23 settembre 2013 08:02
Succede ed è più spesso di quanto emerge: neonati uccisi o
quasi da genitori in preda a droghe o altra distorsione mentale, genitori che
non dovrebbero partorire figli. L'ultimo caso è successo in Spagna: un bambino
abbandonato sul nastro trasportatore in aeroporto e morto.
Eppure, anche se non crediamo a quanto si legge o
scandiscono i telegiornali, un neonato di tre mesi è stato ridotto dai genitori
in fin di vita e, se se la caverà, rimarrà cieco e sordo. Rimarrà cioè un
essere umano che arrancherà per sempre a vivere una vita che non è più vita, ma
un buio continuo, un non sentire chi ti si rivolge; ti auguro di sentire la
leggerezza e il calore delle mani che ti toccheranno e ti daranno un certo
senso di essere vivo, oltre ad un eventuale recupero di qualsiasi sensazione
che ti ridoni una parzialità dell'essere umano.
Non si può immaginare, se non da quanto di sa su questi
bambini privati di tutto, che a tre mesi hanno iniziato a subire violentemente
e senza tregua il perverso dolore fisico, urlare un qualcosa che non capivano e
che era una richiesta di aiuto che non arrivava, ma che li massacrava in
continuazione, invece di ricevere carezze e sentire voci dolci rassicuranti: si
possono immaginare i pensieri di difesa passiva espressi con urla e lamenti da
brivido. Non osiamo pensare o pensiamolo pure quanto tempo è stato torturato
per ridurlo in quello stato.
Finestre sensoriali che hanno sentito sul suo corpo solo botte,
pugni e dolore in continuo ed in tutto il corpo dalla testa alle gambe: Giorgio,
tre mesi, stava diventando un giocattolo rotto senza rimedio e dolorante con la
sola difesa della suo lamento/urlo che non fermava minimamente quei due
vigliacchi e schifosi genitori che non hanno smesso di torturarlo se non quando
forse è svenuto o non ha più dato segni di reazioni. E alla terribile diagnosi
dei medici ecco un samaritano che si ferma a considerare quell'esserino così
ridotto e a prendersi cura di lui: uno sconosciuto che ha pietà in questo mondo
crudele e perverso fa quello che può per aiutare un fratellino piccolo piccolo
e già terribilmente segnato dalla vita.
Palermo: seviziato a 3 mesi, rimarrà cieco e sordo
Un milanese: “Pago io le cure”. Il piccolo Giorgio riceverà
un vitalizio da un anonimo imprenditore milanese, che offrirà quanto serve per
la riabilitazione e per tutte le cure necessarie presso una struttura pubblica
o privata.
Ricordate la storia di Giorgio, il bambino di tre mesi di
Palermo destinato a rimanere sordo e cieco a causa delle sevizie subite dai
suoi genitori? Ebbene, secondo il Corriere della Sera, un benefattore milanese
sarebbe pronto a prendersi cura di lui, accollandosi le spese per le cure e il
mantenimento del piccolo. Si tratterebbe di un anonimo imprenditore non nuovo a
gesti di solidarietà verso i più bisognosi: “Mi ha detto che provvederà da oggi
per tutta la vita di Giorgio al suo mantenimento – ha spiegato un commosso
Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell'Ospedale dei Bambini di Palermo -, pronto
a trasferirlo a Milano. Offrendo quanto serve per la riabilitazione e per tutte
le cure necessarie a una struttura pubblica o privata”.
Il bambino è ricoverato da Ferragosto, quando venne
trasportato all'ospedale Di Cristina del capoluogo siciliano con braccia, gambe
e testa fratturati, oltre a segni di morsi sulla carne. I genitori, due
ventenni disoccupati ma di famiglie benestanti, sono indagati per tentato
omicidio: a loro è stata tolta la patria potestà sul figlio. Quando l'hanno
portato al pronto soccorso hanno tentato di spiegare che il piccolo si era
procurato da solo quelle ferite, ma erano stati immediatamente sbugiardati dai
medici, che avevano accertato una sindrome da maltrattamenti.
Diritti riservati all'autore, alla testata e al sito:
http://www. fanpage. it/palermo-seviziato-a-3-mesi-rimarra-cieco-e-sordo-un-milanese-pago-io-le-cure/#ixzz2e6zYnCrE
Migranti sempre più giovani ovvero bambini e futuri disagiati
in arrivo
199 migranti sbarcati a Siracusa
Soccorsi ieri a largo delle coste siciliane
12 settembre, 09:33
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SIRACUSA, 12 SET - Sono complessivamente 199 (85
uomini, 50 donne e 64 minori) i migranti - per la maggior parte sedicenti
siriani ed alcuni egiziani - giunti nella notte nel porto grande di Siracusa su
unità della Guardia costiera e della Guardia di Finanza che li avevano soccorsi
ieri a circa 70 miglia a sud est della costa di Siracusa. Il barcone su cui
navigavano - dopo il trasbordo dei migranti sulle motovedette è stato
abbandonato in alto mare alla deriva.
Bullismo e vittime in continuazione
News, Social Networkdi Alessia
Di Raimondo7 agosto 201317:14 (diritti riservati all'autore ed alla testata)
La polemica su Ask.fm, il cyber-bullismo e i troppi suicidi.
Attenzione sul fenomeno del cyber-bullismo e dei suicidi di adolescenti indotti
dagli insulti sui social network. Questa volta nel mirino è finito il social
Ask.fm, dopo l'ultima vittima - Hannah Smith - ma il fenomeno è molto più ampio.
Approfondiamolo attraverso gli ultimi fatti. Tu pensi che vuoi morire, ma in
realtà si vuole solo essere salvato.
Queste le parole scritte su Facebook da Hannah Smith il
giorno prima di togliersi la vita il 2 agosto. È di ieri l’articolo di Fanpage
sul suicidio della 14enne britannica a causa del cyber-bullismo subito sul
social network Ask.fm. La foto in alto la ritrae nella bellezza della sua
adolescenza e nell’ingenuità e fragilità che accompagnava lei come tutti i
coetanei che affollano le pagine del social network, con base in Lettonia, che
oggi finisce sotto accusa a livello internazionale.
“Vivace, allegra, molto espressiva. Era solo una teenager ed
era molto, molto contenta” (Il padre della ragazza)
Queste le parole con cui il padre di Hannah ha descritto la
figlia, e ha citato gli epiteti con cui la ragazza è stata “colpita” dai
cyber-bulli – “mucca”, “grassa”, “cicciona”o “muori di cancro” - fino ad
arrivare al tragico gesto. Oggi il padre si chiede “Quanti altri adolescenti
dovranno suicidarsi a causa degli abusi online, prima che venga fatto
qualcosa?”, perché quello di Hannah non è un caso isolato, ma l’ultimo episodio
di una serie tristemente lunga.
Sì, perché ultimamente il social che annovera circa 60
milioni di utenti è passato alla cronaca per l’elevato numero di suicidi in cui
teenager dell’età di Hannah sarebbero stati indotti da stalking e bullismo
subito attraverso le sue pagine.
Joshua Unsworth, 15 anni, veniva trovato suicida dopo gli
insulti ricevuti dai suoi “amici” su Ask.fm il 12 aprile scorso.
Ancora, Jessica Laney, 16 anni, lo scorso dicembre compariva
sulle pagine dei quotidiani perché suicida a causa di cyber-abusi. E la lista
non si esaurisce qui.
Anche l’Italia ha avuto diversi episodi di cyber-bullismo dal
triste epilogo: ricordiamo la storia della 14enne Carolina Picchio suicida perché
perseguitata dai bulli del web sui social network. In questo caso era Facebook
il canale dell’aggressione. Cambia il social, ma resta uguale il fenomeno:
adolescenti che si divertono a giocare con le parole o con le immagini, aggredendo
i coetanei con epiteti offensivi o immagini lesive del pudore di un individuo.
La morte di Hannah ha riacceso i riflettori sul fenomeno
pericoloso e, nello specifico, sul social Ask.fm. Questo nasce come un sito di
domande e risposte molto usato dai teenager. Fondato da due fratelli lettoni, Ilja and Mark Terebin, nel 2010, il social
consente agli iscritti di postare domande e ottenere risposte scritte, oltre a
condividere foto, video o app nelle risposte.
Secondo la Comscore.it si tratta del 79° sito più popolare
del mondo, con 13,2 milioni di visitatori registrati giornalmente fino alle
ultime rilevazioni di giugno. Tanto successo si traduce in pericolo nel momento
in cui l’anonimato è garantito per i suoi utenti e ogni interazione può
avvenire mantenendo l’identità celata. Sebbene non sia consentito l’accesso ad
utenti di età inferiore a 13 anni, attraverso credenziali false l’ostacolo è
facilmente aggirabile e nessun filtro è garantito.
Proprio l’anonimato dei messaggi contenenti gli insulti
potrebbe aver conferito potenza allo strumento e portare alla morte Hannah, così
come a quella delle altre vittime.
Diritti riservati ad autore, testata, sito http://tech. fanpage.
it/la-polemica-su-ask-fm-il-cyber-bullismo-e-i-troppi-suicidi/#ixzz2eniAaUuD
E ancora cyberbullismo (diritti riservati all'autore
ed alla testata) bimba a 12 anni suicida.
Dopo mesi di continui insulti, epiteti, aggressioni verbali
lanciate da una quindicina di compagne di scuola contro di lei sui social media,
Rebecca Ann Sedwick non ce l'ha fatta più: a soli 12 anni, questa ragazzina di
Lakeland in Florida, studentessa delle scuole medie, si é uccisa. Un'altra
vittima del bullismo su internet.
Ci si può chiedere se la nostra amigdala, ovvero il centro
principale delle emozioni, stia per essere recuperata dal complesso k del
cervello del rettile, che è privo di emozioni e non le seleziona: tutte uguali
e negative. Dalle notizie che riguardano i minori non ci sono segnali molto
tranquillizzanti, tanto più che le leggi sono lente a interessare veramente ai
minori e anzi molte volte non li considerano proprio.
Molte sono le associazioni di volontariato che sorgono in
difesa del minore, associazioni che spesso si danno da fare, non sponsorizzate,
né aiutate dai vari stati, meno quelle viste di buon occhio (e sono poche) ma è
un segno positivo da non trascurare anche se non hanno medaglie al merito.
Si legge oggi di un ennesimo kamikaze in una chiesa
cristiana in Afganistan: una foto mostra una bambina distesa e la didascalia
dice morta, ma su una cinquantina i bambini saranno di più e così si va avanti:
la bestia umana, o meglio il tirannosauro umano, sollecitato dallo spirito del
male, uccide sempre di più e si insinua tra i neuroni del cervello “chiamato
evoluto dell'uomo”.
La guerra, o meglio la punizione, in Siria è stata
disinnescata anche da un uomo in bianco che ha fatto pregare il mondo intero e
questo è un buon segno, ma il tirannosauro infiltrato nei neuroni umani si agita
ferocemente e i media ci forniscono le scene di questi omicidi programmati. Un
grido di gioia dovrebbe accompagnarci in questo doloroso cammino da tenere
sempre presente, perché è ormai giornaliero l'eccidio di gruppi umani che si
trovano in qualche posto per motivi religiosi o anche, come a Nairobi, per trascorrere
il tempo libero.
Speriamo che sorgano presto, sull'esempio dell'uomo vestito
di bianco, altri che facciano pregare Dio per fermare la mano che uccide
indiscriminatamente, mano che spesso ha anch'essa figli come quelli che uccide,
ma poco importa: uccide per uccidere chi non la pensa come lui che si uccide
nell'uccidere.