di Giorgio Gagliardi

mercoledì 1 giugno 2011

L’ OMERTA’ ISTITUZIONALE

I capi dei vari istituti quasi sempre difendono la dignità che vorrebbero avere, e con una versione dei fatti “ufficializzata e standard ” se la cavano quasi sempre. Ecco le parole di una maestra di scuola materna ad un bambino : “Tu manchi di una catenella per essere un cesso”.

E’ terribile, ma si ripete in continuazione la difesa estrema che compiono i direttori, sindaci, funzionari, prelati per difendere il loro cosiddetto “buon nome” compiendo allegramente e spudoratamente crimini i più inauditi sui deboli, minori ecc. La Chiesa affronta ora, cioè i suoi Dirigenti, lo scandalo dei loro confratelli coinvolti nella pedocriminalità ,allo scoperto e senza più quelle reticenze, non certo insegnate dal Loro Fondatore, di parlare “sì,sì,no,no”. Ma nelle istituzione cosiddette laiche vige ancora quel crimine tanto comune e più o meno sommerso di liquidare quei funzionari che denunciano crimini e che creano scompiglio nel tran tran quotidiano dei vari istituti, così il crimine si allarga, si perpetua e si castiga coloro che si ribellano ai crimini più sporchi e più ributtanti. Onore vada a quelle istituzioni come Carabinieri ecc che mettono su segnalazione anche singola documentata, telecamere nei vari asili nido e forniscono prove inconfutabili di violenze inaudite. Ma lo Stato ( i suoi funzionari )non si muove, guarda e basta perché mancano leggi sull’obbligo delle tv in quelle scuole e mancano i test da sottoporre gli addetti ai bambini ? Già Dutroux ,nel secolo scorso in Belgio, confidava ai suoi compari dove si trovavano gli asili sprovvisti di telecamere e quindi possibilità di crimini a danno degli utenti minori o bebè. Dei tests psicologici non se ne parla ancora,tra le innumerevoli commissioni strapagate dell’Unione Europea non ce ne può essere una che si interessi a questi tests o aspettiamo altre telecamere che denuncino altri crimini ancora sui futuri italiani,così traumatizzati ai loro albori?
Sono due gli esempi ultimi sotto riportati che coinvolgono i cosiddetti “caporali” coloro che hanno un grado in più e che fanno il bello e cattivo tempo appunto perché più sopra gli altri : maestre che denunciano trattamenti da lager allontanate o mobbizzate, sindaci che vogliono coprire i vari vasi di pandora scoperchiati nelle scuole materne o peggio negli asili nido ancora,baby sitter che denuciano presunte pedocriminalità perdono il loro lavoro perché i loro superiori non vogliono “grane”. Ma nessuno si sogna di prendere provvedimenti come le tv nei locali ed i test ai professionisti che accudiscono i bambini. Ricordiamo che nell’operazione Cathedral (archivio storico del corriere della Sera) parecchi denunciati come pedocriminali e rei confessi, poi sono stati sbianchettati o hanno invocato la legge dell’oblio per mimetizzarsi, difesi ad oltranza da avvocati ……
Dalla Stampa (diritti riservati e bambini coraggiosi.it)
Loano/ Bimbi insultati e ingozzati fino a vomitare: chiesti 3 anni per le maestre dell'asilo Stella Gross
Il pm: tre anni di carcere per le maestre violente dell’asilo Stella- Grossi
Tre anni di reclusione per maltrattamenti ai danni di sette bambini tra il 2004 e il 2005. È la pena chiesta ieri pomeriggio dal pubblico ministero Maria Chiara Paolucci durante la requisitoria del processo contro Irvana Cadeddu e Federica Puzzo, maestre dell’asilo Simone Stella – Leone Grossi. Cinquantamila euro per ogni bambino vittima dei presunti abusi è stata invece la cifra richiesta dai rappresentanti delle parti civili. L’intervento del pubblico ministero è durato poco più di un’ora. «Questa lunga e sofferta istruttoria ha confermato le accuse contenute negli atti raccolti durante l’indagine. Spiace constatare le difficoltà che hanno colpito non solo le imputate ma anche le persone che hanno denunciato fatti gravi e che, per avere ottemperato a un loro dovere, sono state, sono state allontanate, ghettizzate e poi sottoposte al fuoco incrociato di questo procedimento », ha esordito la dottoressa Paolucci, che ha definito gli eventi ipotizzati «di una gravità inaudita per il contesto in cui si sono svolti». Il pubblico ministero ha proseguito: «Solo le contestazioni riguardanti una bambina non hanno trovato conferma in aula, così come un singolo episodio di maltrattamento ai danni di un bambino, che però è stato oggetto di altre angherie comprovate dal dibattimento. La prima persona che aveva denunciato questa vicenda era stata la maestra Grassano nell’estate del 2003, ma non era stata creduta quando aveva raccontato di avere visto un’imputata chiudere in bagno un alunno. Le testimonianze hanno messo in luce casi di bimbi legati al seggiolone, sbattuti per terra, ingozzati con la macedonia fino a vomitare. A queste violenze, che non possono essere considerati come semplici abusi dei mezzi di correzione, si aggiungono le ingiurie e gli insulti nei confronti dei piccoli, chiamati ‘‘sfigati’’ e ‘’brutti’’ da Puzzo e Cadeddu, che li hanno anche apostrofati dicendo loro ‘’ti manca una catenella per essere un cesso’’. Inoltre pare che ci fossero discriminazioni nei confronti di chi arrivava da famiglie disagiate».
Il pubblico ministero ha sostenuto: «È mancata la volontà del presidente Ferrari di accertare la verità. E poi c’è stato un sindaco che ha convocato il presidente Caglieris per dirgli di non denunciare. È una cosa che fa rabbrividire. Da questa sentenza può uscire un brutto segnale che premia l’omertà». Dopo avere ascoltato le richieste dei legali Giovanni Paleologo, Mariacarla Calcaterra, Mario Spotorno, Sara Calleri e Manuela Zunino per le parti civili, il giudice Laura Russo ha fissato la prossima udienza per giovedì prossimo, con le arringhe degli avvocati difensori Marco Piccardo e Simonetta Salvini e le repliche. [A.F.] Fonte: La Stampa Savona 24 settembre 2010

Pisa 19\05\2011 : Maestra denuncia, punita perche' ho segnalato maltrattamenti Gli episodi sarebbero avvenuti in un asilo nido di Navacchio
(diritti riservati ANSA, Bambini coraggiosi ) - PISA, 19 MAG - Per aver segnalato i comportamenti aggressivi di una sua collega maestra e' stata ''punita e mobbizzata'' dall'azienda ''contro la quale - spiega - ho aperto un contenzioso legale per ottenere la revoca del trasferimento subito''. A parlare e' Roberta Pietroluongo, educatrice professionale che nello scorso mese di dicembre segnalo' alla Paim, la cooperativa sociale che gestisce asili e strutture per disabili e anziani nella provincia di Pisa, una serie di presunti maltrattamenti subiti dai bambini di un asilo nido di Navacchio (Pisa). (ANSA). 19 maggio, 13:16
Ma la storia non finisce qui le maestre incriminate la cooperativa stanno valutando di ricorrere a vie legali contro la maestra denunciante. Ovvio e scontato : non ci sono state telecamere che hanno ripreso il tutto e forse la maestra denunciante avrà pure oltre ai danni anche le beffe :copione ormai scontato,specie in mano a buoni avvocati e validi e magari testimoni ineccepibili.
Milano 04\06\1989 (da La Rebubblica 1984 ricerca.it)
Violenza sessuale su minore, no bambina con tumore tra retto e vescica, ma è lo stesso : i medici con mal pratica e la stampa che grida al mostro che sono invece loro
C' è una bambina di due anni ricoverata all' ospedale Niguarda, con lesioni che fanno sospettare la violenza carnale. Subito i sospetti cadono sul padre, tranquillo professore di matematica nell' hinterland milanese. Il tribunale dei minori allontana la piccola dai genitori, e apre una procedura di adottabilità. Lanfranco Schillaci e la moglie giurano di essere innocenti, ma alcuni quotidiani sbattono in prima pagina il mostro-professore, sodomizzatore della figlia. La procura milanese, invece, tiene un atteggiamento prudente: ordina una perizia medico legale e attende prove certe prima di incriminare il padre della bambina. Una decisione che si rivela saggia dieci giorni dopo, quando il professor Antonio Fornari deposita la perizia e scagiona il professore di Limbiate. Il dietrofront del tribunale dei minori è immediato: tutti i provvedimenti vengono annullati e la bambina, ormai in via di guarigione, viene dimessa dal Niguarda. Lanfranco Schillaci e la moglie si precipitano all' ospedale, riabbracciano la figlia, la riportano a Limbiate, a casa, in quella casa dove per dieci giorni hanno vissuto in stato d' assedio, le finestre con le tapparelle abbassate, notte e giorno nel mirino delle telecamere, il telefono staccato per sottrarsi alle telefonate anonime di vendetta. La foto di Miriam in braccio al padre, sorridente, appare su tutti i giornali. Sembra la fine di un incubo, ma è un' illusione. La famiglia Schillaci parte per la Sicilia: un po' di riposo, per la bimba e il professore, dai nonni, a Piazza Armerina. A Milano, intanto, infuriano le polemiche: la perizia medico legale ha escluso la violenza carnale, ma non un possibile errato intervento dei medici, al momento del ricovero al pronto soccorso. La bambina è stata ricoverata in due ospedali, a Garbagnate e al Niguarda: fioccano le accuse e le risposte sdegnate dei sanitari: Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Ma in Sicilia Miriam continua a star male. Nessuno accusa o sospetta il professor Schillaci quando entra al Santa Marta di Catania con la piccola Miriam.
I commenti ci sono e sono enormi : la bambina ricoverata in due ospedali famosi di Milano
e dimessa con incriminazione del padre per abuso sessuale, la bambina dichiarata adottabile perché i cosiddetti medici (più di uno e di due ospedali) non hanno fatto gli esami per stabilire effettivamente qualcosa di grave e macroscopico che era lì dalla nascita. Ma le coperture dei vari ospedali o ordini equivalgono a distruggere chi non può dimostrare fatti che non ha commesso il papà : gli sono addosso tutti, la stampa spara a zero sul papà\ non mostro. Poi inutili scuse e rettificazioni che andavano denunciate e perseguite, ma siamo ancora nel protezionismo ad oltranza :silenzio, silenzio, tanto si uccide solo un minore o si partecipa ad un omicidio colposo se non preterintenzionale.
Continuano gli abusi emergenti negli asili nido e scuole materne
Abusi sessuali ai danni di un 11enne, in cella bidello di una scuola materna di Orta di Atella Di noreply@blogger.com (caiazzorinasce) 20 aprile 2011
Le violenze sarebbero avvenute nell'abitazione dell'uomo, incastrato dagli uomini della Squadra mobile

Il bidello di una scuola materna di Orta di Atella è stato arrestato per pedofilia. Si tratta di F. T. e, secondo le accuse, avrebbe abusato di un ragazzino di 11 anni. A stringergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra mobile di Caserta, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini della polizia sono state coordinate dal pm Simona Bellucci. Nella sua abitazione, nel corso di una perquisizione, è stato rinvenuto anche del materiale pedopornografico. Il 14 aprile scorso gli uomini della Mobile hanno ricevuto la segnalazione da un presidio ospedaliero di Napoli riguardanti le lesioni da abusi sessuali riportate dalla vittima (una prognosi di 20 giorni). Le immediate indagini degli investigatori, che hanno ascoltato anche il ragazzino, hanno confermato che effettivamente l’undicenne era stato vittima di abusi da parte di T, gravato da precedenti specifici. Le violenze sarebbero avvenute nell’abitazione dell’uomo, incastrato anche dalla testimonianza di altre persone. F. T. è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Carlo Pascarella Web Alto Casertano

Leverano (Lecce) La bimba conferma: il bidello abusò di lei e le telecamere che inchiodano il pedocriminale.
VENERDÌ 04 MARZO 2011 Leverano : “Era lui l’uomo cattivo”. Lo ha detto ieri mattina durante l’incidente probatorio una delle bimbe di cinque anni vittima delle “attenzioni” del bidello C B My, 65enne di Leverano. La piccola è stata ascoltata nella sede protetta del Cepam dalla psicologa Rosa Fatano, direttrice del centro antiviolenza di Lecce. A vederla e ascoltarla, ma attraverso un vetro il gup Carlo Cazzella, il pm Stefania Mininni, l’avvocato nominato dai suoi genitori Francesca Conte e l'avvocato difensore di My (che ha invece deciso di non presenziare) Carlo Madaro. Le dichiarazioni della piccola, giudicata attendibile dalla stessa Fatano, incaricata dal Tribunale di eseguire la perizia, adesso verranno acquisite come ulteriore prova degli abusi, già in parte ammessi dal presunto aguzzino durante l'interrogatorio col gip Antonio Del Coco. A inchiodare il bidello, tornato in carcere dopo un periodo di detenzione ai domiciliari, erano state quattro telecamere nei bagni della scuola materna 2° Polo di Leverano, piazzate, all’insaputa di tutti, dai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, su autorizzazione del magistrato, dopo la denuncia della mamma alla quale la bimba raccontò degli abusi. Gli occhi elettronici avrebbero immortalato il bidello dall’8 al 16 aprile del 2010. Sarebbero una dozzina le alunne molestate dal 65enne. È così che lo scorso 4 maggio, alla vigilia della ‘Giornata Mondiale contro la pedofilia’, My venne arrestato poiché ritenuto responsabile di “atti osceni” nonché “violenza sessuale aggravata”, in quanto ai danni di minori di anni 14 e in qualità di incaricato di pubblico servizio. (Ver.Val.)
FONTE :www il paese nuovo .it cronaca
Questa relazione finisce qui,non finiscono qui i maltrattamenti dei minori, le violenze sessuali e non e coloro che stilano le leggi dormiranno ancora su questo argomento così importante? Perché dovremmo far crescere i futuri italiani con problematiche fisiche e psichiche provocate dagli adulti di oggi e da politici disinteressati ai veri problemi dell’Italia, strafesteggiata impropriamente ,ma costruita da tanti, tanti morti che credevano in ideali di cui si riempivano la bocca gli strateghi di allora,assieme ad altra merce.

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