Il rapporto
annuale del Segretario Generale dell’ONU su Bambini e Conflitti Armati. UNICEF: i conflitti stanno creando minacce senza
precedenti alla vita dei bambini. Gli attacchi e le minacce contro le scuole
devono finire.
Sono poche
frasi che non nascondono verità terribili e che riguardano ancora i bambini
come fossero i bersagli più pregiati del mondo schizofrenico degli adulti
(schizofrenico perché dicono una cosa e ne fanno un'altra). Siamo sempre alle
solite denunce di crimini contro l'umanità, crimini contro il nostro futuro di
uomini e che moltissimi politici mondiali stanno a guardare senza intervenire
drasticamente su questo “bonifica” di umani. Ma perché da quando è iniziata
questa guerra fratricida sostenuta da un dittatore molto scombinato non si è
intervenuti come da altri parti prima che i civili morti raggiungano cifre da
paura?
Dall’inizio
della repressione i dati che riguardano le vittime sono sconvolgenti; le fonti
dell’ONU, risalenti all’inizio di marzo, parlano di più di 70. 000 morti, 200. 000 persone di cui non si hanno più
notizie, 4. 000. 000 di sfollati interni
e circa 1. 300. 000 rifugiati nei Paesi confinanti. Save the Children racconta
di 2. 000. 000 di bambini vittime intrappolate nel territorio (vedi rispettivi
articoli cui vanno tutti i diritti riservati alle presenti notizie).
È ben vero
che i venditori di morte, ovvero i fabbricanti di armi, non piangono su questi
cadaveri, anzi si augurano una prosecuzione della mattanza che porta loro
vendite e soldi; ma perché poi non si pubblicano i nomi di questi venditori di
morte sui media che, magari riportano i rapporti ufficiali di chi difende i
bambini?
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Nel
conflitto siriano sono morti almeno 6. 561 minori, 1. 729 dei quali di età
inferiore ai 10 anni. Crudi numeri di una tragedia documentati dall'Onu e
riferiti dall'Alto commissario per i diritti umani Navi Pillay. "Ci sono
anche casi ben documentati di bambini torturati e giustiziati, e di intere
famiglie, neonati inclusi, massacrate", ha detto la Pillay.
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Se
poi scorriamo le uccisioni dei bambini, ci accorgiamo con orrore già scontato
che sono le principali prede dei cecchini; se poi dei bambini sono presi, sono
anche torturati e uccisi, così semplicemente senza un movente preciso, come nel
2011 quando dei bambini siriano ricopiarono sui muri delle frasi contro il
regime senza sapere cosa facevano, furono arrestati e sparirono dalla
circolazione.
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Quello
che più lascia inorridire è quanto non fanno le Nazioni Unite nell'Unione
Europea o Onu: cosa aspettano a fermare quell'eccidio, sono più importanti gli
equilibri politici rispetto alla vita dei bambini di qualsiasi etnia essi siano?
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C'è
uno spiraglio di luce (è stata proposta la Giornata Mondiale del Rifugiato per
il 20/06) in quelle associazioni di volontariato oltre a Save the Children, Unicef
e altre grandi associazioni umanitarie che danno il contributo che possono, ma
anche piccole associazioni spontanee che vanno in quei posti a portare quanto
serve al momento: mi riferisco (e se ne tralascio qualcuna mi si perdoni la
dimenticanza non voluta) ad associazioni come quella che fa capo a Elisa
Fangareggi, una giovane donna modenese che ha iniziato a portare farmaci e generi
di prima necessità ai rifugiati e in Siria, semplicemente spinta dalla
necessità di aiutare i bambini. Elisa ha raccolto attorno a sé alcuni volontari
ed ha fondato il gruppo Time4life il cui slogan è “chi salva una vita salva il
mondo intero”. (da http://sabrinaancarola.over-blog.com
cui vanno tutti i diritti riservati per la notizia) che dà notizie confortanti
come la discesa del numero di bambini che muoiono quotidianamente, ma altre
crude e terribili notizie sulle morti violente dei bambini e il loro esodo, o
shoah, come la vogliamo chiamare.
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Sempre
http://sabrinaancarola.over-blog.com (diritti riservati) riporta, parlando di emergenze
umanitarie, che “Sono moltissime, la maggior parte si consumano in silenzio.
Nel mondo, ci sono decine di “emergenze dimenticate” e crisi umanitarie di
lungo periodo in cui l’UNICEF interviene con una logistica d'avanguardia,
strumenti efficaci e con un unico obiettivo: proteggere i bambini e i loro
diritti.” E aggiunge “Oltre la Siria
anche in Sahel lo scenario è terrificante. Sono complessivamente 18 milioni le
persone che hanno subito le conseguenze della crisi alimentare a seguito della
gravissima siccità che ha investito 9 Paesi nella regione africana: gli interi
territori di Ciad, Burkina Faso, Gambia, Mauritania, Mali e Niger e le regioni
settentrionali di Nigeria, Camerun e Senegal. Per non dimenticare poi la grave
situazione che ha colpito la Repubblica Centrafricana dove migliaia di bambini
sono costretti a fuggire a causa della guerra civile.”
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E
in Italia, nel nostro paese non si ride di sicuro: Sabrina riferisce “Sul sito
Unicef Italia si legge che in Italia un bambino su 7 soffre a causa di
deprivazioni materiali, fra i dati riportati si parla dell'1, 2% dei bambini
del nostro paese che non può permettersi 3 pasti al giorno, il 2, 5% non può
mangiare frutta e verdure fresche ogni giorno, il 4, 4% non può cibarsi di
almeno un pasto al giorno composto da carne, pollo o pesce, il 2, 6% di bambini
non può permettersi d'indossare 2 paia di scarpe della misura giusta. L'Italia
in Europa è al 29° posto su 35 riguardo a quella che viene definita di povertà
relativa. Viene da chiedersi se ci sia un certo interesse da parte della
politica e di altre istituzioni verso l'infanzia. Quanto s'investe sul futuro, sulle
donne e gli uomini del domani?” (http://sabrinaancarola.over-blog.com/search/si%20consumano%20in%20silenzio/
tutti i diritti riservati)
Grazie a
Sabrina, Elisa e altre donne che sfidano il nostro torpore e quello di altre
nazioni. Non si possono dimenticare i nostri simili, che sono in condizioni
pazzesche, e ha ragione il commissario Onu Navanethem Pillay, che a tale
riguardo ha detto: “E' una tragedia che ci porteremo sulla coscienza e per
la quale saremo giudicati”.