La speranza di leggere notizie
belle e rilassanti si scontra con la solita realtà di delinquenti, di giovani e
bambini. Poco a poco il futuro dell’umanità scandisce come una campana a morto
il ritmo con cui vengono uccisi i futuri uomini del mondo. Cosa possiamo
aspettarci da i giovani che possono crescere nelle nazioni meno fortunate? Ora
i giovani sono uccisi a mazzi, presi dalle scuole o da cortei e portati via e
da chi? Dalla Polizia, l’istituzione che dovrebbe appoggiare la legge, ma come
in Messico la legge esiste e protegge quelli ricchi, quelli che fanno sfoggio
di beni e sono amici degli amici delle istituzioni. Sebbene ci sia chi dice che
non è vero, è la realtà quotidiana, assieme alla corruzione e alla violenza, spesso
coperta anche dai giudici medesimi e via via dai vari rappresentanti dello
Stato. È troppo questo carico che la popolazione deve sorbirsi, ma purtroppo
sono tanti i giovani e bambini che si trovano nel posto sbagliato al momento
sbagliato e purtroppo finiscono per diventare un passatempo macabro per pseudo
militari assassini e violenti. È veramente da vomito assistere a finti scontri
tra politici che sanno bene che tanto sono loro al comando (notasi non sono al
servizio della gente, ma al potere di comandare), non hanno capito niente di
chi è chiamato a governare che non ha il potere assoluto, ma si mette al
servizio degli altri. Ma le leggi sono ben presto riempite di commi che debilitano
le leggi stesse a favore del politico che ne ha combinata una da fuoriposto che
richiederebbe le dimissioni come minimo, ma che resta attaccato/a al seggiolino
in virtù degli amici del gruppo e gli esempi si moltiplicano invece che
diminuire e con una nonchalance da brivido. Ma in che mani siamo? Qualche hanno
fa il tribunale dell’uomo di Strasburgo aveva mandato all’Italia una lista di
circa 200 sentenze da correggere. Purtroppo ci vorrebbe tempo per sapere quante
sono state ridimensionate e quante sono scivolate nel solito dimenticatoi con
un bel timbro “archiviata”. Non si ha l’impressione che dietro queste manovre
diffuse in tutto il mondo ci sia qualche sporco gioco di predominio sulla razza
umana da parte di ultraricchi che vogliono schiavizzarci psicologicamente e
fisicamente? Anche il lasciar fare come all’ISIS quello che sta facendo o
dovremo sorbirci ancora in video le uccisioni di volontari, militari. oppure
civili che vogliono tenersi le proprie idee e non quelle imposte da
squilibrati?
1) ISIS, torture sui
ragazzini di Kobane: «Ci frustavano coi cavi elettrici»
Sequestrati per mesi, i minori
raccontano di torture e abusi. Costretti a guardare i filmati delle
decapitazioni e agli studi islamici. Il rapporto della Ong statunitense di
Marta Serafini (blueplanetheart.blogspot.com/. www.corriere.it Tutti i diritti
riservati all’autore ed alle varie testate, 04/11/2014)
Ancora orrore. Ancora torture.
Secondo la denuncia di Human Rights Watch, molti ragazzi tra i 14 e i 16 anni
della città curda di Kobane, in Siria, hanno subito per mesi abusi fisici e
psicologici da parte dei jihadisti dello Stato islamico (ISIS) che li avevano
fatti prigionieri nel maggio scorso. Una relazione agghiacciante che arriva
dopo il racconto degli adulti sopravvissuti ai rastrellamenti in Iraq e dopo la
denuncia di attivisti di Raqqa che hanno raccontato a Corriere.it come ISIS non
esiti ad arruolare i bambini.
Costretti a vedere i filmati
delle decapitazioni
Nel dettagliato rapporto della
Ong si leggono le testimonianze di quattro ragazzini. Tutti tra i 14 e i 16
anni, raccontano di essere stati rapiti con altri 153 compagni mentre tornavano
a casa da una scuola a Manbiji, 53 chilometri a sud est di Kobane. Una notizia
confermata anche dal fatto che di recente i jihadisti hanno rilasciato 25
bambini in cambio del rilascio di loro prigionieri. I sopravvissuti, una volta
tratti in salvo in Turchia, hanno riferito di essere stati picchiati e frustati
con cavi elettrici. Particolarmente presi di mira quei bambini che hanno i
genitori nelle fila delle milizie curde. «Chi aveva un genitore nell'Ypg (la
sigla con cui si indica la guardia curda, ndr) soffriva di più», racconta uno
di loro. Ma non solo. I bambini sono anche stati costretti a vedere i filmati
delle decapitazioni di ISIS e delle azioni di battaglia. Tenuti in ostaggio da
giordani, libici, sauditi e tunisini, oltre a siriani, venivano picchiati con
ogni pretesto, compreso lo scarso rendimento negli studi islamici, cui erano
costretti.
«Non invocare tua madre, ma
Allah»
In un caso, secondo uno dei
testimoni, un ragazzo di 15 anni è stato legato e lasciato sospeso con le mani
legate dietro alla schiena, e un piede legato alle mani, dopo che aveva
invocato la madre per la paura. Al giovane ostaggio i suoi carcerieri hanno
detto che era Dio che doveva invocare, non la madre. Qualche volta veniva
concesso ai prigionieri di chiamare i genitori a casa ma senza poter parlare la
lingua curda. «Dall'inizio della rivolta in Siria, i minori hanno sofferto
degli orrori della detenzione e della tortura, prima ad opera del governo di Assad
e adesso dell'ISIS», ha detto Fred Abrahams, consigliere speciale per i diritti
dei minori di Hrw. Le cento ragazze che erano tra i sequestrati sono state
rilasciate dopo alcune ore. Gli altri sono stati liberati a scaglioni, in parte
in cambio del rilascio di jihadisti dell'ISIS fatti prigionieri dalle milizie
curde dell'Ypg.
2) Nigeria, attentato in un
liceo: “siamo senza difese”
Da LPL News 24 (tutti i diritti
riservati all’autore e alle testate 10/11/2014)
“Boko Haram continua a fare
stragi perché il governo non fa nulla; i nigeriani, cristiani e musulmani senza
distinzione, sono stati lasciati soli”: a parlare con la MISNA è padre James
John, parroco di una diocesi del nord-est della Nigeria dove oggi un
attentatore suicida si è fatto esplodere in un liceo uccidendo almeno 48 persone, perlopiù studenti. Misna - Dei fatti, avvenuti a
Potiskum, una città dello Stato di Yobe, il sacerdote ha saputo attraverso un
ex seminarista che insegna nella scuola. L’ipotesi sulla quale gli inquirenti
sono al lavoro è che l’attentatore si sia mischiato ai partecipanti a
un’assemblea studentesca prima dell’inizio delle lezioni. Responsabili
dell’ospedale di Potiskum hanno rivolto un appello per nuove donazioni di
sangue, indispensabili per assistere i feriti, circa 80. Padre James, parroco
della diocesi di Maiduguri, sottolinea che la popolazione del nord-est della
Nigeria “ha perso ogni fiducia nei confronti del governo e delle forze
dell’ordine”. La sua testimonianza è confermata da una corrispondenza del
quotidiano Daily Trust: dopo l’attentato una folla inferocita ha lanciato sassi
contro soldati e poliziotti, urlando “Bama so, Bama so”, in lingua hausa “non
vi vogliamo”. La strage non è stata ancora rivendicata ma si ipotizza una
responsabilità di Boko Haram, gruppo islamista che sostiene di battersi contro
“l’istruzione occidentale” e che già in passato aveva preso di mira scuole e
istituti di formazione. A Potiskum la strage ha seguito di una settimana un
altro attentato: nel mirino erano finiti i partecipanti a una processione
sciita e i morti erano stati una ventina.
3) Uccisi e bruciati gli
studenti scomparsi a Iguala
10/11/2014 - di Redazione Giornalettismo (tutti i
diritti riservati all’autore ed alle testate)
Sono ormai noti i dettagli
raccapriccianti della strage che ha scosso il Messico
Il 26 settembre scorso nella
città messicana di Iguala sono state uccise sei persone e 43 studenti, tra
quelli impegnati in una manifestazione, sono spariti nel nulla. Li ha fatti
uccidere il sindaco, la polizia li ha catturati e li ha consegnati agli uomini
del locale cartello mafioso, che li hanno uccisi
uno
a uno e poi ne hanno bruciato i cadaveri. Le ricerche presso le fosse comuni
individuate nei boschi.
IL MASSACRO DEGLI STUDENTI -
Tutto è cominciato con una normale
manifestazione studentesca, a Iguala de la Indipendencia, una città messicana a
metà strada tra la capitale e Acapulco. Il 26 settembre scorso gli studenti
della Escuela Rural Normal di Ayotzinapa si sono recati nel capoluogo per una
protesta studentesca come tante. Nel giugno scorso però una manifestazione di
studenti aveva preso di mira il municipio accusando il sindaco José Luis Abarca
Velázquez per l’assassinio e la tortura di Arturo Hernández Cardona, un leader
dei contadini locali e allora il potere locale ha temuto che gli studenti
volessero sabotare l’annuncio della candidatura a sindaco di María de los
Ángeles Pineda Villa, moglie dell’attuale sindaco ed erede del comando dei
Guerreros Unidos, il cartello mafioso locale. Da qui la reazione brutale della
polizia, che ha ucciso 6 persone e ne ha catturate 43, che da allora sono
sparite.
UN TRAGICO EQUIVOCO - Tra le 6 persone sono stati uccisi anche 3 occupanti
dell’autobus di una squadra di calcio, preso a fucilate perché si credeva
portasse studenti, mentre i 43 sono stati consegnati agli uomini del cartello,
caricati su un pulmino e su un camion e portati verso le montagne. Qui diversi
sono arrivati già morti, per le ferite o perché soffocati durante il trasporto,
una quindicina. Gli altri sono stati «interrogati» uno a uno, perché si temeva
che fossero stati mandati da un cartello rivale. Invece erano solo studenti, ma
questo non li ha salvati, uno per uno sono stati uccisi con un colpo alla
testa, poi i loro cadaveri sono stati buttati su una pira costruita con
pneumatici e legna e lasciati bruciare per ore. Alla fine i sicari hanno
riempito otto sacchi della spazzatura con i loro resti, che hanno poi svuotato
in un fiume vicino.
LE INDAGINI SONO TERMINATE -
Il sindaco Abarca e la moglie sono
stati catturati qualche giorno fa in una baraccopoli della capitale. Si erano
dati alla fuga. Quasi tutti gli uomini della polizia di Iguala sono stati
arrestati e con loro diversi dei sicari coinvolti nella strage, che hanno
confessato e raccontato quanto è successo. Durante le ricerche degli studenti
sono state individuate diverse fosse comuni con i resti di decine di persone
torturate e massacrate dagli uomini dei cartelli. La strage ha segnato il
Messico e prodotto diverse manifestazioni oceaniche che hanno chiesto il
ritrovamento degli studenti. Il massacro infatti è apparso anomalo ed eccessivo
persino in un paese che conta a decine di migliaia le vittime della violenza
dei cartelli ogni anno, nonostante sia pervasiva e diffusa, la violenza mafiosa
non si era mai accanita su un gruppo di studenti, tanto che l’ultima strage di
studenti in Messico è stata opera della dittatura ormai più di 20 anni fa.
(diritti riservati all’autore
ed allea testata gio0rnalistica) Fanpage.it dom - 16 novembre 2014
4) Bambini malati e disabili
tenuti in gabbia: il reportage choc della BBC (fanpage.it 16/11/2014)
Il reportage dalla Grecia
riprende una denuncia del 2008 e mostra le condizioni in cui sono tenuti
bambini malati e con gravi disabilità.
La prima denuncia, sostenuta da
foto a dir poco inquietanti, risale al 2008, ma da allora la situazione non
sembra essere affatto cambiata: bambini malati e con gravi condizioni di
disabilità sono “assistiti” in condizioni a dir poco disumane nel centro di
Lechaina, in Grecia. A rilanciare la questione è un reportage della BBC che
mette in evidenza le condizioni in cui vivono 65 bambini affetti da malattie
neurodegenerative, genetiche o da gravi disabilità: scarsamente assistiti, i
bambini sono tenuti per gran parte della giornata in gabbie di legno. Il
personale si dice “costretto” a questo tipo di “controllo” dal momento che non
è in grado di preservare la loro incolumità: in effetti nel centro lavorano
solo 6 infermiere, che devono dividersi il lavoro e le aree da tenere sotto
controllo (la struttura è su tre piani, come se non bastasse). Servirebbe
ovviamente un intervento dello Stato ma, a quanto risulta, finora la dotazione
economica a disposizione della struttura ha subito solo contrazioni nel corso
degli anni.Come riportato dal reportage, si tratta di una situazione nota fin
dal 2008, quando un gruppo di studenti, proveniente dal Portogallo, denunciò la
vicenda dopo aver trascorso nel centro un periodo di apprendistato. Nel corso
degli anni si sono poi succedute inchieste sulla struttura, come quella del
difensore civico greco, che ha rilevato “le condizioni di vita degradanti, la
privazione di cure e di sostegno, l’uso di farmaci sedativi e di gabbie come
letti in legno per i ragazzini che costituiscono una violazione dei diritti umani”.
Ma poco o nulla è cambiato, soprattutto perché, a quanto confessano le
infermiere stesse alla BBC, “è impossibile modificare questo stato di cose con
livelli così bassi di personale e di risorse […] non dovremmo avere gabbie, ma
è impossibile per noi farne a meno, anche perché alcuni bambini hanno tendenze
autodistruttive e sono gli stessi medici a consigliarci di usarle”. (http://www.fanpage.it/bambini-malati-e-disabili-tenuti-in-gabbia-il-reportage-choc-della-bbc/#ixzz3JFXCKpsi
http://www.fanpage.it )
5) Libia: BBC, 3 giovani
attivisti decapitati a Derna
Adnkronos News – 20 ore fa Tripoli,
11 nov. (AdnKronos/Aki tutti i diritti riservati all’autore ed alle testate) -
Tre giovani attivisti sono stati decapitati a Derna, nella Libia orientale,
roccaforte del gruppo Ansar al-Sharia, che ha giurato fedeltà allo 'Stato
islamico'. Lo riferisce la BBC. In precedenza il sito libico di notizie
al-Wasat aveva dato notizia della decapitazione di due attivisti della società
civile libica nella zona di Derna. Secondo il sito si tratterebbe del 19enne
Mohammed Battu e del 21enne Siraj Qatish, i cui corpi sono stati trovati ieri
sera.
1. Quello che vi siete letti è veramente non da paura, ma
da terrore. L’umanità sta scivolando verso il baratro del Male, verso la sua
fine, e non per cause naturali, ma per la perfidia e la violenza di gruppi che
si sono messo al servizio del male e trattano l’uomo da bestia da schiacciare, da
usare e da renderlo non degno di essere uomo, ma da oggetto da farne quello che
si vuole. Si bruciano studenti che manifestano, si trattano bambini e disabili
come bestie rognose da tenere in gabbia con trattamenti degradanti ed indegni
anche se si tratta di disabili che hanno necessità di un sostegno superiore che
ai bambini normali. Altri studenti tra cui i soliti minori, uccisi da un
kamikaze, ed il marchio è Boko Haram che continua indisturbato a fare vittime
innocenti, come quei professori ed operatori che tornavano in autobus a casa, non
dicevano un versetto del corano ed allora erano uccisi come bestie da
sopprimere. E così la paura, il terrore di non più muoversi si accentua e Boko
haram non lo sta fermando nessuno, è libero di fare quello che gli gira in
testa, ma soprattutto vuole sopprimere il libero pensiero, rinforzare i suoi
scellerati seguaci che non fanno il minimo sforzo a premere il grilletto contro
innocenti, gente del popolo in nome di una pretesa religione che non è più
religione, ma furia omicida incontrollata e che il mondo vede, sente e volta
pagina al successivo eccidio. Come pure bambine e adolescenti tra le 210
vittime di uno stupro di massa nel Darfur. Anche l'Onu,
confermando i fatti terribili, ha chiesto al governo del Darfur di intervenire (25/11/2014
- tutti i diritti a inTopic.it).
Anche in Messico, la violenza
non è da meno: uccisi un numero impressionante di studenti e di innocenti
spettatori e poi bruciati per far sparire le prove della strage da uomini del
cartello, cioè bande di trafficanti di droga. In Afghanistan ad una partita di
volley 50 morti per un altro kamikaze. Sembra che la coscienza di essere uomini
che cercano di vivere dignitosamente non esista più. Ci spingono verso il
disastro della distruzione umana che non giova proprio a nessuno, nemmeno a chi
uccide: perché chi si fa esplodere muore anche lui, si distrugge per una causa
che magari non conosce. Un altra strage è avvenuta nel nord della Nigeria in un
povero villaggio e 50 morti. Ormai gli assassini sono all’ordine del giorno, come
andare a spasso o altro: i morti non si contano. Solo pochi giorni fa erano stati massacrati 45 abitanti di un altro
povero villaggio, Azaya Kura. Quest'ultima strage ha devastato venerdì la
remota località di Doron Baga (diritti riservati a InTopic 23/11/2014) Non si
contano più purtroppo gli omicidi di massa in Nigeria e dove spadroneggia Boko
Haram e, si ribadisce, nessuna delle nazioni dell’ONU che dovrebbe difendere le
popolazioni più disastrate lo ferma.