1) Wael, il profugo quindicenne che da solo ha fatto nascere il fratellino
CRONACA di S. P. 26 gennaio 2015 (tutti i
diritti riservati all’autore e alla testata)
Il ragazzino ha aiutato la mamma a partorire
nel viaggio attraverso la Libia. Wael ha assistito la donna in un lunghissimo
travaglio, ha tagliato il cordone ombelicale e ha pure cucito con ago e filo di
cotone. Wael, il profugo quindicenne che da solo ha fatto nascere il
fratellino.
A soli
15 anni, e in condizioni non certo ottimali, un ragazzino ha salvato sua madre
e il suo fratellino. Lui si chiama Wael e la sua storia oggi è apparsa sulle
pagine del Corriere della Sera. Wael, da solo, ha aiutato sua madre a partorire
nel mezzo della Libia e di un viaggio rischiosissimo. La mamma si lamentava,
lui ha raccontato di essere rimasto per mezz’ora in un angolo a piangere ma poi
di essersi rialzato: “Mamma tu non morirai, ci sono qua io”, avrebbe detto alla
donna, trovando il coraggio di starle vicino in un lunghissimo travaglio. Il quindicenne
ha fatto nascere il bambino, ha tagliato il cordone ombelicale con le forbici
che c’erano, e ha pure cucito, con ago e filo di cotone. Come scrive il
Corriere, il pediatra che ha visitato il piccolo a Milano ha detto che il
giovane profugo ha fatto “un buon lavoro”. La mamma, che si chiama Hajar e ha
33 anni, ha raccontato il lungo viaggio compiuto insieme a suo figlio. Dalla
Siria al Libano, poi il Sudan e la Libia e infine l’Europa. Ha raccontato che
prima della guerra vivevano alla periferia di Damasco, poi c’è stata la fuga in
Libano: “Dopo due anni, però, mio marito con i suoi documenti palestinesi non
può più restare. Ma per l’Europa ci chiedono 7.000 dollari a testa”. Troppi
soldi, così decidono di arrivare in Sudan. Il bimbo nasce e resiste altri due
mesi in viaggio. Ma il marito fa di tutto per far nascere suo figlio in Europa
e così, al settimo mese di gravidanza, Hajar e Wael si affidano ai trafficanti
di Khartoum e partono: “Concordiamo il prezzo di 6.000 dollari in due fino alla
spiaggia da cui ci saremmo imbarcati. Viaggiamo in macchina, in carovana.
Facciamo soste anche di giorni, a volte chiusi in una stalla con gli animali.
Cambiamo diverse vetture e trafficanti”. Le doglie arrivano di notte, quando
madre e figlio ormai in viaggio da due mesi sono chiusi con altri profughi in
un appartamento di Ajdabiya. Il quindicenne ha raccontato di aver chiamato il
trafficante per portare la mamma in ospedale ma che lui avrebbe detto che non
era possibile uscire di casa. La donna si dispera, ma nessuno la aiuta. A
questo punto il ragazzino capisce di dover aiutare da solo sua madre: Mahmoud
nasce alle 7 del mattino e per tutto il giorno rimane sporco, poi la sera
qualcuno porta shampoo e acqua. Il neonato resiste altri due mesi in viaggio,
poi in barca dalla Libia raggiunge l’Italia con la mamma e il fratellino (continua
su: http://www.fanpage.it/wael-il-profugo-quindicenne-che-da-solo-ha-fatto-nascere-il-fratellino/#ixzz3Q8A69ZtW
http://www.fanpage.it).
Si deve
essere contenti del fatto che alle notizie brutte, sconce, deliranti, fanatiche,
si aggiungono (ogni tanto per quel che si sa) notizie di abnegazione e di
sacrificio dei bambini che fanno quello che molti adulti non saprebbero fare.
Wael, ti ringraziamo per aver salvato, assistito, aiutato tua mamma a partorire
il tuo fratellino: sei stato bravissimo, non c’è lode che ti renda merito; tu
profugo con i problemi dei migranti non ti sei rinchiuso in te stesso, ma hai
visto che tua madre e tuo fratellino erano in pericolo e ti sei dato da fare andando
oltre lo spirito di sacrificio normale di una persona. Sei stato un ostetrico
di primo ordine (tra l’altro) perché, oltre ad una assistenza normale e all’incoraggiamento,
l’hai assistita da vero ostetrico, hai tirato fuori il tuo fratellino che ti
ringrazierà per sempre, come anche tua mamma che hai assistito fino all’ultimo,
cucendo anche gli strappi che fa la testa del bambino quando esce dalla vagina,
tagliando il cordone ombelicale non so
quant’altro.
Bravo, anzi
bravissimo! Ti vorrei conoscere di persona con la tua famiglia, anche se so che
non sarà possibile; ma sappi che come me anche tanti, tantissimi altri esseri
veramente umani ti ringraziano e vorrebbero conoscerti. Non so se qualche
istituzione ti darà un riconoscimento, ma sono certo che quel riconoscimento l’Essere
Superiore te lo darà al momento opportuno e ti aiuterà in questa vita che non è
sempre facile. Nel libro Cuore di E. De
Amicis ci sono casi eclatanti un po’ meno del tuo, ma che dovrebbero ugualmente
scuotere il torpore e l’inedia di molti adulti. Il libro Cuore ormai è passato
nel dimenticatoio. Tu hai dato una grande lezione a tutti i grandi della terra,
hai bagnato il naso a molti potenti e VIP che continuano a sbrodolarsi sui
media. Non pensarci, che anche loro avranno la paga umana secondo quello che
hanno fatto. C’è Qualcuno che scrive tutto e poi presenta il conto.
Bravissimo!
Ciao un abbraccio a tutta la tua famiglia!
2) Sud Sudan, iniziato il rilascio di 3.000 "bambini soldato"
27 gennaio 2015 - L’UNICEF e le organizzazioni
partner hanno assicurato il rilascio
di circa 3.000 minorenni in mano a un gruppo armato attivo nel Sud Sudan – una delle più ampie operazioni di smobilitazione mai realizzate
(tutti i diritti riservati alle testate e alle organizzazioni partner).
Un primo
gruppo di 280 minori è stato liberato oggi presso il
villaggio di Gumuruk nello Stato del Jonglei, nel Sud Sudan orientale.
Altre fasi di smobilitazione avverranno a febbraio.
I
ragazzi sono stati arruolati dalla fazione "Cobra" del South Sudan
Democracy Army (SSDA), guidata
da David Yau Yau, e hanno tra
gli 11 e i 17 anni.
Alcuni di loro hanno combattuto per 4 anni, molti non sono mai andati a scuola. Nell’ultimo anno ben 12.000 minori, nella maggior parte dei casi maschi, sono stati arruolati e utilizzati come soldati a forze e gruppi armati nel Sud Sudan.
Alcuni di loro hanno combattuto per 4 anni, molti non sono mai andati a scuola. Nell’ultimo anno ben 12.000 minori, nella maggior parte dei casi maschi, sono stati arruolati e utilizzati come soldati a forze e gruppi armati nel Sud Sudan.
Dalle
armi alla reintegrazione nella vita civile
I
bambini smobilitati oggi hanno deposto le armi e le uniformi nel corso di una
cerimonia organizzata dall’UNICEF, sotto il controllo della Commissione
Nazionale per il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione del Sud Sudan e alla presenza di esponenti
della fazione "Cobra".
«Questi ragazzi sono stati costretti
a vedere e a commettere azioni che un bambino non dovrebbe mai sperimentare» ha dichiarato Jonathan Veitch, Rappresentante UNICEF nel Sud
Sudan. «La smobilitazione di migliaia di minori implica ora una
risposta efficace, per garantire assistenza e protezione a questi bambini che
hanno bisogno di iniziare a ricostruire la propria vita».
I
minori rilasciati dalle fila del "Cobra" stanno in queste ore ricevendo
cure mediche, cibo, acqua e vestiti per prepararsi al ritorno
in famiglia. A breve inizieranno inoltre un percorso di sostegno psicologico, e successivamente riprenderanno a studiare o a seguire programmi
di formazione professionale.
L’UNICEF
sta lavorando per identificare questi ragazzi e riunirli, se possibile, alle
loro famiglie: un compito estremamente arduo in un paese in cui ci sono più
di un milione di bambini sono sfollati o rifugiati all'estero a seguito del conflitto
riesploso nel dicembre 2013.
Anche
le comunità locali verranno coinvolte dall'azione di aiuto dell'UNICEF, al fine
di prevenire o almeno limitare le discriminazioni, che sempre accompagnano il ritorno a casa di minori ex
combattenti. Soprattutto, sarà necessaria sorvegliare che essi non vengano
nuovamente reclutati.
Anche
questa notizia fa seguito logico della prima ed è una buona notizia perché
l’umanità guadagnerà quei ragazzi che sono tanti e che però hanno bisogno di
essere riportati alla vita della normalità e non alla violenza. Non sarà un
lavoro facile,ma molti che sono stati forzati ad entrare nelle file dei
fanatici,rintronati soprattutto dalle anfetamine (captagon o trianfetamina)
potranno recuperare(anche se non dimenticheranno)e dalla vita violenta) perché
le potenzialità buone ci sono sempre nella nostra mente/cervello.Ci vuole buona
volontà delle associazioni umanitarie per recuperarli ed un impegno veramente
serio:avremo dei soggetti che, provati dalle anfetamine/captagon, e resi
coscienti di quanto hanno loro insegnato diventerà un ricordo che li aiuterà
nelle difficoltà.Aiutiamoli già da ora con quello che ognuno può fare per
abbracciare quell’umanità che è stata vigliaccamente violentata fisicamente e
psicologicamente: il futuro diventerà ancora accettabile e degno anche di loro
riabilitati e che potranno vivere la gioventù tradita e ferocemente orientata
ad autodistruggersi.
3) La guerra silenziosa negli
asili e i bambini, solite vittime fisiche e psicologiche
Non bastano le guerre attorno a noi e le nostre vicissitudini sociali a
rendere un pochino migliori tutti noi. No: negli asili, cioè dove l’umanità sta
crescendo in vista di un futuro almeno decente, ci sono maestre che se ne infischiano
dei bambini e li maltrattano in mille modi. Verrebbe da dire che stanno
seguendo le orme di precedenti campi di concentramento per il tipo di
maltrattamenti e per l’età dei bambini maltrattati. Se poi leggiamo che una
maestra non è stata espulsa, ma trasferita, c’è da chiedersi se siamo in un
paese civile o alla mercé di una dittatura oltraggiosa delle leggi ed in mano
proprio a persone incivili e verosimilmente paranoidi.
Tempo fa era stato chiesto di sottoporre a test psicologici non solo i
nuovi assunti nelle scuole (e non si sa se lo fanno o meno), ma anche le leve
più anziane, visto i casi che emergono a danno proprio delle istituzioni in cui
si presume si insegni qualcosa, ma non a difendersi dagli adulti insegnanti. È ben
vero che c’è anche chi fa il proprio dovere e va anche oltre i propri limiti, ma
questi casi non possono passare sotto silenzio perché è un male che si propaga
e nasconde gli artefici di questi maltrattamenti su piccoli esseri che si
aspettano ben altro: cioè amore, comprensione e una aiuto a crescere nella
società.
Queste maestre indegne (chiamiamole così) insegnano tutt’altro e sono una vergogna per tutti, politici
compresi, richiamando ai loro doveri principali anche se lo stato dovesse
spendere di più proprio per il futuro dell’Italia, se esiste ancora come
nazione da imitare, ma dalle statistiche non nostre, ma europee o mondiali, non
siamo in prima fila a quanto sembra, ma ci dibattiamo molto più in basso
vergognosamente.
Si parlava oltre ai test cui sottoporre tutti gli insegnanti anche di
telecamere, non gestite dalle maestre, ma da personale qualificato; nulla
all’orizzonte, leggi su mille altre necessità e corruzioni; i bambini non lasciamoli
nei loro parcheggi statali o considerati
tali da molte persone. Questo ennesima segnalazione doverosa, si spera, che non
cadrà nel vuoto, e non aspettiamo solo
che oltre a questi esempi se ne aggiungano altri che richiamano l’attenzione
del momento. Poi diamoci pure ai giochi televisivi tanto utili ed istruttivi e lasciamo
che chi ha problemi se li gratti o faccia manifestazioni di piazza col muso
duro.
Picchiamo, con chi è al servizio dei cittadini e non se ne frega dei
bambini, i pugni sul tavolo per difendere quelli innocenti che non vengono
educati, ma avviati a disturbi psicologici e sociali.
Non dimentichiamo però quelle insegnanti che sacrificano loro stesse e le
loro famiglie per educare veramente quei bambini, anche se sono tartassate
spesso da una burocrazia più dannosa che utile, ma tanto cara a istituzioni
statali che studiano appositamente intoppi degni della qualifica che stiamo
avendo mondialmente assieme a stati “chiamati del terzo o quarto mondo” e che
siamo continuamente richiamati da istituzioni mondiali come il Tribunale dei Diritti
dell’Uomo di Strasburgo. Per l’Italia
114 procedure di infrazione. Più di
14.000 cause pendenti presso la Corte di Giustizia. Non sono numeri da riferire
a un noto latitante né a un disastro naturale. Sono violazioni del diritto
dell’Unione Europea. Infrazioni degli obblighi comunitari e mancati recepimenti
delle normative che l’Europa contesta all’Italia. La stessa Italia che quei
patti e quei regolamenti li ha scritti e firmati. Infrazioni che prevedono
sanzioni. “La Commissione Europea ha indicato che l’Italia deve pagare in via
forfettaria circa 9.920.000 euro per ogni infrazione. A questa cifra bisogna
aggiungere le penalità di mora, che oscillano tra i 22 mila e i 700 euro al
giorno”. Tutto questo da moltiplicare per il numero di infrazioni commesse
(tutti i i diritti riservati all’autore e alla testata - Fonte Openpolis).
Non aspettiamo che emergano altri casi degradanti e violenti per i bambini:
prevenzione! Politici, svegliatevi! Soprattutto chi deve pianificare gli
interventi non tanto per i propri figli o nipoti, ma per tutti gli italiani, migranti
compresi.
4) Maestra arrestata nel Casertano a Parete,
maltrattava alunni di scuola elementare. Domiciliari per insegnante a Parete,
Caserta 22/01/2015
Una
maestra della scuola elementare di Parete (Caserta) è stata arrestata per
maltrattamenti continuati ai danni di alcuni alunni. Il provvedimento è stato
adottato al termine di indagini della Procura di Napoli Nord avviate dopo la
segnalazione dei genitori ai Carabinieri. I genitori hanno segnalato al
Comandante della Stazione dei Carabinieri quello che - a loro parere - era il clima di terrore e il
grave disagio dei loro figli a causa del comportamento, ritenuto aggressivo e
violento, di una delle maestre. In particolare, i genitori hanno riferito ai
Carabinieri che i bambini erano costretti a subire schiaffi e ingiurie in modo
sistematico, dietro minaccia di ritorsioni se avessero raccontato ai loro
genitori quanto accadeva in classe. Al termine delle indagini, durante le quali
è stata utilizzata una telecamera nascosta, la Procura di Napoli Nord ha
chiesto al GIP il provvedimento di arresto ai domiciliari per la maestra. Schiaffi
e spintoni a scuola, arrestata una maestra. La maestra è finita in manette dopo
essere stata filmata da una telecamera nascosta mentre spintonava e insultava i
bambini, imponendogli perfino di consegnare le merendine. I fatti sono avvenuti
in una scuola del Casertano. (http://napoli.fanpage.it/schiaffi-e-spintoni-a-scuola-arrestata-una-maestra/#ixzz3PeVvXNqb
http://napoli.fanpage.it)
5) Asilo a Portici, telecamere nascoste
inchiodano maestre violente - 20/12/2014
In un
asilo privato nel quartiere Bellavista di Portici, a Napoli, due maestre sono
state registrate mentre maltrattano i piccoli ospiti e li costringono a
mangiare senza piatto. La proprietaria precisa: ho acquistato l'asilo dopo i
fatti. Asilo a Portici, telecamere nascoste inchiodano maestre violente. I
bambini venivano presi a pizzichi, spintoni, schiaffi e subivano vere e proprie
percosse, talora all’improvviso, senza alcuna causa scatenante. A testimoniare
gli abusi sono le immagini riprese nell’asilo privato del quartiere Bellavista
di Portici (Napoli) da telecamere nascoste ed installate dagli agenti del
Nucleo Investigativo della polizia locale, coordinati dal colonnello Gennaro
Sallusto e dal tenente Emiliano Nacar. Le riprese, che vengono proposte in
apertura da un video del Mattino di Napoli, sono state effettuate nel mese di
aprile del 2013.
L’indagine
della polizia locale è iniziata dopo la denuncia sporta da alcuni genitori e,
in attesa di giudizio, ha portato la dirigenza della scuola a sospendere dal
servizio una delle due maestre inquisite, mentre l’altra è stata trasferita
presso una scuola in Toscana. La violenza delle due maestre ha interessato
undici bambini di età compresa tra i sei mesi e i due anni di età. Oltre agli
spintoni, ai pizzichi e agli schiaffi si è registrato anche il caso di un
bambino messo a testa in giù nel passeggino. Le condizioni minime di igiene non
venivano rispettate: dai pasti serviti senza piatti sui banchetti su cui i
bambini giocavano, fino all’attesa dei piccoli, seduti sul pavimento del bagno,
per il cambio di pannolino. Maria Giudizioso, proprietaria della scuola solo di
recente, ha riferito a Il Mattino che “quando ho acquisito la nuova struttura
non ero a conoscenza dei fatti. Ho fatto un gran lavoro per riorganizzare la
struttura. Ora mi cade il mondo addosso. Sono molto arrabbiata con chi mi aveva
nascosto tutto. Ci tengo a precisare che si tratta di fatti del 2013. Io ho
acquisito l’asilo soltanto nel settembre 2013. Comprenderete la mia amarezza”. (Continua
su:
http://napoli.fanpage.it/asilo-a-portici-telecamere-nascoste-inchiodano-maestre-violente/#ixzz3PeZRJdFY
http://napoli.fanpage.it) Da altre
fonti dello stessa data “Una delle due maestre era già stata sorpresa prima di
un cambio gestione dell’asilo, mentre l’altra era stata trasferita al nord
prima che lo scandalo prendesse luce.”
6) Bimba di 16 mesi si addormenta per terra:
la maestra la prende a calci
La
donna è stata incastrata da un video: le immagini dimostrano le violenze nei
confronti di una bambina di 16 mesi.
Bimba
di 16 mesi si addormenta per terra: la maestra la prende a calci. 21/01/2015
Ha
creato molto scalpore la storia di un’insegnante di Tarpon Spings, città della
Florida, immortalata dalle telecamere mentre prende a calci e pugni una bambina
di soli 16 mesi nell’asilo in cui lavorava. La donna, 48 anni, è stata
incastrata da un video che documenta i terribili abusi nei confronti della
bambina: nelle immagini si vede chiaramente la maestra dare quattro calci alla
piccola, colpevole soltanto di essersi addormentata sul pavimento. La bambina
per fortuna non ha riportato gravi conseguenze ma solo qualche livido, anche se
non è noto se potranno esserci in futuro ripercussioni a livello psicologico.
La maestra, dopo essere stata incastrata dal video, è stata licenziata e
arrestata, con l’accusa di abusi e maltrattamenti su minore. (Continua su: http://www.fanpage.it/bimba-di-16-mesi-si-addormenta-per-terra-la-maestra-la-prende-a-calci://www.fanpage.it
- tutti i diritti riservati all’autore e alla testata).
7) “L’Isis uccide 13 ragazzi che guardano una partita di
calcio”
Storia di una notizia che esiste solo per
l’Italia, Francesco Maria Cirillo, 20 gennaio 2015
Si segnala la notizia che è comparsa in Italia
su AGI, Repubblica, Il Messaggero e altre testate, incluse testate estere, come
sulla rete più sotto descritta Raqqa ecc. Mirro.co.uk, Aliraqnews.net,
irakgiordania. Quindi si presume che la notizia sia confermata. Non si conosce
bene l’età dei giovani/adolescenti e l’intervento degli jihadisti sarebbe stato
all’indomani della partita Irak-Giordania
giocata appunto in data 13/01/2015 (tutti i diritti riservati all’autore
ed alle testate - http://www.fanpage.it).
La rete
Raqqa is Being Slaughtered Silently denuncia l'uccisione di 13 teenager,
"colpevoli" di aver visto in TV la partita Iraq-Giordania. Al momento
però mancano conferme sull'accaduto. È mistero a Mosul, Iraq. Secondo un gruppo
di attivisti anti Isis pochi giorni fa, esattamente il 12 gennaio, in occasione
della partita di calcio Iraq – Giordania (valevole per la Coppa d’Asia e
giocata a Brisbane, in Australia) tredici ragazzi sarebbero stati uccisi dai
miliziani agli ordini di Abu Bakr al-Baghdadi perché scoperti a guardare il
match in TV. L’atto sarebbe stato condannato come immorale e, quindi punito,
con la pena capitale. Questo al fine di incutere il terrore negli altri
teenager presenti al momento dell’esecuzione.
La
notizia è stata diffusa dal gruppo di resistenza civica chiamato Raqqa is Being
Slaughtered Silently (ovvero: Raqqa viene massacrata silenziosamente)
attraverso la sua pagina di Facebook che ha riportato l’accaduto citando a sua
volta il sito d’informazione Petra News che, tuttavia, a quanto pare, non
riporta invece l’accaduto contribuendo a rendere ulteriormente confuso il
quadro già estremamente complicato. Dopo ulteriori verifiche, la prima fonte ad
aver dato la notizia – a differenza di quanto affera “Raqqa”, sarebbe All Iraq
News che cita una fonte senza fornire, però, ulteriori prove a supporto. In
ogni caso secondo il gruppo anti califfato islamico, i miliziani jihadisti
avrebbero sorpreso i ragazzini a guardare la partita in TV e in modo sommario
sarebbero stati portati in una delle piazze principali della città di Mosul –
esattamente nel quartiere di al-Yarmouk –, e giustiziati con dei mitragliatori.
Secondo quanto riportato, inoltre, i guerriglieri dell’Isis avrebbero lasciati
i corpi dei tredici ragazzini sul selciato della piazza per giorni, come monito
per gli altri abitanti e rendendo, di fatto, impossibile il recupero dei corpi
da parte dei familiari delle – presunte – vittime per il terrore di subire
rappresaglie dal gruppo di fuoco estremista. (continua su:
http://www.fanpage.it/l-is-uccide-13-ragazzi-che-guardano-una-partita-di-calcio-storia-di-una-notizia-che-esiste-solo-per-l-italia/#ixzz3PewsJEaO http://www.fanpage.it)
8) La
guerra negli asili, i bambini, solite vittime fisiche e psicologiche, e il
fanatismo trianfetaminico o captagondipendente sempre sulla pelle dei bambini o
adolescenti
Non
bastano le guerre attorno a noi e le nostre vicissitudini sociali a rendere un
pochino migliori tutti noi. No, negli asili, dove cioè l’umanità sta crescendo
in vista di un futuro almeno decente, ci sono maestre che se ne fregano dei
bambini e li maltrattano in mille modi. Verrebbe da dire che stanno seguendo le
orme di precedenti campi di concentramento per il tipo di maltrattamenti e per
l’età dei bambini maltrattati. Se poi leggiamo che una maestra non è stata
espulsa, ma trasferita, c’è da chiedersi se siamo in un paese civile o alla mercé
di una dittatura oltraggiosa delle leggi ed in mano proprio a persone incivili
e verosimilmente paranoidi.
Tempo
fa era stato chiesto di sottoporre a test psicologici non solo i nuovi assunti
nelle scuole (e non si sa se lo fanno o meno), ma anche le leve più anziane, visti
i casi che emergono a danno proprio delle istituzioni in cui si presume si
insegni qualcosa, ma non a difendersi dagli adulti insegnanti. È ben vero che
c’è anche chi fa il proprio dovere ed aldilà dei suoi limiti, ma questi casi
non possono passare sotto silenzio, perché è un male che si propaga e nasconde
gli artefici di questi maltrattamenti su piccoli esseri che si aspettano ben
altro: cioè amore, comprensione e la possibilità di crescere nella società.
Queste
maestre (chiamiamole così) insegnano tutt’altro e sono una vergogna per tutti, politici
compresi, richiamandoli ai loro doveri principali anche se lo stato dovesse
spendere di più proprio per il futuro dell’’Italia, se esiste ancora come
nazione da imitare; tuttavia, sulla base delle statistiche non nostre, ma
europee o mondiali, non siamo in prima fila a quanto sembra, ma ci dibattiamo
molto più in basso.
Si
parlava oltre ai test anche di telecamere, non gestite dalle maestre, ma da
personale qualificato: ma nulla all’orizzonte; leggi su mille necessità, ma i
bambini lasciamoli nei loro parcheggi statali
o considerati tali da molte persone. Anche questo richiamo cadrà nel vuoto; aspettiamo
solo che oltre a questi esempi se ne aggiungano altri che richiamano l’attenzione
del momento, poi diamoci pure ai giochi televisivi e chi ha problemi se li
gratti o faccia manifestazioni di piazza col muso duro e picchiamo,chi è al
servizio dei cittadini,i pugni sul tavolo per difendere quelli innocenti che
non vengono educati,ma avviati a disturbi psicologici e sociali.
Il
fanatismo dell’Isis non ha limiti di sorta e spinto dalle trianfetamine
ingerite non c’è nessun controllo
mentale che funziona,tutto è lecito,descritto e pubblicato anche se ci si
dovrebbe vergognare di pubblicare quelle violenze efferate che fanno; ogni
tanto si legge “bambini crocefissi o sepolti vivi” (e non sono gli unici), e
non è uno scherzo, ma fonti serie e con documentazione non virtuale ci mostrano
questi orrori contro l’umanità che nemmeno il tribunale di Norimberga potrà
giudicare e stabilire un’equa sanzione.
Svegliamoci
ed aiutiamo quelle popolazioni dove succedono principalmente queste diaboliche
violenze e torture. Anche se non sentiamo le urla dei bambini crocefissi, torturati,
decapitati, chiediamo a chi ne ha il potere di fermare quegli energumeni pieni
di trianfetamine o captagon (e non solo queste droghe). L’impegno
umanitario è più che mai doveroso ed
impellente: non si può lasciar sfogare gli istinti più perversi sui bambini,
civili inermi ed anche militari forse poco preparati (ma che li fronteggiano a
costo delle loro vite), volontari di ogni tipo che affrontano quel clima di
terrore per salvare i più disgraziati e bisognosi di ogni cosa per
semplicemente vivere anche al di sotto dei limiti più bassi. Troppi amici
generosi stanno pagando con la loro vita l’aiuto che riescono a dare ed a non
dare perché continuano a essere uccisi da quegli assassini.
9) Onu: “L’Isis usa bambini con disturbi mentali come
kamikaze” – tutti i
diritti riservati all’autore e alla testata - http://www.fanpage.it)
Lo rivela un rapporto redatto dal Comitato delle
Nazioni Unite sui Diritti dell'Infanzia. Minori addestrati a combattere, usati
come scudi umani e talvolta come kamikaze. FEBBRAIO 2015 ore 13.40.
Bambini venduti come schiavi del sesso, talvolta
brutalmente uccisi tramite crocifissione o sepolti vivi. Il campionario degli
orrori dell’Isis sembra destinato a non finire e la denuncia è contenuta in un
rapporto del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia, secondo
cui i miliziani dello Stato Islamico avrebbero utilizzato minori iracheni per
combattere, ma anche come kamikaze o scudi umani per proteggere le postazioni
del califfato contro le incursioni aeree della coalizione guidata dagli Stati
Uniti. Ci sarebbero video che documentano persino l’uso come kamikaze di
bambini con problemi mentali.
Secondo Renate Winter, una dei 18 membri della Commissione Onu che ha redatto il report, “La portata del problema è enorme. Siamo profondamente preoccupati per la tortura e l’uccisione di quei bambini, in particolare quelli appartenenti a minoranze, ma non solo”. Le vittime sarebbero prevalentemente minori yazidi o cristiani, ma anche sciiti e sunniti. La funzionaria dell’Onu ha aggiunto: “Abbiamo i dati sullo sfruttamento di bambini, anche di bambini con problemi mentali, per attacchi kamikaze. Con ogni probabilità persone che non comprendono nemmeno cosa gli succede o che cosa li aspetta”. Il rapporto delle Nazioni Unite è stato diffuso all’indomani dell’uccisione del pilota giordano. Secondo l’Onu, l’Isis avrebbe organizzato persino delle proiezioni pubbliche in piazza mostrando a tutti il video dell’esecuzione. A Raqqa, città siriana considerata “capitale” del Califfato, tra gli spettatori ci sarebbe stato un bambino di non più di otto anni.(Fonte http://www.fanpage.it/onu-l-isis-usa-bambini-con-disturbi-mentali-come-kamikaze/#ixzz3QsFnLEtK - http://www.fanpage.it - tutti i diritti riservati all’autore e alla testa)
Secondo Renate Winter, una dei 18 membri della Commissione Onu che ha redatto il report, “La portata del problema è enorme. Siamo profondamente preoccupati per la tortura e l’uccisione di quei bambini, in particolare quelli appartenenti a minoranze, ma non solo”. Le vittime sarebbero prevalentemente minori yazidi o cristiani, ma anche sciiti e sunniti. La funzionaria dell’Onu ha aggiunto: “Abbiamo i dati sullo sfruttamento di bambini, anche di bambini con problemi mentali, per attacchi kamikaze. Con ogni probabilità persone che non comprendono nemmeno cosa gli succede o che cosa li aspetta”. Il rapporto delle Nazioni Unite è stato diffuso all’indomani dell’uccisione del pilota giordano. Secondo l’Onu, l’Isis avrebbe organizzato persino delle proiezioni pubbliche in piazza mostrando a tutti il video dell’esecuzione. A Raqqa, città siriana considerata “capitale” del Califfato, tra gli spettatori ci sarebbe stato un bambino di non più di otto anni.(Fonte http://www.fanpage.it/onu-l-isis-usa-bambini-con-disturbi-mentali-come-kamikaze/#ixzz3QsFnLEtK - http://www.fanpage.it - tutti i diritti riservati all’autore e alla testa)
10) M ONDO di Susanna Picone 3 febbraio 2015 -
Isis, Site: “Pilota giordano arso vivo” (http://www.fanpage.it,
tutti i diritti riservati all’autore e alla testata)
Un
nuovo video dell’Isis, postato su Site, mostrerebbe il pilota giordano Muath
al-Kasaesbeh, ostaggio dei jihadisti, bruciato vivo. Isis, Site: “Pilota
giordano arso vivo”.
Muath
al-Kasaesbeh, il pilota giordano ostaggio dell’Isis dallo scorso dicembre,
sarebbe morto. Un nuovo video dei terroristi, postato su Site, mostrerebbe il
pilota bruciato vivo. Lo riferisce su Twitter Rita Katz, direttrice del sito di
monitoraggio dell’estremismo islamico sul web. Il destino del Muath
al-Kaseasbeh era legato al rilascio della terrorista di Al Qaeda Sajida al
Rishawi, detenuta nelle carceri della Giordania. Ma la Giordania voleva una
prova che l’ostaggio fosse ancora vivo. L’uccisione del pilota arriva a pochi giorni
dalla decapitazione dell’ostaggio giapponese Kenji Goto, anche’egli “usato” nei
giorni scorsi per chiedere la liberazione della terrorista.
Si vogliono
riportare le ultime efferatezze di quei fanatici pieni di trianfetamine che
hanno assassinato decapitandoli due giornalisti giapponesi ed arso vivo un
pilota giordano. Tutto il mondo si è inorridito giustamente; ma non basta,
perché quelli continueranno ed escogitare altre torture da infliggere a chi non
la pensa come loro. Blocchiamoli, giudichiamo i loro capi, facciamo valere il
diritto ai bambini di esistere e di vivere secondo la loro età guardando
abbastanza sorridenti al futuro anche se sono in difficoltà di ogni tipo.
Aiutiamoli
come possiamo, consoliamo chi possiamo consolare, ma pensiamo anche a loro. I
nostri giochi televisivi o altro aspettino; c’è una giustizia chiamato o non
“Divina” che è riconosciuta ed esiste presso tutte le popolazioni, e prima o
poi arriva e chi non ha aiutato il proprio fratello paga giustamente il conto
che ha lasciato in sospeso. Non illudiamoci se il nostro nemico mostro, bugiardo
e assassino, cioè satana, usa specchietti per ingannarci o peggio assassina
imbrogliando: tutto si paga e magari con gli interessi.
11) Orrore in Pakistan: “Bimba di 18 mesi violentata e
uccisa”
MONDO di
S. P.4 febbraio 2015 (tutti i diritti riservati all’autore e alla testata - fanpage.it)
Il
cadavere della piccola, secondo quanto ha riferito la TV Geo, è stato trovato
nel quartiere di Jalalabad a Karachi. Avrebbe subito violenza sessuale e poi
sarebbe stata strangolata.
Orrore
in Pakistan: “Bimba di 18 mesi violentata e uccisa”. A soli 18 mesi una bambina
in Pakistan sarebbe stata vittima di violenza sessuale e poi è stata uccisa. A
riportare la notizia è la TV Geo, che ha spiegato che il cadavere della piccola
era scomparso da casa lunedì ed è stato ritrovato il giorno seguente non
lontano dall’abitazione di famiglia, nel quartiere di Jalalabad a Karachi, nel
Pakistan meridionale. Secondo quanto hanno riferito la TV Geo e altri media
stranieri, la bambina avrebbe subito violenza sessuale, dopodiché sarebbe stata
strangolata. I particolari del terribile delitto sono stati confermati durante
un’autopsia realizzata nell’ospedale Abbasi Shahid della città. Il padre della
giovane vittima ha commentato quanto accaduto dichiarando di non avere
inimicizie con persone che avrebbero potuto commettere un simile delitto e ha
chiesto giustizia alle autorità. L’uomo ha chiesto a gran voce di trovare i
responsabili dello stupro e dell’omicidio e di consegnarli alla giustizia. (continua
su: http://www.fanpage.it/orrore-in-pakistan-bimba-di-18-mesi-violentata-e-uccisa/#ixzz3Qy4DBUvd http://www.fanpage.it)
Quest’ultima
orribile fine di un’infante violentata e assassinata conferma la violenza
omicida presente nell’uomo e slatentizzata dal solito demone del Male.
No ci
si ferma più: le notizie come questa non danno più credito ad una umanità che fa ritornare il cervello dell’uomo
evoluto al cervello paleorettiliano; meglio, dei tirannosauri che ci hanno
preceduto.
Dobbiamo
solo vergognarci di tanto orrore e ferocia, anche se chi ha commesso questi
crimini non era sotto l’effetto delle anfetamine, ma solo del proprio cervello
rettiliano, che sta impossessandosi della camera dei bottoni di comando del
cervello umano. Tante disquisizioni sono inutili, si deve cambiare tutti e
prevenire queste umilianti e disonoranti
violenze: una creaturina innocente è stata soppressa agli albori della
propria esistenza da un non-essere, degno solo del proprio padrone: il demone
del Male, il vero nemico dell’uomo.
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