1) IRAQ, LA
NUOVA BARBARIE: DISABILI MENTALI ADDESTRATI COME KAMIKAZE
Pubblicato il
30 maggio 2014 da http://luciogiordano.wordpress.com/
Di Ennio
Remondino (tutti i diritti riservati all' autore e alla testata).
«Hassan aveva
20 anni, era handicappato mentale dalla nascita ed era stato soprannominato Al
Mabruk, ‘il benedetto’, dai proprietari di ristoranti e negozi del quartiere Al
Ghabat a Baghdad, che consideravano la sua presenza di buon auspicio. Almeno 7
attentati suicidi dall’inizio dell’anno.
Hassan, nel
quartiere Al Ghabat a Baghdad, era conosciuto da tutti come Al Mabruk, ‘il
benedetto’. Aveva 20 anni ma era un bambino, era handicappato mentale dalla
nascita, benvoluto da tutti. Fino a che dei miliziani qaedisti lo hanno rapito,
trasformato in bomba umana e fatto saltare in aria in un attentato in cui sono
morti, con lui, quattro soldati e un poliziotto. Hassan, secondo quanto afferma
il ministero dell’Interno iracheno, è il settimo disabile che dall’inizio
dell’anno è stato usato a sua insaputa come kamikaze dallo Stato islamico
dell’Iraq e del Levante, l’Isis, filiazione di al Qaeda.
Secondo la
polizia, i carnefici di Hassan ‘Al Mabruk’, “rapiscono malati mentali nelle
strade, fanno indossare loro giubbetti esplosivi e li fanno saltare in aria con
congegni a distanza”. Bestiale. Ma la violenza che continua a insanguinare
l’Iraq 11 anni dopo la caduta del regime di Saddam Hussein e che ha già
provocato oltre 123.000 morti, non sembra conoscere limiti. Attentati
quotidiani mentre le tensioni interconfessionali tra sciiti e sunniti sono
rinfocolate dal conflitto in Siria. E dalla guerra in Siria provengono molti
dei combattenti Isis, che sognano di instaurare un nuovo califfato in Iraq.
Nell’Iraq,
alle prese con la virulenta ostilità delle milizie dello Stato Islamico e del
Levante, è solo parte di un conflitto ben più vasto della Mesopotamia.
L’impennata di attacchi e di morti è certo conseguenza anche della guerra in
Siria ma, soprattutto, della “guerra dei Trent’anni” tra sunniti e sciiti.
Sventolano le bandiere nere di Al Qaeda, ma sono manifestazioni di estremismo
sunnita all’ interno della guerra civile che in Iraq e in tutto il Medio
Oriente oppone queste due anime, quella sciita -minoritaria, ma al potere in
Iraq, Iran e Siria- e quella largamente maggioritaria sunnita.
Il problema è
dunque la contrapposizione difficilmente risolvibile che va avanti a fasi
alterne da oltre mille anni tra due versioni inconciliabili dell’Islam, la
Sunna e la Shia. E che oggi non si contrappongono più con le sciabole, ma con
armi sofisticate ed esplosivi capaci di grandi stragi. L’Al Qaeda che
conoscevamo - quella di Bin Laden - non esiste più, mentre esiste una frattura
all’interno di Paesi le cui frontiere non sono riconosciute dai loro abitanti
perché vennero disegnate dalle potenze coloniali senza tener conto delle
differenze etniche e religiose, che oggi si scontrano.
Ma torniamo ai
poveri disabili mentali mandati a morte. Una situazione che secondo alcuni
analisti di cose terroristiche costretti al cinismo, fornisce a suo modo
segnali positivi. Di fatto, dice il crudele arruolamento forzato di poveri
minorati, in Iraq cominciano a scarseggiare gli aspiranti attentatori suicidi e
l’Isis si deve affidare sempre più per queste azioni a miliziani stranieri che
provengono da altri Paesi arabi, compresa la Siria”. Episodio ultimo di totale
disumanità dei miliziani Isis: ‘giustiziato’ un giovanissimo attentatore
suicida che poi si era tirato indietro.»
Lo squallore
fetido e ributtante dei miliziani quaedisti ed altri è veramente orrido e
satanico: il loro capo ed intendo satana ne gioirà di sicuro. Queste bandiere
nere, nerissime di Al Quaeda, funesti labari di una disumanità ormai senza limiti,
né pietà, usano l'essere umano da bambino ad adulto a suo piacere e sollazzo:
macellai orridi e squilibrati in nome di una religiosità squinternata ed
abominevole che non è per nulla quanto recita il Corano, ma una sua
degenerazione non approvata nemmeno dai mussulmani che fino a ieri hanno
convissuto con le altre religioni pacificamente.
Ora l'odio di
satana esulta e spinge ad ogni atrocità che ricorda i campi di Auschwitz ed
altri più antichi e più recenti. Non si osa chiamarli bestie perché le bestie
sono più umane di loro. Chiamiamoli mostri partoriti da capo del Male: ed ecco
che dopo i bambini usati per fare da kamikaze stordendoli di droga e di
fantasie perverse, ecco che va di moda usare i disabili, illudendoli nella loro
pseudocoscienza delle fantasie emozionali del dopo morte- Crudeli fino
all'estremo limite, blandiscono sempre con droghe ed altro questi poveri
incoscienti che, bardati come vuole quel tragico rituale, vengono mandati a
morire al posto loro. Già! Loro vigliaccamente se ne stanno a spingere il
pulsante al momento giusto. Come si possono chiamare questi delinquenti
assassini?
E subito si
vede il loro modo di operare. Un povero disabile ha capito nella sua innocenza
il gioco ed ha detto no, ma questo è valso per la sua condanna: non diventerà
un martire dei male, della vile attività di portatore di morte, ma sarà un vero
martire della civiltà che ci si sforza di vivere e che immola martiri
innocenti, non essendo in grado per le volontà dei grandi ciechi e sordi di
essere difesi in qualche modo, ma brutalmente spinti a proseguire nel cammino
della nostra autodistruzione, anche di malvagi, assassini, delinquenti in nome
di un dio che è solo Il Male.
Questo mondo si
stanno inventando le più raffinate torture ingannevoli a scapito di chi ingenuamente
crede agli adulti che, purtroppo, sanno blandire ed accattivarsi la coscienza
di disabili che nella loro mancanza di criticità credono in quello che dicono
loro, magari esaltati da qualche droga e dalle speranze di diventare dei
martiri con tutte le dicerie di benefici dopo il martirio. La disumanità con
cui agiscono questi terroristi raggiunge ormai l'apice della crudeltà cinica e perversa:
donne, bambini e ora disabili preparati da kamikaze che obbediscono come pecore
a chi ha dato loro il contentino e lo spinge ad esplodersi, certamente
sorridendo al destino infame di quel disabile.
Questi
vigliacchi non sono loro a lanciarsi come kamikaze, perché sanno che fine fanno
e quindi sono doppiamente falsi, bugiardi, crudeli e criminali, ma poco
importa. Presumo che Allah non c'entri proprio più e anzi sia un pretesto per
il predominio su intere popolazioni che continuano a torturare, uccidere,
rapire, vantandosi di quello che fanno. Purtroppo in questo periodo il mondo, meno
gli interessati, assiste incollato alla TV ai “cosiddetti” mondiali di calcio
che tristemente assumono il ruolo di diversivo, distogliendo l'attenzione
mondiale da quello che succede in Nigeria, ma anche da altre parti. Dobbiamo
continuamente vergognarci vedendo che i vari stati mandano in giro ambasciatrici
che però, non vedendo questa scia di cadaveri in continuo aumento di tutti,
bambini compresi, preparano un futuro dell'umanità che si assottiglia sempre di
più. Sveglia, politici di ogni stato! Che cosa vi trattiene dal decidere di
mettere fine o un freno a questi assassinati o rapiti che ingrossano sempre più
l'esercito dei disperati? Sveglia! Noi tutti già ci vergogniamo di quanto
succede, ma voi non agite in nome dell'umanità così schiacciata.
26/06/2014
2) Nigeria, radunati per pregare. Poi
il massacro dei Boko Haram
Da InTopic.it
(tutti i diritti all'autore e alle testate per la molteplicità dell’argomento)
ROMA – Sono
entrati in azione travestiti da soldati o spacciandosi per predicatori. Con
l’inganno hanno attirato gli abitanti davanti alla chiesa e poi hanno sparato a raffica, crivellandoli di colpi: brutali
esecuzioni di massa compiute a tradimento. Prima di andarsene, hanno appiccato
il fuoco alle case, lasciandosi alle spalle una lunga scia di desolazione e
cadaveri. Diverse centinaia, forse addirittura 500.Un’ondata di attacchi tra i
più sanguinosi, sferrati nei giorni scorsi da Boko Haram, i terroristi nigeriani che,
lungi dall’essere indeboliti o spaventati dalla “caccia internazionale”
scattata dopo il rapimento delle quasi 300 liceali
di metà aprile, sembrano più in forza che mai. I raid sono avvenuti tutti nello
stato roccaforte politica e base operativa del gruppo integralista: il Borno,
nord est della Nigeria, dove sono state rapite le studentesse ormai oltre un
mese e mezzo fa.
Scrive Alessandra Muglia sul Corriere della Sera: L’ultima
strage è avvenuta a Barderi, villaggio alla porte di Maiduguri. Due abitanti
hanno riferito alla BBC che alcuni uomini sono arrivati sul posto presentandosi
come predicatori, hanno invitato la gente a confluire davanti alla chiesa per
pregare e, una volta radunata la folla, hanno sparato uccidendo 45 persone. Una
tattica infame, che fa leva su un momento di massimo abbandono come la
preghiera per colpire. Infame come quella utilizzata i giorni prima nel
distretto di Gwoza, sempre nel Borno, dove almeno sei villaggi sono stati rasi
al suolo in due giorni da terroristi islamici vestiti da soldati. Gli abitanti
li aspettavano, i militari veri: avevano chiesto il loro aiuto perché temevano
gli attacchi dei miliziani islamisti. Quando li hanno visti arrivare in divisa
a bordo di moto e di Toyota Hilux, pick up usati dall’esercito, è stato un
sogno che si avverava. «Ci hanno detto siamo qui per proteggervi tutti» ha
riferito il leader di un villaggio riuscito a sfuggire al massacro. La stessa
tattica usata dai miliziani nel rapimento delle 300 liceali. Dopo aver radunato
con l’inganno tutti gli abitanti «hanno iniziato a urlare Allah Akbar e a
sparare a lungo» ha raccontato un altro sopravvissuto all’Ap .Tutto è partito
da Attagara, villaggio con una numerosa comunità cristiana. Qui domenica scorsa
un commando aveva attaccato i fedeli durante la messa, nove i morti. Il giorno
dopo, come ritorsione, alcuni giovani del posto avevano cercato e ucciso una
trentina di islamisti. I Boko Haram sono allora tornati nel villaggio e in
quelli vicini e per rappresaglia li hanno massacrati. Attagara, Agapalwa,
Aganjara, Gosh, Danjara «sono state teatro di uccisioni di massa, ma nessuno
può fornire un bilancio certo», ha dichiarato Peter Biye, parlamentare di
Gwoza. «Ci sono cadaveri ovunque perché nessuno li può seppellire» ha
raccontato un capo di Attagara, che ha lanciato un appello per gli aiuti.
Intanto continua la mobilitazione internazionale: dopo il vertice di Parigi di
maggio, giovedì a Londra si terrà un nuovo summit sull’emergenza Boko Haram.
Un altro
esercito diabolico e al servizio del Male e non di una religione sono i seguaci
di Boko Haram, che continuano indisturbati a uccidere loro simili nelle chiese,
nei villaggi, per strada, e se ne vantano pure, rapiscono ancora minorenni ed
adolescenti femmine per farne delle loro schiave che non progrediscano nella
civiltà del mondo attuale, ma restino legate alle teorie di una devianza
religiosa assurda, crudele e maschilista. Questi assassini agiscono
indisturbati nonostante il mondo faccia vertici di mobilitazione generale come a Parigi e come a Londra; ma i risultati
quali sono?
Contiamo i
cadaveri che quotidianamente si accumulano gli uni sugli altri ed allora c'è il
sospetto che la mobilitazione internazionale, pur agitandosi, lasci le cose
come sono: le varie associazioni internazionali non sono in grado di fermare
questi eccidi e questo non è certo un vanto per l'Onu ed altro, ma è come la
Siria: si va avanti, denunciando i fatti e poi si volta la pagina per un altro
scoop, tanto si sa già che questi colpiscono la gente indifesa e se è indifesa
è perché le varie organizzazioni internazionali non sono sul posto a mettere
ordine.
Nel Vietnam
sono stati usati desfolianti tossici a gogò per scoprire i cosiddetti “nemici”;
qui lasciamo che vengano distrutte altre chiese, case, paesi, e che la gente se
può si accodi ai flussi migratori per finire non in posti migliori, ma spesso
in strutture nazionali in cui l'UE non mette becco e lascia soli gli italiani a
depistare valanghe di profughi che diventano violenti per le condizioni poco
umane, se non disumane in cui sono messi. Non mi si dica che in questo nuovo
“volontariato” non ci sia gente che approfitta sempre della situazione a spese
di quei disgraziati di migranti che subiscono di tutto per aspirare non a
vivere nel lusso, ma solamente a vivere.
Nigeria: 17/06/2014
- 25 morti per attacco Boko Haram nel nordest (Il Sussidiario.net)
Nigeria, 17/06/2014
- Massacro di Boko Haram in un mercato nel nord-est (Rai Giornale Radio) - http://www.intopic.it/notizia/6674703/?r=WAGJBxroaZBEQ
3) Ancora sempre Boko Haram - 24/06/21014
Haram
ricompare quasi ogni giorno con rapimenti, torture, uccisioni in ogni dove:
chiese, mercati, e le cifre dell'umanità violentata in tutti i sensi fino alla morte
aumenta sempre, non c'è giorno che questi oltranzisti non compiono quello che vogliono
su popolazioni inermi. È vero, sono assassini, delinquenti, ma la domanda è chi
fornisce loro le armi? Non combattono con frecce e lance ma con armi
sofisticate, armi che sono fornite dai mercanti di morte di ogni paese che ha
interesse a vendere e produrre armi per il loro lurido guadagno sul sangue di
innocenti che gridano però vendetta a questo loro trattamento. Li ascolterà senz'altro qualcuno e senza alcun
patteggiamento.
Dopo i
massacri delle guerre insensate dei nigeriani estremisti, non di meno sono gli
scafisti dei migranti dall'Africa, che buttano a mare dei malcapitati senza che
questi abbiano colpe particolari, spesso per salvarsi la pelle e per continuare
il vile mestiere di trafficanti di esseri umani disperati. Vigliacchi anche
questi ,e degni solo di avere il medesimo trattamento.
E la risposta
vile e raccapricciante, disumana e lurida non si fa attendere: Migranti e
rifugiati abbandonati dopo lo sbarco. UNHCR: "Inaccettabile"
Giovedì, 12
Giugno 2014: Articolo21
L'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime sconcerto per
la maniera in cui sono stati trattati circa 400 migranti e rifugiati di varie
nazionalità (provenienti principalmente da Siria, Somalia ed Africa Sub-Sahariana)...
Da InTopic.it
10/06/2014
L’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime sconcerto per
la maniera in cui sono stati trattati circa 400 migranti e rifugiati di varie
nazionalità (provenienti principalmente da Siria, Somalia ed Africa
Sub-Sahariana) dopo essere stati sbarcati ieri a Taranto. Agli operatori
dell’UNHCR hanno riferito di essere stati divisi in gruppi in base alla
destinazione preferita. Sono stati poi caricati su dei pullman e, dopo aver
viaggiato tutta la notte, sono stati abbandonati nei parcheggi di Roma
Anagnina e Milano Rogoredo.
È inaccettabile
che migranti e rifugiati vengano privati dell’assistenza minima, caricati su
dei pullman e abbandonati alle periferie di Roma e Milano. Sono stati trovati
scalzi, disorientati, senza che avessero ricevuto né da bere né da mangiare.
L’UNHCR è sollevato dall’apprendere che per il gruppo di Roma è stata infine
trovata una sistemazione presso una struttura di accoglienza del Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Siamo arrivati
a questo, poi magari la colpa verrà senz'altro scaricata su qualche autista, ma
l'ordine di fare questo da chi è partito o questa persona va difesa a tutti i
costi a parte che l'UE, ma fa ben poco ad affrontare il numero ingente di persone
disperate e che affrontano pericoli inimmaginabili tra cui l'ultimo il mare e
le carrette che hanno strapagato.
E non si fanno
attendere nemmeno gli ultimi annegati nel solito tentativo di cambiar vita: madri,
bambini, padri, anche non sapendo nuotare, hanno affrontato l'imprevedibile ed
il solito Male ride alla grande, alla faccia di tutti i politici che si
interessano a ben altro che a profughi disperati.
4) 6 giugno
2014 - 12:20 SUD DEL MONDO - DECINE DI MIGRANTI ANNEGATI A LARGO
DELLO YEMEN Altro (Tutti i diritti riservati agli autori
ed alle testate, InTopic.it)
Sessanta migranti somali ed etiopici sono morti annegati al largo
delle coste dello Yemen e con loro due yemeniti membri dell’equipaggio. Lo ha
riferito da Ginevra l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite
(Acnur/Unhcr), precisando che si tratta del “più grave naufragio” dall’inizio
dell’anno. L’Acnur sta raccogliendo informazioni per far piena luce sulle
circostanze della sciagura. Dallo scorso gennaio almeno 121 persone, per lo più
cittadini della Somalia e dell’Etiopia, hanno perso la vita nel tentativo di
raggiungere lo Yemen attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden.
Intanto nelle ultime 24 ore la Marina Italiana ha annunciato di
aver prestato soccorso a 2500 migranti – provenienti da Libia, Eritrea e Siria
– a bordo di 17 diverse imbarcazioni dirette verso la Sicilia. La guardia
costiera di Tripoli ha invece bloccato una nave con 114 migranti africani, a
destinazione dell’Europa.
5) Barcone
affonda: 14 morti, 200 dispersi (tutti i diritti riservati agli autori ed alle
varie testate citate, inTopic.it) - 12/06/2014
Barcone
affonda: 14 morti, 200 dispersi
Un’imbarcazione
sulla quale c’erano circa 400 persone si è rovesciata. Il commissario europeo
Agrigento, 12 maggio 2014 - Duecento migranti li hanno salvati le navi italiane
e i mercantili dirottati in zona, 17 li hanno recuperati già cadaveri, molti
altri, probabilmente altri 200, sono già in fondo al mare se è vero che sul
barcone erano in quattrocento: l'ennesima strage di migranti si compie a 40
miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro
naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste
orientali del paese nordafricano.
IL NAUFRAGIO -
Cosa sia accaduto lo racconteranno nelle prossime ore i migranti che si sono
salvati: quel che è certo è che il barcone è affondato. E non è affatto escluso
che si possa esser verificato quel che il direttore dell' Immigrazione del
Viminale Giovanni Pinto aveva riferito poco meno di dieci giorni fa al
Parlamento: dalla Libia, disse citando informazioni d'intelligence, partono
sempre più spesso imbarcazioni fatiscenti perché i trafficanti di morte sanno
che le navi italiane vanno a prendere i migranti fin quasi al limite delle
acque territoriali libiche.
INTERVENTO
LIBIA - Sempre oggi le autorità libiche hanno intercettato e salvato altri 340
migranti mentre nell' imbarcazione su cui si trovavano iniziava ad entrare
acqua subito dopo la partenza nelle vicinanze della citta' costiera occidentale
di Sabratha. I 340 sono stati trasportati in una scuola vicino Zawiya, ad ovest
di Tripoli, prima di essere trasferiti in un centro di detenzione in Libia. Tra
i tratti in salvo 40 donne e 13 bambini la maggior parte sudanese ed eritrei.
Il portavoce della marina libica, il colonnello Ayub Kassem, ha speicificato
che la barca con i 340 è stata intercettata da una pattuglia a 35 km a largo
tra Sabratha e Zuwara, vicino al confine con la Tunisia alle 6 di stamane. Ieri
un'imbarcazione carica di migranti era affondata al largo delle coste di
Tripoli. Il bilancio delle vittime, ha riferito il governo libico, è di almeno
40 morti. I soccorsi sono riusciti a salvare 51 persone, ha detto Rami Kaal,
portavoce del ministero dell’Interno.
6) 18/06/2014 - Malaysia altri migranti affondati,
66 dispersi. Continua la morte in mare per salvarsi dalla povertà e
miseria
7)
India. Donna stuprata e poi impiccata ad un albero nell'Uttar Pradesh.
12/06/2014 - 10.50 -
INDIA, NEW DELHI – Una donna indiana di 44 anni è
stata trovata impiccata mercoledì con un sari (il
tradizionale abito indiano) ad un albero di guava nello Stato dell'Uttar
Pradesh ed i suoi famigliari sostengono che sia stata stuprata da un branco e
poi uccisa.
(Blitz quotidiano) - Sezione: DALL'ESTERO
India, violenza senza fine
contro le donne.
Non sembra cessare l'ondata di stupri e femminicidi che vede l'India quasi ogni
giorno protagonista sui giornali. Una donna ha accusato quattro agenti di
polizia di averla stuprata all'interno del commissariato di Hamirpur nello
stato di Uttar Pradesh, in cui si sono verificate ripetute aggressioni alle
donne negli ultimi giorni. (OptiMagazine - 4 minuti
fa)
L'infame violenza sulle
donne in India Lo stato indiano dell'Uttar Pradesh è diventato "la capitale
indiana delle violenze sessuali". Una brutta fama confermata però ogni
giorno dalle notizie che arrivano. Neanche nel momento peggiore della caccia alle
streghe in Occidente, le donne – per cui a quei tempi bastava anche il solo
sospetto di confidenza col demonio per essere uccise – sono state trattate nel
modo vile e violento con il quale sono trattate in India, quella che viene
considerata la più grande democrazia del mondo (Il
Journal - 6 minuti fa)
India: ennesimo caso di
violenza su una donna. Ennesimo episodio di
violenza in India: una donna ha accusato 4 agenti di polizia di averla stuprata
in un commissariato nell'Uttar Pradesh, lo stato settentrionale indiano in cui
solo il mese scorso due ragazzine erano state aggredite in gruppo, violentate e
impiccate.
(ilgiornaleditalia - 8 minuti fa)
Violenza in India: 44enne
stuprata e impiccata a un albero. La donna è stata uccisa
nello stesso Stato indiano dove è avvenuto l'omicidio delle due cuginette di 14
e 15 anni. La donna è stata uccisa per vendetta dopo che aveva denunciato
alcuni produttori di liquori illegali - di Giacoma Chimenti.
(Fidelity News - 10 minuti fa)
India, va a chiedere
rilascio del marito: "Violentata da 4 agenti" Lucknow, 12 giu.
(TMNews) - Una donna indiana ha accusato quattro poliziotti di averla
violentata all'interno dei locali di un commissariato nel nord dell'India,
nello stato dell'Uttar Pradesh. La donna ha detto di essere stata aggredita
nella notte presso
il commissariato del distretto di Hamirpur dove era andata per chiedere il
rilascio del marito. (TMNews - 2 ore fa)
Sembra che l'India
stia soffrendo di uno stato di esaltazione collettiva con rigurgito di antiche
superstizioni e culture degne del solito Satana o Male che sta mietendo vittime
al femminile non badando all'età e al numero di uomini che assaltano le vittime
in gruppo, vecchio sistema qui nuovamente rispolverato e messo in atto.
È ben vero che molte
associazioni locali di donne fanno fiaccolate per questa barbarie che però
aumenta di giorno in giorno. E tutto va bene, si
va avanti così:
la notiziola di turno, lo sdegno momentaneo del
mondo e poi alla prossima edizione, tanto l'India è lontana e
poi ci sarà bene qualche donna nota in
politica o una vip che partirà
come ambasciatrice
di non so cosa in favore delle donne; ma in pratica gli organi
tipo Onu e Unicef
sono fermi,
in standby. Cosa aspettano a chiede ai capi dell'India, della
cui giustizia si
conosce
la lentezza eccessiva (v. caso dei Marò
italiani),
ad aprire di più gli occhi e fermare quest'ondata di maschi pazzi
e scatenati?
(tutti i diritti riservati agli autori ed alle testate)
Gli stessi quotidiani
danno per scontato che nello stato Uttar Pradesh (stato abbastanza
sottosviluppato) una donna ha accusato
quattro poliziotti di averla violentata nei locali del commissariato dopo aver
rifiutato di pagare una tangente per ottenere il rilascio del marito. L’Uttar Pradesh, sottosviluppato stato
del Nord dell’India con 200 milioni di abitanti, è sotto i riflettori in queste
ultime settimane per i ripetuti casi di violenza sulle donne, talvolta
giustificati dalle stesse autorità. Il governatore Akhilesh Yadav è oggetto di
critiche per la sua incapacità ad assicurare la sicurezza degli abitanti.
Siamo
al punto che il governatore non è in grado di governare per la sicurezza degli
abitanti e non lo rimuovono. Anche in Siria, fatto ben più grave, il capo ha provocato
un numero inestimabile di morti e di migranti, ma che cosa si è raggiunto
praticamente per gli abitanti siriani, ormai privi di ogni cosa?
8) Terre des Hommes: Home 08/06/2014 (Tutti i diritti riservati agli
autori ed alla testata)
BAMBINI MALTRATTATI:
IN ITALIA CIRCA 100.000 LE VITTIME E LE PIÙ ESPOSTE SONO LE BAMBINE
L’ indagine
pilota di Terre des Hommes e CISMAI dà la prima fotografia dettagliata del
fenomeno
Sono quasi
100mila i bambini in Italia vittime di maltrattamenti e abusi e più della metà
sono femmine. La stima è per la prima volta possibile sulla base di dati
omogenei raccolti da Terre des Hommes e CISMAI nell’ambito di un’indagine
quali-quantitativa presentata oggi a Roma presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri. “Da dieci anni il Comitato ONU per la Convenzione dei Diritti
dell’Infanzia chiede al nostro Paese di dotarsi di un efficace sistema di
raccolta dati per conoscere e contrastare il maltrattamento a danno di
bambini”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile Diritti dell’Infanzia di
Terre des Hommes. “Per questo abbiamo
voluto dare un contributo in grado di offrire una prima fotografia della reale incidenza del fenomeno
in Italia che tocca lo 0,98% della popolazione minorenne, in maggioranza
femmine”.
“Da anni chiediamo
l’istituzione di un sistema di monitoraggio sul maltrattamento. Questa prima
ricerca, che per bacino di utenza raggiunto e ampiezza della materia trattata
ci offre dati omogenei, comparabili e distribuiti su scala nazionale, è un
contributo di riflessione epidemiologica da cui far scaturire nuove politiche”,
dichiara Dario Merlino, Presidente del Cismai. “I dati raccolti ci indicano
finalmente quanti sono i bambini che vengono presi in carico dai servizi per
maltrattamento, ovvero i casi che emergono, anche se sappiamo che i casi non
emersi sono almeno 20 volte di più. Il maltrattamento è ancora un fenomeno
sommerso”.
L’indagine di
Terre des Hommes e Cismai evidenzia come il maltrattamento rivesta un ruolo di
primo piano tra le cause che comportano l’intervento dei Servizi Sociali,
coprendo il 15,46% del totale dei minori presi in carico.
“L’importanza
di questo lavoro è duplice. Infatti da una parte fa emergere che quello
dell’abuso è un problema reale con il quale decine di migliaia di bambini devono
fare i conti quotidianamente e, dall’altra, evidenzia quanto sia necessario
realizzare una mappatura sul maltrattamento sui bambini” dichiara Vincenzo
Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. “Il lavoro di Terre
des Hommes e del CISMAI ci racconta di un’infanzia abusata con preoccupante
sistematicità in ogni zona del nostro Paese ed il monitoraggio di tutte le
facce del maltrattamento è fondamentale anche per individuare le misure più
idonee, sia a livello politico che culturale, per contrastarlo.”
Passando a
un’analisi più dettagliata dei casi rilevati di minori maltrattati, troviamo
che il 52,51% sono femmine. La trascuratezza materiale e/o affettiva è la
tipologia preponderante di maltrattamento (52,7%), seguita da violenza assistita
(16,6%), maltrattamento psicologico (12,8%), abuso sessuale (6,7%), patologia
delle cure (6,1%) e maltrattamento fisico (4,8%).
L’indagine
“Maltrattamento sui Bambini: quante le vittime in Italia?” è stata condotta su
un campione di 31 Comuni italiani diffusi su tutto il territorio nazionale,
attraverso un questionario che chiedeva di fotografare la situazione al
31/12/2011. La popolazione intercettata è pari a quasi 5 milioni di abitanti,
dei quali 758.932 minori. I minori in carico ai Servizi Sociali erano 48.280,
dei quali 7.464 per maltrattamento. Questa cifra, che è pari allo 0,98% dei
minori residente, consente una plausibile stima di quasi 100.000 minori
maltrattati se proiettata su scala nazionale.
“Sapere che 1
bambino su 100 finisce presso i Servizi Sociali per maltrattamento implica
creare intorno al Servizio sociale una rete di prevenzione e protezione per
tentare di curare al meglio i bambini già purtroppo danneggiati dal
maltrattamento e di porre in essere tutte le azioni per diminuire drasticamente
tale numero”, dichiarano i promotori dell’indagine.
“Che la metà
circa dei bambini siano vittime di trascuratezza deve oggi farci riflettere
sulla necessità di una serie di misure che il nostro Paese dovrà adottare anche
per il contrasto alla povertà e alla deprivazione, specie durante questi cicli
economici negativi.
Ma anche
sapere che sono 6 bambini su 1000 a subire abusi sessuali è un dato che deve
indurci a ripensare le misure di prevenzione e che la violenza assistita
colpisce 16 bambini su 1000 ci indica che troppo spesso la conflittualità
familiare sfocia nella violenza”.
Il progetto fa
parte della Campagna “indifesa” di Terre des Hommes, nata per garantire alle
bambine di tutto il mondo istruzione, salute, protezione dalla violenza e dagli
abusi, con azioni di prevenzione e contrasto di alcune tra le peggiori forme di
discriminazione che colpiscono le bambine nel mondo, dalle “bambine domestiche”
del Perù e dell’Ecuador, alle “spose bambine” del Bangladesh, alle “mamme
bambine” della Costa d’Avorio alle “bambine salvate dall’infanticidio”
dell’India e alla prevenzione degli abusi sulle bambine in Italia.
Proprio per
aprire un dibattito nazionale su questi temi, CISMAI ha organizzato per il 2013
gli Stati generali sul maltrattamento all’infanzia in Italia, che si
concluderanno a Torino il 12 e 13 dicembre prossimi con una conferenza
nazionale dal titolo: “Proteggere i bambini nell’Italia che cambia”.
Anche in
Italia il maltrattamento è molto sommerso, talvolta nascosto ed occultato a
seconda dei personaggi che ne sono gli autori.
Anche la
prevenzione si è buttata a capofitto nell'ambito della “identità di genere e la pedocriminalità è stata in parte messa
nel dimenticatoio”: ma qui gatta ci cova e la gente non ignorante e che viene
invogliata ad ingozzarsi col polpettone sa perfettamente che ben presto a
seguito di leggi e leggine sull'omofobia e su omofobisti , si scivolerà verso
una pedocriminalità educativa che già grandi società mondiali spingono un
insegnamento ambiguo già dalla scuole materne.
Siamo proprio
a questi livelli: un conto è rispettare gli omosessuali, gay, trans ecc.,un
conto è farsi valere con quei problemi per l'avanzata della pedocriminalità.
Pubblicato il
6 giugno 2014 10:53 | Ultimo aggiornamento: 6 giugno 2014 10:53 (tutti i
diritti riservati all'autore ed alla testata - Da Topic.it))
9) IRLANDA,
DUBLINO – Amnesty International ha chiesto l’apertura di un’inchiesta dopo le rivelazioni di pochi giorni fa
sulla sepoltura in una fossa comune di circa 800 bambini a Tuam, figli di donne
nubili ospitate da suore della Chiesa cattolica irlandese nell’ospizio delle
Bon Secours Sisters più di 50 anni fa.
La
tomba comune trovata in Irlanda si trova vicino a una vecchia casa per ragazze
madri gestita da suore: ci sarebbero una ventina di scheletri, mentre altri 796
bambini morti nella
struttura in quegli anni e di cui
abbiamo i nomi non risultano sepolti da nessuna parte (tutti i diritti riservati all'autore ed alle
testate citate - 5 giugno 2014).
A Tuam, nella contea di Galway, nell’Irlanda nord
occidentale, è stata riscoperta una fossa biologica
in disuso vicino a una vecchia casa per ragazze madri gestita dalle suore del
Buon Soccorso in cui si trovano diversi scheletri. La fossa era coperta con una
lastra di cemento senza alcuna lapide e alcun nome inciso sopra. Inizialmente è circolata la
notizia che le ossa appartenessero ai corpi di 796 bambini di età compresa tra
i due giorni e i nove anni, morti tra il 1926 e il 1961 (periodo in cui la
struttura, che oggi non esiste più, rimase aperta).
In realtà, dopo qualche
giorno, la notizia è stata raccontata con maggior precisione:
il numero dei bambini fa riferimento a un elenco dell’ufficio registri della
contea richiesto da una storica locale, Catherine
Corless, che durante i suoi studi ha voluto sapere quanti bambini fossero morti
nella ex casa per ragazze madri: sul registro c’erano quasi 800 nomi ma quasi
nessuno di loro si trovava nelle sepolture del cimitero. Si pensò dunque che i
corpi si trovassero nella fossa. In realtà, nella fossa si troverebbero solo
una ventina di scheletri. Gli abitanti di Tuam, infatti, erano a conoscenza
della tomba dal 1975, da quando due ragazzini, giocando, spostarono la lastra e
scoprirono le ossa: uno di loro testimoniò che gli scheletri erano venti. Nella
fossa non ci sono dunque i corpi dei 796 bambini, ma questo non significa che i
loro corpi non abbiano comunque ricevuto una sepoltura e non risultino in alcun
cimitero.
In Irlanda
fino a meno di vent’anni fa le donne non sposate che avevano avuto dei figli, o
che avevano una condotta considerata “peccaminosa”, venivano spesso rinchiuse
in istituzioni gestite dalla Chiesa e finanziate dallo Stato, dove lavoravano
per espiare le loro colpe (con la complicità della famiglia, per evitare il
“pubblico scandalo”). È stato calcolato che circa 30mila donne siano state
ospitate da strutture del genere nel corso dei 150 anni di storia di queste
istituzioni, conosciute come Case Magdalene. L’ultima Casa Magdalene in Irlanda
è stata chiusa il 25 settembre del 1996. La storia di queste donne è stata raccontata anche in diversi
documentari e film: Sex in a Cold Climate del 1998, Magdalene del 2002 e Philomena del 2013.
Non è finito
l'elenco delle malvagità umane e delle vittime
che non avranno giustizia e che saranno ricordate di sfuggita dalla
cronaca: l'elenco non si ferma oltre all'assassinio di bambini dovuti al loro
padre che non è più un essere umano ma il Male che si estende nel mondo sempre
più largamente e sempre più intaccando i principi fondamentali della famiglia e
del vivere, se veramente ci sono trecento scheletri di bambini in una fossa
comune in Irlanda perché figli di povere donne sfruttate come lavandaie da
istituti religiosi e provenienti da ceti molto umili, e con figli cui hanno
appioppato lo sfregio di illegittimi, termine che lo stato ha vietato, ma che
continua a circolare senza essere punito. Diamo onore, a modo nostro, a quei
trecento bambini che devono aver vissuto, come le mamme carcerate, una vita
grama, senza sorrisi, ma solo botte, fame e malattie. I bambini hanno diritto
di vivere,anche se adulti aguzzini li perseguitano fino ad estremi
inimmaginabili.
Pensiamoli
questi bambini, come i 18.000 che muoiono ogni giorno di fame ed altro. Non addormentiamoci
senza un pensiero per loro e per chi deve vendicarli come ha promesso.