassonetto all’interno della struttura
sanitaria dell’ospedale San Camillo a Roma. Poi la 25enne é andata in pronto
soccorso per un’emorragia.
La vicenda – La giovane poco prima della mezzanotte si è
presentata al pronto soccorso chiedendo l`intervento del personale sanitario,
confessando di aver abbandonato il figlio in un cassonetto dopo il parto. I
medici, raggiunto il luogo indicato dalla donna, hanno trovato il corpo del
neonato deceduto, avvolto in un lenzuolo all`interno di un sacchetto di
plastica. (AnsaTMNEWS).
3)
Guerre e bambini uccisi
9/03/2013
Altri attentati ed altri bambini uccisi, ma tanto domani la
notizia sparirà inghiottita da altri morti. Andiamo avanti: nella testa mi
risuona la poesia di un certo G. Zanella (per chi lo ricorda, Sopra una conchiglia fossile nel mio studio)
“T’avanza, t’avanza, divino straniero; conosci la stanza che i fati ti diêro:
se schiavi, se lagrime ancora rinserra, è giovin la terra.” Ma quante lacrime
di mamme si dovranno versare ancora?
E la storia criminale continua indifferente: non più la
ruota delle chiese dove si metteva il bambino che era preso dall'altra parte e
messo negli orfanatrofi o adottato, ma nel cassonetto dei rifiuti, cioè il
futuro uomo è messo nel cassonetto, simbolo di quello che vale l'uomo e di
quanto è considerato da una mentalità sempre più emergente.
Che commento fare se non restare allibiti: ci si ricorda che
altri bimbi sono finiti nel water, nei fiumi, al deposito dei rifiuti di cui
alcuni salvati in extremis, come pure dai cassonetti, come quello salvato da un
operaio che alle 5.00 del mattino che andava a lavorare e ha sentito il grido sempre
più fievole di aiuto di questo bimbo. È successo in Romania, ma succede anche
altrove, e ha fatto di tutto per adottarlo. Molti altri bimbi non ce la fanno e
vengono amorevolmente portati dai loro Angeli davanti al tribunale di Dio … (anche per chi
non ci crede).
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