1) Ricomincia
l’ecatombe criminale dei migranti e anche la conta dei bambini, con la prima
piccola vittima del 2016: Khalid di due anni, annegato. Mondo perfido e da
schifo!
Si ricomincia a contare i morti e veder spiaggiare i bambini, e i politici di tutto il mondo tacciono ancora; i media scrivono statistiche abbastanza attendibili e per i morti inizia la lenta statistica verso il futuro. Inutile pensare ad un mondo nuovo: gli emigranti ci sono ancora e si affollano ora sulle coste oltre che della Libia e Tunisia (nel Mediterraneo ed anche nell’Oceania e nel Messico).
Si ricomincia a contare i morti e veder spiaggiare i bambini, e i politici di tutto il mondo tacciono ancora; i media scrivono statistiche abbastanza attendibili e per i morti inizia la lenta statistica verso il futuro. Inutile pensare ad un mondo nuovo: gli emigranti ci sono ancora e si affollano ora sulle coste oltre che della Libia e Tunisia (nel Mediterraneo ed anche nell’Oceania e nel Messico).
C’è
chi tace queste notizie strazianti a veder raccogliere morti bimbi innocenti e
inconsapevoli, ma i morti ci sono e i politici non prendono misure sicure per
impedire questa catastrofe umana che aumenta sempre più.
Si
resta allibiti, si urla senza bandiere come fa la politica, ma i morti sono
morti e non urlano, né portano striscioni di ogni colore anche con ragione: loro
sono vivi e potranno vivere anche se a qualche maniera, ma quei morti, di cui alcuni
verranno ripescati, resteranno senza nome e località, moltissime volte. Avranno
una tomba senza nome, senza lacrime e senza fiori a ricordo di un essere, nostro
amato fratello che fuggiva dalla miseria della guerra.
Vigliacchi
di politici inermi e con sparate di soluzioni che lasciano il tempo che trovano!
Piangiamo
spesso anche per tutti quei volontari che muoiono o vivono allo sbaraglio nella
speranza di dare vita e speranza a bambini, donne, uomini.
Si
resta inebetiti e rabbiosi ogni volta che si leggono i numeri dei morti di chi
tentava di fuggire, ma le carrette erano mine su cui esplodevano in tanti, tanto
erano disastrate quelle barcacce, soprattutto i bambini che scivolano
nell’acqua senza ritorno o affiorando dopo ore o giorni, cullati dalle onde ed
avvistati da pietosi umani, affinché non finiscano nelle fauci di qualche
pescecane d altro.
Non
ci si riconosce più nella razza umana, che è sempre stata violenta e crudele, anche
se ora lo è sempre di più. Le festività natalizie non hanno fermato nessuno in
ricordo dei morti annegati o altrimenti periti. Le feste sono trascorse in
allegria, anche se con i botti diminuiti, e la prima neve ha richiamato gente sulle
piste da sci a divertirsi, mentre altri esseri umani annegavano o si piangevano
i morti, specie i bambini, per i quali il conteggio è già iniziato.
L’umanità
che piange c’è e tanta, ma purtroppo dove sono i morti non sempre ci sono i
cimiteri e un mazzetto di fiori: c’è solo il pianto dei bambini e delle bambine
rimasti senza mamma e senza padre; scene strazianti, che quei sopravvissuti
ricorderanno per tutta la vita, come coloro che hanno salvato o recuperato i loro
fratelli morti; molti di loro si svegliano di notte e rivedono le stesse scene
strazianti, incredibili, specie i bambini cullati dalle onde o rotolati sulle
spiagge senza alcuna manifestazione di cordoglio, o altri che sono rimasti
senza genitori e che piangono il loro futuro e la sicurezza che i loro cari non
potranno più dar loro. Ma c’è sempre un angelo custode che li protegge anche se
sono in mezzo alla sporcizia a raccogliere rifiuti, e dopo c’è un Dio che
scrive tutto ed avranno una vita vicino all’Amore di Chi li ha creati. Bambini,
sperate in Dio, in qualsiasi modo lo chiamate, e l’umanità perfida, egoista, corrotta,
ladra non avrà certo fiori e ricordi.
Il piccolo Khalid, un bimbo migrante di 2 anni, è la prima vittima del 2016 http://www.fanpage.it/ - 4/01 2016 Biagio Chiarello.
Il
gommone su cui viaggiava con la madre, siriana, e altre 38 persone si è
schiantato contro delle rocce di un’isola dell’Egeo. È il primo profugo a
perdere la vita nel tentativo di lasciare il proprio paese in guerra.
NOTIZIE
4 GENNAIO 2016 - 09:58 di Biagio Chiariello (tutti i diritti riservati
all’autore e alla testata).
Sul
prima tragedia dei migranti del nuovo anno spicca un nome su tutti: Khalid, un
bambino siriano di due anni. È lui il primo profugo a perdere la vita nel 2016.
Lo riferisce il “Times of Malta”, citando la Migrant Offshore Aid Station
(Moas), l’organizzazione benefica fondato e gestita dal milionario americano di
origini calabresi Christopher Catrambone. La ong precisa su Facebook che Khalid
viaggiava insieme alla madre di 28 anni ed una quarantina di altre persone su
un gommone, che si sarebbe schiantato sulle rocce di un'isola sull'Egeo. Il suo
corpicino è stato recuperato dal mare dai pescatori dell'isola di Gaidaro.
Altre dieci persone sono rimaste ferite nel naufragio, mentre un’altra donna e
un neonato di tre mesi sono stati ricoverati per una grave ipotermia. Sempre
nelle ultime ore, la Guardia costiera turca ha tratto in salvo 57 migranti
bloccati su un'isoletta nel Mar Egeo, davanti alla città costiera di Dikili.
Tra le persone recuperate in mare ci sono anche 3 bambini ammalati.
La
tragedia dei migranti non si ferma nel 2016. L’inverno dunque non ferma il
dramma dei profughi che abbandonano i paesi d’origine per sfuggire a guerre e
carestie. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione mondiale per le
Migrazioni sono stati quasi 4.000 i morti nel Mediterraneo nel 2015 (nel 2014
furono 3.270). Ma la realtà dei fatti è un’altra: non esiste un conteggio
preciso di tutte le vittime, specie quelle partite dalla Libia. Ciò vuol dire
che i morti quasi certamente sono anche di più. Quel che è peggio è che questa
tragedia riguarda sempre più i bambini: sono oltre 700 quelli morti nel 2015, secondo
la denuncia di Fondazione Migrantes. La vicenda di Khalid, in tal senso, riporta
alla mente quella di Aylan, il bimbo siriano di origine curda, annegato a 4
anni, nel settembre scorso, insieme al fratellino Galip e alla madre, e trovato
morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. (Continua su: http://www.fanpage.it/migranti-il-piccolo-khalid-un-bimbo-di-2-anni-e-la-prima-vittima-del-2016/
- http://www.fanpage.it/).
2) Migranti,
nuova tragedia nell’Egeo: nove morti, ci sono anche bambini Il bilancio della
nuova strage di migranti tra Grecia e Turchia è ancora provvisorio (www.fanpage.it).
Nove i morti accertati, tra loro anche bambini. - NOTIZIE
5 GENNAIO 2016 10:27 di Davide Falcioni
Nuova tragedia tra Turchia e Grecia, in quel tratto di
Mar Egeo in cui nell'ultimo anno hanno perso la vita centinaia di migranti.
Nove persone sono morte la scorsa notte mentre tentavano di raggiungere la
costa ellenica a bordo di una vecchia imbarcazione che si è rovesciata ed è
affondata. A bordo anche diversi bambini i cui corpi, insieme a quelli delle
altre vittime, sono stati riportati indietro dalla corrente e travati sulla
spiaggia di un complesso residenziale nel distretto ai Ayvalik, nel nord-ovest
della Turchia. La barca su cui viaggiavano i migranti era partita da Smirne con
a bordo almeno 22 persone e si è capovolta in mare a causa delle pessime
condizioni meteo: secondo i media turchi il bilancio dei morti è ancora
provvisorio e potrebbe facilmente aumentare, dal momento che finora solo otto
persone sono state tratte in salvo dalla Guardia Costiera. Le autorità sono
alla ricerca dei dispersi sia in mare aperto che lungo la costa.
Quella tra Grecia e Turchia non è che l'ennesima tragedia
che coinvolge profughi nel braccio di mare che separa i due paesi. Secondo la
Fondazione Migrantes, infatti, nel 2015 i morti sono più che raddoppiati
rispetto al 2014 e passando da 1.600 a 3.200, ben 700 dei quali sono bambini.
Duro il commento di monsignor Gian Carlo Pelago, direttore di Migrantes:
"L'Europa che trova sempre risorse per bombardare, non trova risorse per
salvare vittime innocenti. L'operazione Triton non ha saputo rafforzare il
salvataggio in mare delle vite umane rispetto all'operazione italiana Mare
Nostrum: una vergogna che pesa sulla coscienza europea. L'Europa sembra ora – a
fronte della minaccia terroristica – giustificare i muri e la chiusura delle
frontiere, oltre che il disimpegno nel creare canali umanitari che avrebbero
potuto oltre che salvare vite umane, combattere il traffico degli esseri umani,
una delle risorse del terrorismo". (Continua su: http://www.fanpage.it/migranti-nuova-tragedia-nell-egeo-nove-morti-ci-sono-anche-bambini/).
Purtroppo le notizie che giungono sono improprie: i morti
sono di più, come pure i morti.
05/01/2016: Sale a 21 morti, tra cui almeno
3 bambini, il bilancio del naufragio di un barcone di migranti diretto all'isola greca di Lesbo, avvenuto
la scorsa notte al largo della Turchia. Lo riferiscono media locali, secondo
cui la gendarmeria di Ankara ha recuperato i corpi in due diverse località
della costa egea, Ayvalik e Dikili.
Nove bambini che
muoiono ancora per colpa degli scafisti di carrette di mare, corrotti e
famelici di soldi e di morte di chi trasportano. Siete dei vigliacchi maledetti
e malvagi, nessuno vi ferma, perché anche le polizie chiudono un occhio e le
barche da naufragio continuano a riempirsi di futuribili morti. Pace a voi e
buona speranza, non buon anno, ma buona umanità che ha già dimostrato che vi
accetta. Noi vi siamo sempre vicini e le feste non esistono più: ci sono parenti
di bambini morti, ma non sono tutto; guardiamoli, aiutiamoli presso il loro
Creatore.
Migranti, nuova tragedia nell’Egeo: 36 morti, ci sono
anche tre bambini
Il bilancio della
nuova strage di migranti tra Grecia e Turchia è di 36 morti accertati, tre dei
quali sono bambini. ULTIME NOTIZIE 5 GENNAIO 2016: www.fanpage.it/ (tutti i
diritti riservati all’autore ed alla testata) 10:27 di Davide Falcioni Ore 20
Sale ancora il
bilancio. Sono 36 le vittime, tra cui almeno 3 bambini, del naufragio.
Recuperati i corpi in due diverse località della costa egea, Ayvalik e
Dikili.Ore 17.00 – Sono 34 – ma il numero è ancora provvisorio – i migranti
morti a largo della costa tra Grecia e Turchia. Tra loro confermata la presenza
dei cadaveri di tre bambini.
UPDATE ore 13 – Sale
a 21 il numero delle vittime del naufragio a largo della costa turca: tra i
morti, 3 sono bambini. Le autorità hanno reso noto che 11 sono stati trovati
sulla spiaggia di un complesso residenziale nel distretto ai Ayvalik, nel
nord-ovest della Turchia, mentre altri dieci erano sulla costa del distretto di
Dikili.Nuova tragedia tra Turchia e Grecia, in quel tratto di Mar Egeo in cui
nell'ultimo anno hanno perso la vita centinaia di migranti. Nove persone sono
morte la scorsa notte mentre tentavano di raggiungere la costa ellenica a bordo
di una vecchia imbarcazione che si è rovesciata ed è affondata. A bordo anche
diversi bambini i cui corpi, insieme a quelli delle altre vittime, sono stati
riportati indietro dalla corrente e travati sulla spiaggia di un complesso
residenziale nel distretto ai Ayvalik, nel nord-ovest della Turchia. (Continua
su: http://www.fanpage.it/migranti-nuova-tragedia-nell-egeo-nove-morti-ci-sono-anche-bambini
- http://www.fanpage.it/)
Anche il 2016 è
comincia con il regalo di nuovi naufragi con morti di adulti e bambini.
Per i piccoli che
sono annegati il regalo che si aspettavano per “la befana” è stato osceno,
scandaloso, traditore: acqua di mare nei polmoni, mancanza di respiro, freddo, assideramento.
Nessuno di loro, di sicuro, si aspettava un trattamento del genere dalla civile
Europa, ma l’accoglienza è stata quella che si sta mettendo in atto da anni. Spesso
nemmeno le forze dell’ordine hanno avuto pietà di quell’orda di soggetti
disperati e il freddo, l’assideramento, il gelo, il camminare nel ghiaccio e il
vedersi respinti, sono ciò che la cosiddetta civiltà ha sostituito ai regali.
3) L'ONU rompe l'assedio: a Madaya arriva il cibo 08/01/2014
da Intopic e altre testate (Tutti i diritti riservati agli autori ed alle testate)
Bambini che mangiano le
foglie dagli alberi. Altri che si cibano di cani e gatti. Gli oltre 40mila
civili intrappolati da mesi a Madaya, località a ovest di Damasco circondata
dalle milizie sciite di Hezbollah, continuano a patire la fame e il freddo, mentre
l’Onu annuncia di aver ottenuto dal governo siriano l’assicurazione che un
convoglio umanitario potrà raggiungere l’area sottoposta a un assedio medievale
da parte del regime siriano sostenuto da Russia e Iran.
Melissa Fleming, portavoce
dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, ha detto che il governo
siriano si è impegnato a «permettere alle organizzazioni umanitarie di
raggiungere Madaya, dove è previsto l’arrivo dei primi aiuti nei prossimi
giorni». Damasco non ha finora confermato né smentito.
Da giorni circolavano
in rete e sui media video e immagini choc – la cui autenticità non era sempre
verificabile in maniera indipendente – di bambini e anziani denutriti. Secondo
fonti mediche locali, nelle ultime settimane 20 persone sono morte di stenti
nella città situata sulle montagne che separano il Libano dalla Siria. «Almeno
42mila persone rimangono a Madaya e sono a rischio di inedia», ha affermato
Yaqoub al Hillo, il più alto rappresentante Onu presso il governo siriano.
Hillo ha ricordato che i 40mila di Madaya sono solo un decimo dei 400mila da
tempo intrappolati in località sotto assedio in diverse zone della Siria. La
maggior parte delle aree sono circondate da truppe governative o dalle milizie
locali o straniere alleate a Damasco. In altri casi, come a Dayr az Zor
nell’est del Paese, l’Isis assedia sobborghi controllati dalle truppe del
regime.
Nel caso di Fuaa e
Kafraya, nel nord-ovest del Paese, miliziani delle opposizioni e loro alleati
qaidisti assediano le due località a maggioranza sciita e difese anche dagli
Hezbollah. Proprio il destino dei 30mila civili assediati a Fuaa e Kafraya è
legato ai 40mila di Madaya. E sempre dalla Siria arriva un’altra notizia choc.
Attivisti anti Daesh hanno fatto sapere che una donna sarebbe stata messa a
morte dagli uomini del Califfato a Raqqa. Ad ucciderla, secondo le fonti, il
figlio. dei figli dei poliziotti che si trastullavano a casa con il regalo
fianle della morte in tenera età.
Volontari salvatori
hanno fatto l’impossibile, ma la situazione è sempre quella i signori che
sorridono malamente alla camera cercano di salvare il salvabile, ma chiudono le
frontiere e i regali metereologici arrivano senza farsi aspettare. Una decina
dei bambini è già morta annegata e prima senz’altro speravano in tutt’altro, ma
la marcia ormai innescata dall’Europa è questa, il loro sorriso e gioa non ci
saranno più nemmeno in fondo al mare.
Molti sono i
disperati che avanzano e la recettività si fa sempre più stirata, ormai si
calcola coloro che arrivano e possono lavorare, e se sono invalidi i tempo si
allungano ed avvengono anche le espulsioni di gente arrabbiata che diventa
violenta che non è istruita a sufficienza sul come comportarsi Anche i nuovi Hotspot
che l’UE sta aprendo si potrebbero rivelare pericolosi nel distinguere i
criminali o violenti o patologici da migranti nullatenenti e rifugiati :chi ha
subito viaggi da paura ed ora è davanti ad un funzionario e se sarà valutato
come migrante economico verrà espulso con la sua carovana che ha resistito fino
allora.
Non so per quale
ministero o funzionario “economico” è chi vuol arricchire e non sopravvivere, dopo
quello che ha passato e con la famiglia da mantenere e dover ritornare dove ha
sfuggito la morte e magari quella di qualche suo caro.
Tutto questo fa
veramente schifo e orrore, ma i nostri Ministri o Dirigenti non sai dove
attingano le loro famigerate idee di salvezza della situazione :loro non
muoiono che per fenomenologie stradali o patologiche, ma i migranti muoiono
perche vengono uccisi e barbaramente, stressati e quasi sempre sfiniti come
5000 km per cercare di sopravvivere dal medio oriente all’europa del nord, perché
in italia si sta molto peggio e taglieggiati in continuo dai trafficanti di
vite umane, responsabili in primis dei morti annegati, ma tanto sfuggono quasi
sempre alla legge e chi è morto, molte volte è sepolto senza nemmeno un nome.
Volontari continuate
il vostro lavoro, vi ringraziamo e vi aiutiamo anche se altri non aiutano.
Grazie, anche se i siriani o africani è gente con le nostre stesse emozioni
buone e cattive e deve ridimensionare alcune modalità innate di vita: speriamo
in notizie migliori e meno ossessive per quei disperati che fuggono, certe
volte senza sapere dove vanno.
4) Ultime
Via
libera Damasco per salvare popolo (da InTopic ed altre fonti - tutti i diritti
riservati agli autori e testate)
00:48 - Il governo siriano ha approvato
l'ingresso di aiuti umanitari dell'Onu nella località sotto assedio di Madaya, alla
periferia di Damasco, dove sono bloccate circa 42mila persone che corrono il
rischio di morire di fame. Lo riferiscono in un comunicato congiunto i
coordinatori umanitari dell'Onu per la crisi in Siria, Yacoub el Hillo e Kevin
Kennedy.
Secondo
i media internazionali la fame nel mondo è diminuita: mandiamoli tutti a vivere
a Madaya, in Siria, e si accorgeranno del vecchio sistema di affamare gli
assediati e farli morire per mancanza del necessario. Siamo in piena preistoria
sociale e morale; sul piano morale forse era meglio allora.
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