di Giorgio Gagliardi

sabato 11 giugno 2011

Bambini, non so più cosa dire a voi e a chi vuole proteggervi

(Fonti blog di Roberta Clerici, Bambini Coraggiosi)

Quattro casi ancora alle scuole materne o su minori comunque, anche se un caso riguarda una minorenne in scuola elementari :un altro bidello condannato. Questo è un ennesimo scritto a difesa dei bambini, non ascoltato o meglio trascurato perché i casi si susseguono a ritmo serrato e si considera solo l’Italia e non il mondo intero perché non ci sarebbe spazio sufficiente sui blog.
Non accenniamo neppure ai morti minorenni uccisi durante le guerre in corso, dove sono quasi sempre in maggioranza rispetto agli adulti. Loro, i minori, sempre loro a pagare con la vita e cioè con il futuro del mondo e muoiono per la pazzia, le ire e le manie di governi paranoici e mitomani che hanno il sedere attaccato allo scranno che non vogliono lasciare. E se glielo fanno lasciare, è una coalizione mondiale che spara contro questi mitomani ( che tra l’altro rubano a piene mani ai loro sudditi lasciandoli alla fame ed alla miseria ) e che non ha ancora prodotto proiettili che non colpiscano i minori. Le notizie sui minori che scompaiono o sono violentati non hanno nulla a che vedere con le desolanti pagine mediatiche dedicate a personaggi politici che molti, tanti , non possono più sopportare, ma che riempiono pagine e pagine, mostrando solo l’inefficienza programmatica o la sollecitudine a difendere i propri interessi. Poi quei politici indifferentemente, nonostante le accuse di corruzione di qualsiasi tipo, ricompaiono sulla scena politica, come se nulla fosse successo, sorridenti e speranzosi di averla fatta franca in barba a chi tira avanti con fatica e coi dati allarmanti e menzogneri di vari media che parlano di miglioramenti economici di base, quando i costi dei prodotti in vendita sono in continua crescita. Le leggi di protezione dell’infanzia, almeno nel contesto istituzionale dei centri per minori, viaggiano molto lentamente, per non dire che non sono ferme. .Le proposte di fare un ennesimo referendum sul controllo preliminare e preventivo di chi lavora coi minori, non è ancora preso nella minima considerazione. Vorrei terminare, prima di citare i casi con le rispettive fonti, approvando o proponendo di mandare in onda una serie di foto di torture di minori che circolano già in parte su Internet, video, snuff movie, in orari per adulti e con password personali affinchè controllino con i loro occhi cosa è il mondo della pedopornografia.

Hanno fatto bene a mandare in onda le varie riprese delle telecamere nei vari asili nido o scuole materne dove erano state piazzate, ed anche i soloni esperti di cavilli legali, leggi e perizie medico psicologiche, delle associazioni dei falsi pedocriminali, hanno dovute ammettere che la pedopornografia non l’hanno inventata i minori. Ricordiamoci anche di cosa disse il pedocriminale Dutroux ai suoi colleghi pedocriminali: descriveva un asilo in Belgio senza telecamere e quindi possibile zona di caccia per i medesimi che volevano approfittare : da tener presente nelle futuribili leggi ancora da scrivere : passata la legge, trovato l’inganno (da applicare), cioè la prevenzione conta, ma ci vuole la coscienza singola e questo importante dettaglio primario è come l’araba fenice o il miraggio. Non abbassiamo la guardia mai, anche se fioccheranno accuse di diffamazione, le solite richieste dei soliti soldi e tanti per l’accusa di onore e altre accuse più strane ed inventate coi soliti testimoni oculari pagati bene e che giurano il falso a tutta birra.

1) Undici indagati per gli abusi all’asilo di Pellezzano

La denuncia partì dai genitori dei bambini che ora frequentano un’altra scuola. Lo scorso anno fu arrestato il bidello. Tra gli indagati anche il dirigente scolastico
di Fiorella Loffredo

Nuovo terremoto nella scuola dell’infanzia di Coperchia, frazione di Pellezzano, dove l’anno scorso venne arrestato, e poi scarcerato, un bidello, originario di Siano, accusato di pornografia minorile e violenza sessuale su minori. Nel mirino del pubblico ministero Cristina Giusti, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Salerno, ora sono finite altre dieci persone - tra bidelli, maestre, bibliotecari e applicati di segreteria prestanti servizio alla stessa scuola - che venerdì scorso sono stati raggiunte da informazioni di garanzia in seguito alla richiesta di incidente probatorio inoltrata al giudice per le indagini preliminari Elisabetta Boccassini dallo stesso pm salernitano. L’accusa mossa agli undici, tra i quali c’è anche il primo accusato della vicenda, ossia il bidello Antonio A., è quella di violenza sessuale, reato continuato e aggravato da violenza di gruppo.
Tra gli indagati anche la nonna di una delle piccole vittime dei presunti abusi e un dirigente del plesso. Ancora da stabilire la data in cui si svolgerà l’incidente probatorio durante il quale alcuni dei venti bambini ritenuti parte offesa saranno chiamati a dare una loro versione dei fatti che si svolgevano tra le mura scolastiche, forse anche in stanze deputate proprio a quelli che i bambini finora ascoltati, in più di un’occasione, hanno definito "giochi belli e giochi brutti".

I primi, stando alle prime testimonianze, vedevano il coinvolgimento dei soli minori, nei secondi sembra invece che il ruolo degli adulti fosse predominante.
I bambini chiamati a deporre, molti dei quali attualmente seguiti dai servizi psicologici per l’infanzia dell’A sl, dovranno chiarire alcuni punti sui cui il magistrato Giusti vuole fare chiarezza, primo fra tutti quali e quanti fossero gli adulti coinvolti, o al corrente, dei cosiddetti "giochi".

Per farlo potranno avvalersi anche dei linguaggi più a loro consoni come i disegni e a loro disposizione saranno messe bambole o giocattoli di varia forma con i quali potranno simulare le eventuali violenze subite. I fatti che ora vengono contestati a ben undici persone risalgono al gennaio del 2010 quando una coppia di genitori, notando degli arrossamenti sul corpicino del loro bimbo di 4 anni affidato alle cure delle maestre della scuola di Coperchia, diedero l’allarme facendo partire le indagini, condotte dai carabinieri di Mercato San Severino, al comando del capitano Rosario Basile, che a maggio dello stesso anno portarono all’arresto del bidello 45enne originario di Siano, accusato anche di aver fotografato le sue piccole vittime durante gli abusi.

Il sospetto che potessero esserci altre vittime all’interno della scuola, spinse gli inquirenti a chiedere la collaborazione del dirigente scolastico, anch’egli ora raggiunto da avviso di garanzia. Nell’aprile del 2010 vi fu anche una perquisizione nella scuola e anche la casa del bidello venne messa a soqquadro dai carabinieri che portarono via cellulari e computer. L’attivitá investigativa è stata poi condotta attraverso sofisticati strumenti tecnici e l’acquisizione delle testimonianze delle piccole vittime che avrebbero descritto gli abusi subiti con dovizia di particolari, mostrando - sostennero all’epoca gli investigatori - «un patrimonio conoscitivo della sfera sessuale che normalmente non appartiene a bambini così piccoli». Ora la questione diventa ancora più inquietante in quanto, stando alle ulteriori indagini svolte, ci potrebbe essere il coinvolgimento di altri soggetti che, con ruoli diversi, avrebbero partecipato alle violenze denunciate.

All’incidente probatorio seguiranno ulteriori perizie psicologiche sui minori, anche collegiali, per stabilire la veridicitá dei racconti anche in base alle eventuali contraddizioni che potrebbero emergere dagli interrogatori. Quel che è certo è che un’intera comunitá è ora sotto shoch.

Raccontano alcuni testimoni che venerdì, quando sono stati notificati gli ulteriori avvisi di garanzia dai carabinieri di Mercato San Severino, nella scuola è scoppiato il caos. In quanto alcuni degli indagati sono in pensione, ma altri continuano a svolgere le loro quotidiane mansioni così come la legge prevede fino all’accertamento della loro colpevolezza. (01 giugno 2011) http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/undici-indagati-per-gli-abu...

2)Scuola, alunni picchiati: quattro maestre indagate a Veroli

Veroli Lunga mattinata di interrogatori ieri davanti al Gip del tribunale di Frosinone. L'inchiesta è partita diversi mesi fa a seguito delle denunce di alcuni genitori.

Maltrattamenti sugli alunni. Le «violenze» sarebbero state filmate da telecamere nascoste nelle classi DI Franca Roma

VEROLI Alunni schiaffeggiati e strattonati in una scuola elementare della periferia di Veroli: quattro maestre sono state denunciate a piede libero dalle forze dell'ordine e ieri mattina sono comparse davanti al giudice per rispondere della grave accusa di maltrattamenti verso minori. Un reato che il codice penale punisce con il carcere fino a cinque anni.

A far scattare le indagini sono state le denunce presentate da alcuni genitori, allarmati dallo strano comportamento dei propri figli che da qualche tempo rifiutavano di andare a scuola e raccontavano episodi preoccupanti. L'indagine, lunga e complessa, sarebbe quindi partita diversi mesi fa e si sarebbe avvalsa di un alto profilo professionale e tecnologico, proprio in considerazione del coinvolgimento di minori.

Secondo indiscrezioni raccolte negli ambienti giudiziari, infatti, nella scuola elementare verolana sarebbero state piazzate anche delle microcamere che avrebbero documentato quanto accadeva durante le ore di lezione. A rafforzare il castello accusatorio è stata poi l'azione del Pubblico Ministero che, stando alle voci di corridoio, avrebbe avanzato al Giudice per le indagini preliminari una richiesta per l'applicazione, a carico delle quattro insegnanti, della misura interdittiva della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio e, quindi, dall'insegnamento. Ieri mattina il successivo passaggio davanti al Gip, nella sede del Tribunale di Frosinone, dove le quattro insegnanti, assistite dai rispettivi legali, sono state sottoposte ad interrogatorio.

Una procedura, quella dell'interrogatorio dell'indagato nel corso delle indagini preliminari, prima di decidere sulla richiesta avanzata dal PM, in questo caso espressamente prevista dal codice di rito. Durante l'interrogatorio, alle insegnanti sarebbero stati contestati alcuni episodi specifici e solo in quella sede avrebbero appreso dell'esistenza di intercettazioni video. Le maestre «incriminate» però, si sarebbero difese respingendo tutte le accuse e ridimensionando l'accaduto.
Stando a quanto si è appreso, al termine della lunga mattinata il Gip si sarebbe riservato la decisione sull'applicazione della misura cautelare richiesta dal PM. Dunque,una vicenda giudiziaria da cui si attendono sviluppi e in cui le immagini registrate dalle telecamere nascoste nella scuola, probabilmente rivestiranno un ruolo di primo piano.

il tempo 7 giugno 2011

3) Niente pace per i bambini. I diritti dei bambini non si imparano a scuola: Taranto, Abusi sessuali su minore: arrestato bidello a Sava

Taranto, arrestato impiegato scolastico per abuso su minore TARANTO – E’ stato arrestato a Sava, in provincia di Taranto, un impiegato di un istituto scolastico. L'uomo ha cinquantacinque anni ed è accusato di violenza sessuale per aver indotto una studentessa minorenne a compiere atti puramente sessuali. A favore della ragazza, che ha inoltre problemi di natura psichica, era scattata una segnalazione da parte del personale della stessa scuola, venuto a conoscenza degli episodi di abuso sessuale. Le indagini, da parte dei carabinieri della stazione di Sava, partirono nel mese di marzo scorso, dopo aver ascoltato il racconto della giovane. Nei confronti dell'impiegato scolastico è stato eseguito un provvedimento di custodia cautelare emesso dall'Ufficio gip del Tribunale del capoluogo jonico su richiesta del pm della Procura. Adesso l’uomo deve rispondere del reato di violenza sessuale ai danni di minore aggravata dalla condizione inferiorità psichica. http://www.net1news.org/taranto-arrestato-impiegato-scolastico-per-abuso...

Adescava minorenne, arrestato bidello a Sava Pubblicato da Redazione martedì, 7 giugno, 2011 - 14:27 | 15 Commenti SAVA – Un 55enne di San Marzano di San Giuseppe (Ta) è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale su persona in condizioni di inferiorità psichica. I militari della stazione di Sava, agli ordini del maresciallo Quaranta, gli hanno notificato stamane l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio gip di Taranto. M.V., queste le iniziali dell’arrestato, lavorava come collaboratore scolastico nell’istituto di Sava frequentato dalla sua vittima diciassettenne.

4) Abusi sessuali ai danni di un 11enne, in cella bidello di una scuola materna di Orta di Atella

Le violenze sarebbero avvenute nell'abitazione dell'uomo, incastrato dagli uomini della Squadra mobile

Il bidello di una scuola materna di Orta di Atella è stato arrestato per pedofilia. Si tratta di F. T. e, secondo le accuse, avrebbe abusato di un ragazzino di 11 anni. A stringergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra mobile di Caserta, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini della polizia sono state coordinate dal pm Simona Bellucci. Nella sua abitazione, nel corso di una perquisizione, è stato rinvenuto anche del materiale pedopornografico. Il 14 aprile scorso gli uomini della Mobile hanno ricevuto la segnalazione da un presidio ospedaliero di Napoli riguardanti le lesioni da abusi sessuali riportate dalla vittima (una prognosi di 20 giorni). Le immediate indagini degli investigatori, che hanno ascoltato anche il ragazzino, hanno confermato che effettivamente l’undicenne era stato vittima di abusi da parte di T, gravato da precedenti specifici. Le violenze sarebbero avvenute nell’abitazione dell’uomo, incastrato anche dalla testimonianza di altre persone. F. T. è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Carlo Pascarella Web Alto Casertano

mercoledì 1 giugno 2011

L’ OMERTA’ ISTITUZIONALE

I capi dei vari istituti quasi sempre difendono la dignità che vorrebbero avere, e con una versione dei fatti “ufficializzata e standard ” se la cavano quasi sempre. Ecco le parole di una maestra di scuola materna ad un bambino : “Tu manchi di una catenella per essere un cesso”.

E’ terribile, ma si ripete in continuazione la difesa estrema che compiono i direttori, sindaci, funzionari, prelati per difendere il loro cosiddetto “buon nome” compiendo allegramente e spudoratamente crimini i più inauditi sui deboli, minori ecc. La Chiesa affronta ora, cioè i suoi Dirigenti, lo scandalo dei loro confratelli coinvolti nella pedocriminalità ,allo scoperto e senza più quelle reticenze, non certo insegnate dal Loro Fondatore, di parlare “sì,sì,no,no”. Ma nelle istituzione cosiddette laiche vige ancora quel crimine tanto comune e più o meno sommerso di liquidare quei funzionari che denunciano crimini e che creano scompiglio nel tran tran quotidiano dei vari istituti, così il crimine si allarga, si perpetua e si castiga coloro che si ribellano ai crimini più sporchi e più ributtanti. Onore vada a quelle istituzioni come Carabinieri ecc che mettono su segnalazione anche singola documentata, telecamere nei vari asili nido e forniscono prove inconfutabili di violenze inaudite. Ma lo Stato ( i suoi funzionari )non si muove, guarda e basta perché mancano leggi sull’obbligo delle tv in quelle scuole e mancano i test da sottoporre gli addetti ai bambini ? Già Dutroux ,nel secolo scorso in Belgio, confidava ai suoi compari dove si trovavano gli asili sprovvisti di telecamere e quindi possibilità di crimini a danno degli utenti minori o bebè. Dei tests psicologici non se ne parla ancora,tra le innumerevoli commissioni strapagate dell’Unione Europea non ce ne può essere una che si interessi a questi tests o aspettiamo altre telecamere che denuncino altri crimini ancora sui futuri italiani,così traumatizzati ai loro albori?
Sono due gli esempi ultimi sotto riportati che coinvolgono i cosiddetti “caporali” coloro che hanno un grado in più e che fanno il bello e cattivo tempo appunto perché più sopra gli altri : maestre che denunciano trattamenti da lager allontanate o mobbizzate, sindaci che vogliono coprire i vari vasi di pandora scoperchiati nelle scuole materne o peggio negli asili nido ancora,baby sitter che denuciano presunte pedocriminalità perdono il loro lavoro perché i loro superiori non vogliono “grane”. Ma nessuno si sogna di prendere provvedimenti come le tv nei locali ed i test ai professionisti che accudiscono i bambini. Ricordiamo che nell’operazione Cathedral (archivio storico del corriere della Sera) parecchi denunciati come pedocriminali e rei confessi, poi sono stati sbianchettati o hanno invocato la legge dell’oblio per mimetizzarsi, difesi ad oltranza da avvocati ……
Dalla Stampa (diritti riservati e bambini coraggiosi.it)
Loano/ Bimbi insultati e ingozzati fino a vomitare: chiesti 3 anni per le maestre dell'asilo Stella Gross
Il pm: tre anni di carcere per le maestre violente dell’asilo Stella- Grossi
Tre anni di reclusione per maltrattamenti ai danni di sette bambini tra il 2004 e il 2005. È la pena chiesta ieri pomeriggio dal pubblico ministero Maria Chiara Paolucci durante la requisitoria del processo contro Irvana Cadeddu e Federica Puzzo, maestre dell’asilo Simone Stella – Leone Grossi. Cinquantamila euro per ogni bambino vittima dei presunti abusi è stata invece la cifra richiesta dai rappresentanti delle parti civili. L’intervento del pubblico ministero è durato poco più di un’ora. «Questa lunga e sofferta istruttoria ha confermato le accuse contenute negli atti raccolti durante l’indagine. Spiace constatare le difficoltà che hanno colpito non solo le imputate ma anche le persone che hanno denunciato fatti gravi e che, per avere ottemperato a un loro dovere, sono state, sono state allontanate, ghettizzate e poi sottoposte al fuoco incrociato di questo procedimento », ha esordito la dottoressa Paolucci, che ha definito gli eventi ipotizzati «di una gravità inaudita per il contesto in cui si sono svolti». Il pubblico ministero ha proseguito: «Solo le contestazioni riguardanti una bambina non hanno trovato conferma in aula, così come un singolo episodio di maltrattamento ai danni di un bambino, che però è stato oggetto di altre angherie comprovate dal dibattimento. La prima persona che aveva denunciato questa vicenda era stata la maestra Grassano nell’estate del 2003, ma non era stata creduta quando aveva raccontato di avere visto un’imputata chiudere in bagno un alunno. Le testimonianze hanno messo in luce casi di bimbi legati al seggiolone, sbattuti per terra, ingozzati con la macedonia fino a vomitare. A queste violenze, che non possono essere considerati come semplici abusi dei mezzi di correzione, si aggiungono le ingiurie e gli insulti nei confronti dei piccoli, chiamati ‘‘sfigati’’ e ‘’brutti’’ da Puzzo e Cadeddu, che li hanno anche apostrofati dicendo loro ‘’ti manca una catenella per essere un cesso’’. Inoltre pare che ci fossero discriminazioni nei confronti di chi arrivava da famiglie disagiate».
Il pubblico ministero ha sostenuto: «È mancata la volontà del presidente Ferrari di accertare la verità. E poi c’è stato un sindaco che ha convocato il presidente Caglieris per dirgli di non denunciare. È una cosa che fa rabbrividire. Da questa sentenza può uscire un brutto segnale che premia l’omertà». Dopo avere ascoltato le richieste dei legali Giovanni Paleologo, Mariacarla Calcaterra, Mario Spotorno, Sara Calleri e Manuela Zunino per le parti civili, il giudice Laura Russo ha fissato la prossima udienza per giovedì prossimo, con le arringhe degli avvocati difensori Marco Piccardo e Simonetta Salvini e le repliche. [A.F.] Fonte: La Stampa Savona 24 settembre 2010

Pisa 19\05\2011 : Maestra denuncia, punita perche' ho segnalato maltrattamenti Gli episodi sarebbero avvenuti in un asilo nido di Navacchio
(diritti riservati ANSA, Bambini coraggiosi ) - PISA, 19 MAG - Per aver segnalato i comportamenti aggressivi di una sua collega maestra e' stata ''punita e mobbizzata'' dall'azienda ''contro la quale - spiega - ho aperto un contenzioso legale per ottenere la revoca del trasferimento subito''. A parlare e' Roberta Pietroluongo, educatrice professionale che nello scorso mese di dicembre segnalo' alla Paim, la cooperativa sociale che gestisce asili e strutture per disabili e anziani nella provincia di Pisa, una serie di presunti maltrattamenti subiti dai bambini di un asilo nido di Navacchio (Pisa). (ANSA). 19 maggio, 13:16
Ma la storia non finisce qui le maestre incriminate la cooperativa stanno valutando di ricorrere a vie legali contro la maestra denunciante. Ovvio e scontato : non ci sono state telecamere che hanno ripreso il tutto e forse la maestra denunciante avrà pure oltre ai danni anche le beffe :copione ormai scontato,specie in mano a buoni avvocati e validi e magari testimoni ineccepibili.
Milano 04\06\1989 (da La Rebubblica 1984 ricerca.it)
Violenza sessuale su minore, no bambina con tumore tra retto e vescica, ma è lo stesso : i medici con mal pratica e la stampa che grida al mostro che sono invece loro
C' è una bambina di due anni ricoverata all' ospedale Niguarda, con lesioni che fanno sospettare la violenza carnale. Subito i sospetti cadono sul padre, tranquillo professore di matematica nell' hinterland milanese. Il tribunale dei minori allontana la piccola dai genitori, e apre una procedura di adottabilità. Lanfranco Schillaci e la moglie giurano di essere innocenti, ma alcuni quotidiani sbattono in prima pagina il mostro-professore, sodomizzatore della figlia. La procura milanese, invece, tiene un atteggiamento prudente: ordina una perizia medico legale e attende prove certe prima di incriminare il padre della bambina. Una decisione che si rivela saggia dieci giorni dopo, quando il professor Antonio Fornari deposita la perizia e scagiona il professore di Limbiate. Il dietrofront del tribunale dei minori è immediato: tutti i provvedimenti vengono annullati e la bambina, ormai in via di guarigione, viene dimessa dal Niguarda. Lanfranco Schillaci e la moglie si precipitano all' ospedale, riabbracciano la figlia, la riportano a Limbiate, a casa, in quella casa dove per dieci giorni hanno vissuto in stato d' assedio, le finestre con le tapparelle abbassate, notte e giorno nel mirino delle telecamere, il telefono staccato per sottrarsi alle telefonate anonime di vendetta. La foto di Miriam in braccio al padre, sorridente, appare su tutti i giornali. Sembra la fine di un incubo, ma è un' illusione. La famiglia Schillaci parte per la Sicilia: un po' di riposo, per la bimba e il professore, dai nonni, a Piazza Armerina. A Milano, intanto, infuriano le polemiche: la perizia medico legale ha escluso la violenza carnale, ma non un possibile errato intervento dei medici, al momento del ricovero al pronto soccorso. La bambina è stata ricoverata in due ospedali, a Garbagnate e al Niguarda: fioccano le accuse e le risposte sdegnate dei sanitari: Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Ma in Sicilia Miriam continua a star male. Nessuno accusa o sospetta il professor Schillaci quando entra al Santa Marta di Catania con la piccola Miriam.
I commenti ci sono e sono enormi : la bambina ricoverata in due ospedali famosi di Milano
e dimessa con incriminazione del padre per abuso sessuale, la bambina dichiarata adottabile perché i cosiddetti medici (più di uno e di due ospedali) non hanno fatto gli esami per stabilire effettivamente qualcosa di grave e macroscopico che era lì dalla nascita. Ma le coperture dei vari ospedali o ordini equivalgono a distruggere chi non può dimostrare fatti che non ha commesso il papà : gli sono addosso tutti, la stampa spara a zero sul papà\ non mostro. Poi inutili scuse e rettificazioni che andavano denunciate e perseguite, ma siamo ancora nel protezionismo ad oltranza :silenzio, silenzio, tanto si uccide solo un minore o si partecipa ad un omicidio colposo se non preterintenzionale.
Continuano gli abusi emergenti negli asili nido e scuole materne
Abusi sessuali ai danni di un 11enne, in cella bidello di una scuola materna di Orta di Atella Di noreply@blogger.com (caiazzorinasce) 20 aprile 2011
Le violenze sarebbero avvenute nell'abitazione dell'uomo, incastrato dagli uomini della Squadra mobile

Il bidello di una scuola materna di Orta di Atella è stato arrestato per pedofilia. Si tratta di F. T. e, secondo le accuse, avrebbe abusato di un ragazzino di 11 anni. A stringergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra mobile di Caserta, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini della polizia sono state coordinate dal pm Simona Bellucci. Nella sua abitazione, nel corso di una perquisizione, è stato rinvenuto anche del materiale pedopornografico. Il 14 aprile scorso gli uomini della Mobile hanno ricevuto la segnalazione da un presidio ospedaliero di Napoli riguardanti le lesioni da abusi sessuali riportate dalla vittima (una prognosi di 20 giorni). Le immediate indagini degli investigatori, che hanno ascoltato anche il ragazzino, hanno confermato che effettivamente l’undicenne era stato vittima di abusi da parte di T, gravato da precedenti specifici. Le violenze sarebbero avvenute nell’abitazione dell’uomo, incastrato anche dalla testimonianza di altre persone. F. T. è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Carlo Pascarella Web Alto Casertano

Leverano (Lecce) La bimba conferma: il bidello abusò di lei e le telecamere che inchiodano il pedocriminale.
VENERDÌ 04 MARZO 2011 Leverano : “Era lui l’uomo cattivo”. Lo ha detto ieri mattina durante l’incidente probatorio una delle bimbe di cinque anni vittima delle “attenzioni” del bidello C B My, 65enne di Leverano. La piccola è stata ascoltata nella sede protetta del Cepam dalla psicologa Rosa Fatano, direttrice del centro antiviolenza di Lecce. A vederla e ascoltarla, ma attraverso un vetro il gup Carlo Cazzella, il pm Stefania Mininni, l’avvocato nominato dai suoi genitori Francesca Conte e l'avvocato difensore di My (che ha invece deciso di non presenziare) Carlo Madaro. Le dichiarazioni della piccola, giudicata attendibile dalla stessa Fatano, incaricata dal Tribunale di eseguire la perizia, adesso verranno acquisite come ulteriore prova degli abusi, già in parte ammessi dal presunto aguzzino durante l'interrogatorio col gip Antonio Del Coco. A inchiodare il bidello, tornato in carcere dopo un periodo di detenzione ai domiciliari, erano state quattro telecamere nei bagni della scuola materna 2° Polo di Leverano, piazzate, all’insaputa di tutti, dai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, su autorizzazione del magistrato, dopo la denuncia della mamma alla quale la bimba raccontò degli abusi. Gli occhi elettronici avrebbero immortalato il bidello dall’8 al 16 aprile del 2010. Sarebbero una dozzina le alunne molestate dal 65enne. È così che lo scorso 4 maggio, alla vigilia della ‘Giornata Mondiale contro la pedofilia’, My venne arrestato poiché ritenuto responsabile di “atti osceni” nonché “violenza sessuale aggravata”, in quanto ai danni di minori di anni 14 e in qualità di incaricato di pubblico servizio. (Ver.Val.)
FONTE :www il paese nuovo .it cronaca
Questa relazione finisce qui,non finiscono qui i maltrattamenti dei minori, le violenze sessuali e non e coloro che stilano le leggi dormiranno ancora su questo argomento così importante? Perché dovremmo far crescere i futuri italiani con problematiche fisiche e psichiche provocate dagli adulti di oggi e da politici disinteressati ai veri problemi dell’Italia, strafesteggiata impropriamente ,ma costruita da tanti, tanti morti che credevano in ideali di cui si riempivano la bocca gli strateghi di allora,assieme ad altra merce.